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Autore: luvsam    25/01/2024    2 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Sam riprese conoscenza a fatica e non appena fu abbastanza presente a se stesso, memore degli insegnamenti di John, fece un rapido check delle sue condizioni. Si sentiva abbastanza bene se si escludeva l’intenso bruciore che avvertiva alla schiena e il freddo, dovuto anche ai suoi vestiti fradici, quindi poteva passare al punto seguente della lista, ovvero scavare nella sua testa in cerca di risposte.
L’ultima cosa che ricordava è che era a terra, ai piedi delle scale esterne della capanna di Camp Oljato, e che aveva incrociato lo sguardo con Dean prima di sentirsi trascinare lungo i gradini. Si era ferito le mani nel tentativo di frenare la corsa verso l’ingresso della costruzione, poi aveva visto la porta chiudersi rumorosamente, la parete con i ritratti e tante mani che si agitavano. Aveva provato ad evitarle, ma lo avevano afferrato e schiacciato sul muro, poi solo buio.
Tentò di muoversi, ma era ancorato in posizione prona con qualcosa, corde forse, ad una superficie dura e fredda. Aveva il viso girato su un lato e sotto di sé avvertiva una certa umidità. Non era acqua, l’odore era senza alcun dubbio di sangue, e non sapeva se augurarsi che fosse il suo o di qualcun altro: nella prima ipotesi si stava dissanguando, nella seconda era disteso nei fluidi di un soggetto non identificato e in ogni caso non era una buona notizia. Cercò ancora di liberarsi con gli stessi risultati dei tentativi precedenti e non avendo una visuale almeno accettabile di quello che lo circondava, non sapeva a che cosa aggrapparsi.
L’ aspetto positivo di tutta la situazione era che Dean non era lì con lui, né lui, né Bobby, e questo voleva dire che era l’unico ad essere stato messo sul menù della donna Ragno. Voleva prendere in considerazione solo questa possibilità scartando l’idea che fosse successo qualcosa a suo fratello, anche se la logica gli diceva che non poteva esserne certo. La sola cosa non discutibile era che si trovava nella merda e ne ebbe la conferma quando sentì un peso sulla schiena e il caldo alito di qualcuno dietro al suo collo.
“Sai di buono, più di chiunque altro io abbia portato nella mia tana prima di te”
Sam rabbrividì e ricordando ancora gli insegnamenti di suo padre, cercò di non mostrare al nemico che era terrorizzato.
“Chi sei?”
“Non lo immagini?”
“La donna Ragno”
“Gli umani mi hanno dato questo nome, avete questo bisogno assurdo di catalogare tutto, ma in realtà non ne ho uno preciso”
“Dove sono i bambini? Li hai uccisi?”
“Credi essere nella posizione di fare delle domande?”
“Lasciali andare e tieni me”
“Chi ti ha detto che sono ancora vivi? Se dovessi prenderti in parola, potrei anche mandare indietro dei cadaveri, non credi?”
L’essere si mosse ancora sulla schiena di Sam, che gemette per il dolore, poi la pressione diminuì di colpo. Neanche il tempo di provare sollievo che il giovane si sentì ribaltare senza troppi complimenti e sperò che il brusco movimento allentasse le legature, ma non fu così. Si guardò i polsi e li vide avvolti in fili biancastri, così come le caviglie e parte del tronco, poi qualcosa lo trascinò in posizione eretta prima di inchiodarlo ad un muro. Quando la testa smise di girargli per il veloce cambio di prospettiva, mise a fuoco e la vide.
Davanti a sé c’era la figura che aveva visto quando aveva fatto un tour nella zucca di Frankie, e averla a pochi centimetri di distanza era davvero terrificante, tanto che per un attimo chiuse gli occhi per il ribrezzo.
“Vedi qualcosa che non ti piace, cacciatore?”
“Dove sono i bambini?”
“Non mi preoccuperei di loro, ma di te stesso”
“Sei un essere spregevole, hai ucciso degli innocenti”
“E’ una questione di sopravvivenza e da quello che percepisco anche tu hai dovuto fare scelte difficili”
“Di che cosa stai parlando?”
“Anche le tue mani sono sporche di sangue, di quello della tua ragazza ad esempio”
“Non parlare di Jessica-urlò Sam tentando inutilmente di svincolarsi dai suoi legami-lasciala fuori”
“Come hai fatto tu? L’hai lasciata fuori dalla tua vera vita, non le ha mai raccontato nulla della tua famiglia e della morte di mammina”
“Come sai della mia famiglia?”
“So molto di più di quello che puoi immaginare, riesco a leggerti dentro come un libro aperto. Peccato che quella povera ragazza non abbia potuto farlo, sarebbe scappata a gambe levate se solo avesse immaginato con qualche bastardo divideva il letto”
Sam sentì il peso del senso di colpa schiacciargli il petto, quell’essere stava solo esternando ciò che pensava di se stesso e che non aveva il coraggio di dire ad alta voce.
“Chi ti incrocia, pensa di trovarsi davanti ad un bravo ragazzo, ma anche tu sei un predatore e Jessica e tua madre sono state le vittime della tua malvagità”
“Non ho fatto nulla a Jess e alla mamma, è stato…”
“Il demone dagli Occhi Gialli? Il famoso demone che papino ha cacciato per una vita? Purtroppo non ha voluto accettare che l’unico mostro da eliminare eri tu, il killer con l’aspetto di un angioletto, ed è morto passando il testimone a Dean”
“Perché mi stai dicendo tutte queste cose?”
“Perché il dolore degli esseri umani è inebriante per me e perché trovo estremamente divertente torturare le mie vittime prima di divorarle”
Sam abbassò la testa e cercò di allontanare il pensiero che non meritava di stare sulla terra, ma quello era un nervo terribilmente scoperto. Aveva avuto pensieri autodistruttivi durante la sua adolescenza quando la vita da cacciatore e l’inflessibilità di suo padre lo avevano fatto sentire un peso, ne aveva avuti a Stanford quando aveva dovuto fare i conti con la voragine affettiva che si era aperta nel suo petto allontanandosi da Dean, e ce n’erano stati ancora dopo la morte di Jess e di papà. Era andato alla deriva e in certi momenti aveva pensato che fosse davvero al capolinea, ma tutte le volte suo fratello lo aveva costretto a rimettersi in piedi e ad andare avanti. Lo aveva fatto, però quel senso di colpa opprimente non era sparito, andava a dormire per un po', poi alla prima occasione tornava a fare danni, proprio come gli aveva detto il dottor Ross quando era stato portato al pronto soccorso da alcuni amici dell’università per un inaspettato attacco di panico.
“Tu non vuoi vivere, non con tutte le tue forze, vero?”
“Non sai niente di me e comunque falla finita: se devi mangiarmi, togliti il pensiero”
“Non così in fretta. Te l’ho detto, sei diverso da tutti gli altri e voglio prendermi il tempo per studiarti fino in fondo. Non ho nessuna fretta di nutrirmi di te, nella dispensa ho i pargoletti e altri arrivati prima di loro”
“Chi altro tieni prigioniero?”
“Sul menù ho tutti quelli che hai visto nella capanna”
“I ritratti?”
“Sì”
“Erano decine”
“Gli umani direbbero che sono una buona forchetta”-rise la Donna Ragno.
“Perché sono qui? Se li hai uccisi, dovrebbero andare oltre”
“In teoria sì, ma neanche i mietitori entrano nella mia personale riserva di caccia e lasciano che io tenga per me chi voglio”
“Perché?”
“Equilibrio cosmico, ad ognuno il suo”
Sam si guardò ancora intorno alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutarlo a liberarsi, ma non riuscì a scorgere né un’apertura, né qualcosa di utile.
“Dove siamo?”
“Importa davvero?”
“Immagino di no”
La Donna Ragno sorrise e guardò il giovane con aria interrogativa.
“Vuoi capire se in qualche modo tuo fratello ti ritroverà e ti salverà? Mi dispiace deluderti, ma non ci sarà il lieto fine, nessuno delle mie prede mi è mai stata sottratta”
“Quindi la storia del cacciatore è falsa”
“Quale cacciatore?”
“E Abram Stoke?”
“Un codardo, ma poi mi è tornato utile”
“Ho letto il suo diario, avete fatto un patto”
“Sì, un accordo conveniente per entrambi: la sua vita in cambio delle vite di altri”
“Ma poi è scoppiato l’incendio…Perché si è lanciato nel fuoco? Perché voleva proteggere a tutti i costi la capanna? Se fosse bruciata, saresti morta e lui sarebbe stato libero?”
La Donna ragno rise ancora, poi avanzò verso il cacciatore e si passò la lingua sulle labbra. Appoggiò entrambe le mani sul petto del giovane e lo guardò in maniera lussuriosa.
“Hai un odore troppo stuzzicante, non riesco proprio a resistere”-gli sussurrò in un orecchio prima di morderlo su una spalla.
Sam sentì un dolore immediato attraversargli il braccio destro e gli mancò il respiro. Aveva ricevuto colpi e subito ferite di ogni genere, ma questo era diverso, più intenso di qualsiasi altra cosa avesse mai provato in vita sua. Gli arti presero ad irrigidirsi e la sua vista si annebbiò. Si sentiva bruciare, come se qualcuno gli avesse appiccato un incendio dall’interno, e pregò di perdere conoscenza per non soffrire in maniera così atroce.
La Donna Ragno continuava a morderlo incurante delle sue lacrime, in preda ad una fame improvvisa, e sembrava che non avesse la minima intenzione di fermarsi. Lo azzannò sul collo, poi si dedicò al tronco fino al fianco e mentre lo faceva, lo teneva schiacciato contro il muro con una forza inimmaginabile. Ogni volta che si staccava, si leccava le labbra assaporando il suo sangue, poi tornava all’attacco e affondava il suo morso sempre più profondamente.
Sam fu scosso da violenti spasmi e urlò con quanto fiato aveva ancora in corpo temendo che la sua fine fosse vicina. Non voleva morire, ma sentiva di non poter resistere ancora a lungo e dopo l’ennesimo morso si lasciò andare, convinto che non avrebbe mai più riaperto gli occhi. Prima di cedere, la sua mente andò a Dean e mormorò il suo nome, poi abbassò il capo sul petto e negli ultimi sprazzi di lucidità pensò ai suoi genitori. Lo confortò la speranza che forse li avrebbe rivisti, ma il sollievo durò pochi secondi e la nuova ondata di dolore non gli lasciò scelta: chiuse gli occhi e se ne andò.
Mentre l’essere banchettava, Dean e Bobby erano tornati al motel e il cacciatore più anziano sapeva che il suo amico sarebbe esploso da un momento all’altro.
“Ragazzo”
“Non parlarmi, non ora”
“Dean”
“Che cazzo vuoi, Bobby? Non c’è niente che tu possa dirmi per farmi stare meglio! Ho perso Sam, l’ho lasciato nelle mani di quella stronza”
“Ho visto, c’ero anch’io, ma, per quanto ne sappiamo, è ancora vivo e io resterò attaccato a quest’idea. Mi arrenderò solo se dovessimo trovare il suo corpo e...”
“Quella puttana lo divorerà, che cosa pensi di trovare?”-urlò Dean prima di lanciare una bottiglia di birra contro il muro.
“Okay, allora prendi l’elenco telefonico, contatta un’agenzia di pompe funebri e organizza un finto funerale, visto che non potremo dargliene uno da cacciatore-gridò di rimando Bobby afferrando con forza il giovane. E’ questo che volevi sentirti dire? Sei contento?”
“Non puoi capire come mi sento, non posso perdere Sammy dopo aver perso papà, non posso sopportarlo”
“E allora, lotta, cazzo, non arrenderti”
I due uomini si fissarono e il più anziano vide gli occhi di Dean riempirsi di lacrime. A quel punto lo attirò a sé e lo abbracciò cercando di confortarlo.
“Non è ancora finita, ci inventeremo qualcosa e lo riporteremo a casa”
Bobby fece sedere il giovane sul letto, poi tirò una sedia e si sistemò davanti a lui.
“E’ vero, non posso nemmeno immaginare che cosa stai provando in questo momento, ma…”
“Mi dispiace, non volevo dire che non ami Sam, so che non è così”
“Puoi scommetterci il culo, idiota, ma non è questo il punto. Volevo dire che, se ho imparato qualcosa da John, è che i Winchester lottano fino all’ultimo respiro e non si arrendono mai. Non so che cosa sia successo a Sam, ma quello che è certo è che è degno figlio di suo padre e che, se ne avrà la possibilità, lotterà in attesa della cavalleria. Se è vivo, Dean, tuo fratello si starà aggrappando a questo, starà stringendo i denti aspettando che arrivi a toglierlo dai guai”
“E se non lo è? Se fosse già morto?”
“E’ quello che senti? Sam non c’è più?”
“No, il mio istinto mi dice di no”
“E allora fidati del tuo istinto e resta lucido”
Dean inspirò pesantemente e annuì.
“Sei con me, ragazzo?”
“Sono con te”
“Bene, era quello che volevo sentirti dire. Adesso mettiamoci al lavoro e cerchiamo di capire dove quella stronza può aver portato tuo fratello”
   
 
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