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Autore: Marlena_Libby    27/01/2024    1 recensioni
Un ragazzo libera i signori dell'alta magia
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tamil viveva in una casa vicino al mare con suo nonno, l'uomo più anziano e saggio del villaggio.
Sulla porta d'ingresso era appeso un flauto d'argento scintillante.
Il nonno diceva che era un flauto magico, fatto con il corno di un unicorno.
Lui non lo sapeva suonare, ma diceva che chiunque l'avesse saputo fare avrebbe risvegliato la magia selvaggia e ne sarebbe diventato parte.
- Ci sono diversi tipi di magia, ma la magia selvaggia è la più antica e la più forte - raccontava il nonno a Tamil.
Una sera in cui era solo, Tamil decise di andare a fare una passeggiata.
Aprendo la porta, vide il flauto scintillare contro il legno scuro della parete.
Tamil lo prese e corse verso la spiaggia.
Si arrampicò su uno scoglio poco distante dalla riva, si sedette e accostò il flauto alle labbra.
Immediatamente si sentì pervaso da una strana sensazione: quasi per magia le sue dita cominciarono a intonare un antico motivo.
Sembrava che il mondo intero fosse silenzioso.
Non appena calò la marea, Tamil scese dallo scoglio e, continuando a suonare il flauto, seguì il mare che si ritirava.
La luna era già alta quando vide davanti a sé uno strano palazzo ed entrò attraverso una breccia nel muro di cinta.
Si trovò in un vasto cortile affollato da uomini e donne alti e dall'aspetto regale, che sedevano a lunghe tavole imbandite di frutta e vino.
Nessuno di loro si muoveva, né parlava, né respirava.
A capotavola una donna stava in piedi davanti a un trono col volto proteso verso il cielo.
Tamil li osservò a lungo, poi si voltò e tornò fuori.
Si sedette su una roccia e cominciò a suonare.
Ma questa volta la magia lo indusse a suonare un motivo differente e anche l'incantesimo fu diverso: la sabbia cominciò a muoversi e sbucò una grossa testa.
Era un cavallo bianco argenteo con un corno spezzato in mezzo alla fronte.
Tamil capì che si trattava di un unicorno.
Pian piano la creatura si liberò dalla sabbia ed era già riuscita a drizzarsi sulle zampe, quando delle mostruose alghe marine la avvilupparono tutta tirandola giù di nuovo.
Per un po' Tamil guardò impotente l'unicorno lottare con le alghe.
Poi, all'improvviso, ebbe un'idea.
Si voltò, lasciò cadere il flauto e tornò nel cortile.
Tolse il mantello all'uomo più vicino e vide che sul fianco portava una spada.
La prese e tornò dall'unicorno.
Nel suo sforzo per liberarsi, l'unicorno aveva scavato una profonda buca nella sabbia, ma era ovvio che le alghe avrebbero avuto la meglio.
Con un grido di sfida, Tamil impugnò la spada e cominciò a tirare fendenti al mostro di alghe mentre l'unicorno nitriva e scalciava.
Finalmente anche l'ultimo tentacolo cadde sulla sabbia.
Tamil e l'unicorno uscirono dalla buca e si guardarono.
Il ragazzo vide che al collo della creatura pendeva una bellissima catena con un gioiello.
L'unicorno si voltò e trottò oltre le mura verso il cortile, Tamil raccolse il flauto e lo seguì.
Camminando a testa alta, l'unicorno andò dalla donna che stava ritta davanti al trono.
La fissò attentamente e poi si girò verso Tamil.
Il ragazzo appoggiò il flauto e la spada sulle pietre consunte e corse da lui.
L'unicorno chinò la testa e Tamil prese il gioiello.
L'animale fece un cenno verso la donna e Tamil le mise il gioiello al collo.
Improvvisamente le torce appese al muro si accesero e il cortile si riempì di colori e musica.
Gli uomini e le donne cominciarono a muoversi.
Nessuno parlava, ma tutti si girarono verso il trono e si inchinarono.
Il ragazzo non capiva se facessero riverenza all'unicorno o alla donna, ma poi vide che anche lei si inchinava davanti all'animale, che ricambiò il saluto.
Poi si voltò e si inchinò davanti a Tamil.
Confuso, anche lui fece un inchino e andò a riprendere la spada e il flauto.
Si guardò intorno e vide che l'uomo a cui apparteneva la spada gli si avvicinava lentamente, sorridendo.
Tamil gli porse la spada e l'uomo lo ringraziò gentilmente.
- Prego - sussurrò Tamil. - Chi siete?
- Siamo i signori dell'alta magia - rispose l'uomo. - Siamo prigionieri da quando ci fu rubato il gioiello, tanto tempo fa. Ci è voluta una magia più antica e più forte della nostra per poterlo recuperare. Noi tutti ti siamo grati, ma ora devi andartene, questo non è posto per te.
Tamil uscì dal cortile barcollando, abbagliato dai colori e dalla confusione.
Trovò l'unicorno che lo aspettava agitando con impazienza gli zoccoli.
Improvvisamente il vento cominciò a soffiare e all'orizzonte apparve un bagliore oscuro: il mare stava avanzando di nuovo.
L'unicorno toccò dolcemente il ragazzo.
Tamil, stringendo forte il flauto, gli montò sulla schiena ed entrambi corsero verso la spiaggia.
Raggiunsero la scogliera pochi minuti prima della marea.
Tamil scese dalla schiena dell'unicorno e si guardarono per un attimo.
Poi l'unicorno si voltò e galoppò verso l'acqua.
Tamil rimase a guardarlo finché non sparì dalla sua vista, poi si portò il flauto alla bocca.
Ma prima che potesse suonare una sola nota, una mano forte gli afferrò il polso e una voce decisa disse: - No!
Era il nonno.
- Hai avuto una notte di grande fortuna - disse il vecchio. - Pochi sono arrivati vicini alla magia selvaggia come te stanotte. Ora lascia perdere, certi poteri non sono fatti per te! Dammi il flauto e torniamo a casa.
Il ragazzo ubbidì e camminò tranquillamente accanto al nonno lungo il sentiero che portava alla loro casa.
E guardando indietro vide solo lo spuntare dell'alba.
   
 
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