Ho volutamente deciso di lasciare questa sorta di diario così com'è: per farvi vivere davvero che cosa pensa, scrive e prova una persona depressa. Con tutti i suoi deliri e i suoi errori che ne condizionano le capacità mentali.
Il giorno in cui ho cominciato a stare davvero meglio è stato il 17 marzo. Oggi è il 6 aprile e mi sto rendendo conto, purtroppo, che da un paio di giorni non sto nuovamente bene e ormai ho consolidato che, dopo neanche un mese, sto avendo una ricaduta.
Ma va bene così, Nocciola ha ricevuto 20 giorni di grazia e sebbene sperassi di essermi tolto dalle scatole la depressione per un periodo più lungo, ora ho comunque capito che ce la posso fare davvero.
Ero tornato a vivere: la sessualità ricomparsa al centro della mia vita. Avevo riscoperto il piacere di suonare, di interessarmi alle cose che leggevo su internet; il piacere di uscire con gli amici. Quando ho suonato il 19 marzo alla prima data dell'anno è stata una giornata bellissima, dove sono stato veramente felice. Tutto sembrava andare per il meglio: il farmaco stava finalmente facendo effetto, riuscivo a sorridere e a ritrovare la gioia di nuovo... e allora cos'è successo? Perché sono tornato in così breve tempo allo stadio di prima?
E' iniziato tutto lunedì, quattro giorni fa. Di ritorno dal lavoro mi sono sentito completamente apatico, come svuotato: senza più nessuna voglia di fare qualcosa. Alla sera sono andato a suonare con mio padre e, lo ammetto, stavo malissimo: non avevo voglia di farlo e di stare li con loro. Martedì poi la stoccata: la mia situazione familiare che sembra precipitare di nuovo nel baratro, veleni, sospetti, dichiarazioni eclatanti.. un nuovo revival del 2013. Ho dovuto sentire dei discorsi di mio padre e di mia madre che mi hanno fatto stare male.
E lo ammetto: ho avuto paura. Paura di ricadere nella depressione, che questa potesse tornare a condizionare nuovamente la mia vita. E così è stato: non sono triste, almeno per adesso, non ho la paura che avevo all'inizio.
Ho ansia, questo si: sono pieno di paure e di insicurezze.
Eppure una cosa, nonostante la mia fragilità attuale la so: ne sono uscito una volta, anche se per poco, ma l'ho fatto. E ne uscirò di nuovo perché se l'ho fatto una volta, posso farlo ancora. Non mi arrenderò, lotterò con tutto me stesso. Accetto che ormai la depressione farà parte della mia vita e che ci dovrò convivere fino alla fine dei miei giorni, ma farò di tutto per non lasciarle prendere il sopravvento. Lotterò con tutto me stesso. Perché io sono forte, io ce la posso fare, io ho tutto il necessario dentro me stesso per superare queste fasi.
Ce la farò, lo so.