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Autore: Marlena_Libby    20/02/2024    1 recensioni
Kari è ossessionata dalla sua gobba, invece Kumba no
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kari, la moglie di Momar, aveva una gobba, ma era appena visibile.
Bastava una maglia larga per coprirla.
Ma Kari ne era ossessionata, pensava che gli occhi di tutti fossero puntati sulla sua gobba.
Sentiva ancora risuonare nelle orecchie le voci canzonatorie delle compagne, che la prendevano in giro quand'era ragazzina e andava a torso nudo come le altre.
Se qualcuna le chiedeva di prestarle il bambino che portava sul dorso, piena di rabbia la inseguiva e guai alla disgraziata se cadeva nelle sue mani.
Col passare degli anni il carattere di Kari si era inacidito come il latte in un recipiente sporco ed era Momar a soffrirne.
Quando andava a lavorare doveva portarsi da mangiare, perché Kari non voleva uscire di casa e affrontare le occhiate ironiche della gente.
Momar, stanco di lavorare ogni giorno da solo e di avere soltanto la sera un pasto caldo, decise di prendere una seconda moglie e sposò Kumba.
Pure lei aveva una gobba, ma era molto più grossa di quella di Kari.
Momar l'aveva sposata di proposito, sperando che Kari, vedendo la condizione della compagna, sarebbe diventata più mite e ragionevole, ma si sbagliava di grosso.
Kari divenne ancora più bisbetica e cattiva, perché era invidiosa del fatto che Kumba non soffrisse per la sua gobba.
Quando Kumba era piccola, se una compagna per canzonarla le chiedeva di prestarle il bambino che portava sul dorso, rispondeva ridendo: - Non credo che voglia venire con te!
Ora era diventata una donna dolce, sorridente e servizievole.
Faceva tutti i lavori pesanti, ogni giorno portava il pranzo al marito nei campi e poi si fermava anche ad aiutarlo.
A volte riposavano all'ombra del tamarindo piantato in mezzo al campo e mangiavano insieme.
L'ombra del tamarindo è molto fitta, quindi gli spiriti dell'aria vanno spesso lì vicino.
Un giorno, mentre erano seduti lì e Momar dormiva, Kumba sentì una voce che la chiamava.
Alzò lo sguardo e vide una vecchia con i capelli bianchi lunghi fino ai piedi.
- Sei tu Kumba? - chiese la vecchia.
- Sì, sono io - rispose lei esitante.
- Ascoltami, so che tu hai un cuore buono, quindi voglio aiutarti. Nei venerdì di luna piena, le figlie degli spiriti danzano sulla collina di Nangwe fino al canto del gallo. Vacci anche tu e dì a quella più vicina a te di prendere un istante il bambino che hai sul dorso, perché tocca a te danzare. Poi corri a casa senza voltarti indietro.
Il venerdì di luna piena, mentre Momar dormiva, Kumba uscì furtivamente e si diresse alla collina di Nangwe.
Sentì il rullo dei tamburi e vide le figlie degli spiriti che battevano le mani, danzavano e cantavano.
Disse a quella più vicina a lei: - Prendi il mio bambino un istante. Tocca a me danzare.
La ragazza prese la sua gobba e Kumba corse via senza voltarsi finché non arrivò a casa.
In quel momento il gallo cantò, quindi lo spirito non poteva più raggiungerla.
La schiena di Kumba era diventata liscia come il collo di una gazzella.
Quando Momar la vide, pensò di sognare.
Invece Kari svenne per l'invidia, Kumba la fece rinvenire e le raccontò come aveva fatto a liberarsi della gobba.
Kari aspettò con impazienza il successivo venerdì di luna piena e si recò alla collina dove danzavano le figlie degli spiriti.
Disse alla più vicina: - Prendi il mio bambino un istante. Tocca a me danzare.
- Ah no, adesso tocca a me! Prendi tu questo coso che mi hanno dato un mese fa e che nessuno è più venuto a riprendere!
La ragazza mise la gobba di Kumba sul dorso di Kari, il gallo cantò e gli spiriti scomparvero.
Adesso Kari aveva due gobbe.
In preda alla disperazione, corse finché non arrivò a una scogliera e si gettò in mare.
Ma non sparì completamente, rimasero a galla due sporgenze, una grande e una piccola.
Erano le sue gobbe trasformate in due isole.
   
 
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