Un “fantasma” sul petto

 

Aplhen, notando l'assenza prolungata dell'abile cecchino, andò a cercarla. Considerata l'imminente battaglia finale desiderava trascorrere dei momenti tranquilli in sua compagnia e voleva anche dirle cosa provasse davvero per lei.

Non era di certo sua intenzione cadere contro Ra's, ma il lavoro da agente speciale gli aveva insegnato che niente andava come previsto e perciò doveva togliersi quel "peso" prima che fosse troppo tardi.

 

L'ex maschera di ferro fu fortunato in quanto si imbatté nella Vergine dopo pochissimi minuti.

La fanciulla bellissima come al solito aveva un qualcosa di inconsueto. Sembrava tesa ed agitata, cosa che divenne evidente dal tono con cui lo salutò.

 

“ Alphen, che sorpresa. Già finito il momento di relax?”

“ A dire il vero ti stavo cercando...”

“ Ah...” la ragazza fece un sorriso lusinghiero, “Mi dispiace di essere sparita così, ma dovevo parlare con Ei”
“ Immagino di una cosa importante”
“ Molto, ma non posso confidarmi”

“ Davvero?”
“ Sì. Non fraintendermi, non è che non mi fidi di te, semplicemente rivelartelo potrebbe avere delle conseguenze davvero disastrose”

“ Capisco”.

 

Il Sovrano capiva seriamente, infatti anche lui doveva mantenere un segreto per il bene di colei con cui stava parlando.

 

“ Alphen...Chi era quella donna di cui Yae parlava prima?” domandò il cecchino nonostante l'imbarazzo che la stava consumando.

Raiden l'aveva rassicurata sul punto, però sentiva il bisogno di confrontarsi con il diretto interessato.

“ E' una vecchia conoscente, una problematica”

“ Perché è venuta a cercarti? Suppongo che non l'abbia fatto per dirti un semplice ciao”

“ Hai ragione, ma non posso dirtelo per la tua stessa ragione”.

 

La rosa fissò per qualche istante il guerriero e non scorgendo alcun segno di menzogna sul suo viso, fece un sospiro prima di replicare:
“ D'accordo, allora facciamo una promessa: quando sarà tutto finito ci sveleremo questi misteri”
“ Mi sembra un'ottima idea”.

 

Mentre suggellavano l'accordo con il tipico incrocio di mignolo, Alphen rimase completamente rapito da Shionne. Il toccarla, nonostante il dolore degli Aculei, gli scaldava il cuore come mai nessuna, nemmeno Naori, era mai stata in grado di fare. Ormai non aveva più dubbi, la Vergine era la sua anima gemella.

Spinto dall'entusiasmo del momento si fece coraggio ed iniziò: “ Shionne...Io”

“ Non ora” lo interruppe la rosa intuendone le intenzioni, “ Me lo dirai quando mi sarò liberata di questi Aculei”
“ Va bene” commentò la maschera di ferro con un sospiro leggermente deluso, ma non troppo. Una come il cecchino se non provasse quel genere di interesse l'avrebbe immediatamente respinto, il fatto che si fosse limitata a posticiparlo significava semplicemente che non aveva scelto il momento giusto.

 

La notte passò in armonia e serenità per tutti, fatta eccezione per Kirito.

Il dual wielder, dopo essere stato con l'amata cercando di non pensare allo scontro finale, crollò in un sonno profondo. Insolitamente fece uno di quei sogni lucidi, uno inquietante.

Si ritrovò in una aristocratica casa giapponese dell'epoca Edo caratterizzata dalla presenza di una serie apparentemente infinita di porte a scorrimento su ognuna delle quali c'era una targhetta diversa. Le incisioni su di esse, scritte in kanji, sembravano indicare dei precisi episodi della vita di qualcuno in quanto era del tipi: “ Prima volta al mare”, “ Primo giorno di scuola” e così via.

 

“ Incredibile, non è vero? Ci troviamo in un posto piuttosto speciale” esordì una graziosa fanciulla dai capelli viola, come gli occhi, e dotati di occhiali da vista rossi.

Il suo aspetto era delicato e grazioso, ma lo sarebbe stato anche il suo spirito?