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Autore: Marti Lestrange    12/02/2024    3 recensioni
[ "Il mondo intorno a voi fuma ancora del fuoco di mille incendi, e quel contatto è ciò che vi tiene a galla. E anche quando il mondo intorno a voi bruciava, e le fiamme ardevano alte e spaventose, e le vostre mani erano sole e fredde, il ricordo di quel bacio, quell’unico bacio scambiato alla fine del mondo e del tempo, era l’unica cosa a tenervi vivi." ]
— raccolta di tre flashfic su Draco Malfoy e Astoria Greengrass
— partecipa alla challenge di Rosmary ‘Questioni di voci e stile - II edizione’ sul forum ‘Ferisce più la penna’
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo: tango
Tipo di storia: raccolta di flashfic.
Rating: giallo.
Genere: angst, introspettivo, romantico. 
Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy.
Coppia: Draco/Astoria.
Tipo di coppia: het.
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace.
Note: /
Avvertimenti: /
Altro: la drabble partecipa alla challenge di Rosmary ‘Questioni di voci e stile - II edizione’ sul forum Ferisce più la penna; il titolo e le citazioni arrivano dall’omonima ‘Tango’ di Tananai; altre note in fondo.
 

 

 

tango.

 

1. Draco /

 

Se amarsi dura più di un giorno
È meglio, è meglio

È meglio che non rimani qui”

 

Il tribunale è gremito. Sono tutti venuti a vederlo cadere. 

 

Non vede quasi niente, Draco. Siede al banco degli imputati, si fissa le dita intrecciate in grembo. Li sente parlare, però. Ridere. Ghignare. Bisbigliare a tratti urlando. Lo deridono. Oggi è lui lo zimbello del Ministero. Ma non gli importa. Non ha nemmeno più la rabbia a tenerlo vivo. Anche lei lo ha abbandonato. 

 

“Per le accuse di favoreggiamento, l’imputato come si dichiara?”

“Colpevole, vostro onore.”

 

La sala trattiene il respiro. Il suo legale annuisce, seduto accanto a lui. Lo hanno deciso insieme, ma in realtà Draco non ha mai avuto alcuna intenzione di dichiararsi innocente. In fondo, non lo è stato mai. E quello che qualcuno gli ripete, che è stato costretto, che non aveva scelta o Voldemort li avrebbe uccisi tutti, e bla bla bla, non vale un cazzo: la scelta ce l’aveva, ce l’ha sempre avuta. 

 

“Per le accuse di adesione all’organizzazione criminale meglio nota come Mangiamorte, l’imputato come si dichiara?”

“Colpevole, vostro onore.”

 

Non li sente neanche più, i sospiri. O forse ormai non stupisce più nessuno. Non lo sa, non gli importa. È soltanto stanco, stanchissimo. Non vede l’ora di andarsene da lì ed essere portato ad Azkaban, dove finalmente potrà riposarsi. Potrà chiudere gli occhi e far finta di non esistere. Potrà far finta di dimenticare. 

 

“Infine, per le accuse di tentato omicidio, l’imputato come si dichiara?”

“Colpevole, vostro onore.”

 

Un rumore di porte aperte. Una corrente d’aria fredda si insinua nell’aula accaldata. Gli corre lungo la schiena, e Draco rabbrividisce in piena estate. Alza appena lo sguardo: un uomo è chino sul ministro della magia Shacklebolt, ora, e parlottano. Poi il ministro si alza e raggiunge il giudice. Lanciano uno sguardo al suo indirizzo. Draco lo ricambia, vitreo. Il suo legale viene convocato, e per un momento Draco rimane solo.

 

Gira lo sguardo intorno per la prima volta, e la vede seduta sugli spalti, quasi di fronte a lui. Porta un cappuccio calato sulla testa, ma i suoi occhi azzurri non li può nascondere. Draco si chiede che cazzo ci faccia lì, e perché diavolo sia venuta. Aveva voglia di guardarlo mentre lo portavano via, solo per vendicarsi del suo rifiuto? Solo perché lui non voleva renderla infelice? Moglie di un condannato. Praticamente vedova. 

 

Astoria Greengrass non si muove, quasi non respira. Sembra una madonna di un dipinto che Draco ha visto una volta a Saint Paul. Ci era andato per cercare un’assoluzione che però poi non aveva trovato. Che sciocco era stato, a sperare che il cielo si prendesse la briga di dargli sollievo. Solo chi era rimasto avrebbe potuto decidere di lui e della sua sorte.

 

Ed è pronto ad accettare tutto, qualsiasi verdetto, qualsiasi punizione.

Guarda ancora Astoria negli occhi. Anche lei lo sta guardando.

 

Il suo legale e il ministro riprendono posto.

 

“La corte ha emesso un verdetto, signor Malfoy.”

 

Draco distoglie lo sguardo da Astoria. L’ultima volta in cui vede i suoi occhi - e il cielo.

 

[ 498 parole ]

 

 

 

 

 

2. Astoria /

 

“Lo so quanto ti manco
Ma chissà perché Dio
Ci pesta come un tango”

 

“Per le accuse di favoreggiamento, l’imputato come si dichiara?”

“Colpevole, vostro onore.”

 

“Ti ricordi di Draco, Daphne? Giocavate spesso insieme, tu e lui.”

Lì vicino, Astoria abbassa gli occhi. Ha undici anni, e davvero non ricorda.

 

“Per le accuse di adesione all’organizzazione criminale meglio nota come Mangiamorte, l’imputato come si dichiara?”

“Colpevole, vostro onore.”

 

“Siete promessi da sempre, Daphne, tesoro. Tu e Draco sarete una coppia splendida, un giorno.”

Lì vicino, Astoria chiude gli occhi. Ha tredici anni, e ancora non capisce.

 

“Infine, per le accuse di tentato omicidio, l’imputato come si dichiara?”

“Colpevole, vostro onore.”

 

“Devi stargli vicino, come una buona fidanzata dovrebbe fare. Rendi onore al tuo cognome, Daphne.”

Lì vicino, Astoria stringe gli occhi. Ha quindici anni, e adesso non respira.

 

“La corte ha emesso un verdetto, signor Malfoy.”

 

“Sono un criminale, mi condanneranno.”

“Non mi importa.”

“Sono promesso a tua sorella.”

“Lei non ti ama.”

“E io non amo te, Astoria.”

“Sei sempre stato un pessimo bugiardo.”

 

“Alla luce di nuove dichiarazioni emerse quest’oggi, la corte ha deliberato la sua piena assoluzione da ogni capo d’accusa.”

 

L’aula trema. Tremo anch'io, seduta nel mio scranno nudo e freddo. Tremo anch'io, le mani strette in grembo. Tremo anch’io - mentre lo guardo. L’uomo che amo. 

 

“Silenzio, per favore.”

 

Respiro. Respiro. Respiro. Il cuore mi trema nel petto. La testa mi gira. Provo solo sollievo.

 

“L’unica condizione è che lei torni a Hogwarts per completare la sua istruzione e ottenere i M.A.G.O. richiesti, e che lavori un anno pro bono in un ufficio che provvederà il Ministro stesso a scegliere per lei. La seduta è tolta.”

 

Tutti si alzano in piedi ma io rimango seduta. Mi sento le gambe instabili, sono sfinita, e le palpebre mi pesano sugli occhi stanchi. È come se avessi vissuto dieci vite invece che sedici anni. 

 

Lo cerco da lontano, anche lui è in piedi, e adesso mi guarda, e c’è una luce nuova che brilla nel suo sguardo, una luce che non gli ho visto mai riflessa nelle polle d’inverno dei suoi occhi. Non sento freddo, però. Dentro di me c’è abbastanza primavera per entrambi.

 

Riesco ad alzarmi, a camminare incerta. Scendo le scale e percorro i pochi metri che ci separano. Una spallata mi urta e il cappuccio mi scivola giù dalla testa. Chiudo gli occhi e mi blocco, il respiro spezzato. Sento male dappertutto. 

 

“Astoria.”

 

Una mano scivola nella mia. È calda e un po’ sudata. 

 

“Astoria.”

 

Apro gli occhi. Draco mi sta guardando, sembra preoccupato.

“Stai bene? Ti hanno fatto male?”

 

Non so se annuire o scuotere la testa. Nel dubbio resto ferma. Ma gli sorrido. Lui non riesce a sorridermi, non ancora. Qualcosa gli vibra sotto pelle, so che non è contento del verdetto, so che avrebbe voluto pagare, ma non posso fare a meno di sorridere, ancora e ancora.

 

“Mi porti via da qui, per favore?” 

 

Non ho bisogno d’altro, adesso. 

 

Lui non mi fa altre domande. Continua a stringermi la mano mentre insieme usciamo dall’aula. 

 

[ 500 parole ]

 

 

 

 

3. Draco&Astoria / 

 

“Non sei di nessun altro
E di nessuna io”

 

Uccellini cinguettano sopra le vostre teste. Siete seduti al riparo dal sole, la panchina di pietra sotto di voi ha mantenuto il fresco della notte appena trascorsa. L’avete passata insieme, rannicchiati nello stesso letto al quale la sera prima avevate cambiato le lenzuola, e quelle pulite sapevano di buono. Avete dormito fronte contro fronte, sullo stesso cuscino. Avete scacciato via insieme gli incubi, li avete relegati in luoghi nascosti, anfratti della vostra anima da dove, forse, non potranno più farvi alcun male. Non ne siete sicuri, la paura ancora vi scivola addosso quando si fa sera, e le ombre calano e strisciano fuori, come serpenti. Vi siete svegliati presto, il cielo rosa tinto di stupore, la testa di una sul petto dell’altro, le gambe intrecciate. 

 

Le vostre dita si sfiorano, ora, poggiate sulla pietra. Vi cercate in un gesto nuovo che però sa di casa, come qualcosa che siete sempre stati soliti fare, anche se non è così. Non vi siete mai tenuti per mano, prima di quel giorno nell’aula al Ministero. Da quel giorno, però, non avete più smesso. Casa Malfoy è ancora un caos di mobili coperti da lenzuola bianche e pavimenti sudici che hanno raccolto sangue e lacrime, e ricordi da esorcizzare, ma vi tenete per mano, ché tenervi per mano è l’unico modo per non andare in pezzi, ormai. Il mondo intorno a voi fuma ancora del fuoco di mille incendi, e quel contatto è ciò che vi tiene a galla. E anche quando il mondo intorno a voi bruciava, e le fiamme ardevano alte e spaventose, e le vostre mani erano sole e fredde, il ricordo di quel bacio, quell’unico bacio scambiato alla fine del mondo e del tempo, era l’unica cosa a tenervi vivi. 

 

“Non mi dispiace che le cose non siano andate come volevi.”

Alzate gli occhi, prima una e poi l’altro. Vi voltate. Vi guardate. Vi sorridete.

 

“So che te ne rammarichi. Ma so anche che un giorno ci penserai e capirai. E sarai di nuovo felice.”

“Lo sono, a modo mio. Felice. Tu mi rendi felice. Solo, non credo di meritarmelo.” 

 

Vi sporgete, un impercettibile scuotimento di corpi. Una mano libera su una guancia. A coppa, le dita delicate. 

 

“Nessuno di noi lo merita.”

“Tu sì. Tu sei buona. Tu ti meriti tutto. E di sicuro non ti meriti un rottame come me.” 

“Lascia che decida io cosa merito e cosa no.”

“Voglio solo che tu stia bene. E sia felice.”

“Lo sono. Vorrei rimanere qui così per sempre. Mi basterebbe.”

“Possiamo. Restare qui per sempre. Possiamo fare tutto quello che vuoi, Astoria.”

 

Un altro sorriso, l’ennesimo. 

 

Ora quella piccola mano tira e attrae. Quel nuovo bacio che vi scambiate è diverso dal primo. Non sa di fine. Non sa di morte preannunciata e rovina. Sa di possibilità, e sole, e futuro. 

 

Rimanete lì ancora un po’ - rimanete lì per sempre. Vi basta. 

 

[ 482 parole ]

 

 


 

 

Note.

Grazie a chiunque sia arrivato sin qui ♥︎ Non ho mai scritto nulla riguardante il Draco post-guerra, quindi mi ha intrigato parecchio cimentarmi in questa storia. E ho avuto modo di esplorare la mia idea riguardante Draco e la sua vita nell’epilogo, insieme ad Astoria. Penso si sia capito piuttosto bene, ma nel mio headcanon, a Draco era stato combinato un matrimonio con Daphne Greengrass, ma lui si innamora di Astoria, e lei di lui. Con la fine della guerra e la caduta di numerose consuetudini e antiche tradizioni legate alla società Purosangue più chiusa e conservatrice, Draco ovviamente rifiuta l’imposizione. In verità non se la sentiva di sposare nessuno, nemmeno Astoria, ma il verdetto finale lo proietta in un futuro che non pensava di avere - e neanche di meritare. Poi se vogliamo considerare il quadro completo, io ho abbracciato la versione in cui Astoria muore, ovviamente dopo la nascita di Scorpius, ma questa è un’altra storia. Lasciamoli a godersi il momento, per ora. 

E niente, grazie ancora per aver letto, spero che questo piccolo trittico vi sia piaciuto. E spero che Ros mi perdonerà, perché temo di non aver centrato a pieno la richiesta di “individualità” dei due personaggi nelle flash singole, ma ormai è andata così, pazienza. 

 

Qui il regolamento della challenge per punti:

  • si sceglie una coppia (intesa in qualsivoglia senso, romantico e non) e si scrivono tre flashfic, due sui due personaggi nella loro individualità, la terza (che deve necessariamente essere messa per ultima) sulla coppia 

  • ogni flashfic deve avere una narrazione differente, cioè una dev’essere in prima, una in seconda e una in terza persona 

  • i dialoghi non devono presentarsi con i consueti indicatori propri dei dialoghi, come “disse”, “esclamò”, “concluse”

  • la terza flash deve contenere obbligatoriamente un dialogo

   
 
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