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Autore: Emanuela Scuto    21/01/2024    0 recensioni
Khial è un mondo completamente diverso rispetto a quello che conosciamo, i suoi abitanti non sono umani, hanno colori bizzarri sulla pelle e poteri particolare.
E' una nazione unita, o almeno così appare ma la pace non è mai eterna.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Articolo numero 1:
“In base alla unificazione delle cinque nazioni, ogni popolo dovrà rispettare l'altro e offrire la sua completa disponibilità nella protezione della nazione.”
-Amdir, piantala, scherzavo, non c'è bisogno che tu mi legga la costituzione, che per giunta so a memoria.-
-Bargud, se non l'avessi fatto, avresti continuato per ore ed io ho ben altro da fare.-
Si, in effetti non aveva tutti i torti... Ma diamine se si annoiava da morire lì dentro!
Era tutto così burocratico, formale, regolare ed ordinato, un vero inferno.
Persino quella stanza, che doveva essere considerata figa da chiunque per lui era orribile.
Un'enorme stanza, dalle pareti bianche e senza decorazioni, quattro lunghe file di scrivanie una accanto all'altra e a dividerle solo un sostegno di legno nel lato destro, sopra le scrivanie appunti, sfere, oggetti dalla forma a rombo che hanno il marchio di una spirale ed infine, in ogni scrivania vi era quello che doveva essere un computer che all'apparenza sembrava una mera scultura di una curva ad u frontale.
Oggetti insoliti di cui ignora la reale efficienza o forse conosceva il loro utilizzo ma l'ha dimenticato, chissà...
-Hai ragione maestro scarlatto!- Alza la mano e la porta nella tempia, fingendo il saluto militare degli umani della Terra.
Amdir sgrana gli occhi terrorizzato e si fissa intorno, quando nota che nessuno li sta fissando incomincia a parlare.
-Ma dico io che hai nel cervello?!- Infuriato si rivolge all'altro, vorrebbe urlargli contro ma attirerebbe troppo l'attenzione dei suoi colleghi. -Non puoi scherzare sul colore della pelle qui! Lo prendono come segnale razzista!- Lo rimprovera con uno sguardo tagliente.
-E dai, stavo solo scherzando!- Afferma, noncurante.
-Siamo diventati un'unica nazione da poco, sconsiderato! C'è ancora molta tensione, il minimo gesto si può trasformare in guerra!-
E scandisce ogni singola parola quasi come se fosse un bambino che deve necessariamente comprendere qualcosa, in questo caso qualcosa di estremamente importante.
Tuttavia il rimprovero è servito solo ad innervosire Bargud che stupidamente pensa di non avere colpa “se gli altri se la prendono per un semplice scherzo innocente”.
Nonostante i suoi pensieri ingenui e infantili, riesce a comprendere il discorso di Amdir e per evitare altri problemi non voluti esce dalla sala.
“Tanto si stava annoiando...”
E' una delle sale più noiose secondo lui, persino il nome 'Ispezione Ultraterrena', lo innervosisce “praticamente passi il tempo a guardare inutili esseri e sorvegliarli, a che serve?” si chiede.
“Abbiamo già i nostri problemi noi della Grande Nazione di Khial, non abbiamo bisogno dei loro.”
Già, Khial, tre o quattro anni fa era divisa, lo ricorda ancora.
1.Elementi 2.Pensiero 3.Tempo 4.Trasformazione 5.Sapienza...
Queste differenziazioni si chiamano “fazioni” ma prima erano veri e propri paesi, ogni abitante di questi paesi ha delle caratteristiche diverse incominciando dai poteri e finendo per il colore della pelle, cose che hanno sempre diviso questi abitanti, infatti ognuno pensava solo al suo paese ignorando gli altri o talvolta, andandoci anche contro.
Beleg, il loro attuale sovrano però, non lo accettava e così li unì, da allora è tutto un po' un casino.
Bargud non è mai stato razzista contro le persone della sua stessa nazione, al di là delle fazioni o paesi...
Amdir lo adora e va d'accordo un po' con tutti a prescindere, quindi a lui non infastidisce questa unione.
Ma chi odia le altri fazioni si è ritrovato obbligato a stare accanto al "diverso" e rispettarlo senza volerlo, e non sa se questo possa essere un pro o un contro.
Ora che ci pensa, Amdir avrebbe potuto avere ragione poco fa, lì sono tutti della 'sapienza', sfoggiano un colore della pelle rosso scarlatto e non si sa per quale ragione della natura hanno tutti una voglia a fragola nella caviglia destra e beh vengono chiamati della 'sapienza' perché sanno tutto di ogni cosa e di tutti, sono degli esperti strateghi e sanno utilizzare tecniche che hanno visto dalle altre fazioni al momento giusto anche se poi non ne hanno di loro, quindi averli nella stanza, 'Ispezione Ultraterrena' è utile, perché loro apprendano sempre più metodi difensivi o d'attacco da utilizzare in caso di necessità o anche da insegnare; o ancora per imparare sempre più informazioni di tradizioni o usanze riguardante gli umani che possano aiutare a capirli sempre meglio nelle loro differenze o uguaglianze.
E' di certo un mondo complesso il loro, pieno di colori e poteri speciali e straordinario.
Amdir della fazione sapienza, difensiva, si trova nel quartier generale dell'organizzazione militare, stanza 'Ispezione Ultraterrena', ed è uno dei principali esponenti: il suo compito è quello di leader, lui suggerisce strategie in caso di guerra anche se il suo compito è soprattutto quello di evitare la guerra formulando strategie per mantenere la pace tra tutti (alcune leggi della costituzione di Khial sono state scritte da lui).
Infatti se lo ritiene opportuno può scrivere delle leggi che pensa possano essere adatte al raggiungimento della VERA uguaglianza e pace e portarle al cospetto di Beleg che può approvarle o respingerle, fin'ora ha usato questo “potere” soltanto per due leggi approvate e non ha intenzione di scriverne altre, probabilmente questo importante compito lo ha solo Amdir perché in tanti ne abuserebbero pretendendo chissà quali strampalate leggi che magari peggiorerebbero soltanto le cose, Amdir invece è un uomo saggio e non si lascia trascinare dalla voglia di potere, lui è per la giustizia e per la serenità.
Invece il caro Bargud è molto più casinista, irresponsabile e non si fa problemi a ricorrere alla rissa quando ce ne bisogno (secondo lui ce ne bisogno se, nel primo caso: qualcuno lo provoca, nel secondo: qualcuno lo umilia, terzo: qualcuno arreca danni al paese in cui abita, quarto: se qualcuno provoca, umilia o arreca danno ad Amdir o alla moglie).
Lui fa parte della fazione 'Elementi' quindi sta in attacco, il suo potere consiste nel controllare tutti gli elementi naturali (acqua, fuoco, terra, aria) a proprio piacimento, ha le labbra verdi tipiche di ogni persona degli elementi e il colore della sua pelle è un miscuglio che ricorda il suo potere (azzurro, verde, marrone, rosso).
E' un ragazzo decisamente eccentrico, in realtà però è una persona buona e gentile, forse troppo dedito alle cose materiali che possiede e troppo vanitoso, narcisista ed egocentrico ma d'altronde lo hanno abituato ad essere al centro dell'attenzione e ad essere indispensabile per tutti sin da piccolo.
Lui infatti non è altro che l'erede al trono eletto e scelto da Beleg che pensa di non poter regnare (giustamente) per sempre e già ai suoi 30 anni scelse Bargud che al tempo era solo un bambino per essere il suo successore, né Bargud né tutti gli altri abitanti della Grande Nazione di Khial hanno mai davvero saputo la ragione dietro ad una tale decisione, si sono semplicemente affidati al loro adorato sovrano che per loro ha sempre garantito il meglio, certo molti erano dubbiosi, e lo sono ancora, non è che sia proprio un ragazzo che ispira fiducia ma Beleg quando dichiarò la sua scelta (non pochi anni prima della maggiore età di Bargud) affermò che in lui e dietro la sua corazza di duro aveva visto del bene grande e puro che dopo la sua morte avrebbe contribuito al benessere del paese mettendo da parte tutte le cose che credeva importanti per governarlo.
Lo stesso Bargud era scettico riguardo a ciò, non credeva di essere capace di non pensare prima di tutto a sé stesso per pensare a tutti gli altri, magari anche persone che lo avevano denigrato e offeso più volte.
Ha sempre creduto di non essere in grado a dare l'ultima parola, l'unica vera decisione, per questo si augura che Beleg viva tantissimi anni o che lui muoia prima di lui o anche una cosa meno drastica: che decida qualcuno di diverso da lui tuttavia attualmente Beleg non è mai tornato sui suoi passi.
Che sia un bene o un male, solo il tempo ce lo dirà, per il momento però Bargud si sofferma sulla realtà, è giunto il momento per lui di andare all'addestramento che si tiene tutti i giorni per chi sta in attacco (quindi per quelli degli elementi e del pensiero).
Entra dunque nella stanza d'addestramento, la lezione non è ancora iniziata ma è chiaro come il sole che nessuno dei presenti ha molta voglia di accingersi a incominciare l'allenamento.
E Bargud questo lo comprendeva fin troppo bene; sin da bambino era stato costretto a svolgere esercizi spesso troppo pesanti persino alla sua forma fisica solo perché faceva parte della fazione degli 'elementi'.
Sì, è vero che il loro corpo è molto più forte e resistente rispetto a quello delle altre fazioni ma le sessioni d'allenamento duravano ore ed erano decisamente estenuanti e più si aumenta di livello e più il grado di difficoltà sale.
Ricorda con nostalgia quando si diresse per la prima volta in questa sala con le quattro pareti accostate l'una accanto all'altra; dove finiva una parete vi era un angolo e subito dopo l'angolo ne iniziava un altro formando così un quadrato che rendeva l'aula molto più piccola di quanto in realtà non fosse, la cosa ancor più bizzarra è che quelle pareti convergevano nel pavimento che invece era rotondo.
La carta da parati (per Bargud orrenda e passata di moda) era differente da parete a parete. Non appena si apre la porta la prima cosa che si nota è la carta da parati di fronte a sé decorata da una raffigurazione di tronchi che vengono bruciati da un'enorme fiamma rossa. A destra la carta da parati aveva raffigurata campi e campi di terra con un piccolo germoglio di pianta fintamente crescente (dal momento che è una figura statica e non reale), dietro di sé la stanza possedeva un disegno di una strada con nuvole cariche di pioggia che cadeva sull'asfalto e creava diverse pozzanghere (scelta originale per descrivere l'elemento l'acqua) e infine a sinistra vi erano ritratte un'insieme di persone con i capelli che sventolavano e oggetti che sembravano scomparire dalla scena (a voler tentare di raffigurare una cosa invisibile e astratta quale è il vento).
Sebbene artisticamente parlando sia a tutti gli effetti una stanza splendida anche per la qualità delle raffigurazioni Bargud trovava tutto ciò molto esagerato e in qualche modo irritante.
Avrebbe però preferito continuare a criticare le scelte stilistiche della stanza piuttosto che sentire il suono di quella voce che avrebbe preannunciato l’inizio di quel solito allenamento estenuante.
“SUUU-LLLAAAA-TTTEEEEN-TTTT-IIIIII” Naturalmente era l’inizio di quel solito rituale di allenamento. “MANO SUL PETTO, PETTO IN FUORI, GAMBE TESE, SGUARDO IN ALTO E SCHIENA DRITTA, GIURIAMO FEDELTA’ ALLA NAZIONE DI KHIAL E CON IL SANGUE E IL SUDORE GARANTIREMO PROTEZIONE”
Questo era una sorta di inno che veniva fatto ad ogni allenamento, ed era sacro… Non era possibile sedersi durante l’inno, né mangiare, né sbadigliare, né parlare tra di loro, né fare alcun tipo di rumore.
Era doveroso stare immobili, diritti e tesi, guardare di fronte a sé e ripetere ciò che il coordinatore all’allenamento diceva e, dunque, l’inno.
Qualunque altra azione sarebbe stata considerata un’offesa e rischiava anche di essere punita severamente dal sovrano stesso.
Khial era appunto una nazione unita da pochi anni che si denominava dagli abitanti e dal sovrano pacifica, infatti quando venne unita gli esseri appartenenti agli Elementi credettero di non poter utilizzare i propri poteri in quanto questi fossero principalmente di natura bellica e potenzialmente pericolosi, invece così non fù, anzi, tutt'altro Beleg scelse al momento dell'unificazione di dare mansioni ad ogni abitante di Khial e divise le mansioni a seconda dei diversi poteri.
In molti si chiesero perché la scelta di far continuare ad allenare in ambito combattivo la fazione degli Elementi, dal momento che in passato usavano le loro capacità per combattere quelli che in passato erano nemici di altre popolazioni e che divennero poi invece connazionali.
Beleg al tempo sciolse i dubbi rivelando che temeva che un giorno gli umani li potessero scoprire (in quanto gli umani non sono a conoscenza del paese di Khial) e danneggiare con il loro sapere militare.
Dunque Beleg concluse quel discorso affermando che era necessario tramandare gli allenamenti degli Elementi al fine di garantire maggiore protezione.
Tutti accolsero quelle parole e le condividettero ma Bargud avvertiva come se ci fossero delle cose non dette e tralasciate, tuttavia, non rivelò mai le sue perplessità.
Finito l'inno Lumbar decretò l'inizio dell'allenamento.

Angolo dell'autrice: A seguito di alcune scorrettezze dovute alla distrazione ho dovuto ripostare nuovamente il testo, spero di non avere errato nuovamente in qualcosa e che questo primo capitolo attiri l'attenzione di qualcuno.
   
 
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