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Autore: Swan Song    09/03/2024    5 recensioni
Nella pittoresca Venezia, si sta celebrando la festa in onore di un matrimonio molto speciale. L'atmosfera è allegra, e Steve e Susan Sheppard sono tra gli invitati.
E' risaputo, tuttavia, che quando si tratta di matrimoni, qualcosa va sempre storto.
[Mini indagine degli Sheppard, introdotti nel racconto "The Windsor Chalet"]
Genere: Comico, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE 1950s'
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Primo








Jonathan Price soffocò un’acuta risata nella mano chiusa a pugno. Per quanto lo riguardava, quella giornata aveva raggiunto l’apice del godimento, perché niente avrebbe superato il suo divertimento nel vedere gli Sheppard lanciarsi in un discorso matrimoniale improvvisato.
Sheppard che restarono inchiodati sul posto fino a che Odette, in una maniera forzatamente cordiale, non diede loro una piccola “spintarella”.
Allora si alzarono a tempo e si diressero a destinazione. Dire che tutti li guardavano sarebbe stato riduttivo.
Susan cominciò a deglutire, nervosa, mentre Steve si lisciò le pieghe della divisa che indossava; era stata una scelta di lui e Price presentarsi in divisa, anche se sapevano che vigeva una specie di regola non scritta che invitava coloro che possedevano un titolo militare a presenziare ai matrimoni in divisa.
A tal proposito, una vecchietta riccona si rifece la vista.
Piegò il collo di lato, cercò di non far cadere la dentiera dentro il flute di champagne, e squadrò le spalle e il sedere di Steve senza vergogna alcuna.
«Pensavo fosse un vecchio.» commentò, avvicinandosi all’orecchio della sua amica novantenne, anch’essa non maritata «I giornali non hanno specificato. E, dato che ha già una figlia grandicella, ho pensato...»
«Sì, anche io.» ammiccò suddetta amica «Invece, guarda che roba...una scultura!»
«La moglie sarà ancora viva...»
«Peccato.»
«Guardare, ma non toccare.»
«Bè, un ballo può anche concedercelo.»
Susan aumentò il passo quando affiancò il tavolo dov’era presente Chuck, anche se non servì a molto, dato che percepiva il suo sguardo addosso ugualmente, come se avesse gli occhi nella schiena.
Era dannatamente elegante, il bastardo, ancora più del solito. O era lei che lo vedeva così, più bello del solito?
Scrollò la testa per scacciare quei pensieri e salì i famigerati scalini. Sia Aisha che Nathan la guardavano raggianti, sorridenti, ma lei in quel momento avrebbe solo voluto ucciderli.
Chuck accavallò le gambe ed incrociò le dita, pronto a godersi la scena come se fosse a teatro.
«Bè, allora...»
Un inizio pessimo, Steve, disse tra sé e sé, ma non era mai stato bravo con le parole, piuttosto coi fatti. E le parole venivano di conseguenza, ecco perché spesso e volentieri risultava burbero. O, come diceva sempre Price, un neanderthal.
Susan fece scorrere lo sguardo sulla sala e batté le mani, fingendosi entusiasta, per soccorrere il padre e salvare la situazione «Signore e Signori...»
Meglio, decisamente, pensò Steve. Fortuna che per certi versi ha preso da sua madre.
«Credo vogliate ascoltare cosa pensiamo degli sposi, piuttosto...»
La vecchietta con l’amica novantenne alzò il bastone e lo puntò direttamente contro la ragazza, che indietreggiò spaventata «Ma quali sposi e sposi! Siete stati invitati a parlare in quanto detective ufficiali, quindi...parlate.» mosse tatticamente le sopracciglia ed ammiccò in direzione di Steve, così tanto che Chuck (dalla sua postazione) si sentì in dovere di sussurrare «Accidenti, questa mi batte. Dovrei imparare da lei.»
Gli Sheppard si scambiarono uno sguardo com’erano soliti fare «Uhm…è vera, questa cosa?» domandò Steve voltandosi verso gli sposi «Dobbiamo parlare del nostro lavoro?»
Aisha sorrise «A differenza degli altri ospiti, siete famosi. Qui tutti sanno come mi avete incontrata. Come avete incontrato Nathan.» aggiunse, accarezzando la mano dello sposo con movimenti circolari e studiati, che fecero rabbrividire Susan «Ma non sanno le vostre mirabolanti avventure! E dato che nemmeno io e Nate le conosciamo… coraggio, sbizzarritevi!»
«Abbiamo scelto, di comune accordo, di non farvelo sapere prima, nel biglietto d’invito, proprio per non farvi preparare, per farvi andare a braccio.» disse Nathan «Così tutto sarà molto più naturale.»
«Geniale, davvero.» borbottò Steve «Neanche un minimo preavviso.» poi, quando vide che Price se la rideva come una iena, ringhiò.
Susan prese un ampio respiro «Immagino conosciate il caso della contessa Perla O’ Neill.»
«Quello sì.» saltò su Roger «Grazie al signorino Chuck.»
«E ti pareva.» sussurrò Steve «Eccellente, quello lo saltiamo. Se vi manca, recuperatelo!»
Susan si sporse verso di lui «Non è un libro, papà.»
«Senti, sono in confusione, non so che dire. Dai marines stai alle regole tutto il giorno, i superiori ti urlano nelle orecchie come se fossi la peggiore feccia dell’umanità. Quindi non sono abituato a trattare con gente per bene.» l’uomo ricambiò lo sguardo della vecchietta «Soprattutto con vecchie arrapate.»
«Sì, me ne sono accorta anche io.» rise la figlia.
Prima che uno dei due riuscisse a proseguire, James Solo alzò la mano «Ho una curiosità, detective.»
«Ah, James. Uno dei pochi normali in quella famiglia.» bisbigliò Steve.
«Per forza, tecnicamente non è di quella famiglia.» ricordò Susan.
«Perché si dice che “non sono mai gemelli” in riferimento ai crimini?» domandò James.
«Uhm...suppongo perché non lo sono davvero.» rispose brevemente Steve, grattandosi i capelli scuri con fare confuso.
Susan scosse la testa e prese la parola «E’ importante sottolineare che questa espressione non ha un significato letterale legato ai gemelli biologici.» disse «In realtà, si riferisce al fatto che ogni crimine è unico e presenta dettagli specifici che lo distinguono dagli altri. Non esistono due crimini identici, signori, proprio come non esistono due gemelli identici.»
«Ma se sono gemelli.» tuonò la novantenne.
Susan alzò gli occhi al cielo «In altre parole, ogni caso richiede un’analisi approfondita e una comprensione delle circostanze specifiche. Anche se due crimini sembrano simili superficialmente, ci saranno sempre differenze cruciali che li rendono unici. Quindi la frase “non sono mai gemelli” enfatizza l’importanza di considerare ogni caso come unico e non fare supposizioni affrettate.»
Sperò così di essersi spiegata, perché non sapeva più con quali parole farlo.
«E voi avete mai beccato un caso con due gemelli?»
Evidentemente le metafore non venivano colte «No.» rispose Susan con tanta pazienza «Ma non stavamo parlando di gemelli biologici. Comunque No.»
«E il vostro approccio, detective?» domandò un uomo con dei lunghi baffi ed una pipa poggiata sul tavolino.
«Un detective deve avere un’elevata capacità di osservazione, deve analizzare i dettagli e trarre conclusioni basate su prove concrete.» ribatté sempre Susan.
«Quindi lei ha già capito tutto di me, signorina.» la sfidò questi.
La ragazza assottigliò lo sguardo e lo studiò attentamente «Se intende adesso, la risposta è No, l’ho fatto già quando ho dato una prima occhiata alla sala. Lei ci tiene al suo aspetto fisico, lo dimostrano i baffi ed il look in ordine, però fuma, un brutto vizio in contrasto con la sua dieta e il suo stile di vita sano. Lo fa perché ha scoperto, dopo vari tentativi falliti, che le donne sono più attratte dall’uomo che fuma, in particolar modo la pipa, quindi ha deciso di fare questo sforzo. Da ciò si deduce che è un uomo che vive da solo alla perenne ricerca dell’amore. Il suo completo ha qualche pelo di cane sparso qua e là, non l’ha spazzolato a dovere, è venuto al ricevimento in tutta fretta, forse perché non le interessa più di tanto e ha organizzato tutto all’ultimo.»
«Come osa!» tuonò la madre di Aisha, girandosi per guardarlo non male, malissimo.
«Che c’è? Mi annoiano le cerimonie, ma volevo approfittare del cibo gratis!» si difese questi «Comunque, basta così. Prenda fiato, signorina. Solo...come fa a sapere che sono peli di cane e non di gatto?»
Susan portò le mani dietro la schiena, fieramente «Sono due tipi di pelo diversi, su questo vinco facile.»
L’ometto annuì e si accese la pipa «Non...non ho altre domande.»
Qualcuno, nella sala, sorrise, altri applaudirono.
«E’ brava.»
«Ha dimostrato di saperci fare, sì.»
«Così giovane, poi...»
Steve era fiero di lei e, a suo modo, anche Chuck. Applaudiva e sorrideva con ammirazione.
Susan, dal canto suo, arrossì «Io...» si schiarì la gola «Scusate, quando si tratta d’investigazione, parto per la tangente e...è solo che mi emoziono così tanto! Sento un fuoco dentro il petto che sale e sale, e s’ingrandisce sempre più, fino ad esplodere. Il che, di solito, coincide con la risoluzione del caso.»
La novantenne si sporse verso l’amica «Pensavo più che altro all’orgasmo. Tu che dici, Gertrude?»
«Eeeeh?»
«Cosa?»
«Non ho sentito. Hai parlato?»
«Sei sorda!»
Adam Windsor scattò in piedi e sventolò le mani per aria, probabilmente già brillo «Nessuno ha mai parlato di me, in questi famosi articoli? Come minimo dovrebbero fare detective anche me.» s’indicò e latrò «Io ho scoperto i...»
«Nooo, Adam, stavi per rivelare la soluzione a chi ancora non la conosce!» imprecò Harper «Zitto mai! Dannazione, sei sempre il solito!»
«Scusa, sorella, ma esiste ancora qualcuno che non conosce la soluzione? Gli sposini mi pare abbiano detto che tutti la conoscono.»
«A parte che è bello rivederti, da un lato, Adam...tutto ciò che hai scoperto tu è avvenuto in maniera totalmente casuale, quindi io non lo definirei un “merito”.» disse Susan.
Adam storse il naso e le puntò il dito contro «Ecco perché non ti ho mai fatto la corte, nonostante tu non abbia ancora venticinque anni!»
«Sì, già me l’hai detto, grazie.» ribatté lei, esausta «Abbiamo finito? Vi siete intrattenuti abbastanza?»
«No! Non avete raccontato altri casi interessanti!» berciò un vecchietto dalle retrovie «Hey, bella Susan...se Adam non ti vuole, ci sono sempre io. Ho tanti possedimenti, sai...tante ville al mare. Ti piace il mare?»
«Sai dove puoi ficcarteli, i tuoi possedimenti?» intervenne Steve come un mastino, ancor prima che Susan riuscisse a fiatare.
«Sono straricco, signor Sheppard! Sarei un ottimo marito!»
«Sì, e prossimo alla morte.»
Quasi tutta la sala scoppiò a ridere e Steve ne approfittò per tornare al tavolo «Sentite, questa pagliacciata è durata anche troppo. Buon proseguimento a tutti.»
«Peccato, volevo sapere dei casi. Vecchio bastardo, hai rovinato tutto!» una vecchia accanto a lui fece per tirargli una bastonata.
Gli Sheppard si gettarono a peso morto sulle sedie, stremati.
Susan aveva ancora i brividi per la proposta del vecchio, mentre Steve si girò subito verso Price, che gli rideva palesemente in faccia.
«Vuoi ricominciare?» lo minacciò con sguardo serio.
«Ricominciare a fare cosa?»
«Lo sai cosa, a litigare.»
«Ma per favore, Steven. E sta’ dritto con quella schiena. Sei seduto come un australopiteco.»
Steve si dondolò all’indietro apposta per farlo irritare «Così va meglio? Sono dritto?»
«Steve...»
«Chi sei, mia madre?»
«Credo proprio che finirò il salmone in crosta.» tuonò Susan nel disperato tentativo di placarli un’altra volta.
«L’ho assaggiato anche io, ma l’ho trovato un po’ acido.» le disse Odette.
«Oh, peccato. Vediamo.» Susan masticò e scosse la testa «Io lo trovo normale.»
Quando Steve bevve un altro sorso di vino, Price saltò su nuovamente «Giusto, ubriachiamoci fino a vomitare l’anima. Dopotutto, non siamo in servizio. Non patisce niente.» aggiunse poi rivolto a Susan «Ti rendi conto? Un buzzurro. Un neanderthal!»
«Rilassati. Che vuoi che succeda oggi? Beviamo un sorso, festeggiamo!» controbatté l’interessato.
«Hai sentito quello che ho detto?»
Si trovò di fronte un ghigno che conosceva ormai alla perfezione «Io non ce la posso fare con te, Steven.»
«Non sei tu che devi farcela con me, Jonathan.»
«Danziamo!» gridò Odette di punto in bianco, vedendo che le prime coppie si stavano dirigendo sulla pista, dov’era iniziata la musica.
«Tesoro, dai, non ho voglia.» sbuffò Price «Mi sta scoppiando la pancia, mi partiranno i bottoni!»
«Non voglio sentire discussioni!» disse Odette, afferrandolo bruscamente per mano nel disperato tentativo di trascinarlo in pista «Di nessun tipo.» chiarì.
Steve rizzò la schiena e poggiò le mani ai fianchi con fare sicuro: «Figliola, tu ballerai con me.»
«Cosa? Sarò lo zimbello di tutta la sala!»
«E’ una precisa richiesta.»
«E’ un ordine.» si lamentò lei.
«Vuoi che ti protegga dai vecchi proprietari terrieri che attentano alla tua dote o no?»
«E pure a qualcos’altro, aggiungerei...» sussurrò lei tra sé e sé.
Rassegnata, non le restò che accettare la mano di suo padre.
Gli sposi aprirono le danze, dopodiché ciascuno poté darsi alla pazza gioia.
«Una foto, per cortesia.» disse il fotografo con fare impacciato «Una foto alle coppie che ballano. Signora Solo, iniziamo da lei e suo marito.» aggiunse, riferendosi ad Aisha «Fermi così. Perfetto! Un bel sorriso...ah, è venuta benissimo, direi! Un’ottima inquadratura. Grazie, grazie molte.»
Quando si avvicinò a Steve e Jonathan, il primo lo mandò via con un brusco sventolare di mano «Non rompere di nuovo.»
Il fotografo si allontanò senza insistenza, evidentemente aveva capito l’andazzo.
Dopo un’esitazione iniziale, palpabile nell’aria, la situazione fu più o meno questa:
Susan pestava i piedi a suo padre, il quale cercava di trattenersi e sopportare pur di non vederla tra le braccia di qualche ricco bavoso, Price faceva roteare Odette che era una meraviglia, Didy e Benny ballavano come dei professionisti, e il fotografo scattava foto perfino al pavimento. Anzi, forse un po’ troppo al pavimento; sicuramente era ubriaco.
Mentre Susan cercava di pensare a qualsiasi altra cosa anziché al fatto che ballasse con suo padre, si percepì una voce gracchiante nell’aria «Hey, bel marine...» ammiccò la vecchietta, la cui scia di profumo veniva percepita probabilmente anche negli Stati Uniti «Un ballo me lo concedi?»
Steve la squadrò con disgusto e fece per rifiutare, quando…
«Ma certo che lo concede! Signora...»
«Gertrude.» fece la vecchia, poggiando una mano sul petto di Steve con fare disinvolto.
Susan scoppiò a ridere, Steve la guardò malissimo, ma era in trappola. La sua faccia diceva “in camera facciamo i conti”, ma tanto Susan sarebbe stata protetta dalla porta della comunicante, che la separava da quella del padre.
Susan adorava sua madre, ma doveva pur salvarsi in qualche modo, e poi cos’avrebbe mai potuto fare una donna di quell’età a suo padre?
«Vi lascio al vostro ballo, eh...» esclamò a denti stretti.
Quando si voltò, si scontrò con qualcuno che, per non farla cadere, la trattenne per le braccia «Dove scappi, Miss Marple?»
Susan prese un ampio respiro ed alzò gli occhi su Chuck «Non potevi usare paragone peggiore. Quella è una vecchia.»
Chuck sorrise e la bloccò, stringendole una mano «Non ho alcuna intenzione di lasciarla, quindi tu adesso balli con me. È il minimo, dato che mi devi ancora quella cena.»
Susan cedette e sbuffò «Era Carnevale, è da poco passata la Pasqua. Non è trascorso molto.»
«Hai promesso.» rammentò lui, guardandola serio «Hai promesso, quindi adesso voglio la verità. Voglio sapere cos’hai intenzione di fare con me.»
Lei prese a muoversi a tempo a lui, piazzando le mani sulle sue spalle, mentre lui le stringeva la vita con delicatezza «Manterrò la promessa. Quando vuoi fare? Dai, dì un giorno. Ci sarò.»
Chuck restò sorpreso «Parli sul serio?»
«E’ soltanto una cena.»
«E’ un inizio.» le sussurrò lui sul collo.
Il suo fiato la fece rabbrividire.
Questa volta mantenne lo sguardo fisso in quello di lui, nonostante il batticuore, in attesa di una risposta.
«La prossima settimana, al rientro dall’Europa.» stabilì il ragazzo «Allo Chalet, dove tutto è iniziato.»
Susan, dovette ammetterlo, fu parecchio stupita «Allo Chalet?»
«Sì. Mi piace mantenere fede alle...tradizioni.» il tono di Chuck si faceva più basso e roco ad ogni risposta, e le sue labbra pericolosamente vicine al collo della sua dama «Che dici?»
Le fece fare una giravolta inaspettata, alla fine della quale la sua schiena premette contro il petto di lui «Io...» cominciò a blaterare, perdendo il lume della ragione, completamente ammaliata da lui «Sì.»
«Sì?» Chuck, non fidandosi, dato che lei gli era scivolata dalle mani fin troppe volte, come una saponetta, volle averne la certezza.
Glielo sussurrò mentre le sue labbra le sfioravano dolcemente la guancia senza poggiarvisi davvero sopra; un lieve tocco, come una piuma che, trasportata dal vento, raggiunge il terreno.
Con la mano le accarezzava il mento, con lo sguardo studiava il resto dei ballerini; ma, in realtà, anche quello era concentrato nella risposta.
«Sì.»
Quando Susan lo ripeté, Chuck fu colmo di quella certezza. Sorrise, voltandola nuovamente, così da specchiarsi nei suoi occhi «Mi togli il fiato dalla prima volta che ti ho vista in quella funivia.»
La pressione che sentì subito dopo sul suo petto, un vero e proprio spintone, gli fece capire di aver esagerato con le moine.
«Sta’ zitto.» esclamò Susan, allontanandosi con un sorriso.
«Auch.»
«Non hai nessun altro da torturare?»
«Probabilmente sì.» la riagguantò lui, costringendola a danzare ancora «Ma ho scelto te.»

Gertrude era appiccicata all’ampio petto di Steve Sheppard, merito della sua scarsa altezza e di quella considerevole di lui.
La vecchia volpona era già ubriaca.
Passando le mani dietro il collo del poveraccio e specchiandosi nei suoi occhi, disse «Io non mi sono mai sposata.» sbandò leggermente «Ma mi sono data da fare comunque con gli uomini, eh eh.»
Steve strinse i denti sforzando un sorriso «Ho afferrato il concetto.»
«Ooooh.» lo sguardo della dama si fece più famelico, mentre seguivano le note di danza insieme «Che birichino!» fece scendere la mano giù e ancora più giù, sempre più giù, fino al fondoschiena del suo cavaliere, che sobbalzò, irritato.
Ma fu la frase successiva che per poco non gli fece rimettere tutto ciò che aveva ingerito «Anche con te dovrei darmi da fare...» le sussurrò la vecchia in tono suadente.
«Ah! Eheh, vede...signora Gertrude...»
L’espressione mutò in una quasi offesa «Oh, no, no, no...»
Steve si schiarì la voce, correggendosi «Mi-mi scusi, signorina Gertrude, non voglio che si faccia un’idea sbagliata, io sono sposato.»
«Chiamami Trudy.» pregò lei, sorda, portando la testa indietro con godimento.
«V-va bene.» Steve era davvero allo stremo delle forze, Gertrude appoggiò ancora la testa sul petto di lui, dondolando «Mi ricordi uno dei miei uomini.» s’immerse nel viale dei ricordi, inevitabile «Anche lui era alto.» procedette, palpandogli il petto «Ed affascinante come te!»
«Signorina Gertrude...uhm...Trudy.» il marine la trattenne per le mani «Credo ora stia esagerando.» cercò Price con lo sguardo, ma non lo trovò. Quindi tirò un sospiro di sollievo: si era risparmiato l’ennesima presa in giro.
«Dove scappi?»
«Non voglio scappare, voglio cambiare dama.»
Accadde tutto molto in fretta: Steve diede una lieve spintarella a Gertrude, la quale andò inevitabilmente a sbattere contro la sua amica novantenne, la quale andò a sua volta a sbattere contro Benny, rovesciandogli per sbaglio il vino nella camicia.
«Oh, accidenti! Mi dispiace tanto, giovanotto!» esclamò la novantenne, allungando la mano per controllare personalmente il misfatto.
Benny, capito l’andazzo, indietreggiò «Non c’è problema, signora. È tutto a posto, è soltanto un po’ di vino.» in realtà, dentro di sé stava imprecando, ma riuscì a mascherare i suoi veri pensieri sorridendo.
«Sono proprio una sbadata!»
«Non è vero, sono io che ti sono venuta addosso.» intervenne Gertrude «Il signor Sheppard è così focoso che mi ha spinta.»
Steve sollevò gli occhi al cielo, disperato, esausto. Fortuna che la vecchietta sembrava apprezzare, anziché dargli del violento.
«Devo andare a cambiarmi.» disse Benny dopo aver scoccato un rapido e dolce bacio in guancia alla sua fidanzata.
«Te la caverai?» fece Didy con un sorriso.
«Secondo te non sono in grado di cambiarmi una camicia? Torno subito, amore
Il monologo di scuse della novantenne continuò finché l’uomo non sparì completamente dalla sala.
Didy si avvicinò a Steve e gli sussurrò all’orecchio «Giornata alternativa?»
«Giornata pessima.» corresse lui, facendola ridere.
«Se vuole un’ancora di salvezza, posso ballare io con lei. Non si preoccupi, non ho altri fini, sono perdutamente innamorata del mio futuro sposo.»
Il marine poggiò le mani ai fianchi e la squadrò «Davvero lo farebbe?»
«L’ho detto, no? E io non dico mai le cose a caso.»
«Una foto alle due dive della giornata.» la voce del fotografo si fece nuovamente sentire «Mettetevi in posa, per cortesia. Sorridete…e uno, e due...»
Gertrude e socia improvvisarono una posa discutibile, fingendosi davvero delle Star.
«Quanto è molesto.» commentò Sheppard.
«Il fotografo? Sì, è parecchio insistente.» disse Didy «Ma da un lato lo capisco. È il suo lavoro.»
«Resta insistente.»
Nonostante l’incidente, la musica proseguì e le coppie continuarono a danzare. La sala era così grande che non tutti erano riusciti ad assistere alla scena. E una vecchietta che sporca la camicia di un uomo in maniera accidentale non è lo scoppio di una bomba.
Quando Gertrude vide che il suo cavaliere era in compagnia di un’altra dama, imprecò e si diresse al tavolo delle bevande, contrariata.
Era ormai tardo pomeriggio e il cielo veneziano si stava riempiendo di nuvole scure.
Le strade strette e i canali silenziosi si preparavano ad accogliere la pioggia.
Susan aveva sempre pensato che Venezia fosse una bellezza senza tempo. La sua rete intricata di canali, i ponti, le gondole...tutto creava un’aura di grandiosità. Era un luogo ricco di fascino infinito.
Didy fece per poggiare una mano sulla spalla di Steve, quando il suono acuto di uno sparo le rimbombò in testa.
Quello lo sentirono tutti.
L’orchestra smise di suonare, gli ospiti di ballare. Gli sposi si scambiarono un’occhiata allarmata «Ma cosa...»
Le viscere di Didy si contorsero e il suo cuore prese a battere forte; aveva un bruttissimo presentimento «No.» bisbigliò, staccandosi da Steve e cominciando a correre fuori dalla sala, sollevando i lembi dell’abito per non inciampare «No, no, no.»
Susan si allontanò da Chuck, Price da Odette. Ben presto si ritrovarono di fianco a Steve, che iniziò a farsi pensieroso.
«Che è successo?» domandò Aisha, preoccupata.
Nathan premette una mano sulla bocca «No. Non di nuovo.»
L’unico che se la rideva era Adam Windsor «Oh, sarebbe esilarante.»
Sua sorella Harper gli diede un colpo sulla schiena «Non si scherza su queste cose!»
James si preoccupò di controllare i suoi figli e, per fortuna, li intercettò entrambi con lo sguardo. Rilasciò il respiro.
Gli Sheppard e Price non esitarono neppure un secondo, precipitandosi all’inseguimento di Didy.
Gran parte della folla andò loro dietro, fotografo in prima linea.
«Era uno sparo!» disse l’ometto coi baffi «Quello era proprio uno sparo!»
«Uno solo, giusto? Voi ne avete sentiti altri?»
«Buon Dio, hanno ammazzato un animale, vero? Non può essere un umano!»
«E’ colpa di quei due detective! Ovunque vanno, la Morte li segue!»
Chuck si mosse con calma e grazia, andandosi a versare un bel bicchiere di champagne prima di salire le scale «Adoro il drama.»
Aisha superò tutti nel disperato tentativo di raggiungere sua sorella «Didy! Didy, ti prego, aspetta! Didy!»
«Com’è certa che sia accaduto qualcosa a Benny?» domandò Price con il fiatone.
«Solo lui è salito al piano di sopra, eravamo tutti alla festa.» rispose Steve, il quale, quando giunse alle spalle di Didy, la sentì piagnucolare «La apra, Sheppard, la prego! La apra!»
Lì per lì Steve non comprese, lo fece quando vide la donna tirare giù la maniglia con insistenza «E’ chiusa!»
«Si allontani.»
Al marine bastò un unico calcio, secco, per sfondare la porta.
Didy gridò.
Il corpo di Benny giaceva a pancia in su sul letto, senza vita.








Angolo Autrice:

Salve cari lettori, buon sabato! <3
E' giunta l'ora della prima portata, accompagnata da un bel delitto! Non posso che concordare con chi mi ha detto "Che noia i matrimoni, quando secca qualcuno?" XDXD
Eccovi serviti.
Sospettavate che la vittima sarebbe stata Benny? O puntavate su altri?
Dato che siete bravissimi con le indagini e le congetture, scatenatevi! Non vedo l'ora di leggerle. <3

Il ballo tra Gertrude e Steve riprende una scena esilarante di Supernatural, precisamente dell'episodio "Red Sky At Morning". Non ho resistito xD
Il rating è arancione perché fondamentalmente sono pirla io e metto le mani avanti, dato che c'è più "erotismo" e (successivamente) qualche scena più dark.
Secondo me sarebbe giallo, siccome alcuni autori ne combinano di cotte e di crude col rating verde, ma tuteliamoci. xD

Al prossimo sabato col prosieguo, carissimi!
E buone indagini ;)

SwanXSong

 
  
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