Un altro sogno strano di non troppo tempo fa.
Ero un cittadino dell’antica Roma trasportato nel futuro. Qui avevo incontrato un ragazzo, particolarmente alto e bello, che procedette a illustrarmi la città come per scherzo, non credendo alla mia storia. A dire il vero era come se recitassi un ruolo, perché quando entrammo in una chiesa (completamente vuota eccetto per gli affreschi e un impalcatura da concerto nell’abside) pensai “Certo, un cittadino romano dovrebbe essere stupito da questo nuovo culto che ha soppiantato la sua religione e dal fatto che ancora l’architettura continui a rifarsi agli antichi”.
Sono abbastanza sicuro di aver percorso una strada che sembrava particolarmente via Farini e di essere passati davanti al palazzo Carmi. Il cielo era un po’ strano, aveva tinte giallognole l’intera atmosfera intorno a me, come se stesse facendosi un temporale da qualche parte.
Poi pensai “A questo punto, nelle storie, arriva il momento della crisi del terzo atto quando i protagonisti litigano” e così avvenne, di punto in bianco il ragazzo si stancò di me e mi piantò in asso, stufo di farsi prendere in giro da uno che affermava di venire dal passato. Allora gli corro dietro e (chissà perché) indossavo un vestito da ragazza magica. Credo fossi vestito come Comet principessa stellare o giù di lì. Il mio cervello, sempre ragionando da sceneggiatore pensa “Come posso rientrare nelle grazie del mio interesse amoroso?” e si fa venire la bella idea di salvarlo da un incidente stradale a caso, spingendolo dentro un vicolo prima che lo tirino sotto di prepotenza, tanto che la macchina cerca pure di infilarsi dentro rimanendo bloccata nella strettoia. Lui, tutto contento, mi porta a vedere un supermercato dentro un grattacielo e mentre sono in una stanzetta a guardare da una finestra la larghissima città metropolitana sotto di me penso a come nell’antica Roma l’amore omosessuale non era poi così malvisto.
Credo che poi quel supermercato si sia trasformato in un’università, ma per il resto non ricordo altro.