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Autore: Marlena_Libby    02/02/2024    3 recensioni
Un pescatore picchia il Re delle Foche e viene portato nel suo palazzo per guarirlo
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ben Beckett era un pescatore e ogni giorno usciva con la sua barca per ritirare le reti.
Intorno a lui, piccole foche argentate spuntavano un po' dovunque nell'acqua.
- Via di qua! - urlava loro Ben. - Non ho del pesce per voi!
A volte capitava che qualche foca rimanesse impigliata nelle sue reti, allora lui la uccideva e portava la pelle a casa per venderla.
Un mattino Ben ritirò le reti e vide che ci era rimasta impigliata un'enorme foca.
Ben la colpì ripetutamente con un bastone, ma l'animale riuscì a strappare la rete e si rituffò in mare.
Quella sera, accanto al camino, Ben rimuginava furioso sull'accaduto.
- Pensare che pelle veniva fuori da quell'animale!
A un certo punto si addormentò e venne svegliato da qualcuno che bussava alla porta.
Andò ad aprire e trovò un uomo su un cavallo grigio.
Il suo viso era nascosto da un cappello largo e indossava un mantello lungo fino a terra.
- Che cosa volete a quest'ora di notte?
- Avete delle pelli di foca da vendere? - chiese l'uomo. - Pago qualunque prezzo.
- Ne ho un paio, ma sono nella mia baracca vicino al molo - rispose avidamente Ben.
- Allora montate sul mio cavallo e andiamo a prenderle.
Ben chiuse la porta di casa e salì sul cavallo.
L'animale partì con una tale velocità che Ben dovette aggrapparsi al mantello dello sconosciuto e non si fermò al molo, ma continuò a galoppare sulla riva e poi sugli scogli, finché il pescatore non si accorse che gli zoccoli del cavallo non toccavano più la terra.
Stavano volando!
- Aiuto! Aiutatemi! - gridava Ben, ma nessuno lo sentiva.
Chiuse gli occhi, il cavallo spiccò un gran salto e si tuffò in mare.
Quando Ben riaprì gli occhi, si ritrovò in una foresta di alghe e conchiglie in fondo al mare.
Aragoste, gamberi, anguille e tanti altri pesci fissavano con stupore il cavallo e i due uomini.
Poi successe una cosa terribile.
Ben vide con orrore le sue mani diventare pinne!
La sua pelle divenne ruvida e scivolosa come il cuoio e al posto della barba gli crebbero dei lunghi baffi setosi.
Si era trasformato in una foca!
Quando lo sconosciuto si voltò, vide che anche lui era una foca e il cavallo un gigantesco cavalluccio marino.
- No! No! - strillò Ben.
Centinaia di foche gli nuotavano attorno e intonarono un canto tristissimo.
- Tu, Ben Beckett, hai pescato il nostro Re e l'hai picchiato. Solo tu che l'hai ferito puoi ridarcelo guarito.
Il cavalluccio marino e le due foche nuotarono fino a un grande muro di roccia, che improvvisamente si aprì rivelando un'enorme grotta: era il palazzo del Re delle foche!
Migliaia di perle scintillanti ricoprivano il soffitto della grotta e il pavimento era coperto da sabbie multicolori.
E lì, su un trono di madreperla, circondato da grosse foche, sedeva il Re.
Aveva la testa fasciata e le pinne ferite gli pendevano inerti ai fianchi.
Il Re vide Ben ed esclamò: - È lui che ha tentato di uccidermi quando mi sono impigliato nella rete!
Ben si vergognò molto al pensiero di quello che aveva fatto, ma aveva anche una gran paura.
Cosa gli avrebbero fatto per la sua crudeltà?
Le foche ripresero a cantare tristemente.
- Uomo-foca, foca-uomo, con il nostro Re sii buono. Solo tu che l'hai ferito puoi ridarcelo guarito.
- Guariscimi, Ben! - lo implorò il Re piangendo. - Mi fa così male la testa che non riesco nemmeno a reggere la corona!
Ben si avvicinò al Re, gli toccò ogni ferita tre volte con le pinne e le guarì.
Il Re si strappò la benda dal capo gridando: - Sono guarito!
Le foche ballarono per la gioia intorno al trono e fecero partecipare anche Ben.
- Ben, ti invito a vivere con noi nel Regno delle Foche - disse il Re. - Saremmo felici se tu accettassi.
- Grazie per l'offerta, ma preferirei tornare umano.
- Va bene, ma solo se prometti di non uccidere mai più una foca.
- Lo prometto!
In quel momento la grotta svanì, Ben si ritrovò davanti la porta di casa ed era tornato umano.
Da quel giorno buttò pesci alle foche ogni domenica pomeriggio e, quando una di loro si impigliava nelle sue reti, lui la liberava e con una carezza la ributtava in acqua, con tanti saluti per il Re delle Foche!
   
 
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