-Io dico che è una sciocchezza!-
-Perché mai Sarah?-
Raymond Legan sembrava più incuriosito che irritato dalla presa di posizione di sua moglie.
-Tu per prima dici sempre che ai nostri figli serve compagnia.-
-E tu vorresti adottare un’orfana da questa “Casa di Pony”? Pensi che sia quella la compagnia adatta per nostra figlia?-
-Beh, non ho parlato di adozione, quella bambina sarebbe una specie di “dama di compagnia”-
-Iriza non è tipo da relazionarsi con una “dama di compagnia”, per di più di rango così inferiore. Guarda come lei e Neal trattano Dorothy! Io stessa devo riprenderli ogni tanto. Le compagnie adatte a loro potranno averle a Chicago, o magari in collegio a Londra, come dicevamo l’altro giorno.-
Raymond sembrò pensarci su. Sua moglie sarà stata pure snob e altezzosa, ma forse non aveva tutti i torti.
-D’accordo.- disse infine -Non parliamone più.-
Prologo 2: Collina di Pony
Albert scese dalla macchina e salì sulla collina davanti a lui.
-Non allontanarti troppo.- gli disse George da dentro la macchina, l’uomo che di fatto lo stava crescendo.
-Va bene, faccio due passi e poi torno.-
-Intanto io controllo la macchina, fra mezz’ora ripartiamo.-
Albert era ripartito dalla villa degli Andrew la sera prima, senza neanche cambiarsi l’abito scozzese indossato in occasione di un ricevimento con i membri più anziani e importanti della famiglia, gli unici a conoscere il segreto della sua identità.
Lui era William Albert Andrew, capo designato di una delle famiglie più ricche e importanti degli Stati Uniti, e in quel momento era diretto verso un’importante scuola privata dove doveva studiare per prepararsi al suo futuro ruolo. Sarebbe passato qualche anno prima che potesse tornare a Lakewood.
Bella vita lo attendeva! A lui, che avrebbe amato tanto la vita all’aria aperta e in mezzo alla Natura.
Un giorno gli sarebbe toccato di rinchiudersi fra le quattro mura di un ufficio a dirigere astrattamente le vite di altre persone, ma… era questo che voleva?
Si fermò, come indugiando su quel pensiero. Decisamente avrebbe voluto vivere un’altra vita, ma… poteva farlo? Aveva delle responsabilità lui, su quel punto la zia Elroy non aveva tutti i torti.
Arrivato in cima alla collina vide una scena che attirò la sua attenzione: sul terreno ancora umido per la pioggia di quella notte, una bambina bionda piangeva sdraiata per terra.
-Chissà cosa le è successo.- si disse fra sé, ma poi si sentì chiamare.
Si girò e vide che George si stava sbracciando.
Per un istante si girò nuovamente verso la bambina, e la vide scendere il crinale della collina dall’altra parte, diretta verso una casa. Chi poteva abitare in quella casa?
Poi scese anche lui dalla collina, ma dalla parte opposta.