Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: terryoscar    03/03/2024    4 recensioni
AUTRICI: Aizram_G e TerryOscar
Una piccola one, che parte da un gioco, "Penna alle Rose", che di sicuro molti conosceranno. Questo è il testo che abbiamo scritto, autoconclusivo in effetti. Oscar e Andrè sono usciti a cavallo ed iniziano una discussione .... il seguito sta a voi scoprirlo. Buona lettura!
Le Arpie
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Te o nessuna
Andre and Oscar by mercuryZ on DeviantArt
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Per tutto il tragitto penso al problema del povero André: si è innamorato di una donna e non ha il coraggio di dichiararsi! ... E pensare che a Versailles gli uomini sono così impudenti, sfacciati .... depravati!
Anzi, sono stufa di avere i loro sguardi addosso. Sono orridi, viscidi. A volte penso che l'unico uomo onesto tra tutti sia solo lui: Andrè. Fortunata colei che possiede il suo amore! ... Chissà chi è?! Non ha voluto dirmelo.
Finalmente giungiamo a palazzo, entro nella stalla per legare César, Andrè è dietro di me.
"Lascia Oscar, faccio io. Questa non è cosa per te!" Prendo le redini dalle mani di Oscar, sfioro appena la sua pelle morbida, stranamente ha tolto i guanti. Sento un piccolo fremito, se solo capisse che la amo.
"Ti aspetto in camera mia per scrivere la tua lettera! ... Andrè, ti auguro con tutto il cuore di conquistarla ma ..."
"Ma ...... dimmi Oscar!" Aggiungo mentre inizio a sistemare i cavalli nei loro box.
"Sentirò la tua mancanza ...."
 
Le sue parole mi lasciano perplesso. Sentirà la mia mancanza .... non è molto ma neppure nulla. Ma non credo che capirà .... ma è stata educata come un maschio .... non posso di certo pretendere che comprenda così ….
 
 
"André a cosa stai pensando? Forse le mie parole ti hanno turbato? Beh ... devi ammettere che se un giorno ti sposerai, non potremo più passare tanto tempo insieme: niente osterie, niente serate sul prato a guardare le stelle per raccontarci cosa abbiamo fatto, o per stare in silenzio. Insomma, niente di niente, tua moglie potrebbe pensare male, essere gelosa e sfidarmi a duello! Ah ah ah ..." divento seria. "Scusami, ho detto solo ciò che penso." Aggiungo le ultime parole un poco mesta. Mi mancherà, lo so già.
"Già ..... " sussurro mesto. "Comunque Oscar, ho fatto, possiamo entrare!"
"André sei triste ... cos'hai? Forse ho detto qualcosa che ti ha dato fastidio?"
"Eh, no no ..... nulla Oscar!" E io adesso cosa faccio? Lei vuole farmi scrivere una lettera .... in pratica dovrei scrivere a lei ..... accidenti che pasticcio. "Entriamo Oscar ....."
 
Percorriamo il palazzo fino a salire lo scalone, mancano solo due gradini, mi volto, lo guardo negli occhi, però che sguardo intenso che ha André, ho la sensazione che mi nasconda qualcosa. Però il suo sguardo intenso mi mette in imbarazzo.
 
"Allora Oscar ... hai proprio deciso? Magari .... non so, hai altro da fare oggi?!"
" ... No! ... Ho detto che ... che ti aiuterò e lo farò!"
"Come disideri" Rispondo rassegnato mentre la seguo nel suo appartamento.
Mi avvicino allo scrittoio, mi siedo. Giro la chiave del cassetto e tiro fuori penna e calamaio. Vedo l'ombra di André riflessa nello specchio, è in piedi dietro di me, è strano. "Siediti! Perché sei rimasto in piedi? Forse quello che ha cambiato idea sei tu!?" mi volto, lo fronteggio. "Forse non sei davvero innamorato di quella donna!?"
"Si, la amo. La amo con tutto me stesso .... ma lei .... forse lei non è pronta, Oscar. Lei è .... diversa, particolare, unica. Eccezionale!"
"Ma possibile che non si sia accorta dei tuoi sentimenti?"
"No, proprio no Oscar. E forse non è il momento opportuno ... sai, c'è un tempo per ogni cosa"
"Andrè, posso farti una domanda?"
"Certo!" rispondo deciso.
"Forse, quella ragazza ama un altro?"
"No, non credo. Lei ... Oscar, ma perché dobbiamo parlare di queste cose?"
"Perché hai paura di dichiarare il tuo amore a quella donna, ecco perché? Forse non ti senti degno di lei? Ma chi è? Dove vive?"
"Perché .... è difficile. Io ... mi accontento di quello che ho"
Sgrano gli occhi, lo guardo intensamente, continuo: "Non sarà una nobildonna?!"
"Cambierebbe qualcosa?!"
"Non certo per me ma ... capirei il motivo della tua tristezza, rassegnazione. André, spero che quella donna meriti il tuo amore anche se ... un po’ la invidio!" dico con aria giocosa mentre afferro la sua mano. "Vieni! Su avanti, scriviamo questa lettera ma sappi che mi mancherai moltissimo, tu sei tutto per me!"
"E va bene, scriviamo!" Sospiro rassegnato mentre mi siedo allo scrittoio, intingo la piuma nel calamaio e attendo, come sospeso, che in qualche modo questa assurda situazione si risolva. "Ma non voglio scriverla allo scrittoio ma sul tavolo, voglio che tu mi stia di fronte e mi guardi mentre la scrivo!"
"Cioè Andrè, vorresti forse osservami mentre scrivi? Guarda che devi scrivere ad una donna! Non ad un ufficiale dell'esercito francese! Comunque sia, va bene, sistemiamoci sul tavolo del salottino!"
"Oh beh ... la donna che amo non è lontana dall’essere un soldato. E' forte, coraggiosa e ... si, insomma a me piacciono le donne decise e forti. Non mi piacciono le donne svenevoli." Aggiungo mentre osservo Oscar.
"BENE! Allora inizia a scrivere, forza! Mia cara ..... uhm ... come si chiama?!"
"Ehhh ecco .... veramente ..." e adesso cosa mi invento?
"Andrè! Forse questa fanciulla non ha un nome?!" Rispondo sorridendo, certo che il mio amico è davvero strano.
"... Françoise ... si, Françoise ..."
"Françoise .... un bel nome. Ecco ....  se avessi avuto un nome femminile .... avrei voluto che fosse Françoise. Allora, forza, scrivi!"
Scrivo il suo nome, poi ripongo la penna nel calamaio. La guardo intensamente, non capisco più niente, mi alzo, le porgo le mani. "Su, vieni Oscar .... devo parlarti."
"A me? Ma ..... " sussurro imbarazzata mentre sento il calore delle sue mani stringere le mie. Erano diversi anni che non sentivo più la sua stretta. Non ci avevo mai fatto caso prima.
"Oscar ... forse è meglio non scriverla quella lettera .... devo avere il coraggio di dichiararmi con quella ... donna, voglio dirle che l'amo guardandola negli occhi perché io, l'amo! L'amo tanto ..." dico guardandola con tutto l'amore che provo. "Non potrei vivere senza di lei. Lei è la mia vita, il mio mondo, il mio tutto."
Sento lo sguardo di Andrè, ha qualcosa di magnetico, dolce, cupo, deciso. Dice di amare questa donna con intensità, forza, coraggio. Mi sento quasi smarrita nel suo sguardo, persa. Ed uno strano calore salire fino al mio petto. Non so cosa dire, sono come paralizzata mentre lo osservo. Ecco .... io non ho mai pensato di essere amata .... ma se mai un giorno dovesse accadere, vorrei che fosse un sentimento come il suo.
"Oscar ... io ..." per un istante abbasso lo sguardo poi la guardo intensamente, avanzo. "Possibile che tu non l'abbia ancora capito?" aggiungo cercando di farmi coraggio.
"Cosa?" domando timidamente.
Guardo il foglio dove ho scritto il suo nome. "Ho scritto male il tuo nome ..."
"Il .... mio?!" Sussurro intimidita.
"Si. La donna che amo si chiama Oscar Francois." Ecco, l’ho detto. Faccio un respiro, poi un altro, mentre osservo le sue reazioni, diverse espressioni passano sul suo viso, sconcerto, sollievo, stupore, confusione.
"A ..... Andrè .... io ....." sussurro imbarazzata, sorpresa ma in fondo sollevata. Andrè non mi abbandonerà. Andrè ... non ha un'altra donna. Andrè ... è mio. Il mio Andrè.
"Ecco, adesso lo sai! ... Io ti amo e so bene che mai contraccambierai il mio amore!" afferro i suoi polsi, la faccio arretrare fino a metterla con le spalle al muro, la bacio con tutto l'amore e la passione che è in me. Poi mi allontano dolcemente, sussurro: "Perdonami. Giuro su Dio che non ti farò più una cosa simile! ... ma io ti amo, ti ho sempre amata!" le lacrime rigano il mio viso.
André si allontana da me, continuiamo a guardarci ma questa volta non come due amici, fratelli, confidenti ma come un uomo e una donna. Mi sento raggelare anche se le mie gote sono avvampate e mie mani sono sudate. Andrè mi dà le spalle, continua ....

"Ecco adesso lo sai, sei tu quella donna. Sono disperato, io ti amo ma tu non l'hai mai compreso." la fronteggio nuovamente, avanzo. la guardo con desiderio e con timore. "Non parli? Non mi dici più nulla? ... Non mi avevi detto che avrei dovuto parlare con quella donna? ... Mi hai chiesto se era una nobildonna!? ... Si, lo è! Il suo nome è Oscar ed io l'amo come un mendicante!"
 
Sono scioccata dalle parole di Andrè. Scioccata e sollevata, è una assurdità. Non lo perderò, perchè lui ama me. Ma io ...... non so cosa dire, non riesco a capire cosa provo io. Non riesco a dire nulla, lo vedo mentre mi osserva, in attesa una qualche mia reazione. Ma io .... io sono pietrificata, spaventata dalla forza dei suoi sentimenti.
 
Sorrido sconfitto, abbasso lo sguardo. "Oscar, il tuo silenzio inaspettato mi confonde ... non ho molta esperienza con le donne ma credo che se una persona non prova alcuna emozione dopo aver ascoltato tutto ciò, potrei pensare che mi odi oppure …. potrei illudermi che anche tu mi ami .." avanzo ancora, siamo l'uno contro l'altro. "Ed io vorrei tanto pensare che tu mi ami come io ti amo ..." mi avvento nuovamente su di lei, affondo le mie mani tra i suoi capelli e la bacio ancora ... Mi scosto dalle sue labbra. "Adesso se lo vorrai, cacciami via ed io me ne andrò per sempre ..."
Vedo Andrè allontanarsi, non voglio perderlo, lui è il mio migliore amico, il mio compagno d'armi, parte della mia famiglia. "NO!" rispondo secca. "Non voglio ... che tu .... vada via ..." la mia voce trema appena, non so cosa provo esattamente per Andrè, ma so per certo che non intendo perderlo, per nulla al mondo.
Le mie mani affondano sempre di più tra i suoi capelli, mi perdo nel suo sguardo smarrito, domando: "Perché vuoi che rimanga? ... Io non posso più starti vicino. Io non potrò essere più il tuo compagno di armi, il tuo difensore! ... No, dopo la mia confessione ci troviamo davanti a un bivio: insieme, io e te, oppure lascerò questa casa, non avrei più il coraggio di parlarti, di guardarti negli occhi ed io non potrei più vivere in pace!"
"Io .... io non posso rinunciare a te, Andrè. Non voglio perderti, per nulla al mondo. Però ..... io davvero ..... perdonami Andrè, ma sono ..... confusa" Sussurro piano mentre mi perdo nello sguardo di Andrè. Non l'ho mai visto così, deciso, bello, affascinante. Mi sento quasi ipnotizzata dal suo sguardo, percepisco il calore del suo corpo, delle sue parole sincere.
Le mie labbra sfiorano la sua guancia, è calda. Le mie mani scivolano via dalla sua chioma, mi allontano appena. "Hai ragione! Non puoi decidere così, su due piedi ... ma sappi che tra una settimana lascerò il palazzo, nel frattempo potrai riflettere e se non dovesse bastarti ti aspetterò tutta la vita! ... E adesso scusami, vado via!" Concludo mentre lascio la sua stanza.
 
Resto immobile mentre vedo Andrè allontanarsi. Una settimana .... solo una settimana .... sento la porta richiudersi alle sue spalle e la sua immagina resta nei miei occhi, i suoi capelli corvini, le sue spalle ampie, il suo profumo.
 
 
Sono a pochi passi dalla porta di Oscar, non ho potuto fare a meno di ascoltare le ultime parole di Andrè. Una settimana e andrà via? Ma cosa è accaduto la dentro. Vedo Andrè uscire, a testa bassa, che senza accorgersi della mia presenza quasi mi rovina addosso. "ANDRE'!!" sbotto deciso.
Sento tuonare la voce del Generale, indietreggio, sussulto, l'emozione sale, sussurro: "Scusatemi, Generale!"
"Cosa significa che tra una settimana lascerai questa casa?! Domando deciso.
"Ecco io ..." tiro fuori tutto il mio coraggio, lo guardo e con tono deciso continuo: "E' così, Signore. Tra una settimana lascerò il palazzo."
"E perché, di grazia?!"
"Spero che Voi mi permettiate di andare. Signore, sono vent'anni che sono al servizio della Vostra famiglia ed è giunto il momento che mi faccia una vita lontano da qui ..."


Mi avvicino alla porta della mia camera, ascolto la conversazione tra mio padre e Andrè.
Giuro che non capisco più nulla. Sono tanto confusa... ma una cosa è certa: non voglio che André vada via!
 
 
"Non mi hai risposto, Andrè. Perché vuoi lasciare la mia casa?!"
"E' troppo chiedere la mia libertà dopo averVi servito per una vita intera?"
"Ti sto solo chiedendo una spiegazione, Andrè. Ti ho cresciuto nella mia casa, quasi come un figlio. Ed ora tu vorresti andartene, senza neppure darmi una spiegazione. Non te lo permetto." Rispondo deciso, esigo una spiegazione e la avrò.
Guardo la porta della stanza di Oscar, non voglio che ascolti, sussurro con un fil di voce: "E va bene, ve lo dirò ma non qui!"
"E va bene, andiamo nel mio studio, ora!"
 
Mestamente percorro il corridoio un passo dietro al Generale finché entriamo nel suo studio.
 
 
Mi accomodo sulla mia poltrona, nel salottino dello studio. Ho deciso di cercare di mettere Andrè a suo agio, trovo assurdo che voglia andarsene. Gli faccio segno con la mano di accomodarsi nell'altra poltroncina e attendo che parli. "Allora? Ti ascolto, Andrè"
"Signore ... ecco ... non è facile per me, parlare di un argomento così delicato ..."
"Ma dovrai farti forza e coraggio ... e parlare" aggiungo deciso.
"Signor Generale, io non posso più vivere fianco a fianco di Oscar perché l'amo!"
"Ah ... e immagino che tu abbia scoperto proprio questa sera questo sentimento?!"
Con l'animo carico di emozioni, continuo: "No, Signore! Io l'ho sempre amata. Stasera sono arrivato a un punto di non ritorno ... ed io non posso più restare."
"Uhm ...." osservo Andrè, che lui ami Oscar è sotto gli occhi di tutti ma che abbia trovato il coraggio di dirlo .... questo non me lo sarei aspettato. "E dimmi, lei lo sa?!"
"Si ..."
"Eh ... cosa ti ha detto. Intendo .... come ha reagito a questa .... rivelazione, se mi passi il termine."
"E' confusa, mi ha chiesto del tempo ma ... Signore, Voi non siete arrabbiato con me?" domando adesso un poco sorpreso.
"Arrabbiato? No. Sorpreso si. E se io sono sorpreso da questo tuo coraggio, posso comprendere lo smarrimento di Oscar. E dimmi, qualora lei ti ricambi, cosa intenderesti fare?!" Domando mentre osservo ogni piccola reazione di Andrè.
"Vorrei che diventasse mia moglie. Non posso vivere senza di lei. Oscar o nessuna!"
"E non credi che dovresti chiedere la sua mano? O forse hai scordato le buone maniere?!" Aggiungo con tono irritato.
"Ma Signore io davvero non Vi capisco! Voi non siete infastidito da ciò che Vi ho detto?"
"Sono infastidito dalla tua mancanza di buone maniere, semmai! Eppure ti ho educato come un vero gentiluomo! Quindi vedi di comportanti come tale!"
"Ma ... cosa dovrei fare?! .. Oscar è confusa, non mi ha detto nulla ma io le ho dato una settimana di tempo per decidere, poi lascerò il palazzo ... spero che non Vi opponiate."
"Certo che mi oppongo! Un uomo, dai sentimenti forti e sinceri, non si arrende così facilmente! Vedi di ricomporti e se davvero la ami, conquistala! O forse l'impresa è oltre le tue possibilità? O non la ami abbastanza?!"
"Cosa?! Ma ... io ..."
"Ma tu niente! La ami? La ami davvero? Resta e conquistala. Diversamente i tuoi sentimenti non sono così forti."
Sono felice, mi sento rincuorato dalle parole del Generale, sorrido. "Grazie Signor Generale!"
"Grazie? Tutto qui?! Sto ancora aspettando che tu mi chieda il permesso di corteggiare mia figlia! Questi giovani moderni .... se io mi fossi comportato così con mio suocero .... sgrunt!"
"Io ... ecco ... si, avete ragione, Vi chiedo di scusami. Generale, mi concedete il permesso di corteggiare Oscar?"
"Si, te lo concedo Andrè. Ma ricordati di essere a modo, rispettoso, morigerato .... perché io ti osservo!"
"Si, si ... certo Generale."
"Ecco .... vai ......" poveretto, lo attendo davvero una sfida difficile. Perché Oscar è bellissima, forte, decisa .... ma anche complicata. E se persino io ho capito che Andrè non le è indifferente .... lo capirà anche lei, con un poco di pazienza.
 
 
 
 
 
 
Dopo che Andrè è uscito dalla mia stanza sono rimasta ferma a fissare la porta che si è richiusa alle sue spalle. Che situazione assurda, la donna che Andrè ama sono io. E come se questa non fosse già di per se una notizia eccezionale, lui mi ha detto candidamente che tra una settimana lascerà il palazzo. Io non voglio che se ne vada, non posso accettare di vivere senza di lui, senza la sua amicizia. Ma non intendo di certo farmi impressionare da tutto ciò. Però mi ama.
Inizio a muovermi per la mia stanza, un passo dopo l'altro. "Forse dopo un buon sonno avrò le idee più chiare, forse" sussurro tra me e me. Mi sfilo gli indumenti, passo una pezza umida sulla mia pelle per lavare via lo fatica della giornata. Mi osservo per un attimo allo specchio.
Andrè mi ama.
Mi giro su un fianco e mi osservo ancora.
Andrè mi ama.
Mi volto di schiena, giro un poco la testa, sposto i capelli e mi osservo nello specchio.
Andrè mi ama.
Non riesco a pensare ad altro, se non alle sue parole. Afferro la camicia da notte, la infilo, sento il tessuto scivolare sulla pelle.
Andrè mi ama.
Continua a girarmi per la testa solo questo.
 
Toc toc
 
Sento bussare alla porta, infilo una giacca da camera sopra alla camicia da notte, raggiungo la porta ed apro decisa, nella speranza, vana, di vedere Andrè. Sussulto appena quando mi rendo conto che davanti a me non c'è Andrè, ma mio padre. Mi raddrizzo, cerco di assumere un'espressione indifferente. "Padre ...."
Osservo mia figlia, indossa una giacca da camera maschile ...
"Oscar, posso parlarti?"
"Si, certo Padre. Accomodatevi pure .... e scusate l'abbigliamento, mi stavo ritirando"
"Sono io che non arei dovuto disturbarti a quest'ora ... ma ho bisogno di parlarti."
"Sono a Vostra disposizione, Padre"
Avanzo lentamente, mi siedo alla poltroncina mentre mio figlio mi osserva.
"Perché non ti siedi? Voglio parlarti come non facciamo da tempo."
"Come desiderate, Padre" rispondo mentre mi sistemo sull'altra poltroncina, quella che di solito occupa Andrè. Sento il suo profumo, per un attimo persino il suo calore. E' solo un attimo, ma resto persa, distratta.
Mentre tiro una boccata con la mia pipa vedo mio figlio sedersi di fronte. Per pochi istanti abbasso lo sguardo e sussurro: "Oscar ... non hai mai pensato di dare una svolta alla tua vita?"
"Una svolta, Padre? Non capisco. Io ... credo di essere un buon ufficiale, di avere portato onore alla nostra famiglia ..." rispondo decisa, non capisco dove voglia arrivare mio padre.
Poso la pipa sul tavolino che è di fianco e continuo: "Lo so e sono orgoglioso di te. Nemmeno se tu fossi stata un uomo avrei desiderato di più! ... Scusami, Oscar, non era mia intenzione offenderti, semplicemente voglio dire che non sei mai stata inferiore a nessuno! ... Io mi riferisco nell'ambito della tua vita affettiva. Per tutti arriva il momento di pensare un poco a se stessi ... innamorarsi di qualcuno fa parte della vita di ciascuno di noi. Tu non ti senti sola?"
"No" rispondo decisa, mentre penso tra me e me che è una risposta a metà, fino a questa sera no, ma ora ... se davvero Andrè dovesse partire ..... si, mi sentirei sola.
"Ne ... sei davvero sicura? ... Vedi, poco fa, André si è congedato da me, mi ha detto che tra una settimana lascerà il palazzo ed io lo comprendo, ormai è un uomo e anche lui come te deve pensare al suo futuro. Cosa pensi al riguardo?"
"Io .... " sussurro piano mentre abbasso lo sguardo e intreccio le mani, le osservo e le distendo. Non posso essere debole, io sono l'erede dei Jarjayes. Poi sospiro, alzo la testa ed osservo mio padre, non riesco a capire a cosa stia pensando. "Io, il mio futuro è nell'esercito."
"Ma non basta! ... Oscar, desidero parlarti francamente: sei una donna, una bella donna e come tale dovresti pensare al tuo futuro! ... Oscar non hai mai pensato di abbandonare l'uniforme e sposarti?"
"Sposarmi, io? Padre, non Vi comprendo affatto. Il mio destino è nell'esercito, come Voi e come tutti i nostri antenati prima di Voi"
"Noi abbiamo preso moglie e avuto figli! ... Possibile che tu non senta la necessità di amare ed essere amata?" aggiungo con un poco di amarezza, quante cose ti stai perdendo figlia mia …..
"Non credevo che .... non mi avete cresciuta per questo" rispondo seria.
"Ascoltami! Hai adempiuto più che bene al tuo compito. Hai portato onore e lustro alla nostra famiglia ma credo che sia giunto il momento che tu pensi a te come a breve farà André! ... Credi che non abbia capito che André si sia innamorato?! Ecco perché vuole andare via."
"Ah, ve lo ha detto, Padre? E ... Vi ha detto anche chi è la ... fortunata?"
"Lo sai bene ... André ama te, tu …. sei la fortunata."
Le parole di mio padre mi lasciano senza fiato, non so cosa rispondere. Resto qui, seduta, immobile, avvolta nel profumo di Andrè, sulla sua poltrona, mentre mio padre mi osserva, forse in attesa di una mia reazione.
"Vorresti negare che André ti ama? ... Quali sentimenti provi per lui?" incalzo mia figlia, voglio che si apra, che capisca cosa vuole.
"Andrè .... è stato lui a dirvelo?" domando cercando di mantenere la voce ferma, senza riuscirci.
"E' inutile negarlo. Si, me l'ha detto ma solo perché ho insisto nel voler conoscere la causa della sua decisione di andare via."
"E .... Voi, cosa pensate di .... di questo" domando imbarazzata e confusa, sempre più confusa.
"Ha il mio consenso per corteggiarti! ... Credo che sia l'uomo adatto a te. Ovviamente sarai tu a decidere del tuo futuro."
"Quindi Voi .... acconsentireste ad una nostra unione?" Domando ora un poco incuriosita.
"Si. Ribadisco, André è l'unico uomo che potrebbe farti felice! ... Beh sempre se accetterai la sua corte!"
"Padre .... posso essere sincera?"
"Certamente!"
"Voi mi avete insegnato ad essere un uomo, a vivere come un uomo, a cavalcare, usare le armi … ma amare, cosa significa amare?"
"Non capisco il senso della tua domanda. Forse non hai mai provato un sentimento per un uomo?"
"Non lo so ..... davvero, spiegatemi Voi cosa significa amare. Come .... si fa a capire di amare qualcuno, amare come un uomo ama una donna .... e viceversa.”
"Ti sarebbe indifferente se André andasse via?"
"No" rispondo decisa, poi respiro ed aggiungo: "Ovviamente no.”
"Quindi ti mancherebbe!? Cosa ti mancherebbe di lui? La sua amicizia? La sua complicità? La sua presenza?"
"La sua amicizia, senza dubbio. La sua presenza, anche. Mi mancherebbe e basta. Insomma, siamo cresciuti assieme .... facciamo tutto assieme. Io .... sono confusa, Padre. Molto confusa"
"E se André anziché corteggiare te si interessasse ad un'altra donna ..."
Sussulto appena alle parole di mio padre, accavallo le gambe nervosa, stringo le mani. "Se lui la amasse, ne sarei felice. Intendo, sarei felice per lui. Ecco, vorrei che Andrè fosse felice, di questo sono certa"
"Non ti darebbe fastidio se ti dicesse che è in procinto di sposarsi?"
"Padre, non lo so. Non so più nulla. Questa sera Andrè ... Andrè mi ha detto che .... che mi ama. Ed io .... io non so cosa ... so solo che non voglio che lasci questa casa" Rispondo alzando lo sguardo su mio padre.
"Ecco ... ti sei data da sola la risposta che cercavi." sorrido. "Prima di andare via, voglio dirti un’ultima cosa, prova a immaginare come sarebbe la tua vita senza André." mi alzo dalla poltroncina. "Rifletti. Non lasciare che la felicità ti sfugga di mano."
Osservo mio padre mentre si alza lentamente dalla poltroncina, mi guarda con uno sguardo che non gli avevo mai visto prima, sembra persino dolce. Le sue parole mi sorprendono. "Padre ....."
 
Annuisco, attendo che continui ...
 
"Una settimana .... una sola settimana per capire. Non credo .... non voglio che Andrè esca dalla mia vita ma ..... una settimana. Come si fa a capire in una settimana? Io lo considero un fratello .... come si fa a passare da fratello a ..... a ..... non riesco neanche a dirlo, Padre. Non ci riesco ...." sussurro mentre sento due lacrime affacciarsi dai miei occhi e scendere sul mio viso. Non ho mai pianto davanti a mio padre, un soldato non piange, un uomo non piange.
Avanzo verso mia figlia, la guardo con dolcezza, con i pollici le asciugo il viso. "Figlia ... è la prima volta che ti chiamo in questo modo, perdonami. Oscar, so per certo che è André l'uomo della tua vita. Sei tanto confusa e devi fare chiarezza nei tuoi sentimenti. Sono sicuro che non lascerai andare via André, figlia mia ..."
"Padre ...." sussurro piano mentre sento mio padre abbracciarmi, è la prima volta che mi abbraccia. Mi appoggio al suo petto, lo sento accarezzarmi piano, forse un po' timidamente.
Accarezzo il capo di mia figlia. "Oscar adesso tocca a te decidere, io non posso fare più nulla per te."
"Si .... avete ragione Padre. Ma io non ho nulla da decidere, l'amore non si decide. Si accetta, si accoglie, si condivide" rispondo imbarazzata ma decisa.
"E così deve essere!"
 
 
 
 
 
 
Ho trascorso la notte nell'incertezza più assoluta. Ho pensato a ciò che è accaduto: Andrè mi ama e mio padre mi ha incoraggiata a gettarmi nelle sue braccia, senza contare che per la prima volta mi ha chiamata, figlia.
Se ignorerò Andrè, lo perderò, non voglio! ... Si sta facendo tardi, devo indossare la divisa della Guardia Reale!
Mi avvicino al balcone, come ogni giorno vedo André aspettarmi seduto al bordo della fontana ma oggi è diverso, lui mi ama, mi ha baciata più volte, che emozione! Non credo che riuscirò a sostenere il suo sguardo.
Allaccio l'elsa ai fianchi e lascio la mia stanza.
 
Sono in giardino, ho sellato i nostri cavalli, sistemato i finimenti ed ora sto aspettando Oscar, come ogni mattina. Anche se questa mattina non è una come tutte le altre, dopo quanto le ho detto ieri sera, dopo quanto mi ha detto il generale. La vedo uscire dal portone del palazzo, si ferma un attimo ad osservarmi, poi riprende a camminare verso di me.
 
 
 
A passo spedito mi avvicino al mio cavallo. Passo davanti ad André, anche se lo ignoro sento il cuore palpitare così forte che temo lo possa sentire.
Infilo il piede nella staffa e con un colpo secco nei fianchi del cavallo parto a galoppo.
 
 
Vedo Oscar allontanarsi al galoppo, non mi ha salutato, non mi ha neppure parlato. Vorrà ignorarmi? Che abbia già deciso? Dovrei arrendermi? Non so davvero cosa fare.
 
 
 
Andrè ed io abbiamo trascorso l'intera giornata senza parlarci anche se diverse volte i nostri sguardi si sono incontrati. Adesso sono qui, nella mia stanza, distesa sul mio letto a rimuginare sopra, che faccio? André vuole una risposta, mio padre gli ha concesso perfino di corteggiarmi ... e non ci siamo scambiati neppure una parola! Tutto ciò è assurdo!


TOC TOC

”AVANTI!" Vedo spalancarsi la porta, è André che porta un vassoio, sopra ci sono due tazze fumanti di cioccolata e in un bicchiere c'è una rosa bianca. Avvampo per l'emozione e mi alzo di scatto.
"Buonasera Oscar. Ho pensato di portarti una cioccolata, spero di non avere fatto male" Aggiungo mentre appoggio il vassoio sul tavolo del suo salottino. Sento il suo sguardo addosso, ma sembra che lei sia imbarazzata.
 
La voce di André mi emoziona, sono confusa, annuisco.
"Vieni, siediti. Posso .... posso restare con te?"
"... E ... ecco ... io ... si ..."
"Grazie Oscar" Rispondo mentre mi accomodo. Vorrei che mi parlasse, che mi dicesse cosa prova. Io capisco che per lei non sia facile, che sia tutto un gran groviglio. Vorrei che si aprisse, nel bene o nel male.
Che faccio?! Che imbarazzo!
A piccoli passi mi sieda a tavola, sussurro. "Grazie ..."
"Oscar .... oggi .... non mi hai detto nulla. Io ... credo che dovremo parlare, non trovi?!"
Con un nodo in gola domando: "Di cosa vorresti parlare?"
"Di .... noi. Di te. Oscar, dimmi qualcosa."
"Io ..." abbasso lo sguardo. "Cosa vuoi che ti dica?"
"Abbiamo una settimana, Oscar. Proviamo a viverla bene. Poi, se non ricambi i miei sentimenti, ti lascerò tranquilla. Scomparirò."
 
Sento il cuore battere all'impazzata, respiro a fatica, capisco che André non mi è indifferente, ma cosa devo dirgli?!
Lo guardo smarrita, rimango in silenzio.
 
"Oscar .... dimmi qualcosa" domando mentre afferro le sue mani, posate sul tavolo.
Sento le mani gelarsi. "Andrè, io ..."
Lascio le sue mani, osservo le due tazze di cioccolata. "Beviamo la cioccolata, prima che si raffreddi"
Sento le sue mani sciogliersi dalle mie, in un soffio sussurro: "Si."
Osservo Oscar, sospira mentre prende la tazza tra le mani e la porta alle labbra. Beve piano, a piccoli sorsi. Faccio altrettanto mentre osservo Oscar. Mi sembra che lei stia facendo altrettanto, mi osserva un poco di sottecchi, mentre le sue gote arrossiscono appena. Finisco la mia cioccolata, poso la tazza e alzo lo sguardo su Oscar. La osservo e non posso fare a meno di sorridere, due magnifici baffi di cioccolata sono comparsi sul suo viso. "Oscar ..... passano gli anni ma tu non cambi mai!" Poi scoppio a ridere.
Afferro il tovagliolo posto sul tavolo, mi pulisco con forza, quasi rabbia, mi alzo dalla sedia e ribatto stizzita: "Possibile che tu, André, debba prenderti gioco di me nonostante che non siamo più bambini?! Si, certo ogni qualvolta che bevo la cioccolata puntualmente mi procuro due baffi e allora?!"
"Sei così bella quando ridi, Oscar" rispondo mentre un'espressione imbronciata sul suo viso. "E poi, ti ricordo che da bambina andavi fiera dei tuoi baffi! Anzi .... dicevi che da grande li avresti avuti davvero!"
"Cosa?!" mi porto la mano alla fronte e scoppio in una sonora risata.
"Vorresti forse negarlo?" Mi alzo, mi atteggio come fossi il generale ed aggiungo: "Da grande avrò anche io i baffi!!" Poi scoppio a ridere, Oscar era proprio così da bambina. "Ti amavo già allora, lo sai?” aggiungo con dolcezza.
"Oh ma ... André ma come hai fatto a starmi vicino per tanti anni se mi ... hai sempre amata?"
"Perché diversamente mi saresti mancata come l'aria!"
"André ... io davvero non mi sono resa conto del ... tuo amore."
"Lo so. Non sei cresciuta per questo. Nessuno ti ha insegnato cos'è l'amore. Tu sei un soldato, abile con tutte le armi, ottimo stratega. Ottima amica. Ma nessuno ti ha insegnato a leggere nel tuo cuore .... né a comprendere il cuore altrui."
"Quindi pensi che io sia insensibile?!"
"Tutt'altro. Tu sei la persona più sensibile che io conosca. Non conosco persona più buona, gentile, onesta, sensibile di te. E ti amo anche per questo. Oscar, io amo tutto di te. Lo so che ti ho detto che avrei aspettato una settimana .... ma ti amo. Non posso tacere, non ci riesco più. Ti amo, così come sei. Forte e timida, fredda e passionale. Semplice e complicata. Ti amo, Oscar"
"A ... André ... io ..."
"Tu ....." mi avvicino a lei, pieno di speranza.
"Io ... Andrè, io ..." lo guardo negli occhi. "Ti amo, Andrè ..."
Mi avvicino, sento il cuore battere all'impazzata. Sorrido. Allungo le mani e la accarezzo. "Oscar ....." sussurro avvicinando le mie labbra alle sue. "Dillo ancora, ti prego".
Abbasso lo sguardo. "Ti amo e non voglio che te ne vada ... resta con me."
"Per sempre ... resterò con te per sempre" poi avvicino le mie labbra alle sue e la bacio, con dolcezza assaporo la morbidezza. "Sai di cioccolata!"
Arriccio il muso, borbotto: "E non prendermi in giro! Ah ah ah ..."
 
 
Sono piegato davanti alla porta della stanza di mia figlia, osservo dal buco della serratura tutta la scena. "Bene ... con un po' di pazienza .... una nuova generazione di Jarjayes arriverà!"

 
   
 
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