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Autore: Marlena_Libby    28/01/2024    3 recensioni
Porta fortuna essere gentili con i nani che vivono sulle montagne
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hans e Trudy abitavano in una casetta ai piedi di un'alta montagna chiamata Orso di Neve perché, quando era coperta di neve, sembrava proprio che in cima ci fosse un enorme orso seduto, con le zampe anteriori appoggiate sulle ginocchia.
I due fratelli conoscevano quella montagna come le loro tasche; fin da quando erano molto piccoli l'avevano scalata con i loro genitori.
Un giorno, quando avevano sette anni, chiesero di poterci andare da soli e, dopo qualche incertezza, il padre acconsentì.
- A patto che non vi allontaniate dal sentiero e che, appena raggiunta la cima, torniate subito indietro; non dimenticate che il sole tramonta presto.
Il giorno dopo Hans e Trudy indossarono abiti caldi, pesanti scarponi e si avviarono verso la montagna.
Hans portava sulla schiena uno zaino con la colazione.
Avevano appena cominciato a salire che Trudy restò indietro.
- Ehi, sei già stanca? - chiese Hans.
- No, ma c'è qualcosa nel mio scarpone sinistro che mi punge - rispose Trudy.
Si sedette su una pietra, si tolse lo scarpone e vide che dalla suola spuntava un grosso chiodo.
Cercò di batterlo con una pietra, ma non ci riuscì perché era troppo vicino alla punta.
I due ragazzi stavano pensando a cosa fare, quando sentirono uno strano rumore.
Si guardarono sorpresi.
Chi mai stava battendo qualcosa su quella montagna solitaria?
Si alzarono e fra i cespugli di mirtilli videro un nano seduto a gambe incrociate su una roccia, che cercava di raddrizzare un chiodo storto.
Su un sasso vicino c'erano martelli, tenaglie, chiodi e pezzi di cuoio.
Il nano indossava abiti logori e stracciati e il suo aspetto non era molto piacevole.
- Scusi signore, può aiutarmi? - chiese Trudy. - Mi è spuntato un chiodo nella scarpa...
- Ho già abbastanza da fare! - rispose il nano seccato. - Ma ok, fammi vedere questo scarpone!
Trudy si sedette vicino a lui, il nano prese un paio di pinze e in un battibaleno tirò fuori il chiodo, poi ne prese un altro con la capocchia a forma di trifoglio e lo fissò nello scarpone.
- Grazie davvero, ora sì che sto comoda! - disse Trudy.
- Così dovrebbe essere - rispose il nano con una smorfia.
- Mi dispiace, ma non ho denaro per pagare il suo lavoro - continuò la bambina.
- E cosa me ne farei io del denaro?! - sbottò il nano.
Aveva un aspetto così patito e infelice che Hans gli domandò: - Gradirebbe qualcosa da mangiare?
Tirò fuori dallo zaino due fette di pane nero, un po' di formaggio e due piccole mele gialle: non erano ricchi e non potevano permettersi niente di meglio.
Il nano divorò il cibo in un attimo.
- Un pasto semplice, ma meglio di niente. E adesso lasciatemi in pace!
I ragazzi stupefatti tornarono sul sentiero.
- Che avido, non pensavo che avrebbe divorato tutta la nostra colazione! - disse Trudy. - Però la mamma mi ha raccontato che sulle montagne vivono dei nani che a volte appaiono ai viandanti e che porta fortuna essere gentili con loro.
Camminarono in silenzio per un po'.
Poi, quando il sentiero cominciava a farsi più ripido, sentirono di nuovo il suono del martello del nano e si fermarono.
Dove poteva essere?
Come aveva fatto a raggiungerli così in fretta?
Fu allora che videro davanti a loro una specie di prato verde brillante.
- Potrebbe essere un pantano - disse Hans e ci scaraventò dentro una grossa pietra, che venne risucchiata con un orribile gorgoglio.
- Un altro passo e saremmo stati inghiottiti come quel sasso! - bisbigliò Trudy. - Meno male che abbiamo creduto di sentire il martello del nano e ci siamo fermati in tempo!
Continuarono a camminare guardando davanti a loro con maggiore attenzione.
Man mano che salivano, il vento diventava sempre più freddo.
Erano quasi arrivati in cima, quando si sentì di nuovo il martello.
Hans si fermò per un momento e si accorse che lo spuntone di roccia su cui stava per salire oscillava.
La tastò col piede senza appoggiarsi e la roccia precipitò a valle trascinando nella sua caduta altre rocce.
I ragazzi divennero pallidi per la paura: se Hans si fosse appoggiato alla roccia, sarebbe precipitato anche lui!
- Beh, adesso siamo così vicini alla cima che non ci può capitare nient'altro - disse Hans.
Infatti pochi minuti dopo erano sani e salvi sulla cima.
Il suono del vento sembrava l'ululato dei lupi e li gelò fin dentro le ossa.
Girarono intorno all'Orso di Neve e si accoccolarono nell'incavo formato dalle sue ginocchia.
- Ora però non abbiamo nulla da mangiare - disse Trudy.
- Strano, il mio zaino pesa come se fosse pieno - disse Hans.
Lo aprì ed entrambi rimasero a bocca aperta: c'erano due pagnotte tagliate a fette e imburrate, due formaggini cremosi e due grosse mele rosse.
- Io non lo so come ci sono capitate qui dentro, ma di sicuro sono per noi, quindi mangiamo - disse Hans.
- Hai ragione. Il nano ci ha davvero portato fortuna - disse la sorella.
Non avevano mai assaggiato un cibo così squisito.
Mangiarono tutto con calma e non lasciarono nemmeno una briciola.
Quando si accinsero a scendere dalla montagna, il sole stava per tramontare.
- Forza Trudy, dobbiamo affrettarci - la esortò il fratello.
Presto divenne buio e i due fratelli inciamparono nella loro frettolosa discesa.
- Non riesco più a distinguere il sentiero, che facciamo?! - disse Hans.
Trudy si guardò intorno e disse: - Guarda Hans, ci sono delle luci!
- Sì, le vedo, sembra che indichino un sentiero! Proviamo a seguirle, magari ci portano a casa!
Le luci furono una buona guida, i ragazzi le seguirono senza difficoltà.
- Guarda, le luci scintillano a ogni nostro passo, come se le avessimo lasciate lì quando siamo saliti - disse Trudy. - Ma come può essere?
- Il chiodo che il nano ti ha messo nello scarpone deve essere fatato - disse Hans. - Dove prima ha toccato il suolo, ora c'è una luce che ci guida.
Quando i ragazzi arrivarono dove avevano trovato il nano, le luci si spensero.
Ma ormai erano vicini a casa e il sentiero era largo e sicuro.
- Siamo in ritardo, ma quando papà e mamma sentiranno la nostra storia, capiranno e non si arrabbieranno - disse Hans.
Aveva ragione.
Quando la mamma seppe quanto era povero e malconcio il nano, gli fece una mantellina impermeabile e i ragazzi la lasciarono fra i cespugli di mirtilli, dove lo avevano incontrato.
Il giorno dopo cadeva una fitta pioggia e, quando i due fratelli tornarono sul posto, la mantellina non c'era più.
Immaginarono felici il nano della montagna al riparo e al calduccio sotto la sua mantellina nuova.
   
 
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