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Autore: luvsam    18/02/2024    2 recensioni
Che cosa mi è preso? L'avevo seppellito dentro di me e lì doveva restare, e invece ho straparlato del Gran Canyon e di Lindsay Lohan. Era ovvio che avrebbe mangiato la foglia e che mi avrebbe fatto mille domande. Posso salare e bruciare cadaveri, mozzare teste ai vampiri , ma quello sguardo è per me peggio della kriptonite per Superman e alla fine ha sentito uscire dalla mia bocca qualcosa che un figlio non dovrebbe mai ascoltare: suo padre ha chiesto a suo fratello di ucciderlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Era passata quasi una settimana da quando Dean aveva confessato a Sam che cosa gli aveva detto il padre prima di morire, ma tutti i suoi tentativi di ritrovarlo erano falliti e stava letteralmente impazzendo. Il ragazzo aveva preso il volo la notte stessa in cui si erano fermati al Velvet, il tutto senza lasciare nemmeno un biglietto. Aveva aperto la porta ed era sparito, lo aveva mollato senza degnarlo nemmeno di una parola.
All’inizio Dean aveva pensato che Sam fosse andato a prendere una boccata d’aria perché non aveva portato via nulla, poi le ore erano passate, le chiamate al cellulare non avevano avuto risposta e all’ora di pranzo era andato decisamente nel panico. Aveva preso le chiavi dell’auto, era uscito e aveva battuto palmo a palmo la cittadina di Bend, ma sembrava che quell’ammasso di case avesse inghiottito suo fratello. Aveva chiesto in giro, ma nessuno, strano ma vero, aveva notato un ragazzone grande e grosso come Sam ed era dovuto tornare al motel per giorni senza aver trovato la minima traccia del fuggitivo.
Un po' se lo aspettava, in fondo erano stati addestrati entrambi da John Winchester e quello che sapeva l’uno riguardo il viaggiare sotto i radar lo sapeva anche l’altro, ma in cuor suo aveva sperato che, dopo aver sbollito la rabbia, sarebbe tornato indietro, o al massimo si sarebbe rifugiato da Bobby. Purtroppo però non aveva fatto né l’una né l’altra e non essendo più Padre Jim tra i viventi non sapeva davvero dove cercarlo.
“Te lo ripeto un’altra volta, ragazzo, non ho visto, né sentito tuo fratello”
Dean appoggiò la testa sullo sterzo dell’Impala continuando a stringere il cellulare nella mano e sospirò.
“Sei ancora lì?”
“Sì, ci sono”
“Sai che tutto questo sta diventando ridicolo, vero?”
“Bobby”
“Dean, non puoi tempestarmi di telefonate cercando Sam e poi non mi dici che cosa sta succedendo. Non voglio farmi gli affari vostri, ma o mi tiri dentro, o mi lasci fuori”
“Lo so, hai ragione, ma non so come la prenderai, non so come la prenderebbe Sam”
Il vecchio cacciatore rimase in silenzio aspettando che il giovane si decidesse a parlare, poi gli lanciò un salvagente.
“Vuoi venire qui, ragazzo? Ho la netta sensazione che tu abbia bisogno di un time-out, ne hai passate tante ultimamente”
“E se Sam fosse ancora nei paraggi? Se tornasse al motel? Non saprebbe dove cercarmi”
“Non hai detto che non risponde alle tue telefonate e che hai rivoltato la città?”
“Sì, è così”
“Lo conosci meglio di chiunque altro, Dean, pensi davvero che sia ancora a Bend ?”
“Onestamente credo di no e se anche mi sbagliassi, quello che è certo è che non vuole parlarmi”
“Avete litigato così di brutto?”
“E’ che non riesco a tenere la bocca chiusa su niente, sono un fottuto idiota”
“Dean, se se n’è andato nel cuore della notte lasciandosi tutto dietro, allora dalla tua bocca è uscito un carico da 90, non una merda di serie b. Hai scaricato di nuovo su di lui la tua rabbia per la morte di vostro padre?”
“No, non l’ho fatto”
“Ma tuo padre c’entra, lo sento dal tono della tua voce”
Dean si massaggiò nervosamente il mento e pensò che aveva bisogno di condividere quel peso con qualcuno. Non poteva più sopportarlo da solo e se mai avesse avuto la possibilità di ritrovarsi faccia a faccia con suo fratello, avrebbe avuto bisogno di aiuto per convincerlo che era dalla sua parte e che non gli avrebbe mai fatto del male.
Ma era davvero così? Come avrebbe reagito se Sam si fosse trasformato in qualcosa di malvagio?
Ci aveva pensato tutti i giorni da quando John era morto e se all’inizio aveva categoricamente rifiutato l’idea di eseguire l’ordine, poi aveva cominciato a tentennare e a farsi un sacco di domande.
Sam sarebbe stato ancora Sam, o sarebbe stato solo il suo gigantesco involucro ad andare in giro?
E se avesse cominciato a far del male alle persone, avrebbe dovuto nascondere la testa sotto la sabbia, o fermarlo?
La logica gli diceva che la seconda era l’unica strada percorribile, ma il suo cuore gli avrebbe permesso di premere il grilletto? Sarebbe davvero riuscito a puntare un’arma contro chi aveva cresciuto e amato senza mai metterlo al secondo posto?

Era Sammy, cazzo, avrebbe dovuto sparare al suo fratellino? Sì, perché poteva anche essere cresciuto come la pianta di fagioli delle fiabe, ma nella sua testa era sempre quel soldo di cacio, che lo seguiva ovunque.
Dean ripensò alla scena della confessione, a quello sguardo prima scioccato, poi ferito e infine furioso, e si diede ancora dell’idiota, e già che c’era anche del bugiardo.
Aveva mentito quando gli aveva detto che avrebbe trovato qualcosa, che avrebbe avuto bisogno solo di un po' di tempo e li avrebbe tirati fuori dalla merda. Sapeva che non era così, che non aveva idea di dove mettere le mani, forse lo sapeva anche Sam e per questo aveva preferito andarsene lontano.
“Dean, ci sei?”
“Sì, Bobby, ci sono”
“Andiamo, ragazzo, non può essere così brutto e Sam è uno che non porta rancore, almeno non a te”
“Gli ho detto che devo ucciderlo”
Bobby si gelò sul posto e istintivamente si mise a sedere su una sedia sgangherata della cucina stringendo forte il telefono. Per una manciata di secondi non riuscì nemmeno ad elaborare quello che aveva appena sentito, poi reagì con una furia per lui non usuale:
“Che cosa diavolo gli hai detto? Sei uscito di senno?”
“E’ un ordine di papà”
“Aspetta, frena. John ti ha chiesto di uccidere Sam? E quando lo avrebbe fatto? Se quel figlio di puttana non fosse morto, lo farei a pezzi con le mie mani”
“Non conosci tutta la storia, per questo parli così”
“Quale storia potrebbe giustificare il fatto che un padre chieda a suo figlio di ucciderne un altro?”
“Bobby, giurami che non farai del male a Sam, non è colpa sua”
“Perché dovrei fare del male a tuo fratello?”
“Giuramelo, o non posso andare oltre”
“Okay, giuro che non farò del male a Sam, ma ora sputa il rospo”
Dean prese un profondo respiro e iniziò:
“Sai come è morta la mamma, vero?”
“Certo che lo so, ma questo che cosa…”
“Ti prego, non interrompermi, è già difficile così”
“Okay”
“Il demone degli Occhi Gialli non ha solo ucciso la mamma, lui ha fatto qualcosa a Sam”
La voce di Dean si incrinò e, sentendolo vacillare, Bobby intuì che stava per ascoltare qualcosa di molto grave. Ingoiò nervosamente quando udì dei singhiozzi arrivare attraverso la cornetta e maledisse i chilometri che lo separavano dal giovane che considerava come un figlio.
Passarono un paio di minuti prima che il ragazzo riuscisse a riprendere il controllo e alla fine mormorò:
“Non abbiamo capito come, ma c’è sicuramente un legame tra quello che è successo nella cameretta di Sammy quando era piccolo e quello che gli sta succedendo ora”
“Non posso né capire , né aiutarti se non mi dici se non vuoti il sacco su tuo fratello, Dean”
“Bobby, Sam ha dei poteri, lui vede le cose prima che accadono. Gli è successo a Stanford prima della morte della sua ragazza e anche dopo”
“E tuo padre lo sapeva?”
“Sì, glielo abbiamo raccontato”
“E la sua reazione è stata di chiederti di uccidere Sam?”
“No, non me lo ha detto allora. Era incazzato perché non lo avevamo chiamato subito e…”
“Ah, questa è bella, praticamente non rispondeva mai”
“E’ quello che gli ho risposto io”
“Quindi, se non quando ha saputo delle visioni, quando John ti ha detto di uccidere Sam?”
“Me lo ha ordinato in ospedale poco prima di morire, mi ha detto che, se non riesco a salvarlo, devo ucciderlo”
Bobby sbarrò gli occhi e rimase in silenzio, non sapendo esattamente come reagire. Il suo istinto di cacciatore gli diceva che, se John aveva emesso quella sentenza di morte, doveva aver capito molto più di quello che aveva detto, ma d’altro canto, Sam era la persona più pulita e buona che avesse mai conosciuto. Era sempre stato la parte sana della famiglia Winchester, quella capace di riportare sulla retta via John e Dean quando il desiderio di vendetta li spingeva a gettarsi a capofitto sulla strada. Era lui che sapeva come strappare un sorriso a suo padre con i suoi occhi grandi e far sentire un eroe suo fratello, ancor prima che sapesse formulare una frase di senso compiuto.
“Bobby, non lo odiare, non ha mai fatto nulla di male”
La voce del cacciatore più giovane riportò il meccanico alla realtà e si affrettò a rispondere:
“Lo so, ragazzo. Non lo hai detto a nessun altro, vero?”
“No, ma abbiamo incontrato Ellen Harvalle e lei…”
“Ellen? Come l’avete conosciuta?”
“Sai chi è?”
“Certo, conoscevo anche suo marito Bill, ma non hai risposto alla mia domanda”
“Pochi giorni dopo il funerale di papà, Sam si è messo a frugare tra le sue cose, cercava qualcosa che ci portasse sulle tracce di quel bastardo. Mentre lo faceva, ha trovato uno dei suoi telefoni, lo ha acceso e ha ascoltato un messaggio nella segreteria telefonica. Era di Ellen e diceva che voleva aiutare papà ad uccidere il demone. Non ero troppo convinto sull’incontrarla, ma ci siamo messi in viaggio e siamo arrivati alla Roadhouse”
“Dean, sarebbe meglio non avere a che fare con altri cacciatori data la situazione”
“Credi che non lo sappia? Ho provato a fermarlo, ma non è più lo stesso. E’molto nervoso, dorme poco e anche quando è con me, con la mente è miglia lontano. Cerco di parlargli, di dirgli che sono al suo fianco, ma non mi ascolta davvero.”
“E puoi biasimarlo per questo? Prova solo ad immaginare quanto possa essere spaventato in questo momento. Non è facile digerire la notizia che il proprio padre lo abbia indicato come un bersaglio a suo fratello maggiore”
“Lui non è un cazzo di bersaglio, non chiamarlo così”-urlò Dean dall’altra parte della cornetta.
“Ehi, non alzare la voce-rispose con un tono altrettanto alto Bobby-non con me, e ascoltami bene: sono l’unico che non vi volterà mai le spalle, hai capito? Non posso dirmi felice per quello che mi hai appena detto, ma non torcerei mai un capello a quel ragazzo”
“Scusa, mi dispiace tanto, è che io…Ho paura, ho paura che Sammy possa essersi tolto la vita”
“Dean”
“E’ qualcosa che non riesco a togliermi dalla mente!”
“Ascolta, devi calmarti, non arriveremo a nulla in questo modo. Vedrai che…”
“Bobby”
“Che succede?”
“E’ Sam, mi sta chiamando”
“Visto? Rispondigli e poi fammi sapere”
“Okay”
Dean passò alla telefonata in attesa e tutto si aspettava fuorché sentire suo fratello singhiozzare dall’altra parte del filo.
“Sammy”
“Non ho fatto niente, Dee”
“Sammy, lo so. Ti prego, dimmi dove sei, vengo a prenderti e metterò tutto a posto”
“Dee”
“Andiamo, fratellino, andrà tutto bene”
“Adesso capisco perché mi odiava”
“Di che cosa stai parlando?”
“Papà”
“Sam, papà non ti odiava, credimi. Lui ti amava tanto e avrebbe fatto qualsiasi cosa per te”
“Non è vero, lui amava solo te e aveva ragione, sono un mostro”
“No, ascoltami, non sei lucido”
“Stavolta ti ho battuto”
“Battuto in cosa?”
“Se vedessi quante bottiglie ho ai miei piedi”
“Sammy, ti sei ubriacato”
“Sì, così sarà più facile e tu non dovrai fare il lavoro sporco”
“Non dire cazzate, e poi sarà facile che cosa?”
“Ho preso la pistola di papà prima di andarmene”
Dean respirò a fondo e cercò di restare calmo.
“Perché l’hai presa?”
“Perché tolgo il disturbo, Dean, me ne vado dritto all’inferno, tanto è quello il mio posto”
“Il tuo posto è con me! Ti prego, dimmi dove sei, ti vengo a prendere”
“No, devi starmi lontano, non voglio farti del male”
“Sam, ti conosco meglio di chiunque altro, non mi farai niente ed io ti tirerò fuori dai guai. E’ il mio lavoro, giusto? Vuoi rendermi un disoccupato?”
“Mamma è morta, Jess è morta ed è tutta colpa mia”
“Non è colpa tua”
“Perché papà non ha parlato con me? Perché non mi ha detto che cosa pensava veramente?”
“Non avercela con lui, sono sicuro che fino all’ultimo ha cercato un modo per salvarti”
“Salvarmi da cosa? Che cosa ti ha detto?”
“Niente di più di quello che sai già, te lo giuro”
Dopo quella risposta calò il silenzio e Dean trattenne il fiato. Sentiva ancora Sam respirare dall’altra parte e si chiese che cosa potesse dirgli per convincerlo a farsi trovare. Gli venne assurdamente in mente una volta che erano piccoli e stavano giocando a nascondino a casa di Bobby, mentre i grandi stavano discutendo dell’ennesimo caso. Era toccato a lui contare e quando aveva smesso, era sicuro che avrebbe trovato Sam in pochi secondi, si rintanava sempre negli stessi posti, ma minuto dopo minuto il piccoletto non era emerso e infrangendo un ordine tassativo di non entrare nel soggiorno del Singer Salvage, Dean si era precipitato a chiamare John. Si erano messi a cercarlo in tre e per quasi un’ora nessuno lo aveva trovato. Avevano chiamato, pregato, ordinato di uscire allo scoperto, ma Sam sembrava sparito fin quando Bobby non aveva notato qualcosa di strano in cortile. Il suo cane non restava mai fuori casa dopo il tramonto nei mesi invernali e invece quella volta stava seduto davanti alla sua cuccia, come se stesse facendo la guardia. Erano usciti e si erano avvicinati al Rotweiller che non si era mosso di un passo. Solo al comando del suo padrone si era a malincuore spostato e dentro la casetta di legno John aveva riconosciuto Sammy, che dormiva placidamente succhiandosi un dito. Aveva temuto di trovarlo gelato e invece il suo piccolo stava bene perché Rumsfeld lo aveva tenuto al caldo e per quel suo gesto si era guadagnato una generosa bistecca.
Dean si era spaventato tanto e aveva anche sgridato suo fratello, che non aveva capito il motivo di tanta agitazione, anzi riusciva solo a pensare che aveva vinto a nascondino perché lo aveva trovato papà. Gli aveva anche tenuto il broncio, ma poi la pace era tornata tra i due ragazzini ed erano tornati a giocare insieme.
Ed era quello che Dean voleva anche in quel momento, ritrovare suo fratello sano e salvo e ritornare a formare una squadra, come era sempre stato, ma Sam non sembrava pensarla allo stesso modo.
“Mi dici dove sei?”-chiese ancora.
“Non lo so, sono troppo ubriaco e poi non voglio che vieni a prendermi”
“A prenderti dove?”
“Non devi neanche darmi un funerale da cacciatore, non ne sono degno”
“Sammy, a prenderti dove?”
“Non ti avrei mai fatto del male, Dean, io ti voglio bene”
“Se davvero me ne vuoi, fermati e dimmi dove sei”
“Non hai paura di me?”
“No”
“Davvero?”
“Davvero”
“Questo posto puzza di zolfo, lo sai? E’ proprio ironico, sto giocando in casa”
“Zolfo?”
“Sì, da fare schifo, e i treni mi stanno sfondando il cervello”
Fu un attimo e Dean si ricordò di aver visto subito fuori città una fabbrica abbandonata di fertilizzanti e che accanto ad essa correvano dei binari. Non poteva essere sicuro che Sammy fosse lì, però due indizi potevano essere una prova, così prese le chiavi dell’Impala e corse fuori dalla stanza continuando a parlargli. Ad un certo punto nessuno rispose più dall’altra parte, però non c’erano stati spari e in sottofondo sentiva ancora il respiro di suo fratello. Forse si era addormentato per la sbronza, o nella peggiore delle ipotesi era svenuto, ma non c’era tempo per le congetture e spinse al massimo il piede sull’acceleratore.
   
 
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