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Autore: Sia_    24/02/2024    1 recensioni
LeexGeorge | FredxHermione
"Così mi sono messo a riflettere."
"Su cosa?"
“Su che stelle siamo e mi sa proprio che sono io quella più lontana.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Lee Jordan | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La cintura di Orione

 

Fred è sdraiato accanto a George, è venuto a rubare spazio nel letto del gemello; stavano molto più comodi da piccoli, adesso che hanno quasi diciotto anni devono stringersi affinché uno non cada a terra rovinosamente. 

“Allora…” 

“Sì?” George sorride: gli fa ridere, averlo a fianco. Gli fa ridere che stanno aprendo un negozio di scherzi e che fanno comunque finta di non essere cresciuti. 

La camera che occupano lì a Grimmauld Place però non ha niente a che vedere con quella che hanno alla Tana: è molto più verde e cupa, ma che altro ci si può aspettare da una famiglia di Serpeverde? George ha lo sguardo fisso sul prezioso candelabro, due ore fa Sirius è passato a togliere le ragnatele con un movimento di bacchetta, poi ha fatto a entrambi l’occhiolino.

“Ho pensato a una cosa e mi devi, te lo giuro, mi devi stare a sentire fino alla fine.” Fred sta ridendo, ultimamente è più felice. “Promettimelo.” Gli avvicina il mignolo della mano destra, George ci mette qualche secondo a sciogliere la matassa delle braccia che ha intrecciate per aggrapparcisi. 

“Promesso.” 

Si lasciano andare, George sposta le pupille verso lo spiraglio di luce che entra dalla finestra. 

“L’altra notte ho incrociato Hermione in salotto, ci credi che stava già studiando per il prossimo anno? Hai promesso che non dirai niente, è solo una domanda retorica.” 

George sospira, ma è un sospiro divertito. Quindi era lì, pensa. Il braccio destro penzola nel vuoto, le nocche sfiorano di poco il pavimento di legno scuro. 

“Stava studiando astronomia, precisamente le costellazioni, precisamente la Cintura di Orione. Te la ricordi? Di nuovo, non rispondermi.” Fred apre e chiude i pollici. “È formata da tre stelle, quasi allineate sulla stessa riga.” 

Scende il silenzio, se pensa che George riesca a trovare un significato nascosto nelle sue parole è fuori strada. “Hai finito?” chiede infatti. 

L’altro lo ignora, ma ruota il capo per specchiarsi nel suo stesso profilo. “Come me, te e Lee. E sembrano quasi equidistanti, ma secondo me non è vero, secondo me due sono più vicine e così mi sono messo a riflettere.”

George sorride, ha preso la decisione di non guardarlo a sua volta. “Sul perché due siano più vicine?”

“No su quello ci sono arrivato: è perché sono attratte una all’altra, no?” Fred sfrega la guancia contro il lenzuolo, la pelle diventa tutta rossa. “Su un’altra cosa.”

Il gemello alla fine cede e si specchia anche lui, solo dopo alza un sopracciglio verso l’alto con fare curioso. “Cosa?”

“Su che stelle siamo e mi sa proprio che sono io quella più lontana.” 

 

Che cazzo significa. 

George è steso vicino a Lee, le tende del baldacchino sono chiuse e li separano dal resto del mondo. Jordan sta prendendo sonno, il gemello lo sente dal respiro che si sta facendo sempre più calmo e silenzioso. 

Chiude gli occhi anche lui, cerca di immaginare Fred seduto a conversare con Hermione in Sala Comune, ma non ne delinea i dettagli. È che non si sta impegnando, perché metà dei suoi ingranaggi sono fermi a pensare a Fred che gli dice che è la stella più lontana della Cintura di Orione e che lui e Lee sono attratti l’uno dall’altro. Che cazzo significa

Era da settimane che non gli veniva in mente. Solo ogni tanto, solo quando le mani di Jordan sfioravano le sue nel ripostiglio segreto o in Sala Comune quando, seduti a fianco, le loro gambe finivano accidentalmente per toccarsi, osso contro osso. (Quando Lee non c’era e lui si rendeva conto del vuoto improvviso). 

Jordan ruota il capo, il suo respiro si posa sul braccio nudo di George. La cosa provoca un brivido lungo la schiena del gemello che di risposta apre gli occhi. 

Sono tremendamente vicini, con un timido movimento della testa la guancia di George si adagia alla fronte di Lee, trattiene il fiato. “Stai dormendo?” chiede. 

E poi si chiede che cosa ci faccia lì, in quel letto. È che è tornato nel dormitorio da solo e Jordan era ancora sveglio, è che gli ha chiesto e Fred? e lui ha risposto giù con Hermione e Lee gli ha detto allora vieni qui, dai. E lui è andato. Perché? Perché non c’è altro posto che vorrebbe occupare alle due di notte. 

Ecco, cosa significa.

Deglutisce, mentre a raggiungerlo è solo il silenzio. “La conosci la Cintura di Orione?” Che idea stupida. Che idea stupida. “Fred dice che ci sono due stelle più vicine e che siamo noi e che lui è quello più lontano; di solito non ci do retta perché la metà delle volte che parla dice solo stronzate però, non lo so.” 

L’aria sa di fiori d’arancia, Lee sa sempre di fiori d’arancia. Le nocche della sua mano sinistra sfiorano il polso dell’altro. “E se fossi davvero attratto da te?”

 

mi sa proprio che sono io quella più lontana.

Come si sceglie se alla fine la costellazione è di tre e loro rimangono in due? 

Hermione si accorge di come quelle già vicine adesso sembrino ancora più unite, all’altra non resta che essere luminosa per se stessa: non ha nessuno a cui dirlo però, si limita a lanciare uno sguardo alla Cintura di Orione quando si sente nostalgica. 

 

“Una volta mi hai chiesto se conoscessi la Cintura di Orione, te lo ricordi? Nel mio letto, a scuola.” Lee è sdraiato a fianco a George, sono nella vecchia cameretta dei gemelli alla Tana. C’è una strana atmosfera, il tempo lì dentro sembra essersi fermato: i bauli sono pieni di Tiri Vispi difettosi, l’anta sinistra dell’armadio fatica ancora a chiudersi per bene e le tende sono sempre quelle rattoppate da Molly. 

Eri sveglio?” 

“Ero concentrato nel prendere sonno.” Lo corregge, “e nel respirare, non è facile se George Weasley ti sta gentilmente chiedendo se è attratto da te.” 

Il gemello lo guarda, un leggero imbarazzo gli imporpora le guance.  “Potevi… potevi dire qualcosa.” Sono passati sette mesi dalla morte di Fred, né prima né dopo George e Lee si sono detti qualcosa. 

“Cosa cazzo posso rispondere a… no, non così.” Sembra un buon momento questo, con il braccio di Jordan che smette di penzolare nel vuoto per andare ad accarezzare il viso del gemello. 

Si mette di lato, il pollice sfiora il campo di lentiggini. “La sera del Ballo del Ceppo, dopo che siamo spariti a ballare per due ore, Fred mi ha chiesto se mi piacessi. Gli ho risposto di sì.” 

Le pupille di George seguono i brevi e veloci movimenti delle labbra di Jordan, si chiede come sia baciarlo, si chiede se anche quelle sappiano di arancia, se siano morbide o ruvide, calde o fredde.  “E lo che pensi che tuo fratello dicesse tante stronzate, ok? Però su questa ci aveva preso e credo solo che ci volesse felici.” 

Morbide e calde, non può essere altrimenti. “Se mettiamo per un attimo da parte la tragica ironia di lui che è la stella più lontana, forse è vero che nella Cintura di Orione ce ne sono due…”

“Vieni più vicino.” George lo interrompe, poi deglutisce piano. La mano di Jordan si aggiusta dietro al suo collo, sono fronte contro fronte. “Più vicino.”   

 

Sul perché due siano più vicine?

è perché sono attratte una all’altra, no?

 

Uno squarcio sul mio trio preferito, mi mancava tantissimo scrivere su George e Lee: questa storia sarebbe dovuta essere altro e forse prima o poi altro verrà fuori (da un'altra parte, ihih), però sono felice di averla messa giù e di star scrivendo questo angolo autore dopo che mi sono tanta dannata su come chiuderla. 
Per ora mi limito a ringraziare chi ha voluto dedicare del tempo a questa storia e che inevitabilmente è arrivato fin qui. Un caldo abbraccio, 

Sia 
   
 
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