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Autore: Sunnydafne    01/02/2024    1 recensioni
Seguito di "Le 5 fasi del dolore". Uno sguardo al tempo di separazione tra Inuyasha e kagome, la vita quotidiana e piccoli e grandi cambiamenti.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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la luna era sorta da un po' di tempo quando Kagome salutò per l'ultima volta il suo tutor, la sera prima dell'esame di recupero. Avevano studiato intensamente per un mese e Kagome era sicura che sarebbe andato tutto bene.

Non era stato facile, aveva lavorato molto duramente, ma questo impegno costante l'aveva allontanata dalla sua autocommiserazione e depressione. Certo non mancavano mai i momenti di tristezza e malinconia, ma riusciva a superarli cercando di raggiungere il suo obbiettivo: rendere orgogliosa la sua famiglia.

Fu così che Kagome si ritrovò nella frenetica vita di una studentessa delle superiori. Aveva poco tempo libero, il quale passava per lo più con le amiche o con la famiglia, per il resto il tempo era impegnato tra le lezioni, lo studio e il corso di tiro con l'arco.

All'inizio era un po' indecisa su quale attività extra scolastica svolgere, ma dopo varie riflessioni decise di migliorare il suo uso con l'arco. Era agrodolce averlo in mano, mantenere la posizione e tendere la corda per poi scoccare, la sua mente continuava a tornare alle battaglie e ai suoi amici lontani, questo le spezzava il cuore, ma rafforzava la sua determinazione. Lo avrebbe fatto per loro, per renderli orgogliosa di lei, anche se non avrebbero mai visto i suoi risultati.

Le notti erano ancora un tormento per lei, si era fatta coraggio lasciando la sicurezza della camera della madre per tornare nella propria, ma la sua paura per il buio era soffocante, obbligandola a tenere ogni notte una lucina accesa nella sua stanza. Si sentiva un po' infantile, ma era un lenitivo verso le ombre dei suoi incubi. Sognava continuamente il vuoto all'interno della perla, e se non era quello era qualche battaglia dove i suoi amici perdevano la vita.

Sotto consiglio della madre si erano rivolte ad un medico, spiegarono che Kagome aveva avuto una brutta disavventura cadendo nel pozzo e rimanendo bloccata al buio per molte ore prima che fosse trovata,quindi il medico, che per fortuna non fece molte domande, segnò per lei degli ansiolitici e dei blandi sonniferi, che furono per la ragazza una manna dal cielo. Grazie alla cura riusciva a dormire per gran parte della notte e gli incubi erano notevolmente diminuiti. Non era assolutamente felice di prendere dei farmici per la sua salute mentale, ma i risultati furono così efficaci che dovette ammettere di averne bisogno, almeno per il momento.

Il sonno ritrovato fu una carica di energia per Kagome, la quale dopo essersi abituata al nuovo ritmo della sua vita studentesca decise che era finalmente arrivato il momento di dedicarsi ad un altro tipo di studio, quello spirituale.

Rispolverò il diario che il nonno le aveva consegnato, era vecchio e fragile a tal punto che Kagome aveva il vero terrore di rovinarlo.

“questo dovrebbe stare in una teca” borbotto tra sé sfogliando lentamente le pagine, seduta alla sua scrivania.

Carica di entusiasmo raccolte un quaderno nuovo, aprì la prima pagina e iniziò a scrivere.

Trascrizione del diario della sacerdotessa del tempio

Aprì la prima pagina del diario, l'inchiostro era leggermente sbiadito, ma leggibile.

Nelle prime pagine erano presenti ricette per cure influenzali, dolori articolari e fisici di ogni natura.

Era un guaritore- si trovò a dedurre Kagome.

Molti dei rimedi portarono alla mente di Kagome il ricordo di Kaede, la maggior parte delle erbe e misture descritte erano le stesse che aveva visto usare alla vecchia sacerdotessa.

Dedicò tutta la mattina di quel sabato alla trascrizione, era un lavoro lungo, ma era soddisfatta del risultato ottenuto in poche ore, era già riuscita a trascrivere un quarto del diario.

Andando avanti nelle pagine Kagome aveva trovato sempre più presenti sezioni dedicate al reiki e su vari modi per utilizzarlo, dalle barriere agli amuleti, passando per ofuda e benedizioni. Tutte cose molto interessanti. Quindi quel pomeriggio decise di sistemarsi nel cortile per fare pratica con il suo reiki, non aveva più utilizzato il suo potere dal suo ritorno forzato al presente quindi dedicò il suo tempo a tirare frecce magiche. Ormai la sua mira era molto migliorata, grazie al corso che frequentava ed era diventata brava a lanciare frecce senza potere, adesso invece si trovava in difficoltà a far uscire il suo potere, aveva lottato all'inizio del corso a non farlo uscire ora doveva fare il contrario.

Speriamo di non confondermi e lanciare frecce sacre in quelche gara pensò tra il divertita e il preoccupato.

Ritrovare la sintonia con i suoi poteri fu molto più facile di quello che credeva inizialmente, ma alla fine immaginò che fosse naturale per lei, come le era sempre stato.

Il sole stava tramontano quando, stanca e affamata, decise di smettere per la giornata. Sistemò l'arco di legno e il bersaglio di paglia nel capannone e si diresse al vecchio pozzo.

Aprì come in un rituale purificatorio la vecchia porta di legno, con attenzione scese ogni gradino fino ad arrivare al fondo delle scale, lentamente, quasi in preghiera, si avvicinò al pozzo. Eretta e con sguardo concentrato guardò nelle sue profondità, respirando in modo costante e lento. Con un movimento felino balzò discendendo nelle oscurità cavernosa, con il tempo e diverse fratture e slogature, aveva imparato lo stile perfetto per saltare dentro senza farsi male. Arrivò sul fondo, piegando le ginocchia per diminuire la pressione sulle gambe, e si accucciò nello stesso movimento, toccò la terra del fondo, umida e fredda, con le dita della mano destra e sospirò alzando lo sguardo alle travi del soffitto.

“mi sono allenata molto oggi... ” iniziò un monologo a voce bassa e sottile, con lo sguardo perso verso mondi lontani. Raccontò al pozzo tutto della sua giornata, dal diario al tiro con l'arco, sperando in cuor suo che almeno un sussurro della sua voce arrivasse dall'altra parte. Era diventato un rito frequente per lei, parlare nel pozzo come se i suoi amici e lui fossero lì ad ascoltarla. Raccontava delle sue giornate, di cose divertenti che aveva visto o di lezioni interessanti imparate. Tutto, qualsiasi cosa, pur di sentirsi ancora parte di quel gruppo, di quella famiglia.

 

La vita di Kagome era diventata frenetica, usciva spesso con le sue amiche per una cena o un cinema ma solitamente erano solo loro quattro, ma quella sera qualcosa cambiò. Eri aveva portato con sé il suo ragazzo, certo aveva avvertito le amiche, ma per Kagome fu comunque una sorpresa perché ciò portò uno sbilanciamento nel gruppo. Può sembrare strano, e forse egoista, ma avere una delle tue amiche fidanzata porta ad un inevitabile scissione, Eri e il suo ragazzo da un lato del tavolo, Kagome e le altre due dall'altra, una banalità, ma di un impatto enorme.

 

Quella sera Kagome si mise a letto con molti pensieri nella testa e per una volta non erano incentrati su Inuyasha ma bensì sulla coppia di amici che aveva lasciato nel passato, Miroku e Sango. Si chiese a che punto della loro relazione fossero, dava per scontato che ormai fossero sposati, ma avevano figli? Vivenano nel villaggio di Kaede o si erano trasferiti nel vecchio villaggio degli sterminatori? O forse da Musclin?

Con questi pensieri chiuse gli occhi e si addormentò.

 

Sfortunatamente il tempo che poteva dedicare al diario era rilegato al fine settimana, durante la settimana aveva troppi impegni con la scuola.

Quel sabato mattina si dedicò nuovamente al vecchio diario, una tazza di tè fumante in mano mentre leggeva e rileggeva un paragrafo.

L'inchiostro era particolarmente sbiadito in quella pagina e i Kanji eranano praticamente inlleggibili.

Sforzava gli occhi mentre scarabocchiava su un foglio volante quello che riusciva a decifrare, poche parole qua e là, riempiendo il vuoto con quello che le sembrava assonanante o simile. Un lavoro davvero snervante.

“cosa hai scritto? ” chiese alle pagine, rivolgendosi alla sacerdotessa.

Sembrava un punto importante del diario, probabilmente letto molte volte, da qui la sua maggior usura. Stava per arrendersi, alzandosi dalla scrivania per portare la tazza vuota al piano di sotto, quando, guardando quella pagina dall'alto si rese conto di un cambiamento. La calligrafia era diversa dalle pagine precedenti, forse anche questo aveva reso più difficile l'interpretazione. Sapendo questo, si risedette, lasciando la tazza da parte, concentrandosi maggiormente su quello che poteva vedere e capire. Scrisse di getto, quello che le sembrava e solo alla fine della pagina si fermò per rileggere. Forse non aveva ricopiato i Kanji alla perfezione ma il discorso filava ed era logico, quindi si sentì soddisfatta. Era una pagina molto interessante, anche se Kagome non era sicura completamente della riscrittura che aveva fatto, ma sembrava parlare dell'utilizzo del reiki in campo medico, come concentrare l'energia per guarire.

Non aveva mai visto in passato questa pratica, ne dà Kaede ne dà Miroku, ma pensò che in fondo l'utilizzo energetico era una pratica utilizzata anche nei tempi moderni, quindi qualcuno avrebbe dovuto conoscerlo anche in passato. Finì di ricopiare anche le pagine seguenti, che continuavano la spiegazione di questa pratica. Ne fu affascinata, quindi decise che nel pomeriggio sarebbe andata in biblioteca per saperne di più.

Scoprì un nuovo mondo, un modo diverso di utilizzare le forze che lei stessa aveva, pensò che non sarebbe stata una cattiva idea informarsi maggiormente, impararne l'utilizzo. Con quello che aveva capito dal diario non sembrava molto diverso all'utilizzo che ne aveva fatto fino a quel momento quindi, prendendo il nonno come cavia e i suoi dolori articolari, decise di provare.

Si sedette con lui sul tatami, e posizionò le mani sulla sua schiena, un po' come fece con Kohaku quando purificò il suo frammento, si concentrò e una luce rosa uscì dalle sue mani per concentrarsi sulle spalle del nonno.

Si concentrò qualche minuto, cercando di sentire quella sensazione che le facesse capire dove agire. Con i frammenti era sempre successo in modo naturale, sentiva una sensazione di disagio e si concentrava su quella fino a quando in pochi secondi, non spariva. Ovviamente il male nella sfera era molto, quindi facilmente rintracciabile, con un dolore articolare era decisamente diverso. Si concentrò più duramente fino a quando non sentì un pizzicore ai palmi delle mani, lì, quello lo riconobbe come qualcosa che non doveva esserci, quindi si concentrò su quella sensazione, fino a quando non la sentì svanire. Abbassò le mani, riposandole in grembo, alzò lo sguardo sul volto del nonno che la stava guardando da dietro,mentre Muoveva il collo e poi le spalle e le braccia.

Kagome aspettava il verdetto in silenzio.

“beh” iniziò il nonno “incredibile! Non sento più quel peso sulle spalle!! ”

“davvero? Ti senti meglio? ”

“sì, molto! Non mi scricchiolano più le ossa!! ”

“ne sono contenta! ”

In quel momento la madre entrò nella stanza, facendo conoscere la sua presenza

“beh, sembra qualcosa su cui potresti lavorare! ”

“sì, credo di sì, sarebbe davvero bello imparare di più ”

“so che hai già molti impegni, ma potresti seguire un corso, o forse lasciarla come specializzazione dopo il diploma.. ”

La mamma si perse per un momento nei suoi pensieri, guardando fuori dalla finestra, ma riprese subito dopo “sono sicura che ci sono dei corsi che puoi già seguire adesso, potremo informarci”

“sì, certo.. ” non capiva bene il perché ma il comportamento della madre la incuriosì, come si era persa nei suoi pensieri era strano, Kagome si chiese a cosa stesse pensando, ma non le sembrò importante in quel momento.

 

Trovarono un corso sull'utilizzo del reiki in un centro culturale, dove veniva insegnata la medicina tradizionale. Avevano molti corsi interessanti, notò Kagome, quando si presentò per informazioni, dalla medicina cinese, ai vari massaggi curativi fino ad arrivare appunto all'utilizzo del reiki. Si chiese vagamente quanti di loro avessero davvero del reiki forte, forse per la maggior parte era solo suggestione da parte dei pazienti.

Era un corso di sei mesi e prevedeva una prima fase teorica e una seconda fase pratica. Questo solo per il primo livello. C'è ne erano tre. Le lezioni erano nel fine settimana, otto ore il sabato, 5 la domenica. Per sua fortuna il corso sarebbe iniziato il mese seguente.  Questo non le avrebbe lasciato praticamente tempo libero. Anche il costo era abbastanza elevato, motivo per il quale disse al receptionist, una simpatica signora sui cinquant'anni, che avrebbe dovuto parlarne con sua madre.

“certo cara” la rassicurò la signora “parlane con tua madre, ma tieni presente che con il tuo livello di energia spirituale sarebbe davvero un peccato non usarlo ”

“lei sente il mio potere? ” non era sicura se fosse la verità o una semplice trovata per vendere il corso.

“certo cara, non ne ho viste molte così forti nella mia vita, e faccio questo lavoro da trent'anni, io stessa non ne ho neanche la metà del tuo.. Oggi giorno pochi hanno un potere così forte, ragazza mia”

Davvero Kagome non sapeva come rispondere, quindi ringrazio la gentile signora e si avviò a casa.

Mentre stava per uscire sentì una strana energia alle sue spalle, si voltò per capire cosa fosse ma tutto ciò che vide fu una ragazza che si era avvicinata alla reception per parlare con la signora con cui lei stessa aveva appena parlato.

La ragazza era poco più grande di Kagome, forse un allieva, ma quando si girò verso di lei la guardò con uno sguardo ben più maturo della sua età.

“signorina” la richiamò la receptionist “Se le fa piacere, questa è l'insegnante del corso di cui ha chiesto informazioni”

“Emm.. Piacere ” Kagome si inchinò al sensei

“spero di vederti al mio corso.. La tua energia è così brillante che faresti grande cose.. ”

Gli occhi della donna si persero nel vuoto, probabilmente sentendo o vedendo la sua energia, ipotizzò Kagome dubbiosa.

Appena il suo sguardo tornò a fuoco si avvicinò a lei, con un dolce sorriso.

“se avessi problemi a convincere tua madre dille di chiamarmi, possiamo risolvere qualsiasi inconveniente o reticenza possa avvere, il tuo è un dono che non va sprecato”

“Emm.. Sì, ok.. Grazie.. ”

“a presto ” la salutò l'insegnante

“a presto ” ricambiò il saluto incerta.



“sono a casa”

“ben tornata Kagome, allora cosa ti hanno detto? ”

“È stato strano.. ” si fermò a ripensare ai complimenti che le avevano fatto “beh, comunque il corso è costoso e impegnativo” lasciò il foglio della descrizione a sua madre “ma mi hanno detto che ho una grande energia e che sarebbe uno spreco non farlo.. Forse però lo dicono a tutti... ”

“o forse dicono la verità, in fondo è vero, no Kagome?! Tu hai un grande potere”

“sì, ma non sono sicura che loro ne siano consci veramente o se sia solo strategia di marketing ”

“da quando sei così scettica? ”

“io.. Non lo so.. È solo una sensazione.. Non so.. ”

“e questa sensazione è spiacevole? ”

“no, non direi.. È solo, come se mi mancasse qualcosa.. Come se in quel posto ci fosse di più.. Non so spiegarmi.. ”

“beh, è vero.. è sicuramente costoso, ma abbiamo un po' di soldi da parte se vuoi farlo.”

“l'insegnante ha detto che se avevi dubbi potevi chiamarla”

“oh, meraviglioso, lo farò sicuramente, vedo che abbiamo qualche giorno per pensarci”

“sì, inizia il mese prossimo”

“Kagome? Tu vuoi farlo? Non devi se non ti senti.. ”

“no, voglio farlo.. In realtà sono curiosa di sapere di più su questa sensazione che ho provato in quel posto.. ”

“finché non ti metti nei guai.. ”

“penso sia finito il tempo in cui i guai mi correvano dietro ” disse in tono sconsolato e lontano

“oh, cara, non volevo.. ”

“no, tranquilla mamma, certo ho sicuramente avuto la mia bella dose di guai che mi correvano dietro. Adesso vado a farmi un bel bagno! ” con un sorriso finto stampato in volto uscì dalla stanza.

Avrebbe sicuramente fatto il corso, le interessava lo studio del reiki curativo e non guastava questa curiosità che il luogo aveva scaturito in lei. 



Note 

Ben trovati! 

In questo capitolo vediamo come procede la vita di Kagome, non penso che Kagome nei tre anni si sia mai lasciata perdere d'animo e sono convinta che ha lavorato duramente, per sé è per la sua famiglia, quindi eccoci qui, a quello che penso sia più o meno il percorso che avrebbe potuto intraprendere. 

 

Spero vi sia piaciuto, e che mi facciate sapere cosa ne pensate 

 

Alla prossima 

 

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