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Autore: miss_MZ93    12/03/2024    2 recensioni
Marinette ed Adrien hanno ormai diciotto anni. Le loro vite continuano ad essere minacciate dalla presenza di Papillon ma qualcosa sta per cambiare. Gli anni iniziano a farsi sentire e gli equilibri fragili che esistevano tra i due ragazzi iniziano a spezzarsi. Tra Adrien e Marinette qualcosa cambierà radicalmente, lasciando uno spiraglio per qualcuno che, in segreto, non ha mai smesso di provare grandi sentimenti per Marinette.
Tra dolci e sensuali drammi, i nostri protagonisti dovranno affrontare anche un nuovo pericolo per Ladybug.
Ho iniziato a scrivere la storia prima dell'uscita della terza stagione, quindi mancheranno alcuni personaggi o dettagli particolari.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 “Riuscirò a farti cambiare idea”
Facile a dirsi Marinette ma mi spieghi come dovresti riuscirci?
 
Ho pensato che avere più tempo libero mi potesse aiutare, invece mi sta solo facendo impazzire.
I corsi estivi sono terminati ieri, Papillon sembra essersi preso una vacanza ed i miei genitori mi hanno caldamente consigliato di riposare in questo periodo in cui anche la gente sembra avere meno desiderio di dolci appena sfornati, preferendo qualcosa di terribilmente freddo come un buon gelato.
Mi ritrovo, quindi, stesa sul letto a fissare la finestra che porta al mio terrazzo con la mente invasa da ogni tipo di pensieri. Come posso dimostrare a Chat Noir che non provo più alcun interesse nei confronti di Luka o di Adrien? Ho trascorso l’intera notte a cercare una soluzione a questo problema, provando ad immaginare diversi scenari ma nessuno mi ha convinta completamente. C’è qualcosa che mi sfugge, qualcosa che non riesco a comprendere appieno.
“Perché non chiedi consiglio ad Alya?”
“Come ho fatto a non pensarci?! Alya è la persona perfetta!”
“Lo penso anche io, è molto intelligente”
“È una gran pettegola e avrà sicuramente in mente un copione perfetto per aiutarmi nel mio intento”
Mi alzo di scatto dal letto, cercando il telefono che sicuramente ho dimenticato da qualche parte in qualche cassetto.
Alya sa di questo misterioso ragazzo che mi ha baciata per poi dirmi che non doveva succedere, lei mi ha convinta a chiedere direttamente a lui e lei potrebbe aiutarmi a capire cosa fare per convincere Chat Noir che qualunque cosa io abbia provato per Adrien o Luna non esiste più.
Cerco il telefono tra le lenzuola fino a ricordarmi di averlo lasciato accanto al computer qualche ora prima.
Vedo Tikki ritrovare il mio telefono e comporre il numero di Alya, spingendomi ad inseguire il mio destino.
Mentre gli squilli del telefono si susseguono, il mio sorriso si allarga, sicura che Alya possa aiutarmi davvero a far capire a quel gatto testardo che non mi interessa nessuno se non lui.
“Marinette?”
“Ciao Alya, scusa il disturbo ma avrei bisogno del tuo aiuto”
“Arrivo subito!”
Nemmeno il tempo di ringraziarla che sento il suono della chiamata terminata. Quella ragazza è un vulcano pieno di energia e, da quando abbiamo parlato l’ultima volta, devo ammettere di aver ritrovato in lei l’amica della quale avevo bisogno.
 
“Ha detto che ti ama?!”
“Beh, sì”
“Ma non vuole che stiate assieme perché è convinto che tu provi ancora qualcosa per qualcun altro?”
“Il senso era quello, sì”
“E tu adesso vuoi fargli capire che non provi più alcun interesse verso nessun altro?”
“Sì, altrimenti non andremo da nessuna parte”
La sua espressione si tinge di dubbi e pensieri che sicuramente stanno affollano la sua mente.
“Non penso tu abbia bisogno del mio aiuto, amica mia”
“Scusa?”
“Pensaci, senza di me hai conquistato più ragazzi nell’ultimo periodo che negli ultimi anni”
“Solo perché negli ultimi anni mi concentravo in modo sbagliato verso il ragazzo sbagliato”
Alya rimane sbalordita e senza parole, qualcosa che non capita molto spesso.
“Alya? Vuoi darmi una mano o no?”
“S-sì. Cioè, io vorrei ma sinceramente non saprei come”
“In che senso?”
“Nel senso che non conosco nulla di questo ragazzo, come faccio ad aiutarti? Non mi hai detto nemmeno come si chiama, dove lo hai conosciuto, niente”
Ha ragione, so che ha ragione ma non posso rivelarle chi sia in realtà. Se Alya sapesse che sto cercando di avere una qualche relazione con il paladino di Parigi, potrei finire sul Ladyblog o, peggio, la troverei a spiare ogni mia mossa, in attesa di trovarlo accanto a me. Tra l’altro, finirei nel mirino di Papillon, assieme a tutta la mia famiglia ed ai miei amici, lei compresa.
“Non è importante, Alya, sappi solo che devo convincerlo di non provare più assolutamente nulla verso Adrien o Luka”
“Luka?”
Maledizione. Mi ero completamente dimenticata di non averle mai detto nulla su me e Luka.
Inizio a lisciarmi una ciocca di capelli scuri, sperando che una buona dose di silenzio possano aiutare a dimenticare quel nome.
“Marinette? Mi spieghi cosa c’entra Luka?”
Ovviamente Alya non è d’accordo con me. Mi servirà un po’ di fortuna e molta attenzione per spiegarle ogni cosa.
“Alya, io…”
“Ti ascolto”
Lo so. Purtroppo, lo so.
“Ho avuto una breve relazione con Luka qualche tempo fa”
La mandibola della mia migliore amica sta tentando di sfidare la biologia umana per raggiungere il pavimento, incredibile.
“COSA?!”
Tento di zittirla prima che tutta Parigi accorra pensando ci sia un nuovo nemico di Parigi.
“Alya, non urlare. Non ce n’è motivo, davvero, è tutto finito. Possiamo concentrarci sul fatto che questo nuovo ragazzo pensi che sia ancora legata a lui e ad Adrien?”
“Non pensare di poter evitare l’argomento, Marinette Dupain-Cheng!”
Mi arrendo all’idea di esser costretta a spiegarle ogni cosa e, se da una parte mi sento quasi in imbarazzo, dall’altra finalmente posso abbandonare il peso di questo segreto.
 
Non so dire se sia stata più una confessione imbarazzante o deprimente ma quando, finalmente, arrivo alla conclusione di quella storia, mi sembra di tornare a sentirmi in colpa verso Luka e, forse, anche un po’ sconvolta da tutte le sensazioni provate con lui e dovute a certe carezze quasi fin troppo spinte.
“Quindi, se ho capito bene, per scappare dalla tua tristezza e per non finire nelle mani di Papillon, ti sei buttata su Luka?”
“Diciamo di sì…”
In realtà è esattamente quello che è successo ma sentirlo dire da qualcun altro rende la situazione molto più triste e strana.
“Almeno ti sei divertita con lui?”
Rimango a bocca aperta davanti al ghigno malizioso di Alya.
Dove nascondeva questo suo lato?
“N-n-no, c-cioè non… Non so, io…”
Le mani di Alya si posano sulle mie spalle, cercando di calmarmi ma il mio cuore ormai sembra aver preso vita propria tra i ricordi che mi vedono al fianco di Luka.
Per quanto mi senta in colpa, non posso negare di aver provato emozioni profonde con Luka quando mi stringeva a sé, quando mi baciava, quando mi accarezzava. Un rossore generico si impossessa di me mentre ripenso alle sue mani sul mio corpo in quello stanzino.
“Scusa, Marinette, è stata una domanda sciocca ed inopportuna, specialmente perché mi pare di capire che quella storia sia durata davvero poco”
“Infatti”
Sarà anche durata poco ma di emozioni me ne ha regalate davvero tante ed è qualcosa di cui non voglio spettegolare con Alya. Non perché non ci sia nulla da dire ma perché mi sentirei in difficoltà ed in imbarazzo a spiegarle certi momenti.
Alya si immerge nei suoi pensieri, abbandonando la realtà e me aggrappata ad essa.
Forse non è stata una buona idea chiedere consiglio a lei. Al momento, tutto ciò che ho ottenuto, è di averle raccontato di aver avuto una qualche specie di relazione con Luka.
“Cosa posso fare?”
Alya sembra pensarci un momento per poi sorridermi dolcemente.
“Non lo so, Mari”
La mezz’ora successiva trascorre in attesa di sentirle dire qualcosa di utile. Speranza vana, visto e considerato che ho dovuto bocciare ogni sua idea. Più che volermi aiutare a risolvere la situazione con Chat Noir, sembrava voler pianificare un modo per conoscerlo.
“E se lo invitassi ad uscire con tutto il gruppo?”
“Cosa?”
“Pensaci un attimo, Marinette. Se venisse con noi a prendere un caffè o al cinema, potrebbe vedere con i suoi occhi che non c’è nulla tra te e loro”
Ammetto che possa sembrare una bella idea e, se non stessimo parlando di un ragazzo che sfrutta i poteri di un Kwami per salvare il mondo da Papillon e se fosse solamente una persona qualunque senza tratti troppo riconoscibili, potrebbe funzionare. Peccato che invece si stia parlando di Chat Noir.
“È un’ottima idea. Adesso lo chiami e glielo chiedi”
Alya mi guarda speranzosa mentre io tento di trovare una scusa plausibile per spiegarle che non sarà possibile. Né adesso né mai. Mai. Suona così triste. Non potrà mai uscire con me davanti a tutti.
“Allora? Forza Marinette. Hai paura? Sei agitata? Amica mia, ci sono qui io!”
Il fiume di parole dj Alya mi risveglia dai pensieri fin troppo malinconici. Nel suo tono di voce e nei suoi occhi brillanti sembra di leggere qualcosa di più dell’aiuto di un’amica.
“Dimmi la verità, Alya. Vuoi che lo chiami adesso per sentire la sua voce o scoprire qualcosa di lui, vero?”
Alya mi guarda implorando per poi arrendersi ed alzare le braccia.
“Touché. Non puoi aspettarti che non sia curiosa del ragazzo che ha rapito il tuo cuore. Sei la mia migliore amica”
Un sorriso dolce si fa strada sul mio volto.
“Però devi ammettere che la mia sia un’ottima idea. Pensaci almeno”
Un lampo di genio mi attraversa la mente, lasciandomi la scusa migliore al mondo.
“È troppo presto. Potrebbe scappare del tutto se lo costringo ad uscire con tutti noi”
Alya riflette un solo istante, prima di sbuffare e lasciarsi andare ad un’espressione afflitta.
“Sembra un ragazzo… Complicato. A questo punto credo che il consiglio dell’altra volta sia l’unico che posso darti, amica mia”
Mi fermo a pensare un attimo a quelle parole.
 
“Perché non smetti di farti mille film mentali e non corri a chiedere a lui spiegazioni?”
 
Ha ragione. Di nuovo, sto cercando una soluzione senza aver parlato prima con lui. Chi meglio di Chat Noir può aiutarmi a capire cosa gli passa per la testa?
“Mari?”
“Cercherò di parlargli”
Alya annuisce, ponendo fine alla questione. Uno strano senso di tranquillità mi pervade. Sono felice di avere nuovamente la mia migliore amica al mio fianco, nonostante i suoi suggerimenti poco utili. “Chi trova un amico trova un tesoro” dicevano ed avevano ragione. Parlare con lei mi è mancato e non mi importa nemmeno se riesca effettivamente ad aiutarmi in certe situazioni o meno. L’importante è averla al mio fianco, confidarmi con lei e, perché no, anche spettegolare un po’ delle nostre vite. È proprio questo che succede. Alya inizia a pormi mille domande su Chat Noir, su Luka, su come abbia potuto non dirle nulla e sul fatto che fossi io la ragazza che sembrava poter rendere così felice e così triste il fratello di Juleka.
Allo stesso modo io le chiedo di Nino, della loro relazione, delle gemelle, di sua sorella, dei piani per le vacanze estive e di molte altre cose.
È quasi liberatorio, finalmente, aver ritrovato Alya nella mia vita, aver nuovamente la sua amicizia che mi conforta, che mi confonde, che mi rallegra.
Mi sei mancata davvero Alya. Se solo potessi raccontarti ogni cosa…
 
Il pomeriggio scorre veloce ed io mio buon umore sembra vacillare sempre più. Ammetto di aver trascorso ore divertenti con Alya, ma il problema rimane e non mi lascia via d’uscita se non quella di chiedere direttamente a Chat Noir perché sia così testardo e come io possa convincerlo della realtà.
Il giorno seguente mi ritrovo stesa sul mio letto, di nuovo. Sembra che io riesca a pensare solo su questo materasso, vicina alla finestra che sembra quasi un portale verso la dimensione più vicina all’amore, per me.
Un rumore leggero mi distrae dai miei pensieri, annunciandomi la presenza del diretto interessato di tutta quella confusione.
Afferro velocemente il telefono e, usandone lo schermo oscurato come specchio, cerco di sistemare alcune ciocche ribelli. Quello che, però, mi colpisce, sono le occhiaie che spiccano sul mio volto. Ammetto di aver avuto una nottata movimentata ma non credevo di poter assomigliare così tanto ad un non morto.
Sbuffo sonoramente mentre mi arrendo all’idea di non avere il tempo di mascherare la mia agitazione per tutta questa storia.
Oltrepassando la soglia della mia finestra mi lascio andare a quello che ormai è un commento, o lamento, quotidiano.
“Mi farai davvero impazzire…”
“Non chiedo altro”
Alzando gli occhi verso la sorgente di quella voce, ritrovo il volto di Chat Noir tremendamente vicino al mio. Il suo profumo invade i miei sensi, lasciandomi con una buona dose di smarrimento mista ad una tachicardia senza controllo.
I miei occhi scivolano istintivamente verso le sue labbra, ricordandomi quanto morbide e intriganti mi fossero sembrate durante quel bacio.
“Troppo breve per ricordarlo, perché non provare…”
La mia vocina interiore si tinge di malizia mentre i ricordi mi lasciano un sapore dolce.
Quando la linea delle sue labbra si piega in un sorriso malizioso, i miei occhi tornano a specchiarsi nei suoi, trovandovi un guizzo diverso dal solito, quasi malizioso, quasi consapevole dei miei pensieri, qualcosa di davvero intrigante. Scottata dall’imbarazzo nel comprendere quanto potere abbia sui miei desideri il ragazzo che ho di fronte, mi allontano velocemente da lui. La mia sbadataggine si palesa nel peggiore dei modi, riportandomi all’interno della mia stanza. Durante la caduta sento qualcosa di caldo e forte afferrarmi ma nulla serve a salvarmi dallo scontro con la realtà. La piccola parte di fortuna che mi avvolge, però, mi lascia finire sul mio morbido materasso, evitandomi una caduta rovinosa, molti lividi o, peggio, una qualche commozione cerebrale. In attesa di sentire la familiare sensazione di dolore in qualche parte del corpo, serro gli occhi con forza.
Solo la presenza di un profumo a me fin troppo noto mi costringe a puntare lo sguardo davanti a me, ritrovando il volto del gatto più intrigante di tutta Parigi a pochi centimetri da me. La sua vicinanza mi lascia completamente senza fiato, in balia di un imbarazzo profondo nel saperlo sul mio letto giusto qualche centimetro a separare i nostri volti e solo la sua forza di volontà e le sue braccia a distanziare i nostri corpi.
Capire di avere le sue mani ai lati del mio volto mi lascia con la sensazione di essere intrappolata. Questa prigione, però, ha tinte decisamente accattivanti. Distrattamente inizio a pensare che sia la prima volta che mi trovo in una situazione simile ed a quanto dovrei provare ad evaderne per il bene della mia salute mentale ma, forse, è proprio per questa mia parte attratta da Chat Noir che mi costringo a rimanere ferma, quasi immobile, con il solo rumore assordante del mio cuore che batte freneticamente nel mio petto.
Mi accorgo di aver smesso di osservare le labbra di Chat Noir solamente quando le vedo piegarsi nuovamente in un sorriso strano, dalle venature maliziose ma anche tristi, come se in questa situazione ci fosse qualcosa che non gli piacesse.
Nel momento stesso in cui provo a chiedergli qualunque cosa la mia mente sembrava stesse pensando, lo vedo avvicinarsi al mio volto sempre più, annebbiando completamente la mia mente e rendendomi difficile ricordare anche solo il mio nome.
Sento il sangue affluire tutto verso il mio volto e sono sicura stia colorando di un rosso acceso le mie guance e non solo. Mentre io continuo a sentirmi mancare l’ossigeno, quel cipiglio strano sembra abbandonare il ragazzo di fronte a me, lasciandolo solo con un sorriso tremendamente intrigante, qualcosa che lo rende più simile ad un lupo che è finalmente riuscito a catturare la sua preda che ad un gatto randagio. In effetti, mi sento esattamente come se fossi stata raggiunta da un predatore, uno dai capelli biondi, sicuramente morbidi al tatto, dagli occhi verdi capaci quasi di leggermi l’anima e dal corpo atletico sempre più vicino al mio. Il pensiero di quel fisico sotto alla tuta aderente e scura blocca gli ultimi neuroni del mio cervello lasciandomi concentrata solamente sul calore che emana il suo petto che ormai quasi sfiora il mio.
Istintivamente ispiro con forza, bloccando l’ossigeno nei miei polmoni quando la sua bocca trova posto all’angolo delle mie labbra. Un contatto appena accennato ma capace di lasciarmi con una moltitudine di sentimenti contrastanti. Felicità, gioia, calore, emozione ma anche delusione e tristezza per essermi quasi illusa che volesse di più. Stranamente, mi rendo conto solo adesso di quanto sia io a volere qualcosa di diverso e di come il mio stesso corpo stia fremendo nell’attesa di ottenere quel “di più”.
Non mi basta un contatto così leggero. Voglio qualcosa di più, più profondo, più vicino alle mie labbra, più umido, più passionale, più orientato verso il mio collo, più simile ad uno schiocco, più caldo. Voglio di più.
“Sei tremendamente intrigante quando ti imbarazzi, principessa”
Sento il mio volto arrossire sempre più, beandosi di quelle attenzioni che non pensavo di poter ricevere da lui. Almeno non così presto, vista la sua diffidenza nei confronti dei miei sentimenti.
La sua bocca si avvicina al mio orecchio lasciandomi dolci brividi.
“Forse sarebbe più giusto dire che trovo tremendamente intrigante che sia io la causa del tuo imbarazzo”
Come sarebbe facile rispondere che non potrebbe essere altrimenti viste le emozioni che mi fa provare solo guardandomi ma sembra che le mie abilità al dialogo siano evaporate completamente. Non riesco a far altro che osservarlo allontanarsi da me mentre io mi sento in balia di queste sensazioni. Il suo sorriso torna sincero, abbandonando le sfumature maliziose di pochi attimi fa ed i miei desideri sembrano scemare nella consapevolezza di non poter ottenere ciò che vorrei.
Chat Noir si discosta da me, sedendosi sul letto a pochi metri dal mio volto, ancora schiacciato contro il materasso morbido.
“Come stai?”
Sospiro profondamente, cercando di calmare i miei battiti e tentando di ignorare gli sfondi rosei che la mia mente continua a ripropormi nonostante tutto. Potrei dirgli di star bene e mentirei, potrei dirgli di star male e lo farei preoccupare, potrei dirgli che i suoi dubbi mi stanno torturando e, forse, potrei ottenere un qualche aiuto da parte sua. Aiuto poi per cosa, non saprei dire.
“Stanca”
È l’unica parola che riesce ad uscire dalle mie labbra. Il riassunto perfetto di una notte insonne, una giornata trascorsa ad arrovellarmi il cervello ed una serata che da imbarazzante è diventata eccitante per poi tornare ad avere sfumature di semplice amicizia. La mia vita è come una giostra, un continuo giro sulle montagne russe.
Sì, mi sento decisamente stanca. Stanca di avere sempre la mente occupata da mille problemi, stanca di dovermi spremere le meningi per capire come convincere il ragazzo più sfacciato di Parigi di essere dannatamente presente nei miei pensieri, stanca anche di dovermi preoccupare così tanto dei miei pensieri da rischiare che ogni lotta contro i super cattivi finisca in modo pericolosamente atroce.
“Dormito male?”
“Fosse solo quello il problema”
Una lieve risata risuona nella mia stanza mentre il mio sguardo finisce sul soffitto di questa strana camera da letto.
“Posso fare qualcosa?”
Decisamente sì. Potresti, per esempio, spiegarmi cosa ti passa per la testa e farmi capire cosa fare per avere una relazione normale con te!
La mia mente si blocca per un lunghissimo istante, incapace di elaborare l’idea di avere una vera relazione con Chat Noir e concepirne le conseguenze. I baci, le carezze, le romanticherie, le serate trascorse a sfiorarsi e…
Una mano guantata si muove velocemente davanti ai miei occhi, riportandomi alla realtà e lasciandomi con la consapevolezza del calore sul mio volto. Perché pensare a lui mi lascia sempre con un velo di imbarazzo che colora le mie guance? Sarà normale?
“Mari?”
Un mugugno esce dalle mie labbra mentre un braccio corre a coprirmi gli occhi scacciando ogni pensiero felice. Perché è così difficile capire cosa voglia che io faccia? E perché non riesco a far altro che tormentarmi in attesa della risposta miracolosa a questa domanda?
“Fatica sprecata. Risparmieresti tempo solo se chiedessi direttamente a lui”
La mia voce interiore, forse per la prima volta da mesi, sembra avere qualcosa di intelligente da dirmi. Perché sprecare tanto tempo, forze e nottate in bianco quando ho davanti a me l’unica persona in grado di rispondere alle mie domande?
Sento la fronte corrucciarsi mentre inizio pensare a come formulare la domanda nel modo giusto. Sembra ridicolo ma uscirsene con qualcosa di simile a “come faccio a provarti che il ragazzo che ho amato per anni e quello che ho usato per i miei desideri non abbiano più posto nella mia mente?” ho l’impressione che non aiuterebbe per niente la situazione.
Chat Noir sembra non volersi arrendere alla mia necessità di tempo per riflettere preferendo afferrare il braccio che copriva il mio volto per scostarlo con lentezza.
I miei occhi si perdono nei suoi mentre riesco a trovare un filo logico ai miei pensieri confusi.
“Se davvero volessi aiutarmi, ci sarebbe qualcosa che potresti fare”
Il volto di Chat Noir si tinge di domande e dubbi mentre lo vedo intento a pensare a cosa mai potrò volergli chiedere.
“Chat?”
“Eh? Ah, sì. Se posso aiutarti, dimmi”
“Sei l’unico che può farlo visto che sei il mio problema principale”
Schietta e sincera, ritrovo una forza che pensavo di aver abbandonato tra i pensieri di baci e carezze.
Il volto di questo gatto maligno si tinge di malizia nuovamente mentre lo vedo avvicinarsi a me. È proprio quando sento il mio coraggio iniziare a vacillare che capisco quanto la sua vicinanza sia tossica per questo momento. Se voglio davvero chiarire questa situazione, devo farlo a mente lucida e sicuramente non posso riuscirci se penso a quanto vorrei baciarlo.
Poso le mani sulle sue spalle, arrestando la sua corsa.
“Fermo”
La mia si rivela un’arma a doppio taglio visto che, se da una parte lo vedo fermarsi con un’espressione spaesata, dall’altra sentire il suo corpo sotto le mie dita non migliora di molto la mia situazione precaria.
Sospiro un paio di volte prima di trovare la forza di allontanare i miei palmi da lui. Attendo qualche istante con le braccia ancora protese, incerta sul potermi fidare che lui rimanga esattamente dove si trova in questo momento.
“Marinette, che succede?”
“La prima cosa che puoi fare per aiutarmi è rimanere esattamente lì, fermo, senza avvicinarti”
Chat continua a guardarmi con un’espressione particolarmente incredula.
“Non guardarmi così, ho bisogno di pensare senza… distrazioni”
Un ghigno malizioso si palesa sul suo volto mentre io comincio a pentirmi delle mie stesse parole.
“Quindi sarei una distrazione, principessa?”
“Vuoi aiutarmi o preferisci continuare a provocarmi?”
“Adesso ti provocherei anche?”
“Chat, smettila”
I miei occhi si posano sui suoi con fermezza, tentando di convincerlo ad assumere un’aria seria, cosa alquanto difficile per lui, me ne rendo conto. Ancor di più se si trova di fronte ad una ragazza che vorrebbe far tutto tranne che tenerlo davvero a distanza per parlare.
Lo vedo tingersi di malizia sempre più mentre si allontana da me sedendosi a gambe incrociate. Chat si regge la testa con una mano e poggia il gomito sulla gamba. Quel cipiglio intrigante gli dona davvero e, purtroppo per me, lui lo sa.
“Cos’hai in mente?”
“In verità è proprio quello che volevo sapere da te”
Il suo ghigno si trasforma velocemente in un’espressione di stupore.
“Voglio sapere cosa ti passa per quella testa bionda”
“Di cosa stai parlando?”
“Sai benissimo a cosa mi riferisco”
“Temo tu mi stia sopravvalutando”
Sbuffo profondamente cercando le parole giuste per poter affrontare il discorso. Un secondo del mio tempo, però, viene sprecato pensando a quanto forse lui abbia davvero ragione. Sto sopravvalutando lui e la sua capacità di collegare semplici indizi ed arrivare a trovare il ricordo giusto da riesumare.
“Continua così e non glielo chiederai mai
Bell’incoraggiamento voce mia, grazie.
Riporto i miei pensieri al ragazzo di fronte a me che mi fissa in attesa di scoprire cosa voglia sapere da lui.
“Chat, voglio sapere a cosa pensi. Perché ti sei fissato sul fatto che io provi ancora qualcosa…”
“Ti riferivi a questo allora”
“Non riesco a capire come tu possa pensare che io ancora abbia dei sentimenti per qualcun altro. Perché non riesci a vedere la realtà?”
“Perché non si tratta di qualche sconosciuto, Marinette, ma di ragazzi che hai amato”
“Non ho mai detto di aver amato Luka”
“Non penso saresti arrivata a tanto se non lo avessi amato”
“Perché ho l’impressione che tu mi stia rinfacciando quello che è successo? Sai bene che non potrà mai più esserci niente tra noi”
“Non puoi saperlo”
“Se non lo so io, chi?”
“Marinette…”
“Maledizione, Chat!”
Mi rendo conto distrattamente di aver alzato la voce ma il suo comportamento mi sta rendendo davvero folle. Cosa si aspetta che faccia? Che gli chieda scusa per aver provato delle sensazioni profonde in compagnia di Luka? È davvero ridicolo!
“Non dico che dovrà per forza succedere qualcosa tra te ed uno di loro ma potrebbe”
“No!”
Come potrebbe succedere qualcosa tra me ed Adrien quando a mala pena riusciamo ad avere una conversazione che esuli da sguardi strani e colpevoli o accusatori? Senza contare che la specie di relazione con Luka era destinata a morire ancor prima che iniziasse e, da quando ha scoperto che sono io Ladybug, posso solo tenermi a debita distanza da lui per non ferirlo ancor di più e rischiare che riveli il mio segreto a tutta Parigi o, peggio, a Papillon in persona. Purtroppo, questa spiegazione, che forse potrebbe essere quella più convincente, è l’unica che non posso confessare al gatto randagio che ho di fronte.
“Mi verrà mal di testa”
“Devi solo smettere di pensarci”
“La fai facile tu. Sono io quella che non riesce a comprendere cosa fare in questa situazione!”
“Non devi fare niente”
“E lasciare che tu continui a pensare che io potrei buttarmi su Adrien o Luka?”
“Potrebbe succedere”
“Non di nuovo, ti prego. Non è possibile. Come faccio a spiegartelo? Non potrà mai esserci nulla tra me e loro! Non è nemmeno pensabile, davvero!”
“Come fai a dirlo?”
Il palmo della mia mano si scontra violentemente con la mia faccia. Parlare con lui mi sta sfiancando peggio di una maratona. Come fa ad essere così testardo e stupido?
Trascorro qualche minuto a pensare a come arrivare ad un punto fermo in tutta questa storia ma nulla mi aiuta. Se avessi potuto raggiungere una qualche soluzione da sola, lo avrei fatto durante uno dei mille tentativi di prender sonno.
Sospiro un paio di volte prima di provare con un ultimo tentativo. Magari separando le due situazioni riuscirò a capire qualcosa.
“Mi spieghi, con calma, cosa pensi potrebbe succedere tra me ed Adrien?”
Chat Noir sbatte le palpebre velocemente, come impreparato a quella domanda.
“N-non so, io…”
Non lo sa? Come può non saperlo, è lui ad avere questi dubbi!
“Forse non pensa che possa essere lui il problema”
Quella voce dentro di me risulta interessante due volte nello stesso giorno, prima o poi dovrò ringraziarla.
“Tu lo amavi, insomma, lo hai amato per molto tempo e… B-beh”
“Inizio a pensare che non sia lui il vero problema per te”
“N-no, cioè…”
Colpito.
“Quindi, se non pensi che io possa riallacciare una sorta di relazione con un ragazzo che non mi ha mai calcolata e che si è comportato per lo più in modo ambiguo, allora chi ti preoccupa davvero non può che essere Luka”
I suoi occhi mi osservano per un lungo istante con un’espressione dura, come se solo sentire il suo nome gli desse fastidio. “Perché?”
Una domanda che a me pare tanto semplice ma, per lui sembra essere tanto stupida. La sua espressione si tinge di un messaggio non espresso come se non capisse il motivo di tale domanda, come se la risposta fosse così limpida e cristallina da risultare sciocco anche solo pensare di non saperlo. Potrei trovarlo quasi simpatico, se non stesse sfidando così tanto i miei nervi.
“Rispondi alla domanda”
“Non credo sia necessario spiegarti perché mi possa dare più fastidio Luka di Adrien”
“Invece sì”
“Non è ovvio?”
“Non per me!”
Il mio sguardo severo incontra il suo, due fuochi sicuri di aver ragione, ognuno nella sua posizione.
“Non farmelo dire, Marinette”
Una qualche forma di imprecazioni lascia le mie labbra mentre nascondo il volto tra le mani in attesa che una qualche divinità mi faccia capire i meccanismi della mente di questo ragazzo.
Quando i miei occhi tornano ad osservare i suoi, lo trovo con un’espressione quasi severa nei miei confronti.
“Se non vuoi dirmi perché ti preoccupa Luka, almeno dimmi cosa posso fare per evitare che tu lo ritenga un problema per una qualche strana forma di relazione tra noi”
Chat sembra pensarci qualche istante alternando ghigni maliziosi ed espressioni severe prima di lasciarmi con la peggiore delle risposte possibili.
“Non lo so”
Mi lascio ricadere sul letto, ferita dal fallimento di quella discussione. L’unica cosa positiva di questo battibecco stupido è stata la scoperta che non fosse davvero Adrien a preoccuparlo. Come poteva essere altrimenti, in effetti? È stato un amore a senso unico, finito con un rifiuto categorico ed un periodo di sofferenza tra pianti e scelte sbagliate. Non potrebbe mai più esserci nulla di romantico tra noi. Nemmeno volendo.
“Perché ti sei fissata su questo problema?”
“Potrei farti la stessa domanda”
“Io, però, non ne ho mai fatto un tragedia”
Il soffitto della mia stanza diventa improvvisamente meno interessante. In fondo ha ragione. Lui non ha mai reso la situazione tragica. Sono io ad averlo fatto, io e la mia voglia di sapere che tra noi le cose possano davvero andare bene, io ed il mio desiderio di sentirlo accanto a me senza dovermi preoccupare del fatto che non intenda comportarsi da fidanzato, io e quella necessità di iniziare a considerarlo davvero il mio ragazzo.
Chiudo gli occhi, tentando di trovare un po’ di pace da tutto quel caos.
Minuti interminabili trascorrono mentre tento di riordinare i miei pensieri. Chat Noir attende con pazienza che io torni alla realtà ma tutto sembra così complicato da rendermi difficile anche solo godermi la sua presenza al mio fianco. Il suo sguardo sembra scrutarmi con insistenza, posso sentirlo bruciare sulla mia pelle.
Senza nemmeno accorgermene, mi volto verso l’interno della mia stanza, dandogli le spalle e lasciandolo ad osservare la mia schiena. Pochi istanti bastano per sentirlo sdraiarsi al mio fianco, abbastanza vicino per sentire nuovamente il suo profumo ma sufficientemente lontano da non avvertire il calore del suo corpo.
“Smettila di pensarci”
“Non è così facile”
“Invece sì. Pensa a noi ed a nient’altro”
“Vorrei poterlo fare ma… Come posso pensare a noi se nemmeno può esistere un noi?”
“È troppo presto. Abbiamo bisogno di tempo per…”
“Io non ho bisogno di nessun tempo. So cosa provo”
“Mari…”
“So che sei convinto di ciò che dici ma io non ho bisogno di tempo per dimenticare Luka o…”
“Sono io ad aver bisogno di tempo”
Quella frase mi lascia senza fiato per un momento mentre penso di aver sentito male, di essermi quasi immaginata le sue parole.
È per questo che mi volto, per cercare di capire se si sia trattato solo della mia fantasia o meno. Il silenzio che ci avvolge, però, non mi aiuta a capire se io abbia sentito davvero quella frase.
“Cosa?”
“Ho bisogno di tempo, Marinette”
Tempo? Per cosa? Non è lui che deve dimenticare di Adrien o Luka. Non è lui ad aver avuto dei sentimenti per entrambi. Non capisco per quale motivo abbia bisogno di tempo. C’è qualcosa che mi sfugge.
“Non capisco”
“Lo so”
Un sorriso triste gli sfiora il volto, lasciandomi con più domande di prima. Come siamo passati da “il problema è Luka” a “ho bisogno di tempo prima di iniziare una relazione con te”?
Sbuffo nuovamente, rendendomi conto che quella discussione non abbia avuto il minimo senso e sicuramente non sia riuscita a far chiarezza tra i miei pensieri.
“Chat…”
Il silenzio torna ad avvolgerci ma la mia mente non mi permette di bearmi di quella calma. Devo sapere, ho bisogno di sapere. Non posso continuare a fantasticare senza risultati.
“Ti ho chiesto di farmi capire cosa ti passi per la mente, non di lasciarmi altri dubbi su cui rimuginare la notte”
“Non avrebbe senso”
“Perché?”
“Perché non potresti cambiare la situazione”
“Potrei provarci e, sicuramente, capire qualcosa di questo dramma”
La maschera nera sembra stia coprendo sempre più il suo volto, adombrato dai suoi pensieri. C’è qualcosa che lo turba ma quello che mi intristisce maggiormente è che non voglia parlarmene.
“Chat?”
Tento di attirare la sua attenzione, sperando che ignori le sue convinzioni e mi lasci entrare nella sua mente.
Ogni tentativo di ottenere risponde svanisce nel momento in cui i miei occhi incontrano i suoi, velati da qualcosa che non riesco a decifrare, qualcosa dalle sfumature tristi, consapevoli, dolci ma anche profondamente rammaricate ed imbarazzate. Sospiro un paio di volte, tentando di liberarmi dal peso di quella confessione non avvenuta ma niente sembra aiutarmi a trovare un senso a tutto ciò.
“Per favore”
La mia richiesta pare quasi una supplica mentre tento per l’ultima volta di ottenere risposte e non dubbi.
I suoi occhi si velano sempre più di imbarazzo mentre lo vedo soppesare le parole che vorrebbe riuscire a dirmi. Sospira un paio di volte, prima di lasciarmi totalmente impreparata al suo discorso.
“Ho bisogno di tempo per dimenticare quello che c’è stato tra voi”
La frase di Chat Noir colpisce la mia curiosità, sempre più accesa in un punto non troppo lontano dal mio cuore.
Cosa significa? Dimenticare quello che è successo tra me e Luka? Perché dovrebbe farlo? O meglio, perché ha bisogno di farlo? Dimenticare cosa, poi? Dimenticare che ho avuto una sorta di relazione malata con un ragazzo che mi ha confessato di essere innamorato di me da anni? Dimenticare che l’ho baciato? Dimenticare che ho passato del tempo con lui? Soprattutto, cosa deve riuscire a scordare che adesso lo tiene distante da me?
“Quello che c’è stato tra noi?”
Annuisce debolmente, sempre più in imbarazzo nel lasciarmi entrare così profondamente nei suoi pensieri. Non deve essere facile per lui confidarmi i suoi dubbi.
“Dimenticare quello che hai… Provato con lui”
Le parole di Chat Noir mi lasciano con più dubbi di quelli che avevo poco fa eppure la mia mente, in modo contorto e complesso, riesce a trovare un filo logico a tutto ciò riesumando alcune conversazioni di un passato recente che tanto recente non sembra nemmeno essere.
 
<>
 
<< Mi sono sentita amata, desiderata, era come trovarsi avvolti dalle fiamme mentre fuori dalla stanza tutto il mondo sembrava sparito>>
 
Quelle parole. Quelle frasi. Confidenze fatte a Chat Noir in un momento in cui mi serviva il conforto di un amico, di una persona che sapesse cosa stava accadendo tra noi e che potesse aiutarmi a capire cosa mi stesse succedendo. Qualcuno che, da estraneo, mi aiutasse a capire cosa fosse quella sensazione particolare che sentivo tra le braccia di Luka.
Solo adesso riesco a capire che grande errore abbia commesso nel raccontare ogni cosa proprio a lui ma, in mia difesa, posso dire che mai mi sarei aspettata di trovarmi coinvolta in questo modo. Se solo avessi saputo come sarebbe finita. Se solo avessi saputo prima che mi sarei innamorata di lui. Se solo avessi capito prima i suoi sentimenti per me. Se solo...
“Se solo non fossi così cieca!”
La mia vocina oggi sembra voler dare il meglio di sé, aiutandomi, criticandomi, spingendomi a porre domande che mi lasciano solo con altri dubbi per poi prendermi in giro per le conclusioni a cui giungo.
Forse, però, ha ragione. Se non fossi stata tanto cieca mi sarei accorta prima di quello che provava per me Adrien, di cosa provava Chat Noir, dell’errore che stavo commettendo con Luka e di quanto sarebbe stato più semplice e con meno conseguenze parlare con la mia migliore amica invece che con il ragazzo che ho di fronte. Gli ho confidato di aver baciato Luka per sfuggire a Papillon, gli ho raccontato di come mi sentissi bene tra le sue braccia, gli ho addirittura spiegato cosa provavo quando mi sfiorava, quando sentivo le sue mani sul mio corpo. Come posso essere causa del mio stesso dolore?
Sono stata io stessa ad alimentare i suoi dubbi. Non su una relazione amorosa tra me e Luka ma sulla possibilità che tra noi ci fosse qualcosa di fisico, una passione incontrollabile e travolgente. In effetti, è quello che è successo e non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto accadere se Chat non mi avesse aiutata a capire quanti fosse malata quella relazione. Solo un piccolo particolare mi scalda il cuore. Luka ha sempre saputo che non avrei mai potuto amarlo, è stato lui il primo a dirlo e a rispettare i miei sentimenti evitando di spingersi oltre una qualche linea immaginaria.
“Marinette?”
La voce di Chat Noir mi risveglia da pensieri che non avrei voluto avere e da ricordi di giornate piccanti alle quali non dovrei più pensare.
“Pensi a lui?”
Come fa a leggere la mia mente come fosse un libro aperto?
“Sei arrossita”
Se non fossi sicura che non possa essere un potere di Plagg, potrei quasi credere che sia davvero in grado di leggere i miei pensieri.
“Ti fa ancora questo effetto?”
“Cosa?”
“Pensare a lui, a quello che... Quello che è successo tra voi e quello che provavi”
I suoi occhi sono tinti ormai solo di tristezza mentre io mi rendo conto di aver appena gettato fuoco su una tanica di benzina senza volerlo. È convinto che io sia arrossita al ricordo dei baci di Luka, delle sue carezze, della sua premura e di quella passione che mostrava nei miei confronti quando la realtà è ben diversa.
“Hai frainteso”
“Ne dubito”
Sospiro sorridendo tristemente. Come può essere tanto insicuro di noi da non rendersi conto dell’evidenza della situazione?
“Non sono arrossita per qualche sentimento che posso provare per lui o nel ricordare quello che c’è stato tra noi”
“Mari...”
“Mi sono appena resa conto di aver confessato proprio a te quello che provavo in certe situazioni. A chi pensavo che sarebbe sempre rimasto un buon amico mentre adesso… Adesso vorrei davvero qualcosa di più. Mi sono scavata la fossa da sola”
Un sorriso leggero e malinconico affiora sul mio volto mentre mi rendo conto di quanto io sia stata stupida in quelle occasioni. Non mi sarei mai dovuta confidare con lui, eppure era così semplice raccontargli come mi sentissi, cosa succedesse, cosa provassi e cosa temessi. Era tutto così semplice e lo era solo perché con lui mi sono sempre sentita al sicuro, protetta come se davvero cercasse di tenermi al sicuro da tutto ciò che di negativo può esistere.
Sì, penso davvero di aver perso la testa per il ragazzo più sfacciato, complicato e intrigante di tutta Parigi e no, non credo che avrei mai potuto prevedere tutto questo.
Chat Noir si rilassa visibilmente, vinto solamente da una sorta di malinconia. Il suo volto si tinge di tristezza mescolato ad una dolcezza dai tratti fantasiosi.
“Non potevi saperlo”
Non potevo, è vero ma avrei dovuto immaginare che le sue parole nascondessero qualcosa. Se solo ripenso a tutti quei consigli nascosti da rossore ed imbarazzo, se solo torno a quando mi osservava con quello sguardo accusatorio e deluso nel pensare che io mi stessi ancora vedendo con Luka. Come ho fatto a non capire prima cosa nascondessero le sue parole ed i suoi gesti?
A mia discolpa posso solo dire che, se davvero fossi capace di capire cosa pensano o provano le persone, avrei evitato di aspettare Adrien per tutti questi anni.
“Adesso lo so e mi dispiace. Non pensavo potesse farti soffrire tanto”
Le dita guantate di Chat Noir iniziano a sfiorarmi il volto con gesti lenti e dolci mentre sul suo viso si affaccia un sorriso debole.
“Non lo pensavo nemmeno io. È stata una sorpresa capire perché mi sentissi sempre così frustrato quando mi parlavi di lui”
Sul mio volto il sorriso assume note dolci e sincere. Finalmente Chat Noir si sta aprendo. Finalmente posso capire qualcosa di quello che pensa. Finalmente posso sentire i suoi sentimenti.
Il mio buon umore sembra contagiare anche lui e quel cipiglio triste finalmente si ammorbidisce assumendo un tratto più dolce e affettuoso.
Le sue braccia circondano il mio corpo, stringendomi a sé e cullandomi con tenerezza. La sua mano sinistra inizia a giocare con alcune ciocche dei miei capelli mentre l’altra mi accarezza la schiena.
Mentre penso a quanto sia capace di rendermi isterica e preoccupata un istante e serena e felice quello dopo, una risata bassa esce dalle sue labbra attirando la mia attenzione.
“Qualcosa di divertente?”
Lo vedo alzare le spalle tentando di ignorare la mia domanda ma il mio sguardo esige risposte che fortunatamente trovano risposte.
“Fino a pochi minuti fa avrei corso il rischio di finire sul pavimento”
Una risata risuona nella mia stanza mente ripenso al mio bisogno di distanza.
“Sarei stata costretta”
Una mia mano finisce distrattamente sul suo petto mentre mi lascio cullare da questo abbraccio dalle tinte rosee.
“Adesso però non ho bisogno di pensare ad altro”
Sento il suo corpo fremere mentre ride e senza accorgermene appoggio la testa sul suo petto, quasi in attesa di sentire il suo cuore battere.
“Davvero ti distraggo così tanto?”
Sospiro profondamente, incredula di quanto poco riesca a capire i miei sentimenti. Eppure, sono qui, tra le sue braccia, in attesa solamente di una sua parola per essere finalmente felici assieme.
“Prima o poi capirai l’effetto che hai su di me”
Con la coda dell’occhio riesco a vedere distintamente un sorriso malizioso prendere vita sul suo viso mentre la sua mente sembra vagare libera verso pensieri a me incomprensibili. È una visione rilassante, qualcosa che riesce a sciogliere ogni tensione provata questa notte e, finalmente, lasciarmi godere di qualche istante di sonno profondo. So di non aver risolto i suoi dubbi ma finalmente ho capito quale sia il problema e, almeno per il momento, questo mi basta.
 
Qualche ora più tardi, la voce di mia madre mi risveglia di soprassalto per avvertirmi che la cena è ormai pronta. Una risposta confusa sfugge alle mie labbra mentre io rimango un attimo bloccata nel sogno a cui sono stata strappata con violenza. Nuovamente sudata e con il cuore in subbuglio, riesco a ricordare gli ultimi istanti di quella fantasia dalle tinte rosee e rosse.
Chat Noir mi stava stringendo a sé ma non era un abbraccio dolce, era qualcosa di totalmente differente. Le sue mani vagavano sulla mia schiena in cerca di un lembo di pelle scoperta da poter stringere. La sua chioma bionda mi lasciava il solletico sul collo mentre la sua bocca si divertiva a disegnare scie umide su quella parte nuda. Potevo sentire il mio respiro spezzarsi, il cuore battere furiosamente, mi sembrava quasi di trovarmi senza ossigeno mentre la testa iniziava a girarmi ed un incendio in piena regola sembrava invadere le mie guance, il mio petto, il mio basso ventre.
Quasi scottata dal ricordo di quel sogno, mi avvio in bagno, sperando di riuscire a calmarmi. Cosa caspita significa tutto questo? Quella sensazione, quel calore, quella felicità. Erano familiari, quasi simili a quelle provate con Luka ma così diverse, più intense, più profonde, quasi prepotenti, pronte a tendere il mio corpo verso l’infinito.
Con la testa che ancora mi gira, provo a sciacquarmi il volto con acqua fredda sperando che la situazione possa migliorare. Vorrei poter dire che stia funzionando ma più mi sforzo di capire cosa mi stia succedendo, più dettagli di quel sogno sembrano tornarmi alla mente, lasciandomi quasi paralizzata dalle mie stesse fantasie. Possibile che quello che ho sognato abbia influenzato così tanto il mio corpo? Possibile che quelle sensazioni, quel desiderio incontrollato di sentire Chat Noir sfiorare il mio corpo, mi abbiano lasciato emozioni così forti anche da sveglia? È normale?
“Marinette, tutto bene?”
Una Tikki decisamente allegra e sorridente mi guarda con l’aria di chi sa esattamente cosa stia succedendo.
Sarebbe così semplice chiedere a lei spiegazioni ma una strana sensazione imbarazzante limita ogni mia domanda, lasciandomi nella consapevolezza di dover fronteggiare questa cosa da sola.
Annuisco lentamente, cercando di ignorare quelle sensazioni così forti e provando a concentrarmi su altro. La mia mente, però, sembra non voler abbandonare la figura di Chat Noir e, se una parte di me ancora sembra fantasticare sulla sensazione di avere il suo corpo sotto il palmo della mia mano, un’altra parte, meno maliziosa e più riflessiva, sembra concentrata su una domanda fondamentale.
“Dov’è Chat Noir?”
Tikki mi osserva dolcemente spiegandomi di averlo visto uscire poco prima del mio risveglio.
“Penso abbia lasciato qualcosa per te”
La dolce Kwami a pois mi indica la scrivania dove trovo un bigliettino dalla calligrafia curata e particolare.
“Sei bellissima anche mentre dormi principessa. CN”
Le mie dita corrono a quelle parole lasciandomi la consapevolezza di essermi, finalmente, avvicinata a lui davvero.
“È rimasto a guardarti per ore, Marinette. Sembrava felice”
Un’espressione seria si affaccia sul volto di Tikki.
“Sei… Sei sicura di quello che stai facendo?”
“Come?”
La sua domanda mi lascia una sensazione di confusione in mente.
“Nell’ultimo periodo hai avuto molte delusioni, Marinette. Non… Non voglio vederti soffrire ancora e…”
“Non succederà Tikki”
Un sorriso dolce invade i miei pensieri.
Sono sicura che Chat possa rendermi felice. Devo solo fargli capire di non dover temere Luka.
“Sei sicura?”
Tikki continua a guardarmi preoccupata. È molto dolce da parte sua tenere così tanto a me ed alla mia felicità ma questa volta andrà tutto bene. Lo sento.
Annuisco lentamente, tentando di convincere Tikki di non aver nulla di cui preoccuparsi. Le sue labbra si piegano in un sorriso insicuro mentre le sfioro il volto in una tenera carezza.
La vedo rilassarsi quanto basta da lasciarmi libera di godermi quel momento di dolcezza. Ripongo il biglietto nel cassetto della scrivania, al sicuro da sguardi indiscreti e mi avvio verso il piano di sotto per la cena. Tikki mi osserva sorridendo mentre le prometto una doppia porzione di dolce.
Mi sento felice. Particolarmente felice. Finalmente felice. Felice, nonostante tutti i dubbi ed i pensieri di Chat Noir.
 
Il giorno seguente Chat Noir non viene a trovarmi ed io devo ammettere di iniziare a sentire la sua mancanza. Sembro vagare per la stanza, in attesa che si presenti ma quando anche il pomeriggio lascia spazio alla sera e questa alla notte buia, mi arrendo all’evidenza. Oggi non verrà a trovarmi e distrattamente inizio a pensare che forse sarebbe il caso di chiedergli un numero di telefono al quale scrivergli, ogni tanto. La mia mente riprende a giocare con me, ricordandomi che avere il suo contatto potrebbe essere davvero pericoloso. Se un giorno qualcuno riconoscesse quel numero, se io dovessi essere così stupida da cercarlo online e trovare, quasi sbadatamente, il nome del proprietario, potrei ottenere informazioni ed un potere che non voglio e non posso e non posso voler avere. Con questa consapevolezza mi volto verso l’interno della mia stanza, cercando qualcosa che possa indurmi a dormire. Solo il ricordo di quel biglietto, lasciato distrattamente sulla mia scrivania mi rilassa al punto di vagare tra sogni rosei e rossi.
 
La mattina successiva, memore di avere un biglietto scritto personalmente da lui, mi sveglio riposata e di buon umore, di splendido umore. Felice come non mi sentivo da molto tempo. Forse un po’ infastidita dal suono del cellulare ma niente che una buona colazione non possa superare. Mentre mi avvio verso l’armadio, il telefono riprende a suonare, lasciandomi con la consapevolezza che si tratti di Alya. Solo lei riesce a mandare decine di messaggi per formare poche frasi.
Afferro il telefono per mettere un freno a quel monologo virtuale e quello che vedo è l’ennesimo invito ad un’uscita di gruppo. A quanto pare sembra che abbia aperto un nuovo bar vicino la Torre Eiffel che serve più che altro drink e bevande dedicate ai supereroi di Parigi ed ai loro aiutanti. Alya ha prenotato un tavolo per poter vedere quanto sono accurate le riproduzioni in scala reale di Ladybug e Chat Noir. Solitamente non mi attirano troppo locali simili, forse perché non sono così egocentrica da voler vedere una Ladybug al mio fianco e rischiare che qualcuno mi riconosca sotto quella maschera. Qualcosa, però, attira la mia attenzione, la possibilità di vederlo. So che può sembrare sciocco ma non avere la possibilità di sapere quando rivedrò Chat Noir mi lascia con il desiderio di aggrapparmi a tutto ciò che può ricordarmelo e poter osservare una sua riproduzione è un ottimo modo per ingannare l’attesa.
In tema con i miei sentimenti, opto per un top corto dalle tinte verdi che lascia scoperto qualche centimetro del mio addome ed una gonna nera a vita alta dalla forma a campana che mette in mostra le mie gambe. Decido di lasciare sciolti i capelli, rendendo solamente le punte leggermente mosse. Afferro la borsa di Tikki ed alcuni biscotti e dolcetti vari per la mia Kwami preferita.
Prima di uscire dalla stanza, mi avvicino alla scrivania per rileggere un’ultima volta il biglietto lasciano ieri da Chat Noir. So di poter sembrare quasi malata o paranoica ma è l’unica cosa che ho di suo.
Sotto lo sguardo sorridente di Tikki ripongo il foglietto dalla calligrafia ricamata e mi avvio verso le strade di Parigi. Sento un sorriso allegro affacciarsi sul mio volto mentre ridacchio da sola e canticchio spensierata. Mi accorgo appena di essere arrivata in anticipo e, prima di farmi prendere dal desiderio di vedere la statua di Chat Noir, mi impongo di aspettare i miei amici. Mi appoggio alla parete del locale mentre osservo il cielo azzurro e la torre della città che spicca davanti a me. Quante volte ho trascorso il mio tempo sui piani più alti di quella struttura senza preoccuparmi di poter cadere ma solo godendomi la sua compagnia.
“Chissà dove sarà adesso”
“Chi?”
La voce di Alya mi risveglia dai miei pensieri. Il mio sorriso sembra accecarla mentre la saluto.
“Sei sola?”
“Nino arriverà a breve, doveva riportare a casa suo fratello”
Alya mi osserva attentamente ed il suo lato da giornalista prende vita. La vedo studiare la mia espressione con grande curiosità fino ad aprirsi in un sorriso malizioso.
“Amica mia, devo dirtelo. C’è qualcosa di diverso in te”
“Diverso?”
Annuisce lentamente, in cerca di indizi sul mio cambiamento.
“Gli hai parlato?”
Annuisco distrattamente, sentendo le mie guance imporporarsi velocemente.
“Cos’è successo? Cosa ha fatto?”
“Niente”
Cerco di limitare i danni ignorando i ricordi dell’ultima volta che ho visto Chat Noir ma la curiosità della mia amica non conosce limiti.
“Avanti Marinette, dimmi cos’è successo, ti prego”
A volte la sua insistenza è quasi commuovente. Se Chat Noir fosse un ragazzo normale, sicuramente le racconterei ogni cosa, eppure quel che mi limito a fare è arrossire vistosamente e sorridere, confermando ogni sua parola. È per lui. È ovvio che sia per lui. In fondo, non è successo nulla di che, eppure mi ha lasciato un senso di felicità profonda.
“Non lasciarmi appesa ad un filo! Già sto morendo dalla curiosità di capire chi sia dopo aver saputo di quel bacio rubato”
“Bacio?”
I nostri amici decidono di palesarsi tutti, nello stesso momento, accanto a noi, senza nemmeno avvertirci della loro presenza. Adrien e Luka compresi. Non capisco il motivo ma continuo a dimenticare che anche loro fanno parte di questo strano gruppo. Una strana sensazione di disagio inizia a crescere in me. Spero solo di poter trascorrere una giornata tranquilla per conservare quel buon umore lasciato da Chat Noir.
“Quale bacio?”
Addio ai bei propositi di tenere per me questa storia.
“Cosa?”
“Chi ha baciato chi?”
Inutile dire che le ragazze sembrano impazzite per i pettegolezzi nascosti mentre i ragazzi tentano di evitare l’argomento. O almeno così dovrebbe essere. La verità è che sembrano più interessati quasi i maschi delle mie amiche. Solo che almeno loro provano a mascherare il tutto con un finto distacco.
In poco tempo mi ritrovo circondata e, mentre io cerco con lo sguardo una scappatoia, l’unica cosa che mi viene in mente è nascondermi dietro la causa di tutta questa confusione.
“Tirami fuori da questa situazione, Alya”
Il mio sussurro si perde nelle urla entusiaste di Mylene e Rose.
“Scusa. Non sapevo che… Non immaginavo, insomma…”
“Inventati qualcosa o… Giuro che non saprai nulla da me”
In verità, spero quasi di poterla usare come scusa per non darle spiegazioni ma so che, pur di sapere qualche dettaglio in più, riuscirà a trovare una soluzione.
Nel giro di qualche istante, infatti, Alya inventa una scusa banale che sembra funzionare. Un episodio di una soap sconosciuta sembra una valida alternativa alla realtà. Specialmente considerando che tutti i presenti mi considerano una ragazzina immatura ed incapace di mosse tanto audaci. Tutti tranne loro, i due ragazzi che mi osservano da lontano in modi completamente differenti.
Sono settimane che non vedo Luka, da quando l’ho salutato velocemente mentre cercavo Chat Noir che sembrava stesse per sentirsi male, da quando ho spezzato il suo cuore e rovinato ogni suo pensiero su di noi, eppure sul suo volto ritrovo un sorriso dolce e sincero rivolto a me. Pensavo che ritrovarmelo accanto mi avrebbe fatta sentire nuovamente triste, colpevole ed imperdonabile, invece la sua espressione tranquilla mi lascia con una sensazione di pace, come se tutto fosse andato esattamente come doveva.
Sgattaiolo fuori da quel miscuglio di comare per raggiungere Luka ed Adrien, notando solo in quel momento l’espressione stranita del modello biondo. I suoi occhi vagano da me a Luka, quasi vagliando ogni nostra possibile interazione. Sotto al suo sguardo, mi sento come se stesse giudicando ogni mia mossa. Non so dire bene il perché ma mi sento quasi costretta a salutare entrambi da una distanza di sicurezza.
Vorrei poter parlare con Luka, sapere se stia bene, se mi abbia perdonata per tutto quello che è successo, se mai potremo essere nuovamente amici o se tra noi ci dovrà sempre essere la tensione che inizio a sentir crescere in questo momento. Solo il suo sguardo mi frena. Quegli occhi verdi che osservano ogni mio gesto in maniera quasi possessiva.
Mi sento costretta a rivolgere domande banali che possono riguardare il tempo, il caldo, l’estate, il nuovo bar in cui siamo diretti, tutti argomenti superflui ai quali entrambi sembrano rispondere a monosillabi.
Solo la presenza di Alya mi salva da questa tortura riportandomi con i piedi a terra e con la testa tra le nuvole.
“Mi devi un favore e voglio riscuoterlo adesso. Dimmi cos’è successo. Oppure dimmi come si chiama, mi basta questo”
La giornalista più insistente di Parigi non poteva che essere la mia migliore amica ed il suo tempismo non poteva che essere pessimo.
“Ne parliamo dopo Alya”
“Non pensare di sfuggirmi, Marinette”
“Di chi state parlando?”
“Alya, maledizione”
Nemmeno sussurrando siamo riuscite a conversare senza che i due ragazzi al mio fianco sentissero le nostre parole.
“Di nessuno in particolare”
“Davvero?”
Luka sorride saccente, come se sapesse già ogni cosa, come se conoscesse la situazione meglio di Alya, quasi meglio di me addirittura. Sul mio volto si dipinge un’espressione confusa mentre sento la mia amica inventare l’ennesima storia assurda. Immersa nei miei pensieri, mi accorgo appena dello sguardo di Adrien che passa da me a Luka, curioso anche lui di studiare le sue parole.
Mi verrà mal di testa se continuo a tentare di star dietro a questi due, lo so.
Pochi istanti più tardi, Alya spinge tutti verso l’ingresso dal locale mentre io mi perdo un attimo ad assaporare una boccata di ossigeno per spazzare via ogni mio dubbio e pensiero. Impiego qualche minuto di troppo ad osservare la torre Eiffel per ritrovare la felicità di questa mattina e quando mi volto verso la porta dell’edificio, ritrovo solamente Luka ad attendermi.
“Entriamo?”
Annuisco velocemente, concentrandomi solo sulle sensazioni positive di quella giornata. Non lascerò che piccole sciocchezze mi rovinino l’umore.
Una volta varcata la soglia, un’aria di stupore invade i miei sensi. Sulle pareti del locale sono raffigurati poster e fotografie dei paladini di Parigi durante le loro imprese più eroiche. L’ultima risalente a poco tempo fa, quando combattemmo contro i due ragazzi in grado di controllare e manifestare il Chakra. Ricordo bene le ferite successive e la preoccupazione per Chat Noir. La corsa verso la mia terrazza, la pomata che mai sarebbe bastata per entrambi, lo sforzo richiesto a Tikki per raggiungere il Maestro. Ricordo ogni cosa come se fosse successo appena ieri, tanto che sento i battiti del mio cuore riprendere a correre veloci nel mio petto.
“Marinette, tutto bene?”
Annuisco lentamente, cercando di scacciare i pensieri tristi. Chat Noir si è ripreso, tutto si è risolto nel migliore dei modi. Solo questo mi riporta un briciolo di calma.
“Battaglia dura?”
Una risata tesa esce dalle mie labbra. Mi ero quasi dimenticata del fatto che Luka conoscesse la mia vera identità.
“Era ricoperto di ferite. Ho pensato di non avere il tempo per aiutarlo, per salvarlo, per evitare che… Che soffrisse come avevo fatto io tempo prima”
“Invece sono sicuro che tu ci sia riuscita”
Un sorriso sfiora le mie labbra.
“Per fortuna si”
“Non lo avresti mai abbandonato”
Annuisco lentamente ricordando il nostro primo incontro. Se qualcuno mi avesse detto che mi sarei innamorata di quel ragazzo mascherato e sfacciato che trovavo solo irritante, non gli avrei creduto. Invece…
“Non potrei mai lasciarlo”
Una risata sincera vince Luka mentre io mi concentro sullo scatto riprodotto su quella parete.
“Ero sicuro che ti saresti accorta di amarlo”
“Avevi ragione…”
Basta un solo istante per capire l’errore commesso ma rimangiarsi le parole è impossibile. La volta che imparerò a pensare prima di parlare di sicuro non mi sarà utile.
Mi mordo la lingua con forza voltandomi imbarazzata verso di lui.
“Luka, m-mi dispiace io… Insomma… Non volevo che tu… P-però devo chiederti di non…”
“Non lo dirò a nessuno, promesso”
Annuisco con il volto in fiamme e la consapevolezza di aver chiesto un favore enorme ad una persona che ha già sofferto molto a causa mia.
“Scusami, Luka. Davvero io… Non avrei mai voluto ferirti o…”
“Non puoi controllare i tuoi sentimenti Marinette”
“Vorrei solo non averti coinvolto in tutta questa confusione”
“Non pensarci. Adesso hai altri problemi da affrontare”
Quali problemi?
“Una ragazzina che frequenta il paladino di Parigi. Non sarà facile per te tenere a bada la curiosità di Alya o nascondere questa relazione”
“Come fai a…”
Come fai a sapere che Chat Noir sia interessato a me e non a Ladybug? Come fai a sapere che stia frequentando me e non lei? Come fai a distinguere queste due persone quando a volte è difficile anche per me?
“Sospettavo da tempo che lui si stesse interessando a te”
Porto una mano ai miei capelli, grattandomi la testa in un gesto pieno di imbarazzo.
“Come fai a sapere certe cose? Chi sia… Lei, cosa voglia lui… Sei l’unico”
“Sono un buon osservatore”
Il suo sorriso si tinge di note divertenti, lasciandomi con mille domande che non voglio porgli.
“Sei pronta per affrontare questa sfida?”
Il sorriso di Luka mi lascia la convinzione di poter fare qualunque cosa o, per meglio dire, di essere pronta a fare qualunque cosa pur di provare a vivere questo sentimento.
Un attimo solo basta per ripensare a quel bacio, a quell’abbraccio, ai piccoli gesti che mi hanno scaldato il cuore in queste settimane.
“Spero di poter vivere anche io un amore simile”
Strappata dai miei pensieri, non posso che augurare ogni felicità a Luka. Si merita questo ed altro. Si merita qualcuno che gli scaldi il cuore, si merita di essere amato, si merita di essere il solo ed unico per qualcuno.
“Chissà cosa mi riserverà il futuro. Per il momento ho conosciuto una ragazza e spero che possa nascere qualcosa quindi puoi smettere di sentirti in colpa o triste per me”
La sua confessione mi riempie il cuore di gioia che non credevo avrei provato per una notizia simile. Senza pensarci un secondo di più, mi getto su di lui abbracciandolo e facendogli i miei più sinceri auguri. Non penso esista persona più buona, dolce e gentile al mondo e sono felice che abbia trovato qualcuno con cui condividere le sue giornate.
“Qualcuno potrebbe ingelosirsi vedendoti avvinghiata a me”
Un dubbio invade la mia mente mentre sciolgo l’abbraccio ed inizio ad osservare ogni angolo del locale in cerca di una maschera e due occhi verdi e pungenti. Non può essere, come fa a sapere sempre dove sono io o cosa faccio?
“Non penso sia qui”
“Sono sicuro che lo saprà”
Il suo sguardo punta verso l’angolo opposto della sala, dove i nostri amici stanno discutendo sulle statue a grandezza naturale dei paladini della capitale. Tra tutti, una persona è voltata verso di noi, con uno sguardo inquisitore ed infastidito.
Prima o poi dovrò chiedergli perché sembri sempre così attento a quello che faccio io. È l’unico ad essersi accorto della mia relazione con Luka ed è l’unico che sembra notare ogni volta che non sono pienamente in forma. Quello, però, che mi disturba maggiormente, è il fatto che ogni volta che Adrien scopre qualcosa su di me, per qualche strana forma di coincidenza, anche Chat Noir ne viene a conoscenza. Come se il modello biondo fosse una spia personale di quel gatto nero. Pensandoci bene, è successo molto più spesso di quel che ricordavo.
Quando Adrien ha capito quanto stessi soffrendo a casa sua, ha mandato Chat Noir a controllare che io stessi bene. Quando ha scoperto il taglio sul mio braccio, anche Chat ha capito di essere lui la causa di quella cicatrice. Quando ha capito che tra me e Luka era ormai finito tutto, anche Chat si è arreso all’idea di aver commesso uno sbaglio.
Ogni volta Adrien gli riferiva quello che succedeva nella mia vita.
La cosa più interessante, però, è che, a quanto pare, non era solo una mia impressione.
“Pensi glielo dirà?”
Luka si volta verso di me osservandomi con un sorriso innocente. Annuisce solamente ed io capisco che, probabilmente, lui è riuscito a capire molto più di quel che vuole o può dirmi.
Sbatto le palpebre velocemente, cercando di capire il mistero del suo potere. Non è normale che sappia sempre più di quel che dovrebbe.
Continuo a guarda Adrien e mi accorgo solo di sfuggita dell’assenza del chitarrista al mio fianco. Quando, però, Luka raggiunge il gruppo, lo vedo lanciare un’occhiata divertita al biondino per poi sussurrargli qualcosa a me incomprensibile.
Non so cosa gli abbia detto ma il volto di Adrien si tinge di diffidenza mentre, un passo dopo l’altro, lo vedo avvicinarsi a me.
Mi rendo conto, distrattamente, di non aver smesso un attimo di guardarlo, incapace di comprendere cosa possa volere da me.
Adrien si ferma a pochi metri di distanza, in silenzio. Il suo sguardo sembra saggiare ogni dettaglio del mio volto, per poi concentrarsi sul quadro alle mie spalle.
“Ti piace?”
Tutto mi sarei aspettata da lui tranne che volesse parlare delle opere esposte in questo locale, eppure mi ritrovo ad annuire, incapace di star dietro ai suoi cambi d’umore.
“Ho l’impressione che sia stata una battaglia molto impegnativa”
Una frase che chiunque avrebbe potuto dire ma che solamente io posso ricollegare alla realtà.
“Lo credo anche io”
Il silenzio piomba su di noi lasciandoci avvolti da un’aria quanto più strana e tesa possibile.
I secondi scorrono liberi ed Adrien sembra innervosirsi sempre più.
Inizio ad avere la sensazione di dovergli spiegare la situazione tra me e Luka. Se non per togliergli quel muso lungo dalla faccia, almeno per non dargli modo di spettegolare con Chat Noir.
“Ne stavo parlando anche con Luka, prima”
“Di cosa?”
“Di loro”
Indico il quadro con sicurezza ma le mie parole non sembrano essere sufficienti a placare la sua curiosità quasi morbosa.
“Mi ha confidato di aver conosciuto una ragazza e di sperare di poter avere con lei un legame profondo come il loro”
“U-una ragazza?”
Annuisco con decisione sorridendo al ricordo della bella notizia.
“Mi auguro davvero che possa essere felice con lei. Merita di avere al suo fianco una persona che lo ami”
“Marinette…”
“Come io non riesco e non riuscirò mai a fare”
“Mai?”
Quella parola sembra attirare la sua attenzione in modo particolare. Pensandoci bene, sono sicura che sia il termine più adatto. Mai, mai potrei amare Luka, non come ho amato Adrien e non come amo Chat Noir. Per Luka ho provato emozioni molto forti ma nulla di paragonabile all’amore vero e proprio.
Annuisco lentamente, con la sicurezza di essere riuscita a debellare ogni suo dubbio.
“Quindi prima eri felice per…”
“Per lui. Per lei. Per loro. Dopo avergli procurato tanta sofferenza, non posso che sperare che sia davvero felice”
Un verso quasi sprezzante esce dalle sue labbra.
“Non credo tu gli abbia provocato solo sofferenza, Marinette”
“In che senso?”
Lo vedo scuotere la testa e cambiare argomento. Inizio a pensare che sia davvero bipolare.
“Quindi tu… Non-non provi più nulla per Luka?”
Una bassa risata scuote il mio corpo.
“Non potrei nemmeno volendo”
“Cosa significa?”
Le mie labbra si piegano in un grande sorriso mentre il mio sguardo si focalizza nuovamente sul quadro di fronte a me.
Adrien continua ad osservarmi incuriosito o, forse, sarebbe meglio dire curioso.
Riprendo a ridere, lasciando che Adrien continui a chiedersi a cosa io stia pensando mentre mi avvio al tavolo prenotato per noi.
 
Il pomeriggio scorre velocemente tra chiacchiere tra amici e commenti verso i due paladini di Parigi. Alya ha mostrato a tutti alcuni scatti inediti avuti tramite il suo nuovo drone e tutti sono sembrati incuriositi dalla possibilità di scoprire qualche segreto attraverso quel macchinario volante. Ho pensato più volte di distruggerlo ed altrettante volte ho capito di non poter fare una cosa simile alla mia migliore amica. Un dubbio davvero lancinante.
Ho trascorso l’ultima ora ad ascoltare le teorie di Alya secondo cui Chat Noir e Ladybug sarebbero la coppia perfetta, due metà della stessa mela, due cuori spezzati che riescono a completarsi. Inutile dire che, se prima avevo dei dubbi su una relazione tra loro, adesso penso e spero sia impossibile. L’unica cosa positiva è che, in caso Chat Noir dovesse ricominciare ad interessarsi a Ladybug, sarei la prima a saperlo.
Una risatina esce dalle mie labbra, attirando l’attenzione di Alya.
“Sei d’accordo con me, vero Marinette?”
Ultimamente credo di aver talmente tanti segreti con lei che non riesce nemmeno più a comprendere le mie reazioni. Mi dispiace doverle mentire continuamente ma cosa posso fare se non questo?
“Continuo a pensare che non ci sia nulla di romantico tra loro… Tra Chat Noir e Ladybug”
Stranamente mi sento quasi in dovere di specificare i loro nomi, come se volessi prendere le distanze da lei, da Ladybug, da quella parte di me che ha affascinato per molto tempo Chat Noir e che adesso spero non sia più così interessante ai suoi occhi. Com’è strano il mondo.
“Come fai a dirlo?”
Alzo le spalle, tentando di nascondere un sorriso sincero dietro alla cannuccia del mio drink.
Bastano pochi secondi e lo sguardo dei miei compagni inizia a farmi sentire al centro di un’attenzione che non vorrei attirare. So che tutti si stanno chiedendo perché sono mesi che continuo a dire le stesse cose eppure, se prima pensavo che fosse sciocco pensare a loro come coppia solamente per il fatto che mi desse fastidio essere accostata a lui, adesso non voglio che pensino che i paladini possano avere una relazione perché vorrei essere io, Marinette, ad avere un legame particolare con Chat Noir.
Nonostante la pressione sociale mi stia schiacciando, non riesco a trattenere un sorriso imbarazzato, in attesa che qualcuno riporti il discorso su altri binari.
“Secondo me ha ragione”
La voce di Luka interrompe quell’attenzione snervante, attirando su di sé lo sguardo incredulo e curioso di Adrien.
“Siete gli unici a pensarlo”
Alya torna a spiegare quanto la sua idea sia ormai condivisa da tutti.
Qualcuno, però, non sembra altrettanto d’accordo.
“In verità nemmeno io credo ci sia del tenero tra Chat Noir e Ladybug”
Abbandono la cannuccia velocemente, alzando gli occhi e trovando quelli del modello biondo intenti a osservarmi con sguardo deciso ed un sorriso sincero.
Con la coda dell’occhio noto Luka ridere sommessamente, tentando di non farsi vedere da nessuno.
C’è qualcosa che mi sfugge, ne sono sicura. Posso capire che Luka appoggi la mia idea dal momento che sa chi si celi dietro la maschera a pois neri ma perché sembra divertito anche dalle parole di Adrien? Cosa più importante, perché il biondo condivide il mio pensiero? Non era lui il primo a tifare per la coppia più acclamata di Parigi? Non era con lui che mi ero quasi scontrata proprio perché vedevamo la situazione in modo completamente diverso? Cos’è successo per fargli cambiare idea?
“Bro ma cosa dici?”
“Adrien non ascoltare Marinette, Chat Noir e Ladybug sono nati per stare insieme. Guardali”
Alya indica distrattamente l’arredo del locale. Molti dei quadri appesi ritraggono i paladini in momenti di supporto reciproco o durante battaglie o momenti condivisi. Nello sguardo di Ladybug ritrovo l’amicizia che mi ha sempre legato a Chat Noir ma nel suo rivedo il grande amore che so avere sempre provato per lei.
“Chat Noir si è sacrificato più volte per salvare la sua vita e permetterle di sconfiggere i nemici più complicati”
È vero, lui si è sempre dimostrato deciso nel supportare la mia vittoria. Forse un po’ perché sapeva che solo io potevo eliminare le akuma e riportare tutto alla normalità o forse, cosa più probabile, perché ha sempre provato qualcosa di speciale per me.
Lentamente, sento il mio sorriso svanire, sostituito da un’espressione dubbiosa e tinta di malinconia.
Ho sempre saputo che il suo amore è stato diretto a lei per molti anni e non è possibile che questo sentimento possa svanire da un giorno all’altro. È stupido pensare che possa averla dimenticata così velocemente. Allora perché sembrava davvero sincero quando parlava di gelosia e sentimenti nei miei confronti?
“Prima o poi Ladybug ammetterà di amarlo e finalmente inizieranno ad essere la coppia che sono destinati ad essere”
Destino. Parola crudele ma veritiera. In fondo, sono loro due ad essere i paladini di Parigi. Non c’è destino più forte di quello che condividono loro nell’essere stati scelti dal Maestro. Alya ha ragione. È destino.
“Ammetiamolo, nessuno potrebbe mai sostituire uno dei due e pretendere di essere felice sapendo il legame che li unisce”
Un dolore profondo apre il mio petto, conscia di quanto i miei stessi pensieri fossero simili ai suoi nemmeno troppo tempo fa.
Mi alzo di scatto, attirando lo sguardo di tutti su di me.
“V-voglio provare un altro drink. Torno subito”
Velocemente mi allontano dal tavolo, conscia di sentirmi tremendamente a disagio con quei discorsi.
“Marinette, aspetta”
La voce di Adrien mi blocca a pochi passi dalla porta del bagno dove speravo di rifugiarmi per qualche minuto. So di poter sembrare una codarda ma non saprei come giustificare il mio pessimo umore in questo momento.
“Adrien, scusa ma avrei bisogno davvero di andare in bagno”
“Alya si sbaglia”
Perché insiste con questa storia? Non basta Alya e le sue teorie da cupido?
“Io credo davvero che…”
Scuoto la testa e, ignorando le buone maniere, mi rifugio in bagno fino a quando non sento i suoi passi allontanarsi.
Continuare a pensarci non migliorerà la situazione ma non posso evitarlo. Ero così felice questa mattina ed adesso posso solo tormentarmi. Se solo potessi essere certa che lui non provi più nulla per Ladybug.
 
Sai bene che non potrà mai più esserci niente tra noi”
“Non puoi saperlo”
 
Non puoi saperlo.
Non posso saperlo.
Non può saperlo.
Non è possibile.
“È così che si sente?”
“Mari?”
La voce di Tikki mi raggiunge ovattata, come se facessi fatica a capire davvero ciò che mi circonda.
Com’è possibile che finora io non abbia mai compreso davvero cosa potesse provare Chat Noir nel pensare a me e Luka?
“Pensi che anche lui si senta in questo modo?”
“Di cosa parli Marinette?”
“Di questa insicurezza, di questa tristezza. Sono bastate poche frasi di Alya per farmi dubitare di Chat Noir, dei suoi sentimenti. Alcune parole ed ho iniziato a pensare che davvero lui non si sarebbe mai potuto innamorare di nessuno se non di Ladybug”
Una risata nervosa sfugge al mio controllo.
“Ho iniziato a temere che fosse troppo presto perché lui potesse davvero amarmi. In fondo, sono passate poche settimane da quando giurava amore sincero per lei e…”
Continuo ad osservare il mio riflesso nello specchio del bagno, come se potesse convincermi di qualcosa di diverso.
“È questo che intendeva Chat quando diceva che fosse troppo presto? Ha paura che io possa ancora provare qualcosa per Luka, come io ho temo che lui ami ancora… Lei?”
Tikki mi sorride annuendo debolmente.
Se penso, poi, che loro non hanno mai nemmeno avuto un reale rapporto amoroso, mi sembra ancora più semplice capire perché Chat sia così dubbioso riguardo alla realtà.
Ripensando a ciò che è successo tra me e Luka, posso solo immaginare cosa proverei a parti inverse. Sapere che lui l’abbia baciata, che l’abbia sfiorata, che abbia sentito il suo corpo così vicino al proprio, che si sia sentito così attratto fisicamente da lei o che abbia provato una frenesia ed un’emozione simile a quella che sentivo con Luka.
Una risata nervosa mi vince.
Sono davvero una stupida. Finora ho cercato una soluzione ad un problema che purtroppo non posso gestire io. Ho pensato che affrontare la discussione avrebbe risolto tutto, ho pensato che sarei riuscita a convincerlo ma, così come io devo fare i conti con il suo rapporto con Ladybug, è solo e solamente lui a doversi fidare delle mie parole.
L’unica cosa che posso fare io è dimostrargli che mi fido di quello che dice e sperare che lui riesca a fare lo stesso, prima o poi. Però, per prima cosa, devo riuscire a convincere me stessa.
“Lui non è innamorato di Ladybug”
È strano sentirmelo dire a voce alta, eppure una piccola parte di me sembra sentirsi già più sicura di sé.
Sentire Tikki ridere mi riporta alla realtà lasciandomi un sorriso strano in volto e la consapevolezza che quel che si dice sull’essere innamorati sia vero. Si diventa pazzi.
***
Imperdonabile, me ne rendo conto da sola ma abbiate pietà, tra esami e lavoro ho tempo di scrivere solo tra una sessione all'università e l'altra!
So che mi detestate ma siate pazienti ed i prossimi capitoli conterranno qualcosa di... Particolare <3
Intanto che attendete, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo dalle sfumature rosa :D
Buon martedì mattina a tutti cari lettori <3
miss_MZ93
 
  
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