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Autore: Inicaz    03/03/2024    9 recensioni
Da fiore all'occhiello di una grande concessionaria londinese degli anni '30 ad auto di uno dei demoni più attivi sulla Terra. Le vicende dell'ultimo secolo di Crowley e del suo Angelo narrate da un punto di vista privilegiato: la Bentley.
Genere: Comico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: questo capitolo nasce originariamente come conclusione di questa storia. Perlomeno la linea che avevo definito inizialmente si conclude qui e sfocia poi nella serie e dunque negli eventi canonici. Mi piaceva che i capitoli fossero sei come gli episodi di ogni stagione (c’è della megalomania in questo, indubbiamente).
Lascio comunque la storia aperta per eventuali ripensamenti (non sono brava a scrivere la parola FINE, mai) e soprattutto per due capitoli speciali (canon nella serie) che vorrei narrare dal punto di vista della Bentley e che prima o poi aggiungerò qui.
Per cui per ora è solo un arrivederci :)
Grazie ancora per aver letto e apprezzato questa storia, è la prima fanfiction della mia carriera :D
Buona lettura!
 
 
 
Londra, 30 ottobre 1986
 
 
 
Era tanto tempo che non mi parcheggiava qui.
Svariate volte in questi quasi vent’anni siamo passati per Wickber Street senza fermarci o lui mi ha posteggiata in zona per passeggiare a piedi per questa strada, ma sempre a orari insoliti, specialmente notturni.
 
Mai come oggi. Qui davanti, di giovedì, in pieno giorno.
Dall’esterno la libreria non sembra affatto cambiata, le stesse pareti rosso granata, il solito immancabile cartello “Chiuso”.
 
Immaginavo e speravo sarebbe successo in questi giorni ma non mi aveva avvisata che sarebbe stato oggi. Mi sarei preparata a dovere. Ieri è stata finalmente inaugurata l’ M25 e l’abbiamo varata anche noi percorrendola tutta, dopo averci lavorato diabolicamente per anni. E finalmente il mio proprietario sembra proprio sentirsi pronto a…
 
Crowley rientra nell’abitacolo sbuffando.
“Non c’è. Ngk. Basta, rimandiamo.”
Magari è nel retro?
“Non c’è musica, non c’è il suo odore.”
Hai provato a bussare?
“Io non busso.”
Sbuffo io adesso.
 
Mentre battibecchiamo qualcuno bussa davvero alla porta del negozio. È un ragazzo giovane, di bell’aspetto, che ha con sé svariati giornali e riviste. Crowley lo guarda di sottecchi. Io suono il clacson.
 
“Ma sei impazzita?” dice tra i denti mentre scende sbattendo la portiera.
“Mr Fell?” chiede il ragazzo rivolgendosi al mio proprietario.
“Uh? No, non sono… Ma lasci pure a me, lo sto aspettando, glielo consegnerò di persona.”
 
Crowley rientra in auto con una rivista sulla cui copertina spicca una grande foto di paesaggi collinari con la scritta South Downs da sogno.
“Da quando in qua Aziraphale è interessato alle riviste di viaggio?” Crowley inizia a sfogliare il giornale.
 
Nel frattempo, in fondo alla strada, io lo vedo.
Lui mi vede.
 
Per qualche secondo sorride mostrando i denti angelicamente perfetti di sempre, poi, prima di avvicinarsi alla libreria, cambia più volte espressione: prima sembra spaventato e abbassa lo sguardo come a scrutare l’interno dell’abitacolo. Poi torna a sorridere. Poi indossa una maschera seria e finge di non averci visto.
Ha con sé almeno tre sacchetti di carta. Crowley sta ancora sfogliando assorto la rivista. Apro la sua portiera.
 
“Ma cosa diavolo hai oggi?” poi guarda fuori e sbianca.
Angelo ha quasi raggiunto il suo negozio, è a pochi metri da noi.
 
Quasi strisciando e schiarendosi la voce il mio proprietario esce dall’abitacolo.
“Uhm, ciao Aziraphale.”
Angelo rimane impietrito per qualche secondo: pare aver avuto una visione e non sapere come affrontarla.
 
Poi lascia cadere al suolo senza alcun interesse i sacchetti e corre letteralmente ad abbracciare il demone.
 
Lo tiene stretto a sé per svariati secondi.
 
Non proviene un fiato da nessuno dei due. Sembrano un gruppo scultoreo.
Crowley è immobile. Le braccia sono tese come giunchi lungo il corpo, il busto in genere flessuoso e ondeggiante, è invece rigido come una statua di ghiaccio. Il viso è rivolto in basso a incontrare quello dell’angelo, perciò gli occhiali da sole a goccia scendono un po’ lungo il naso scoprendo gli occhi spalancati completamente aurei. Le labbra semiaperte non sono in grado di emettere suoni o anidride carbonica.
 
Angelo lo accoglie tra le sue braccia, con una mano ne sfiora i capelli all’altezza delle spalle, con l’altro braccio gli cinge la schiena. Il volto prima è proteso verso l’alto e sembra in estasi nel vedere il demone. In seguito abbassa la testa e pare strofinare il viso sulla sottile camicia nera di Crowley.
 
Quando lascia dolcemente la presa, Angelo ha gli occhi lucidi e arrossati. “Sei ancora qui, ci sei ancora” balbetta tastando la schiena di Crowley come a valutarne la consistenza.
 
Crowley rimane impalato per qualche secondo, poi finalmente espira. “Certo che sono qui, Angelo.” Pronuncia iniziando a raccogliere i sacchetti abbandonati.
 
“È passato così tanto tempo. Saranno vent’anni?”
“Diciannove anni, cinque mesi e quattor…” ma il demone riesce a zittirsi senza concludere la frase.
“Ma ciao Bellezza” l’angelo rompe l’imbarazzo del demone rivolgendosi a me.
Adesso sono io a sentire le farfalle nel motore a sentire pronunciare Bellezza dalla voce calda e dolce dell’angelo.
Rispondo con un piccolissimo colpo di clacson.
 
“Pa…passavo da queste parti e un ragazzo stava per consegnarti questa. Mi sono permesso di firmare per te.” Crowley prende la rivista piegandosi sul sedile e la porge ad Angelo.
“Grazie mille” quel sorriso angelico che ci era mancato così tanto provoca come una scossa in Crowley che torna a raccogliere i sacchetti per non guardare l’altro e non lasciarsi guardare in volto.
 
Mentre apre la serratura del suo negozio Angelo ringrazia il demone per le buste poi propone: “Vuoi entrare a bere qualcosa?”
Crowley si illumina: “Volentieri, Angelo”.
 Ad Angelo sfugge un risolino. Li vedo sparire dietro la porta.
 
Mi sento felice come non lo ero da vent’anni. Per festeggiare mi accendo l’autoradio. Adoro poter scegliere le canzoni senza velati consigli o inutili ribellioni.
 
The machine of a dream
Such a clean machine
With the pistons a pumpin'
And the hubcaps all gleam

When I'm holding your wheel
All I hear is your gear
With my hand on your grease gun


I'm in love with my car (love with my car),
gotta feel for my automobile
I'm in love with my car (love with my car),

string back gloves in my automolove
 
Qualche ora dopo vedo il gruppo di due uscire dalla libreria: il demone si sta rimettendo gli occhiali sul naso, l’angelo ha con sé due cesti di vimini coperti da due tovagliette gialle con fantasia simil tartan.
 
Spalanco le portiere per loro.
Il mio proprietario sistema i cestini sul sedile posteriore.
 
“Non si parla d’altro in città. Ad aver saputo che fosse una tua opera mi sarei congratulato prima!”
“Ma figurati, Angelo, qualche miglioria occulta qua e là, ma gli uomini sono stati ben lenti. Sembra già vecchia come autostrada.”
“Ma voglio comunque percorrerla tutta! Non vedo l’ora!”
“Tutta, sul serio? Non volevi andare verso sud a passeggiare tra le colline della rivista?”
“Certo. Anche. Non possiamo fare tutto il giro e poi recarci lì?” l’entusiasmo di Aziraphale lo rende ancora più luminoso del solito. Non indossa il cappello e nonostante la moda attuale porta ancora corti boccoli platino a incorniciare la testa.
“Assolutamente. Capito, Gioiello? In marcia!”
Mi mette in moto e partiamo.
 
Sono così emozionata di riaverli entrambi come passeggeri che non so nemmeno quale sottofondo scegliere. Ho una lunga lista di canzoni di questi ultimi vent’anni che vorrei far loro ascoltare, ma non so da quale partire.
Alla fine ne estraggo una a caso.
 
I can dim the lights and sing you songs full of sad things
We can do the tango, just for two
I can serenade and gently play on your heart strings
Be your Valentino, just for you

Ooh, love, ooh, lover boy
What're you doing tonight? Hey, boy
Set my alarm, turn on my charm
That's because I'm a good old-fashioned lover boy

 
Crowley sta per stoppare l’autoradio con lo sguardo, ma Angelo gli sfiora una mano con la sua.
“Non ti starai per caso azzardando a togliere una canzone dei Queen? La tua auto ha sempre un ottimo gusto musicale.”
Alzo un po’ il volume.
 
“No, Angelo è solo che… Tu… Ascolti musica contemporanea?”
“Sono sempre molto attento alla musica contemporanea. Ma apprezzo solo quella di qualità.”
“Allora devo confessarti una cosa. Li ho conosciuti. Hai presente Bohemian Rapsody? Beh diciamo che potrei… Aver ispirato… Qualcosa.”
“Ma dai! Non mi stupisce ci sia il tuo zampino! Ti ho pensato molto la prima volta che l’ho ascoltata.”
“Veramente?”
“Certo. Comunque li ho conosciuti anche io ultimamente.”
“Non ci credo.”
“Ci crederai quando uscirà un intero album chiamato The Miracle allora.” Angelo sembra ridacchiare sotto i baffi.
“Riesci sempre a sorprendermi.”
“Sei tu che mi sottovaluti. Potrei anche ascoltare solo i Queen provenire da quest’autoradio. Da oggi a per sempre.”
Me lo segno.
 
Tonight
I'm gonna have myself a real good time
I feel alive
And the world, I'll turn it inside out
Yeah!
I'm floating around
In ecstasy
So don't stop me now, don't stop me
'Cause I'm having a good time, having a good time
I'm a shooting star leaping through the sky
Like a tiger defying the laws of gravity
I'm a racing car passing by
Like Lady Godiva
I'm gonna go, go, go
There's no stopping me
I'm burning through the sky
Yeah!
Two hundred degrees
That's why they call me Mister Fahrenheit
I'm traveling at the speed of light
I wanna make a supersonic man out of you

 
Concluso il tour per la M25 prendo l’uscita per la M23.
Quando raggiungiamo il cartello con indicata l’uscita per Crawley è già pomeriggio inoltrato e Angelo emette una risatina.
“Che c’è?”
“Nulla.”
“Stai mentendo, Angelo!”
“Stavo solo ricordando quanto fossi egoriferito un tempo.”
 
“Bugia, tu ridi perché ricordi la scommessa che mi hai fatto perdere. Ero a un passo dall’avere un’importante città col mio nome attuale ma poi…”
“Ne abbiamo parlato per secoli! Superala! Sono le regole del gioco. Una scommessa è una scommessa.”
“Sì. Ma ti ricordo che alla prossima scommessa persa avrai una città intitolata Azirapapalla.”
“No. Affatto. Non era Azirapapalla il nome concordato. Era molto vicino al mio nome. Qualcosa come… Azraphel? Azrafele? Ora non ricordo.”
“Azirapapalla.”
“No! Quello era come quel tuo vecchio compagno di scorribande che non sapeva parlare pronunciava il mio nome.”
“Ma quale compagno? Furfur? COMPAGNO? Ma non scherzare.”
“Tanto con te non scommetto più nulla. Non sai perdere.”
 
It started off so well
They said we made a perfect pair
I clothed myself in your glory and your love
How I loved you
How I cried
The years of care and loyalty
Were nothing but a sham, it seems
The years belie, we lived a lie
I'll love you 'til I die

Save me, save me, save me
I can't face this life alone
Save me, save me, save me
I'm naked and I'm far from home

 
Arriviamo nei pressi di Arundel quasi al tramonto.
“Lo abbiamo visto nascere questo castello, ricordi?”
“Come potrei dimenticarlo? Chissà se sono aperti a quest’ora i giardini…”
“Non credo, caro. Ma potremmo trattenerci e visitarli domani, che ne dici?” Angelo guarda le mani del demone, quasi non riuscisse a sostenere il suo sguardo nel fare questa proposta.
“Sì, sicuramente. Sono curioso di vedere come li stanno tenendo. Poi ho dato vita al raccordo di Londra ieri, mi merito un po’ di ferie.”  Sghignazza Crowley.
“Allora siamo d’accordo.” Gli occhi angelici hanno una strana luce.
 
Hanno ripreso a guardarsi e non guardarsi con quell’aria che piace a me. E a respirare poco, ora che la destinazione del viaggio è così vicina.
“Dove vogliamo… Fare il nostro picnic? Ci spostiamo verso i laghi?” chiede un po’ esitante Crowley.
“Sì, verso i laghi è perfetto.” La voce di Angelo è adesso decisa. E calda.
 
Il mio proprietario mi parcheggia davanti a una spiazzo tra due laghetti. Mentre scendono dall’abitacolo Angelo guarda il cielo.
“Ormai più che un picnic è una cena” dice sorridente.
“Beh una volta mi hai detto che avremmo cenato insieme… O ricordo male? Due piccioni con una fava.”
“Due cosa?”
“Il picnic e la cena!”
Angelo ride. “D’accordo, prendiamo i cesti. Oh no, ho dimenticato la coperta!”
“Quella… ehm… È già nel bagagliaio.”
“Crowley, come sei stato previdente! O la stai facendo apparire ora?” Sorride ammiccante l’angelo.
“No, era già lì. Da… Ieri, credo.”
 
Il demone nasconde il volto arrossato nell’abitacolo con la scusa di prendere le ceste dal sedile, mentre apro il bagagliaio per Angelo che così può estrarre la coperta e due bottiglie di vino.
“Questo è davvero un vino da Ritz, Crowley!”
“Solo il meglio per questa serata. E comunque anche i sandwich che abbiamo preparato questa mattina sono assolutamente di livello.”
“Senz’altro. E anche le crêpes. Anzi grazie ancora per aver miracolato le uova che erano nei sacchetti stamattina”
“Ringraziami piuttosto per aver miracolato tutto questo ben di Satana fresco, come appena preparato, per un viaggio di quasi cinque ore.”
 
“Sai, mi hai stupito. Ricordavo non ti piacesse cucinare.”
“Bah, sono stati anni un po’ noiosi. Ho dei nuovi hobby. A volte cucino. E ho delle piante, adesso.” Crowley prende una delle bottiglie dalle mani dell’Angelo per alleggerirlo e tiene con l’altra mano entrambi i cestini.
“Veramente? Voglio conoscerle!”
“No, non credo ti piacerebbero. Non sono delle piante belle come le vorrei.”
Un altro sorriso luminescente di Angelo.
“Adesso diamoci una mossa altrimenti farà buio del tutto.”
 
Iniziano ad allontanarsi da me ma continuo a udire le loro voci.
“Beh così potremmo guardare le stelle, dopo.”
“È vero, qui si vedranno. Non come a Londra!”
“È da un po’ che non vedo il cielo di ottobre.”
“Si vedrà quel sistema di coppia di stelle che mi indicasti nei giardini di Nefertiti?” sento sussurrare Angelo.
“Alfa Centauri? Non si vede dall’Inghilterra, Angelo, nemmeno qui a sud. Non credevo lo ricordassi ancora.” Crowley ha abbassato il tono di due ottave.
“Come potrei dimenticarlo?”
Si sono avvicinati tra loro ma non riesco più ad udirli. Dopo un po’, da questa distanza, sembrano un’unica figura.
 
This thing called love
I just can't handle it
This thing called love
I must get 'round to it, I ain't ready
Crazy little thing called love

This thing (this thing) called love (called love)
It cries (like a baby) in a cradle all night
It swings (woo-ooo), it jives (woo-woo)
It shakes all over like a jelly fish
I kinda like it
Crazy little thing called love

 
 
Rimango sola per svariate ore.
A un certo punto i radi lampioni in lontananza iniziano a emettere luci intermittenti in maniera insolita. Come se ci fosse qualche problema nel sistema elettrico della zona.
 
Da uno dei due laghi proviene uno strano alone luminoso. Come una coppia di stelle così vicine da sembrare un astro unico.
 
Guardo il cielo. Non credo di aver mai visto così tante stelle negli ultimi anni. Dopo qualche minuto vedo un fascio luminoso, come una meteora che attraversa di corsa una porzione di cielo. Magari è una stella cadente. Il mio proprietario me ne parla tutte le estati.
Chissà se anche un’automobile può esprimere il suo più sentito desiderio.
 
It's a kind of magic
It's a kind of magic
A kind of magic (No way)

One dream, one soul
One prize, one goal
One golden glance of what should be
It's a kind of magic

One shaft of light that shows the way
No mortal man can win this day
It's a kind of magic

The bell that rings inside your mind
Is challenging the doors of time
It's a kind of magic

The waiting seems eternity
The day will dawn of sanity (Ooh ooh ooh ooh)
Is this a kind of magic?
It's a kind of magic

 
   
 
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