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Autore: Spensieratezza    27/01/2024    1 recensioni
L'incantesimo creato da Ruben, ha riportato Sam e Dean nel passato, in un'altra epoca, a quando erano figli degli Dei, non si conoscevano e non erano fratelli. Di nuovo senza memoria, Dean, Sam e i loro amici, ripercorreranno di nuovo tutto da capo.
-Sequel della fanfiction The love of the Gods
Crossover con Harry Potter e Sailor Moon :)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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"No, figurati, sono solo sbronzo." disse Gabriel, alzandosi, ma quasi crollò sul pavimento. Mark lo sorresse.
 
"Fa attenzione. Cadere a questa altezza fa abbastanza male." disse Mark.
Il tono con cui aveva detto quella parola, "cadere" gettò un'ombra di inquietudine su Gabriel.
 
"Ti accompagno a casa. Non puoi di certo andare da solo in queste condizioni."
"Non ce n'è bisogno, davvero!!"
Mark lo guardò con un'ombra di delusione sul volto.
"Però..una passeggiata mi aiuterà a farmi passare la sbornia, quindi mi farebbe piacere avere compagnia...sai così ci saresti tu..se dovessi..cadere di nuovo."
Mark fece una risatina.
 
"Ho detto qualcosa di divertente??"
"No..no...una cosa che...lascia stare. Certo che vengo con te."
 
 
 
 
*
 
La notte era fonda e le luci dei lampioni mischiate con quelle della luna piena e le stelle gettavano come un incantesimo su una notte che sembrava fatata.
"Uhhhh, se avessi saputo di venire bombardato così..sarei rimasto nel locale. Sai...tutte queste luci abbaglianti." disse Gabriel, gesticolando, sentendosi sbronzo e impacciato.
"Se fosse una notte come un'altra, ti direi che sembri sbronzo da far schifo."
Risero.
 
"Ma questa è davvero una notte speciale." disse Mark con sguardo malinconico e solenne, alzando lo sguardo alla luna.
Gabriel lo guardò, affascinato. Sembrava così solenne e fiero e...BELLO. Sembrava brillare molto più del sole e della luna.
 
Distolse lo sguardo imbarazzato. Non aveva mai trovato belli gli uomini prima d'ora. Non eccessivamente, almeno.
"Ti piace guardare me molto più delle luci qua fuori, a quanto sembra."
"COS..NO! Non è vero!!" annaspò. che diavolo gli era preso.
"Non mentire. Mi accorgo di tutto, sai." disse con un sorrisino.
 
"I-in realtà stavo guardando i tuoi capelli."
"I miei capelli..." disse solo. Una constatazione. Non una domanda.
"Lo so che ti sembrerà assurdo...ma tu mi hai fatto pensare a un mulino.."
"Un mulino?"
"Un mulino immaginario. Il mulino bianco."
"Non lo conosco."
"Scherzi?? Tutti lo conoscono."
 
"Davvero? Questo rende la faccenda ancora più interessante."
"Beh, comunque..questo mulino è una specie di leggenda..una specie di favola che si racconta ai bambini per farli addormentare...in questo mulino, questo grande gigantesco mulino, si costruiscono....le colazioni."
 
Mark scoppiò a ridere.
"Le colazioni??"
 
"Ehi, è un compito molto serio. Macinano il pane e le brioches. Tutto quello che viene fatto grazie al mulino, è buono e genuino. Le famiglie si svegliano tutte con il sorriso, mangiando queste prelibatezze che arrivano dal mulino bianco...e il grano stesso è sempre lucente e non appassisce mai. Le famiglie non litigano mai, c'è pace, serenità e i bambini ridono e giocano sempre. È..un mondo idilliaco."
 
"Perché mai io ti ho fatto pensare a questa favola??" Mark sembrava lusingato, perplesso e confuso al tempo stesso.
"Io...non lo so...saranno stati i tuoi capelli..mi hanno ricordato il colore brillante del grano...il calore splendente dei raggi di quel sole eterno.."
Silenzio.
"S-scusami...io sono davvero troppo ubriaco. Lasciami andare adesso. È meglio che torni a casa."
 
"No! Aspetta. Non..voglio che smetti di parlare." disse afferrandogli un braccio.
Gabriel sbarrò gli occhi.
"Da quando ti ho visto, non ho fatto altro che desiderare che ti mettessi a parlare con me, regalandomi ogni briciola delle tue parole..non voglio che smetti."
"Questo potrebbe essere difficile adesso.."
 
Non gli diede il tempo di assimilare o capire il concetto, che Gabriel si buttò su di lui e lo baciò.
Mark lo guardò con stupore, mentre Gabriel strusciava le labbra sulle sue, per poi accarezzarle con la lingua, dappertutto dentro la sua bocca. Mark si riprese ben presto dalla sorpresa, regalando a Gabriel versi di approvazione e contentezza. Era in estasi.
 
"Io..io non ho mai fatto niente del genere.." disse Mark con stupore ma felicità sul suo viso.
"Neanche io, ma tu...mi ispiri."
"Anche tu..mi ispiri." disse Mark, sbattendolo contro un lampione.
"Ehi!!!"
Mark gli sollevò la maglietta per poi accarezzargli la pelle nuda piano. Gabriel gemette.
 
"Mi piacciono i tuoi suoni..vediamo se possono cambiare." e dicendo così, si chinò a leccargli piano l'ombelico, facendolo agitare.
"No, no, no, Mark, fermo, fermo!!"
"Non è quello che vuoi.."
"Sì, hai ragione...io...ma non qui..non davanti a tutti."
 
"Timido all'improvviso? E va bene. Andiamo a casa mia!!" disse malizioso.
 
 
 
 
*
 
Era semibuio nella casa di Mark.
Gabriel si muoveva piano, respirando tensione ed elettricità nell'aria. Assaporandola e allo stesso tempo, temendola.
"Ti offro un succo d'arancia."
 
Gabriel bevve dal bicchiere e poi osservò la caraffa con il succo arancione, ipnotizzato. Poi sussultò.
Mark era dietro di lui e la sua presenza lo faceva sentire ancora più a disagio.
"Ti piace la spremuta d'arancia?"
"Troppo arancione.." disse incoerentemente.
 
Mark rise. Stava facendo la figura dell'idiota.
"Non ti piacciono le cose che brillano?"
"Al contrario..mi piacciono i tuoi capelli."
"Ti piacciono le cose accese..e io desidero che ti accendi."
 
"Non..non è l'unica cosa che dovremmo accendere..la tua casa è fredda. Dovresti.. Forse.." disse Gabriel sporgendosi per dargli maggior accesso al suo collo.
"Renderla più confortevole?" disse l'altro e delle fiamme crepitarono nel camino davanti a lui, facendolo sussultare.
"Come..come diavolo fai fatto??"
"Beh, le leggi che governano questo mondo non sono poi così complicate...basta una ridicola equazione che cambia e tutto attorno a te pare diverso." disse con voce suadente Mark, sul suo collo.
"Io non le definirei proprio ridicole queste equazioni.."
 
"Lo sono una volta che hai capito il meccanismo...hai mai sentito parlare dell'entropia? Dissero gli dei una volta, che era l'origine del mondo...e la sua rovina."
 
"Non..non lo so...non mi sono mai interessato alle cose bibliche!" mentiva ovviamente. Gabriel era un dio dopotutto.
"L'entropia era una puttana, il cui unico desiderio e scopo, era quello di distruggere tutti i mondi, qualsiasi cosa che esistesse...così per puro divertimento. Ma per evitare di essere fermata..aveva bisogno di un capro espiatorio..qualcuno a cui dare la colpa."
 
Gabriel lo guardò perplesso. Gli Dei non gli avevano mai raccontato questa parte.
"Chi?"
"Scelse la creatura più pura che esisteva..e la contaminò..da allora..non fu mai più la stessa.." disse tornando sulla sua pancia.
"La creatura cambiò dopo quell'incontro e tormentata e insofferente, non si oppose in alcun modo, lasciando che facesse di sé quello che lei voleva...quello che il mondo voleva..e da innocente divenne il male "
 
"Nessuno..è mai davvero innocente." disse Gabriel gemendo.
Mark lo prese tra le sue braccia, divorando le sue labbra.
"Su questo sono d'accordo..ma la creatura non sapeva che sarebbe diventata portatrice di ogni più becero crimine dell'umanità intera e che il suo nome sarebbe diventato portatore di sventura..un nome che tutti gli esseri umani avrebbero temuto..che eppure una volta i suoi compagni parlavano con RISPETTO..facendo brillare tutto di lui..anche quello che non si poteva vedere.."
 
Gabriel sussultò notando qualcosa brillare sulla sua schiena.
"Che eppure traspariva lo stesso se guardavi con ATTENZIONE."
I suoi occhi splendettero di fiamme e Gabriel gridò.
"LUCIFER."
"Quando avrò finito con te, lo dirai con più estasi."
"Eri tu."
 
"Ci hai messo tempo...anche tu come gli altri non ti accorgi di me fino a quando non mi paleso..forse sei diventato troppo come loro, fratellino."
"Lucifer...sei proprio tu." disse Gabriel, accarezzandogli il viso, mentre calde lacrime solcavano il suo volto.
Lucifer leccò con la lingua le dita di Gabriel che ritrasse subito la mano.
"Smettila!!"
"Non mi sembrava ti dispiacesse prima."
"Io non sapevo chi fossi tu..non..stammi lontano..non avresti..non avremmo dovuto."
"Perché?? Ti faccio schifo ora che sai chi sono??"
"Non..non è questo."
"E allora...."
 
"Lucifer...noi non..quello che abbiamo appena fatto...tra fratelli noi non..non si fa!!" disse stringendosi le spalle.
Lucifer lo guardò perplesso.
"Certo che non l'abbiamo mai fatto....ma forse avremmo dovuto. Ci siamo persi un sacco di belle cose."
Gabriel spalancò la bocca.
"Non lo pensi davvero."
 
"Invece sì, fratellino..io non ho mai..tutto questo tempo rinchiuso e non ho mai..Ho sempre solo visto altri che provavano..questo.."
"Tu...hai visto l'umanità?? Da dove??"
"Parliamo di altro. Tipo del fatto che mi hai fatto provare finalmente cosa sia la PASSIONE.."
Gabriel avvampò ma prima che potesse anche solo ragionare, Lucifer si abbarbicò a lui e lo strinse in un abbraccio focoso ed elettrico. Le loro labbra si incollarono, facendo risplendere le loro grazie come una fornace. Gabriel all'improvviso sembrò ripensarci.
"No. No. Non posso. Non posso!"
 
Cercò di sfuggire ma Lucifer lo inseguì prima che potesse scappare dalla porta e lo inchiodò al muro, sollevandolo da terra, baciandogli il collo.
"Ahhh..Ahhh.." Gabriel era ormai del tutto incoerente e in balia di Lucifer.
"Dimmi che ti piacciono ancora..i miei capelli..che ti ricordano..il colore del grano..del mulino.." Gabriel gli toccò delle ciocche.
"E del sole eterno.."
Glieli strinse forte.
 
Lucifer lo prese in braccio e lo portò in camera. Lo spogliò e vide il suo corpo illuminarsi di una luce bianca argentea.
Gabriel cominciò a spogliarlo di riflesso con frenesia e Lucifer ridacchiò.
"Le nostre grazie sono felici di essersi ritrovate."
"Non farai..con nessuno dei nostri fratelli quello che farai con me."
"Sei l'unico fratello che ho ritrovato.."
Gabriel gli morse una spalla per dispetto.
"AHI. Piccolo selvaggio. Non sai che così mi ecciti di più. Hai bisogno di qualcuno che ti domini."  

Gabriel si sentiva in estasi. Lucifero era dappertutto dentro di lui. Calore. Fuoco. Possesso. Passione. Una fiamma divina. Più fiamme divine insieme. Era come se in lui coesistesse un leone, una pantera, una tigre. Fece l'amore con lui in maniera animalesca ma con l'ardore di un Angelo e ruggiva quando Gabriel gli graffiava la schiena mentre facevano l'amore. Dei ruggiti che Gabriel trovava così sexy e che zittiva con baci succosi e sensuali, per poi vederli trasformati in teneri vagiti come cuccioli di gattini, quando lo accarezzava.



















Note dell'autrice:  Chissà se qualcuno di voi l'ha intuito che la battuta di Sam sul fatto di trovarsi un altro angelo , era un riferimento a Castiel di Supernatural xd

tutte queste luci abbaglianti lo dice davvero Jensen Ackles in una con!

Ragazzi, che ne pensate di questo colpo di scena??? Non era mia intenzione farli finire insieme, ma diciamo che mi ha ispirato ahahah io ci ho provato a rendere la situazione almeno un po' romantica con sta cosa del mulino, ma non ce l'ho fatta ahahah
   
 
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