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Autore: Anakin Skywalker    29/01/2024    0 recensioni
Questa storia è ispirata ad avvenimenti reali.
Enea, Sara, Virginia e Aurora sono i membri di un improbabile equipaggio di una barca a vela in una vacanza improvvisata. Destinazione? Nessuna solo il vento lo sa. La vicinanza dell'equipaggio dovuta all'ambiente avrà degli effetti sui loro rapporti? Lo sa solo il mare.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario del Capitano




Che cos'è la libertà? Se lo si chiedesse a Enea risponderebbe sicuramente che la libertà è navigare in mezzo al mare senza vincoli e restrizioni.
Enea era completamente innamorato della vela, l'attività perfetta a sentire lui, rilassante ma a tratti adrenalinica, impegnativa ma aperta a chi vuole imparare, avventuriera ma con i comfort di una casa galleggiante, ma soprattutto avendo la libertà di andare ovunque solo con la forza del vento.
Per fortuna aveva sia la patente nautica senza limitazioni, sia una imbarcazione degna di questo nome, ovvero Persefone, una barca a vela da 16,98 metri (fuori tutto) con tre cabine e tre bagni, insomma, l'ideale per andare all'avventura con degli amici.
Prima di iniziare a raccontare quella che Enea definirà la “vacanza più bella di sempre”, è necessario informare i pochi lettori di come una barca a vela, ed in particolare Persefone è strutturata.


Prima di tutto c'è uno scafo cavo all'interno del quale vengono ricavati tutti gli spazi sottocoperta atti alla vita a bordo assieme al motore, gavoni per lo stoccaggio di beni, serbatoi di acqua e gasolio, generatore elettrico e un purificatore dell'acqua.
Sotto allo scafo è presente un bulbo composto di materiali molto densi che rendono stabile l'imbarcazione, facendole pescare fino ai 2 metri e un quarto. A poppa, sempre sotto allo scafo sono presenti i due timoni per virare la barca e l'elica abbattibile per donarle propulsione in assenza di vento o durante le manovre in porto, a prua sempre immersa sotto la superficie dell'acqua c'è l'elica di prua, che permette di spostare lateralmente l'imbarcazione elettricamente.
Sopra la coperta invece c'è l'albero, una maestosa struttura verticale che è sorretta da sartie metalliche e sul quale si inserisce il boma, una struttura orizzontale. Il boma e l'albero formano assieme una specie di L sulla quale viene issata la vela principale, ovvero la randa, a prua dell'albero e oltre al prendisole ci sono tre cime di metallo che partono dalla superficie dell'imbarcazione e arrivano fino all'albero, su ciascuna di queste sono arrotolate tre vele, una più piccola dell'altra. Infatti tendenzialmente più il vento è forte, più le vele di prua dovranno essere piccole.
A poppa invece, si colloca l'entrata della barca e gli organi di timoneria e i vari strumenti per la navigazione, oltre a tutti i winch, ovvero verricelli che si usano per cazzare le cime della barca. Dietro ai timoni ci sono due tavoli circondati da due panche a U, i tavoli possono anche essere abbassati e coperti con dei cuscini trasformandoli in due grandi prendisole, davanti ai timoni c'è invece un piccolo tavolo da carteggio e un tavolo con divanetto più piccolo.
Alla poppa estrema ci sono due piccoli bracci che possono sollevare il tender, un piccolo gommone che permette di sbarcare anche fuori dai porti.
Entrando nella barca si arriva nel salotto, ci sono a sinistra un grande divano e a destra un tavolo da pranzo per otto persone, collocato adiacente agli oblò laterali e sotto una grossa televisione. Sempre sulla destra ma più verso poppa c'è la cucina, dotata di un frigo molto spazioso, un freezer, un forno, un piano cottura, diverse mensole, due lavabi, una lavatrice e infinite cassettiere. Alla stessa altezza della cucina ma a sinistra si colloca il vero tavolo da carteggio al coperto, dotato di tutti gli schermi per monitorare lo stato di Persefone.
Dietro sia alla cucina che al tavolo di carteggio ci sono due camere da letto speculari, entrambe dotate di un proprio bagno interno con doccia, un armadio di media dimensione e chiaramente un letto matrimoniale.
Superando invece il salotto verso prua si entra nella cabina dell'armatore, prende tutta la larghezza della barca, rendendola molto spaziosa, ha anche essa il suo bagno, ma comprende anche due armadi completi, un divanetto con un tavolino e un angolo con un grosso specchio, davanti al letto invece c'è l'ultima televisione della barca. Tutti gli interni sono realizzati con un legno molto chiaro e piacevole al tatto, molte parti sono rivestite in pelle, mentre tutti i cuscini e i divani sono bianchi e azzurri, cosi come i cuscini esterni.
Le vele di Persefone sono tutte nere, ad eccezione dello Gennaker che è rosso cremisi. Lo scafo è bianco, con una striscia dorata molto sottile che si estende orizzontalmente.


Ora conoscendo a grandi linee il cuore della vacanza, è possibile iniziare a raccontare la storia.




Enea non era molto sicuro di voler procedere con i suoi piani, aveva invitato tre donne ad unirsi a lui in una vacanza a tempo indeterminato all'esplorazione dell'adriatico. Il problema non era la credenza che le donne portino sfortuna in mare, figuriamoci, Enea era molto distante da qualunque forma di scaramanzia, ma era preoccupato perché nessuna di queste tre aveva mai navigato e non sapeva come avrebbero reagito a stare così tanto tempo in uno spazio confinato. Difatti la barca alla fine di una vacanza o un'avventura o ti lascia profondamente legato con la tua ciurma, o distrugge ogni sembianza di rapporto.
Purtroppo per quella estate non era riuscito a trovare nessun altro disposto ad aggiungersi a lui ed Enea era impaziente di partire. Bisognava però riconoscere il coraggio delle tre ragazze e la loro intraprendenza a gettarsi in qualcosa di meraviglioso, ma a loro sconosciuto.
Alla fine decise di farsi forza e accettare il futuro che lo aspettava, era diventato addirittura curioso di come le cose sarebbero andate a finire.
Diede a tutte appuntamento al porto di partenza e cominciò a preparare le valige.




2 luglio


Enea fu il primo ad arrivare alla sua amata Persefone, era in anticipo, come sempre. Iniziò a sistemare tutti i cuscini sulle sedute esterne, a preparare le cime e a mettere in ordine le dotazioni di sicurezza. Ispezionò le magnifiche vele nere e fece il pieno sia di acqua che di gasolio.
Gonfiò i tubolari del tender ed infine svuotò la propria valigia in un armadio della sua cabina, mettendo tutto più in ordine possibile. Una volta finito tutto questo decise che era il momento della prima pausa relax della vacanza, si prese un sacchetto di patatine e una coca cola a fare un aperitivo anticipato sui tavoli esterni di poppa di Persefone. Il sole iniziava a battere molto forte, interrompendo quello che era una pausa molto piacevole e stava per alzarsi per aprire il tendalino beige per creare un po' di ombra quando sentì una voce che lo chiamava dalla banchina.
<< Ciao Enea! >> disse una ragazza che si stava portando dietro un trolley molto ingombrante << siamo arrivate! >>.
Era Sara, una ragazza di media statura, molto abbronzata tutto l'anno anche se nessuno sapeva come ci riuscisse, aveva capelli e occhi marroni mentre il viso aveva dei lineamenti forti ma femminili. Inoltre si curava molto del suo fisico, era forse la ragazza più magra ed in forma che Enea conoscesse.
<< Ciao Sara >> la salutò Enea scendendo dalla barca attraversando la passerella.
<< Sei qui da tanto? >> chiese Sara.
<< Non da molto no, ho solo messo in ordine due cosette, piuttosto, dove sono le altre due? >>
<< Sono rimaste indietro che non trovano parcheggio, mi hanno inviato in avanscoperta per avvisarti che siamo qui. E' questa la barca? >> chiese indicando Persefone.
<< Si, è proprio lei >> disse Enea orgoglioso << vieni, ti aiuto con la valigia >>
Enea prese la valigia e la prima cosa che pensò è che fosse piena di mattoni, pesava tantissimo. Attraversò la passerella e aiutò Sara a salire a bordo senza cadere in acqua. Le mostrò un po' la barca e la portò nella sua cabina, quella di sinistra aiutandola a svuotare la valigia.
<< Posso offrirti qualcosa? >> chiese Enea una volta finito << una coca-cola, uno spritz? >>
<< Per lo spritz è un po' presto, vada per la coca-cola >> rise Sara.
Lei era davvero una ragazza molto simpatica, era spigliata e non aveva problemi a dire quello che pensava, Enea la rispettava molto per questo motivo.
I due si misero nel tavolo sopra coperta, questa volta con l'accortezza di aprire il tendalino finché consumavano l'aperitivo mattutino.
Stavano parlando del più e del meno quando le altre due arrivarono.
<< Guarda questi due >> rise Aurora vedendoli belli appollaiati sui divani del tavolo.
Aurora era la più bassa delle tre tuttavia era davvero molto bella, aveva gli occhi azzurri e dei lunghi capelli biondi, un viso tondo con dei lineamenti dolci. Era magra, ma non ai livelli di Sara, aveva un fisico che le aveva sempre permesso di attirare attenzione ovunque andasse.
<< Siete proprio sfaticati >> li prese in giro Virginia.
Virginia infine era la più alta, aveva uno sguardo penetrante, quando ti guardava sembrava che ti ispezionasse da dentro con i suoi occhi verdi, portava i lunghi capelli castani raccolti in una coda che ricadeva leggera sulle sue spalle. Virginia aveva un fisico formoso ma molto elegante. Era forse la più sensibile, riuscendo a capire le persone solo dandogli una occhiata.
Sofia rise mentre Enea si alzò in piedi.
<< Guarda che vi avremmo chiamate dieci volte >> si difese lui << vi sarei venuto in contro se mi aveste detto dove foste >>.
<< Calma capitano >> rise Aurora << ti stiamo prendendo in giro >>.
Enea le aiutò a salire e come fece per Sara le mostrò la barca.
<< Ora che siamo tutti qui, prima di metterci comodi e fare le ultime cose prima della partenza dovete darmi un attimo di ascolto >> disse Enea al centro del salotto mentre le ragazze si erano sedute sul divano davanti a lui.
Procedette a spiegare le basi della navigazione, mostrò dove fossero i kit di sicurezza, insegnò loro a fare il nodo alla bitta per ormeggiare, insegnò la gassa d'amante e come recuperare il corpo morto con il mezzo-marinaio. Enea le condusse di fuori, le spiegò come si legano i parabordi e quando si usano, spiegò che quando si naviga a vela è inevitabile che la barca si inclini lateralmente e che non c'è nulla di cui preoccuparsi.
<< Bene >> disse Virginia << ora che si fa beato tra le donne? >>
<< Intanto dobbiamo dividerci le cabine, ho già sistemato Sara in quella lì >> disse Enea indicando la cabina di poppa sinistra << se volete potete dormire in due in una stanza, se no questo divano qui diventa un letto >>
Le ragazze si guardarono per decidersi sul da farsi.
<< Se no una dorme con me >> rise Enea scherzando.
Tutte e tre lo mandarono a quel paese. Alla fine decisero che Sara e Virginia avrebbero dormito insieme dal momento che entrambe si svegliano molto presto alla mattina, mentre Aurora avrebbe dormito da sola nella cabina destra in quanto dormigliona almeno quanto Enea.
<< Ora c'è l'ultima cosa da fare prima di levare gli ormeggi, ovvero fare cambusa >> spiegò Enea.
<< E dove andiamo a farla >> chiese Sara.
<< Qui davanti c'è un supermercato >> spiegò Enea.
I quattro fecero una lista della spesa infinita, ma che sarebbe dovuta durare per molto, cosi che non avrebbero dovuto fare una fermata in porto nel breve periodo. Alla fine a fare la spesa andarono solo le ragazze, volevano offrire loro la cambusa visto che Enea le stava ospitando, nonostante Enea insistette di venire con loro, non ci fu nulla da fare, le donne sanno essere molto testarde.
Visto che aveva un po' di tempo e si era fatta una certa ora, Enea decise di preparare il pranzo con il poco che era rimasto in barca dalla precedente uscita.
Aprì una confezione di prosciutto crudo che sistemò in centro ad un piatto molto grande, attorno appoggiò delle fette di melone appena tagliate. Condì una terrina di insalata e portò tutto nel tavolo esterno assieme a formaggi, pane e bevande.
Quando le ragazze tornarono con tre carrelli del supermercato trovarono già la tavola pronta per accoglierle, in poco tempo misero via il cibo appena acquistato e si dedicarono al pranzo.
Brindarono a Persefone e si era pronti a levare gli ormeggi.
Enea si mise al timone e accese per la prima volta il motore diesel da centodieci cavalli che emise un rumore basso e costante interrotto regolarmente dallo scarico dell'acqua di raffreddamento, mentre Sofia e Virginia scioglievano i nodi che tenevano Persefone ferma nel suo posto barca.
Aurora si era seduta accanto ad Enea ad osservare quello che faceva mentre portava la sua imbarcazione fuori dal porto.
<< Tirate su i parabordi >> ordinò Enea mentre virava deciso a dritta per seguire le briccole fuori dalla bocca del porto.
Le ragazze eseguirono magistralmente.
<< Molto bene, ora abbiamo davanti quindici ore di navigazione per arrivare alla nostra prima meta >> disse Enea osservando la carta nautica digitale davanti a lui.
<< Ogni giorno navigheremo così tanto? >> chiese Sara sedendosi sui divani esterni.
<< No no, solo oggi >> la rassicurò Enea << I prossimi giorni faremo spostamenti più piccoli da isola a isola, non vi preoccupate. Ora non c'è ne onda ne vento, quindi se volete leggere, scrivere a qualcuno o prendere il sole è il momento giusto >>
Enea rimase al timone e nel giro di poco Sara e Virginia si misero nel prendisole a poppa mentre Aurora forse preoccupata di ustionare la sua pelle bianca come il latte era rimasta vicina a lui sotto la protezione del tendalino seduta sul divanetto a leggere un libro dalla copertina rossa.
I ragazzi chiacchierarono e risero molto, ogni tanto qualcuno andava giù in coperta a prendere da bere per tutti o per preparare qualche spuntino.
In barca sfortunatamente si mangia sempre troppo.
<< Caspita siamo qui da un paio d'ore e abbiamo già mangiato tantissimo >> disse Sara al quarto giro di taralli e spritz << se continuiamo così rotolerò via da questa vacanza >>
<< Ma va, goditela piuttosto >> disse Virginia portandosi alla bocca una patatina intinta nel guacamole << che poi sei magrissima, non lamentarti troppo su >>
Aurora era in disparte che rideva ad ogni scambio di battuta.
<< Ma scusate >> interruppe ridendo Enea << perché non fate un po' di allenamento se vi sentite in colpa >>
<< Allenamento? >> chiesero tutte e tre in coro.
<< Beh, si. Potete mettervi a prua sul prendisole con i vostri asciugamani, nel mio armadio ci sono diversi elastici e pesi di gomma per allenarsi >>.
Nel giro di pochi minuti Enea si ritrovò a osservare le tre amiche oltre all'albero fare ogni tipo di esercizio che si potesse fare per poi fare una pausa spuntino e ricominciare.
<< Volete che metta il telo per farvi ombra? >> chiese lui.
<< No no, cosi ci abbronziamo anche! >> rise Sara.
Era molto esilarante vederle fare gli esercizi in piedi su una gamba, che anche con il movimento della barca in quelle acque calme le faceva perdere l'equilibrio.

Dopò qualche ora Enea inserì il pilota automatico e tirò fuori da un gavone una canna da pesca, lui era tutto tranne che un pescatore esperto, ma diede una possibilità alla pesca al traino. Lanciò la lenza in acqua dopo averle installato un esca artificiale e si mise ad aspettare con pazienza. La barca procedeva a circa sei nodi, che per quanto ne sapeva era la velocità giusta per pescare.
Nel giro di qualche minuto la canna iniziò a tirare, Enea la afferrò con tutta la sua forza e cercò di recuperare il pesce che faceva resistenza, il Capitano ebbe alla fine la meglio in una lotta combattuta pateticamente data la sua inesperienza, ma con l'incitazione dell'equipaggio che incessantemente tifava per la sua riuscita esplodendo in un applauso divertito all'uscita della preda dall'acqua.
Il pesce era bello grosso, peccato che Enea non avesse idea di che pesce si trattasse, nel dubbio lo pulì e ne fece quattro filetti consistenti che mise in frigo.
Dopo qualche ora il sole iniziò a tuffarsi nel mare e le ragazze prepararono una cena fenomenale a base del pescato ignoto, patate al forno e gelato finale.
I quattro rimasero fuori mentre Persefone continuava il suo viaggio nel buio, chiacchierarono di argomenti profondi e quasi filosofici tra uno sbadiglio ed un altro, Enea si prese un paio di caffè per sostenere la navigazione notturna mentre le ragazze scesero una ad una nelle loro camere per la notte.
Quando l'ultima delle ragazze fu a dormire Enea si rese conto che il vento spirava a quasi quindici nodi da poppa, così decise che era il momento giusto per aprire le vele.
Cazzò la drizza della randa, spiegando la vela di poppa, cazzò la scotta del Genoa e si pose in una andatura a farfalla, mantenendo la barca perfettamente verticale, senza nessuna inclinazione.
Spegnendo il motore la velocità della barca era pressoché la stessa, ma almeno le ragazze potevano dormire senza il rumore del motore di sottofondo.
Ora governava il silenzio più totale, lontani dalla costa non si sentiva nulla se non la cantilena dell'acqua che scivolava attorno allo scafo leggiadra.
Le stelle si mostravano nel loro splendore sopra l'albero di Persefone che era l'unica barca in tutto quel mare nero.
Enea incredibilmente non si sentiva eccessivamente stanco, anzi, per essere una navigazione notturna stava reggendo molto bene, ogni tanto controllava le vele, la rotta e restava ad osservare il mare all'erta per eventuali ostacoli.
Enea rifletté sul suo equipaggio, trovava strano viaggiare beato fra le donne, tuttavia la loro compagnia era molto piacevole e sentiva che se le cose fossero continuate così, sarebbe stata la vacanza migliore di sempre.




3 luglio


Il sole doveva ancora sorgere e Persefone era già arrivata a Unije in una baia a nord dell'isola protetta per i venti da Nord e da Ovest.
Enea si avvicinò alla costa avvolta nel buio, quando vide sull'ecoscandaglio la profondità avvicinarsi a sette metri iniziò a gettare l'ancora fino ad arrivare a venticinque metri di catena. Controllò che l'ancora avesse preso bene sul fondale e di non essere in pericolo ed infine vide l'ora. Le cinque del mattino. Mancava poco all'alba ed andare a dormire adesso non avrebbe avuto senso, decise che era molto più saggio preparare la barca al giorno seguente. Mise in acqua il tender, liberando l'accesso al mare, abbassò la spiaggetta di poppa e la scaletta, gonfiò i materassini e i Sup che legò a poppa.
Infine preparò la tavola esterna per la colazione.
Enea poi si diresse in cucina, aveva imbarcato di nascosto l'impasto di una torta che aveva fatto a casa, la stese in una teglia apposita e la riempì con crema e gocce di cioccolato, infilò tutto in forno mentre si diresse nella sua camera a mettersi il costume da bagno. Già si immaginava il risveglio delle ragazze con il profumo di torta appena sfornato, forse avrebbe voluto essere al loro posto.
Finché la torta si cucinava Enea decise di fare il primo bagno della vacanza proprio mentre il sole iniziava a sorgere. Si gettò nel mare freddo e rigenerante mentre l'acqua passava dall'essere nera a essere azzurra, rivelando il fondale magnifico dell'isola.
Enea prese la maschera e ispezionò lo scafo di Persefone e lo stato dell'ancora venticinque metri più avanti. Tutto era in ordine e in ottimo stato per cui fuoriuscì dall'acqua e si avvolse in un asciugamano bianco mentre arrotolò le cime che aveva usato la notte per la navigazione a vela.
<< Buongiorno >> disse una voce assonata mentre usciva allo scoperto.
<< Benvenute in paradiso >> rise Enea accogliendo Sara e Virginia.
<< Wow, che bello >> disse Virginia mentre Sara faceva le foto al panorama.
La baia in cui erano ancorati li circondava completamente donando uno spettacolo di dolci colline verdi che si tramutavano in spiagge di roccia che si tuffavano nel mare azzurro. I pini marittimi la facevano da padrone sulla terra dalla quale un lieve rumore di cicale arrivava fino a loro.
<< E' davvero stupendo qui >> disse Sara.
<< Ma sbaglio o c'è profumo di dolce qui? >> notò Virginia.
<< In effetti ho preparato una sorpresa per la prima colazione >> ammise Enea << vedrete dopo, piuttosto, come avete dormito? >>
<< Molto bene, sembrava di essere nel mio letto, non mi sono nemmeno resa conto del rumore del motore >> disse Sara.
<< Beh, questo perché abbiamo navigato a vela >> spiegò Enea.
<< Oddio, ci siamo perse le vele spiegate, non le ho mai viste dal vivo >> disse Virginia.
<< Non preoccuparti, le rivedrai un altra volta, comunque è stata una navigazione senza intoppi >>
<< Come è stato stare da solo sveglio fin ora? >> chiese Sara.
<< Essendo un lupo di mare... >> rise Enea lasciando intendere una battutaccia scontata.
Dopo poco si svegliò anche Aurora che li raggiunse con tutti i capelli arruffati.
Enea si rese conto che per la prima volta stava vedendo tutte e tre struccate, spettinate ed in pigiama, erano bellissime lo stesso non cambiava nulla, ma lo facevano sentire molto più vicino a loro come livello di amicizia. Era una cosa a cui forse non ci aveva mai fatto caso, ma loro essendo sempre estremamente precise nel modo di apparire, mostrandosi così umane per la prima volta facevano un effetto diverso, un effetto di vicinanza e convivialità che Enea apprezzò molto.
<< Colazione? >> chiese Enea.
<< Ma hai già preparato la tavola? >> disse Aurora stupita << non dovevi >>
<< Dici di no? >> rispose Enea dopo aver recuperato la torta dal forno.
<< Si! >> esultò Virginia << grazie mille Enea, sei troppo gentile >>
<< Io credo che tu ci voglia grasse >> disse Sara ridendo.
La colazione fu ottima, ogni goloso si sarebbe trovato a suo agio seduto su quella tavola.
Nel giro di qualche minuto poi si erano tutti messi il costume e gettati in acqua, esplorando la baia con i Sup e i materassini. Enea condusse le ragazze a riva dove mentre loro si facevano foto per Instagram, lui costruiva con i sassi una torre in bilico.
Alla fine riuscì anche a convincerle ad avventurarsi in una veloce escursione, all'inizio non avevano molta voglia di incamminarsi con le ciabatte, ma poi lo spirito di esplorazione ebbe il sopravvento.
Attraversando la pineta si raggiunge un sentiero che Enea conosceva bene, seguirono il sentiero canticchiando e chiacchierando, Aurora che non era una grande sportiva era rimasta un po' indietro, così Enea l'affiancò per farle compagnia.
<< Sei stanca? >> chiese Enea.
<< Un pochino, è molto pendente questo sentiero, ma non ti preoccupare, vai pure con Sara e Virgi >> disse Aurora cercando di accelerare il passo.
<< No no, loro se la cavano benissimo >> Enea le osservò qualche metro più avanti, essendo molto sportive non avevano nessuna esitazione nella camminata e stavano amabilmente chiacchierando dei fatti loro.
<< Ti sta piacendo la vacanza? >> chiese Enea.
<< Certo, mi sto trovando molto bene in barca, anche se forse è un po' presto per dirlo, però la compagnia è ottima, la barca stupenda, il paesaggio pure ed il nostro capitano sembra addirittura competente >> rise Aurora.
<< Spero di confermare questa impressione >> sorrise Enea.
<< E tu? Come ti trovi con noi? Deve essere una palla con solo ragazze >>
<< No, all'inizio pensavo che sarebbe stato un po' pesante, ma in realtà siete molto alla mano e piacevoli, per cui non credo ci saranno problemi. Inoltre senza uomini si apprezzano di più certe cose, a nessuno dei miei amici maschi piace la barca a vela o l'esplorazione senza meta che stiamo facendo no i>> spiegò Enea.
<< Davvero? Non lo avrei mai detto, quando ci hai invitate pensavo che non avrebbe proprio fatto per noi, ma più per altri nostri amici, ma alla fine mi devo ricredere, grazie ancora per averci volute >> disse Aurora aiutandosi a fare una salita appoggiandosi sul braccio di Enea.
Enea la aiutò spingendola in su.
<< Che farai quando si tornerà a casa? >> chiese lui.
Il sorriso di Aurora svanì dal suo volto.
<< Non lo so >> disse sottovoce << sono in un bel casino familiare, sinceramente non vorrei più tornare >> sbuffò.
Enea capì che non era un argomento di discussione, almeno per ora, per cui cambiò argomento e decise di fare come al solito un po' il buffone per farla ridere per il resto della salita, con eccezionale successo.
Infine arrivarono in cima ad una collina da cui si poteva ammirare Persefone nel suo stato di quiete in mezzo alla baia e anche tutto il mare oltre l'isola costellato di altre sagome di terraferma in lontananza. Da li si poteva apprezzare tutto il colore estivo dell'Adriatico, coste verdi smeraldo, mare blu zaffiro e l'acqua poco profonda azzurro intenso. Il sole senza nessuna opposizione da alcuna nuvola illuminava lo spettacolo che stavano osservando, rendendo tutto più acceso e vibrante.
<< E ora dove si andrà? >> chiese Virginia.
<< Dove vogliamo, è questo il bello della barca a vela >> rispose Enea.
<< Si, ma avrai in mente qualche posto bello >> disse Sara.
<< Certamente, dipende da cosa preferite vedere, quando siamo in barca vi farò vedere meglio sulle carte nautiche, ma possiamo andare a Susak che è molto bella, Lussino che è una cittadina sul mare o scendere ancora di molto, facendo piccole isolette, fino ad arrivare alle Incoronate che sono delle isole uniche al mondo. Poi nel lungo andare si potrebbe anche raggiungere la Grecia >> disse Enea.
<< Non so voi, ma di porti non ne farei tanti, al massimo quelli necessari alla navigazione e dove c'è una città veramente bella, altrimenti farei una vacanza più avventurosa >> disse Virginia.
<< Sono d'accordo, siamo in barca, non ha senso stare in porto sempre, è così bello svegliarsi in queste rade >> concordò Sara.
<< Anche per me è cosi >> concluse Aurora.
Enea era molto contento di sentirle dire così, lui era della stessa opinione per quanto riguardava questo tipo di vacanze.
<< Allora consiglio di andare a Susak per il pranzo >> disse Enea.
<< E' così vicina? >> chiese Sara.
Enea annuì.

Dovettero navigare a motore per l'assenza di vento, ma in un paio d'ore erano arrivati a Susak, dove avevano gettato l'ancora in una baia dalla quale si poteva vedere una cittadina che usciva dalla pineta e arrivava fino al mare contrastando con tutti quei tetti rossi il colore naturale del paesaggio.
Il pranzo fu ottimo e decisero di pianificare le prossime mete.
Dovevano per forza passare per le Incoronate, ma prima avevano deciso di passare per Silba e poi Ist, in modo da vedere paesaggi diversi.
Enea stava al tavolo di carteggio per decidere la rotta quando il suo telefono squillò. Rispose alla chiamata senza vedere chi fosse.
<< Pronto? >> disse Enea distratto.
<< Ciao, come va? >> rispose una voce familiare, quella di Nicola, il suo miglior amico.
<< Tutto bene dai, sono in barca con Sara, Virginia e Aurora, tu? >>.
<< Io tutto bene, dove siete di bello? >> chiese Nicola.
<< Susak per ora, ma è una vacanza itinerante a dirla tutta >>.
<< Ah perfetto, quindi Croazia, io ho preso una casa in affitto per la prossima settimana a Pag, se volete passare ci salutiamo, sarò li con Sveva >>.
<< Sarebbe molto bello, dimmi dove avete la casa così decidiamo sul da farsi >>.
<< Certo, ora ti mando la posizione, ci sentiamo quando avete deciso, ora devo andare >>.
Enea comunicò al suo equipaggio la proposta di Nicola, decisero che siccome bisognava fare una fermata in un porto da lì a breve per rifornirsi di gasolio e cibo, lo avrebbero fatto a Pag, in particolare alla marina di Simuni.
Prima di arrivare sarebbero comunque dovuti passare per Silba, per poi avvicinarsi a Pag andando a est.




6 luglio


Persefone ed il suo equipaggio navigarono per tre giorni quasi esclusivamente a vela, facendo porto in rade avvolte nella natura o circondate da case dai tetti rossi.
I quattro si avventurarono anche tra le viette della città, alla ricerca di qualche souvenir o di un gelato artigianale.
Alla fine raggiunsero Pag, ormeggiando ad una banchina per la prima volta nella vacanza, le ragazze si comportarono benissimo, tra cime legate e lanciate erano arrivate a essere lupette di mare.
Per prima cosa Enea chiamò Nicola.
   
 
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