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Autore: Alexander33    21/02/2024    1 recensioni
Una trappola intessuta dalla regina più spietata che mai, decisa ad usare un’arma insolita per battere il suo acerrimo nemico. L’odio si mescolerà all’amore con la complicità di un personaggio inedito.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Raflesia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Come sarebbe a dire “sparita”?» tuonó Raflesia in un grido stridulo, vibrante di rabbia che non tentò nemmeno minimamente di celare.

 

L’ancella abbassó il capo, tremante: sapeva fin troppo bene cosa succedeva ai messaggeri che recavano cattive notizie.


La Dorcas fu scandagliata da cima a fondo, ma di Limüe e Mordred non vi fu trovata traccia.

Raflesia diede ordine di controllare ogni volo in uscita: la Dorcas era uscita dall’iperspazio da non molto, i voli di ricognizione dei caccia in avanscoperta erano sempre numerosi; ma Limüe o era fuggita, o era stata rapita col bambino.

Un traditore tra la sua gente? Chi poteva avere interesse ad appropriarsi del bambino? Chiunque fosse, aveva i giorni contati… se poi Limüe stessa avesse deciso di rapire lei Mordred, non avrebbe avuto lunga vita.



 

«Regina: un caccia schermato ha lasciato l’ammiraglia due giorni fa. Non è stato possibile tracciarne la rotta. Ma… è singolare che la navetta del capitano Sephiroth sia stata registrata in entrata ma non in uscita…»

 

Raflesia avvampó di rabbia. Nessuno, tranne poche persone, erano a conoscenza dei poteri del bambino. Come poteva un comandante delle sue truppe avere interesse a… no!

Il fatto che fosse poi ritornata, era un chiaro indizio. Probabilmente era stata Limüe a farsi portare via, altrimenti Sephiroth non sarebbe mai tornata con un’accusa d’alto tradimento che pendeva sulla sua testa.

 

«Portaremi immediatamente il capitano Sephiroth!» tuonó Raflesia.






 

«Euterpe?» Yattaran ripeté l’ordine appena ricevuto. «È come cercare un ago in un pagliaio capitano! Vai a sapere in quale punto dell’universo la Dorcas è uscita dall’iperspazio!»

 

«Abbiamo un database e una mappatura dell’universo conosciuto ben più particolareggiata e completa di chiunque… fai lavorare il computer! Non c’è tempo da perdere!» Harlock ribatté severo. 

 

Yuki si offrì di mettersi al lavoro insieme a Yattaran, mentre Tadashi osservava senza commentare. Dopo la morte di Alcyone aveva perso interesse per molte cose, tra cui la sorte del figlio di Harlock.


«Qui risulta un Euterpe…» fece Yuki, dopo aver consultato varie mappe digitali «sembra essere un minuscolo mondo nelle vicinanze del centro galattico di Ncg 7506. Un sistema complesso: è in equilibrio gravitazionale con una stella nei pressi di un buco nero» si rivolse a Yattaran «calcolare orbita e rotta non sarà semplice…»

 

«Mi offendi bambina!» le rispose piccato l’ufficiale «scommettiamo che ci riusciró meglio e prima del computer?»

 

«Non mi interessano le competizioni! Voglio una rotta entro 15 minuti, il tempo farà la differenza in questa corsa! Raflesia è molto più vicina di noi all’obiettivo!» Harlock aveva perso calma e pazienza tutto insieme.

 

Yattaran si rivolse ad Harlock «rispetto a Ncg 7506 ci troviamo dal lato opposto di Laniakea… dobbiamo muoverci adesso!»

 

«E cosa stiamo aspettando? » grugnì Harlock.


Lo spazio attorno all’Arcadia iniziò a contrarsi, dando inizio alla creazione di un wormhole.





 

«Balia, ascolta…» Mordred si sveglió di scatto dal fianco di Limüe. Era notte fonda su Euterpe, i due giacevano su un divano letto, nella cameretta che era appartenuta a Mareth, dove soleva ritirarsi per cucire, ricamare o leggere una rivista.

 

«Che c’è ora principino?» Limüe aprì gli occhi, assonnata «non stai bene?»

 

«Mio padre si sta avvicinando ma…»

 

«Ma…?» Lo spronó Limüe, ora allarmata.

 

«Raflesia ha un vantaggio. Sephiroth è stata fermata e ha raccontato dove ci ha portati…»

 

«È morta?!» Limüe rabbrividì, un senso di colpa le gravó sul petto.

 

«Non ancora… ma Raflesia non le perdonerà la sua ingenuità.» Fece una breve pausa.

 

«Non le sarà difficile trovarti dopo che me ne sarò andato. Ma se rimarrai con Jarka, sarai al sicuro, te lo prometto.»

 

Limüe non rispose. Abbassó lo sguardo e annuì: aveva imparato da subito che il piccolo Mordred vedeva molto più lontano di qualsiasi altro essere dell’universo a quattro dimensioni. Aveva pensato a tutto quel minuscolo essere prodigioso: anche alla sua salvezza.





 

«Capitano: Euterpe dritto avanti a noi» annunciò Yuki.

 

L’Arcadia era uscita dall’iperspazio a pochi parsec dal pianeta, che appariva come una capocchia di spillo, a stento riconoscibile nel nero sfondo dello spazio. Dietro di lui, a immensa distanza, tanto da vederne solo un minuscolo anello luminoso, brillava l’orizzonte degli eventi di Cerbero.

 

Un mondo singolare Euterpe, le cui notti erano rischiarate dalla costante presenza della singolarità, mentre di giorno era riscaldata dalla sua piccola stella, in un gioco di equilibrio tra le gravità.

 

«Trovate un buon posto per l’atterraggio. Dobbiamo muoverci.» Poi si rivolse a Meeme «Fatti guidare dal bambino… abbiamo bisogno di localizzarlo il più accuratamente possibile.»




 

Sephiroth, impassibile, sull’attenti, era al cospetto di Raflesia.

Quella bastarda di Limüe l’aveva usata, nel modo peggiore che potesse fare. L’aveva portata a tradire la regina, a cui aveva giurato obbedienza e fedeltà.

Ma non era nella sua indole piagnucolare: sapeva prendersi le sue responsabilità, e accettarne le conseguenze.

 

Era stata interrogata in presenza di Raflesia e dei generali dell’esercito. Era stata convocata la Corte Maziale in fretta e furia nella sala del trono. Sarebbe stata processata e giudicata proprio lì. Il caso insolito ed urgente non dava spazio ai tempi burocratici usuali.


«Sei stata una sciocca capitano!» Raflesia era furibonda. «Ti sei fatta ingannare come una stupida inetta!»

 

Si rivolse ai generali «Tenete conto dell’alto tradimento… ma anche della totale collaborazione del capitano. È un’ottima combattente e un eccellente pilota da combattimento.»


La Corte fu d’accordo per un periodo di detenzione e la retrocessione di grado.

Sephirot non lasció trapelare nulla della sua disperazione: aveva dedicato la vita alla carriera militare e ora doveva ricominciare da capo.

Sempre se fosse sopravvissuta alle prigioni.




 

Meeme indicava ad Harlock un punto nella carta olografica sospesa a mezz’aria.

 

«È qui: nella casa di un agricoltore della zona. Astuto il piccolino! Raflesia ci metterà parecchio a scovarlo, è una fattoria tra le tante nelle campagne intorno alla capitale.»

 

Harlock annuì «Kei, Yattaran e Tadashi: scorterete Meeme. Un piccolo gruppo non desterà l’attenzione. Prudenza, e siate più rapidi possibile!»

 

L’Arcadia era ormeggiata sulla faccia oscura del piccolo satellite di Euterpe. Il caccia che avrebbe condotto la piccola squadra sul pianeta era pronto a partire.


 
   
 
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