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Autore: Kifuru    18/03/2024    1 recensioni
All'indomani della Quarta Grande Guerra Ninja, nel mondo shinobi iniziava una nuova era di pace, sotto l'insegna della grande alleanza. Tra i complessi e delicati rapporti diplomatici e la lotta contro pericolose organizzazioni criminali, i giovani eroi della guerra, salvatori dell'umanità, cercavano di costruire con tutte le loro forze una vita serena e felice, lasciandosi alle spalle tutto l'odio e la violenza del passato. In questo clima di incertezza e speranza, l'ambasciatrice Temari della Sabbia e lo stratega Shikamaru della Foglia affronteranno ogni genere di esperienza per poter difendere il loro legame e il loro futuro insieme.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Shikamaru Nara | Coppie: Hinata/Naruto, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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CAPITOLO 12
 
 
ARCO CONTRO VENTAGLIO
 

Montagne del Vento
A poche miglia dal confine della Terra del Vento
 
Il sinistro sibilare di una freccia nera segnò l’inizio del combattimento all’ultimo sangue. Pochi secondi prima mentre studiava ancora l’avversaria, Temari No Sabaku aveva davvero sperato di poter attaccare per prima, ma la rapidità d’azione dell’arciera rossa si era rivelata sorprendente. Nella sua intenzione iniziale la bionda era pronta ad aprire il tessen in tutti e tre gli astri in modo da attaccare con tutta la potenza di cui disponeva. Il nemico che stava affrontando non ammetteva alcuna esitazione. La rossa, però, era stata più veloce e Temari fu costretta ad usare la sua arma in un uso esclusivamente difensivo. Alcune ore prima Temari aveva faticato parecchio a convincere i membri del suo gruppo ad accettare il suo piano: un piano indubbiamente rischioso, ma le sue abilità erano le uniche in grado di realizzare la strategia che lei stessa aveva ideato. Per recuperare terreno sugli schiavisti l’ambasciatrice dell’Unione ninja sapeva di poter sfruttare il suo tessen, sfruttando per prima cosa le ottime abilità sensoriali di Kones e le marionette di Kankuro.

C’erano pochi ninja al mondo in grado di volare, anche se per pochi minuti e Temari con il suo tessen era uno di questi. Così, dopo aver convinto il gruppo, Temari si staccò dai suoi compagni alzandosi in volo con il ventaglio. Si inoltrò tra le vie buie e strette delle Montagne del Vento, mentre il resto della truppa guidata dal fratello proseguiva la caccia. Come previsto, il suo potente chakra del vento era stato intercettato dai ninja schiavisti dopo poche miglia percorse in volo e proprio come aveva sperato, era stata proprio la tanto temuta arciera rossa a venirle incontro per fermarla. Temari ebbe persino il tempo di preparare un piccolo agguato esplosivo nei pressi di una radura circondata dalle rocce.

La trappola non era stata molto efficace, non che si aspettava un risultato diverso. Ora Temari doveva affrontare uno scontro diretto contro un nemico di certo molto superiore a lei, almeno per quanto riguardava la quantità di chakra a disposizione. Tuttavia, Temari, oltre ad essere una delle più forti combattenti dell’Unione ninja, era soprattutto un’abile stratega, in grado di persino di fronteggiare il genio del suo fidanzato.

La freccia nera si schiantò con forza contro il tessen spalancato. All’impatto violento contro la base metallica dell’arma Temari sentì spaventosamente le braccia tremare, nonostante tutta la poderosa resistenza della sua arma. Il dardo era caricato con un’impressionante quantità di chakra.

< < Una solo freccia potrebbe bastare a uccidermi o a rendermi incapace di combattere. In questo modo non posso neanche avvicinarmi > >.

L’arciera rossa non le diede tregua. Con una rapidità terrificante scattò di lato, questa volta incoccando due frecce contemporaneamente e le scagliò con precisione prima ancora di rotolare con grazia sul terreno. Temari, pur aspettandosi un tentativo di aggirare le sue difese, trovò davvero straordinaria le abilità con l’arco di quella giovane guerriera. I suoi sensi allenati l’avvertirono subito che le due frecce avrebbero colpito da direzioni diverse e in un istante reagì nell’unico modo possibile.

< < ARTE DEL VENTO: SPIRALE DI VENTO > > urlò Temari, scatenando la forza del suo tessen verso l’alto.

Un incredibile ciclone circondò la figura della kunoichi della Sabbia, disintegrando completamente i due dardi mortali. Eppure Temari non si limitò alla difesa. Con l’ausilio del tessen controllò alla perfezione il ciclone di vento, scatenandolo con precisione contro l’avversaria prima che potesse contrattaccare con altre frecce. Il vento tagliente del chakra aggredì più volte la giovane arciera, la quale fu costretta ad arretrare.

Temari mantenne la propria concentrazione al massimo mentre il ciclone continuava ad abbattersi sul nemico e sull’imponente parete rocciosa alle sue spalle. Dopo tre interminabili minuti la forza del vento finalmente si arrestò, lasciando un ambiente distrutto, irriconoscibile rispetto a qualche minuto prima. Il vortice aveva distrutto una parte della parete rocciosa e ora la radura dello scontro era ricolma di macigni di media e alta dimensione. Il caldo vento del deserto contribuì ad incrementare il polverone dell’esplosione di chakra scatenata dall’attacco della kunoichi. Sebbene la visibilità fosse minima, Temari era abile nel percepire la presenza di un nemico, soprattutto quando si trattava di un avversario così pericoloso. Era inferiore, questo lo sapeva benissimo, eppure non era disposta ad arrendersi per nessuna ragione. Il motivo di quel combattimento così rischioso era uno e uno soltanto: dividere il gruppo degli schiavisti, separandoli dal membro più forte e temibile.

Ora il gruppo di Kankuro poteva proseguire la caccia in attesa dei rinforzi di Konoha. Il piano era riuscito, almeno fino a quel momento. Poteva benissimo essere l’esca, ma non per questo era disposta a rinunciare facilmente alla sua vita. Per il suo attacco Temari aveva speso una notevole quantità di chakra, non tale però da impedirle di continuare a combattere. La nebbia di polvere era fittissima, ragion per cui Temari decise di mantenersi a distanza di sicurezza. All’improvviso Temari sentì un sibilo familiare appena percettibile nell’aria. Probabilmente una persona normale non sarebbe stata in grado di accorgersene in tempo, al contrario la kunoichi della Sabbia aveva percepito il pericolo quel tanto che bastava per scostare di scatto la testa. Quel gesto le salvò la vita. La freccia nera le ferì una guancia, terminando poi il suo volo contro macigno che si frantumò all’istante.

Il dardo le aveva aperto un profondo taglio poco sotto l’occhio destro. Il sangue aveva già iniziato a scendere lentamente lungo il viso. Poteva andare decisamente peggio, ancora una volta il suo istinto allenato le aveva salvato la vita. Il vento del deserto non accennava a diminuire, limitando terribilmente la visibilità.

Con la guardia alta Temari strinse con forza l’impugnatura metallica del tessen, preparandosi alla prossima mossa. Dalla nebbia di polvere intravide una sagoma indistinta e non ci fu spazio per alcuna esitazione. Chiuse il terzo astro dell’arma impugnando così il tessen con entrambe le braccia, quasi come se stesse imbracciando un cannone pesantissimo.

< < Arte del vento: ONDA D’URTO > >.

Questa volta la forza del vento si scatenò in una forza d’urto violentissima, ma rispetto al ciclone, l’onda era concentrata in un unico punto. Si trattava di una tecnica brutale che avrebbe potuto benissimo distruggere completamente il corpo di un nemico.

L’onda d’urto sibilò all’interno della nebbia di sabbia nell’esatto punto dove si trovava la sagoma. Temari attese impaziente potenziali risultati dell’attacco, le sfuggì un grido di sorpresa quando il terreno della radura venne sconvolto da un tremito intenso. Una parte del terreno roccioso cedette al chakra che la donna rossa scatenò per difendersi dall’attacco. Pur non avendo visto con i suoi occhi la scena, Temari era certa che il suo nemico avesse facilmente bloccato la violenta onda d’urto. In attesa della ripresa del combattimento, l’ambasciatrice della Sabbia decise di riaprire ancora una volta il terzo astro del tessen. La voce dell’arciera rossa giunse dalla nebbia di sabbia, tagliente e glaciale come una lama.

< < Dovresti essere fiera di te stessa, ambasciatrice della Sabbia > > esordì la rossa, la voce fredda proveniente dal bel mezzo della tempesta, come sussurri del deserto. < < In questo mondo corrotto non sono molti i guerrieri in grado di ferirmi in un combattimento diretto. Tu ci sei riuscita. Sei davvero una grande risorsa per l’Unione ninja > >.

< < La tua conoscenza del mondo corrotto di cui parli mi sembra oltre modo discutibile, arciera > > disse la bionda, con un beffardo sorrisetto di scherno. < < Io, invece, conosco molti ninja in grado di darti una lezione > >.

< < La tua esperienza dovrebbe metterti in guardia, Temari della Sabbia. Hai combattuto una guerra, perciò dovresti sapere cosa significa affrontare un nemico superiore a te senza il supporto dei compagni. Ma forse era proprio questo il tuo obiettivo, non è così? Farmi uscire allo scoperto per permettere ai tuoi compagni di proseguire la caccia. Hai rischiato la tua vita unicamente per questo scopo scellerato > >.

Temari digrignò i denti con rabbia. < < Se sei così certa di poter prevalere in questo scontro, allora forse dovresti combattere alla luce, schiavista, oppure devo iniziare a credere che tu abbia paura di me? > >.

Era una cosa sciocca da dire, Temari lo sapeva bene. Ogni shinobi imparava prestissimo quanto fosse importante l’elemento sorpresa in un combattimento e di conseguenza quanto fosse vantaggioso attaccare il nemico da una posizione di sicurezza e di vantaggio. Invece, contrariamente alle sue previsioni, Temari si ritrovò ad osservare la sua nemica completamente allo scoperto, fino a quando non la vide uscire finalmente dal polverone di sabbia.

Effettivamente con il ciclone di vento e forse anche con l’onda d’urto era riuscita a ferire il suo nemico in più parti, anche se fossero delle ferite molto superficiali. Le aveva inferto numerose ferite da taglio sia nelle braccia che nelle gambe, lacerando la resistente tuta da combattimento. Sul volto c’erano delle piccole escoriazioni e contusioni, probabilmente causate anche dall’esplosione della parete rocciosa.

< < In realtà speravo in un risultato più soddisfacente di questo > > osservò Temari, più con sé stessa che con la sua nemica, la quale sorrise ferocemente.

< < Dovresti esserne fiera invece. La mia forza è enormemente superiore alla tua, però devo ammettere che abbiamo uno stile di combattimento molto simile, Temari della Sabbia > >.

< < Davvero? > >.

L’arciera alzò il braccio che impugnava l’arco rosso. I freddi occhi azzurri della giovane fissavano intensamente quelli color smeraldo della kunoichi. < < Entrambe combattiamo nella maggior parte dei casi a lunga o a media distanza. Anche tu combatti con un’arma che puoi usare contemporaneamente per difendere e attaccare. È necessaria un’abilità e una forza superiore per chi come noi combatte così intensamente con un’arma così voluminosa. Bisogna saper controllare alla perfezione il proprio chakra per poterlo adeguare con precisione alla forza devastante dell’arma. Rispetto molto questa tua abilità, ambasciatrice della Sabbia, ma temo che per te non sarà sufficiente per sopravvivere > >.

Temari decise di ignorare le previsioni della rossa. < < Prima hai usato l’arco rosso per bloccare la mia onda d’urto. Non sono solo le frecce nere ad essere caricate dal tuo chakra, anche il tuo strano arco rosso è ricoperto della tua energia > >.

La guerriera mostrò un ghigno feroce mentre annuiva lentamente. < < Un nemico può essere abbattuto in tanti modi diversi. Di conseguenza è essenziale per un guerriero conoscere tanti diversi modi per uccidere l’avversario, soprattutto quando è pericoloso come nel tuo caso, Temari della Sabbia. Prima ti stavo dicendo quanto fossimo simili nel combattere. Tuttavia, purtroppo per te esiste una differenza fondamentale…….una differenza che definirà inevitabilmente le sorti di questo scontro > >.

Temari decise di non rispondere, perché suo malgrado conosceva bene la risposta.

L’arciera rossa accentuò il suo sorriso malefico, mentre stringeva con le mani guantate il manico metallico della sua arma. < < La forza del nostro chakra, ninja di Suna. La differenza sta in questo e ora per il rispetto che provo verso le tue abilità e verso il tuo coraggio, ti mostrerò la vera natura del mio potere > >.

L’espressione sul volto di Temari era glaciale, priva della benché minima emozione. Alzò il ventaglio pronta a combattere < < Fatti avanti > >.

La guerriera rossa non accennò ad incoccare nessuna freccia. Con gli occhi fissi sul nemico, assunse una posa di attacco agitando l’arco nell’aria quasi fosse una spada. Temari ne restò per un attimo sconcertata, ma non ebbe molto tempo per riflettere. La giovane arciera scattò fulminea contro l’avversaria, colmando le distanze con un solo fulmineo movimento di gambe. Attaccò dall’alto continuando ad usare la sua arma come una spada carica di un chakra rosso sangue. Prima che fosse troppo tardi Temari riuscì a chiudere del tutto il suo tessen e prima che l’arco potesse tagliarla orribilmente in due a partire dalla testa. Sfoderando la sua incredibile forza fisica frutto di allenamenti durissimi portati avanti senza sosta nel corso della sua intera giovinezza, la bionda alzò il suo tessen sbarrato per parare il colpo mortale.

L’impatto tra le due armi fu devastante. Il fragore metallico dello scontro risuonò con forza nella valle. Temari resistette con tutte le sue forze, percependo distrattamente che il terreno sotto di lei cedette come se niente fosse, nonostante fosse roccioso. Mentre le due armi si scontravano fra di loro in una battaglia terrificante, per la prima volta l’arciera rossa sembrò perdere la sua calma assoluta. Il volto apparentemente angelico della giovane si trasformò in un’espressione folle carica di ferocia.

< < Il mio nome è Sasha, Temari della Sabbia > > ringhiò furiosamente l’arciera. L’eco della sua voce carica di eccitazione e rabbia risuonò nelle montagne.

< < Rammenta bene il mio nome, perché presto sarò a comando dell’armata inarrestabile che distruggerà la tirannia secolare del Villaggio della Sabbia > >.

< < Di quale armata stai parlando? > > chiese Temari, con la voce tremante per la fatica. Arco e ventaglio erano ancora in contrasto l’uno con l’altro, senza che nessun’arma riuscisse apparentemente a prevalere.

Sasha squadrò intensamente la sua avversaria, mentre finalmente si staccava dal contatto con il tessen indietreggiando di qualche passo. Adesso la distanza era davvero minima tra le due guerriere.

< < Non c’è più tempo per le spiegazioni. Ora sono costretta a prendere la tua vita. Il mio signore e leader Varneim lo impone ed io rispetterò come è giusto il suo volere > >.
Di nuovo la rossa scattò in avanti con l’intenzione di uccidere l’avversaria e così lo scontro all’ultimo sangue proseguì senza esclusione di colpi.

 
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Montagne del Vento
Diverse miglia più a nord
 
Nel corso di una qualsiasi missione ninja i rischi e i pericoli potevano essere molteplici e soprattutto di diversa natura. Uno dei maggiori pericoli per un contingente di shinobi in pieno territorio nemico stava certamente nell’ignoto, nella scarsa o addirittura nella totale disconoscenza del territorio. Per secoli le Montagne del Vento erano rimaste inesplorate, persino per i ninja della Sabbia, vale a dire per i padroni dell’immenso deserto dal quale sorgeva l’imponente e inquietante catena montuosa. Il gruppo di inseguimento capeggiato da Kankuro proseguiva la caccia lungo le stette vie di montagna. Pur senza il loro capo, gli schiavisti avevano lasciato ben poche tracce aiutati anche dalla conformazione del territorio e nonostante avessero con loro molti bambini, la loro fuga proseguiva fluida e senza intoppi. Le abilità sensoriali di Kones erano essenziali per impedire agli schiavisti di far perdere le loro tracce.

< < Così quei bastardi massacreranno di fatica i nostri bambini > > esclamò Kones, concentrato al massimo, ma non in grado di nascondere del tutto la propria preoccupazione.

< < Tenete il vostro chakra sotto controllo, ragazzi > > ordinò Kankuro, mentre manovrava le sue marionette di esplorazione. < < Non possiamo correre il rischio di essere stremati in vista di un imminente combattimento. Anche senza il misterioso arciere, i nostri nemici restano dei ninja mercenari, alcuni di loro possibilmente dotati di abilità innate > >.

< < Dove hanno intenzione di portare i bambini? > > chiese Akio a nessuno in particolare, mentre continuava a correre sul sentiero roccioso.

< < Dannazione > > esclamò Kones, gli occhi fissi sul sentiero oscuro di fronte a loro. < < Gli schiavisti si inoltrano sempre di più tra le montagne. Continuando così rischiamo di andare del tutto alla cieca. Ci stiamo allontanando troppo dai nostri confini > >.

< < Forse ci stiamo avvicinando senza saperlo al loro covo > > ipotizzò Lessin, dopo molte ore di silenzio. A tutti era evidente che fosse proprio lei la più affaticata del gruppo.

< < O forse > > disse freddamente Kankuro. < < Ci stanno conducendo proprio dove vogliono loro. In un punto ideale > >.

La ninja medico lanciò un’occhiata preoccupata al leader del gruppo della Sabbia. < < Ideale per cosa, Kankuro? > >.

< < Per ucciderci tutti > > rispose senza mezzi termini il marionettista. Lessin non poté fare a meno di tremare.

Il silenzio accompagnò le due ore successive di quell’estenuante inseguimento. Il contingente della Sabbia si permise le soste necessarie per riprendere fiato e per rifocillarsi con frugali pasti. Kankuro si sforzò strenuamente per non pensare alla sorella maggiore, da sola impegnata nel combattimento più impegnativo. Nonostante il tramonto fosse pericolosamente vicino, la caccia continuava e i ninja della Sabbia, pur consapevoli dell’enorme rischio, continuarono ad addentrarsi tra le montagne sempre più oscure e sconosciute. Kones e Kankuro restavano in prima fila a condurre la caccia. Fu proprio il ninja sensoriale a bloccarsi, alzando un braccio per costringere anche il resto della truppa a fermarsi all’istante.

< < Fermi tutti > > ordinò l’esperto jonin, con il volto chiaramente e insolitamente teso per uno come lui.

< < Che diavolo succede, Kones? > > chiese Kankuro, il quale arrestò anche i movimenti delle marionette.

Il buio era sempre più fitto, dando ai sentieri di montagna un’aria ancora più minacciosa e sinistra. La temperatura iniziava a scendere copiosamente, per i ninja di Suna si trattava di un freddo ancora più pesante dell’ordinario gelo del deserto al quale ovviamente erano abituati al contrario di questo.

< < Ho percepito delle presenze. Molte presenze. Forse un’intera armata, ma non riesco a calcolare l’esatto numero > > disse il ninja sensoriale, concentrato al massimo.

< < Dove? > > chiese il marionettista, impaziente.

< < Provengono da nord. Dalla direzione che dovremmo seguire per continuare l’inseguimento > > rispose Kones, con gli occhi fissi sul sentiero oscuro dinnanzi a loro. < < Sono tanti e si spostano velocemente. Non possono essere i rapitori dei bambini, sono troppi e ci vengono direttamente incontro. Devo concentrarmi meglio > >.

< < Che tipo di chakra possiedono? Sono nemici? > >.

< < Non ne sono sicuro. La cosa più strana è che riesco a percepire un solo tipo di chakra, ma non è possibile. Sono centinaia, migliaia di corpi in movimento > >.

< < Forse si tratta di cloni? > > ipotizzò Kankuro.

Il volto di Kones grondava di sudore per la tensione e la concentrazione massima che continuava a mantenere. < < Lo capirei, Kankuro. Riuscirei a percepire la Tecnica della Moltiplicazione del Corpo, ma credimi non è questo il caso > >.

< < Avranno sicuramente ricevuto dei rinforzi, maledizione > > sbottò Akio, mentre impugnava un kunai.

< < Calmati, ragazzo > > esclamò Kankuro, alzando perentorio una mano. < < Restiamo tutti calmi, non è il momento di commettere pazzie. Stiamo in guardia e pronti a difenderci in qualunque momento. Per il momento dobbiamo capire con chi abbiamo a che fare > >.

Kones chiuse un attimo gli occhi prima di riaprirli di scatto. < < Migliaia, Kankuro. Un intero maledetto esercito si sta muovendo contro di noi. Tra un’ora al massimo saranno qui > >.

< < Cosa? > > urlò Lessin, terrorizzata.

< < La cosa più strana è un’altra. Le mie abilità sensoriali non mi consentono di percepire con precisione la natura del loro chakra. Sembra quasi…… > >.

< < Coraggio, continua Kones > > disse Kankuro, il quale si stava sforzando più degli altri per mantenere la calma.

Era evidente che il jonin sensoriale non sapesse bene come concludere la propria analisi. Esitò alcuni secondi prima di rispondere e alla fine lo fece con un tono estremamente incerto. < < Sembrano dei corpi solidi, Kankuro. Come se fossero fatti di pietra.  Non hanno una forza molto elevata, ma un’altra cosa strana è che non sono uguali l’uno con l’altro. O meglio percepisco distintamente due forme distinte. Non riesco a capire > >.

< < Che significa? Quali sarebbero queste due forme? > > domandò il fratello di Temari, stringendo i fili di chakra delle marionette.

Kones sgranò gli occhi pieno di stupore. < < Ora riesco a percepirlo distintamente. Una parte del gruppo sprigiona una forza di fuoco, l’altra parte di ghiaccio > >.

< < Ghiaccio nella Terra del Vento? Come è possibile? Poco fa avevi percepito un solo tipo di chakra. Ora dovremmo affrontare sia fuoco che ghiaccio > > disse Akio, confuso e preoccupato.

< < Dannazione non lo so > > esclamò Kones, il cui volto era rosso per la fatica. Raramente Kankuro lo aveva visto in quelle condizioni così estreme, forse solo in guerra. Si convinse che la situazione fosse veramente seria e suo malgrado iniziò a riflettere sull’eventualità di ritirarsi almeno per il momento.

< < E’ un esercito vero e proprio, ragazzi > > ripeté ancora il ninja sensoriale, provando a spiegarsi meglio. < < E’ come se una parte di loro fosse composta da fuoco allo stato puro, mentre l’altra parte del gruppo sembra essere fatta di ghiaccio. È difficile stabilirlo con certezza, perché si muovono compatti e sono veloci, molto veloci. Ho l’impressione che… > >.

< < La loro posizione attuale? > > chiese ancora una volta Kankuro, con tono glaciale.

Il jonin sensoriale gli lanciò uno sguardo e immediatamente il marionettista capì. < < Seguono il sentiero a nord verso la nostra posizione. Non c’è più alcun dubbio, Kankuro. Siamo noi il loro obiettivo e vengono per noi > >.

Kankuro digrignò i denti. < < Iniziamo a ritirarci > > ordinò con voce imperiosa. < < Gradualmente, senza scoprire troppo le nostre intenzioni. Forse troveremo un punto dove poter studiare meglio la situazione, ma per adesso non abbiamo scelta, ragazzi > >.

Kankuro aveva appena finito di parlare, quando Kones si voltò di scatto con gli occhi sgranati. < < KANKURO > >.

< < Che diavolo succede ancora? > > ringhiò Kankuro, esasperato.

< < C’è un altro gruppo da sud. Sono anche dietro di noi lungo il sentiero, ero così concentrato a nord che non mi sono accorto di loro > > esclamò l’uomo, sentendosi chiaramente in colpa. < < Si tratta di un gruppo di poche persone e sono ancora molto lontani, ma vengono dalla stessa direzione che abbiamo seguito durante la caccia. Ci bloccano la ritirata e ce li troveremo alle spalle molto presto, però non sono le stesse creature che stanno per arrivare > >.

< < Chi sono? > > chiese ad alta voce Akio. < < Che cosa sta succedendo? > >.

Lessin respirava a fatica, forse ora più per la paura che la fatica. < < Siamo solo in cinque. Verremo spazzati via in un baleno se il nemico è davvero così numeroso > > disse l’altro jonin della Sabbia, come rassegnato all’inevitabile.

Nonostante tutta la confusione e il nervosismo, Kankuro non perse la calma. Era il leader della truppa e la decisione finale spettava unicamente a lui. Una decisione che poteva anche costare le vite dei suoi preziosi compagni.

< < Riesci a capire chi sono, Kones? Quelli che arrivano da sud? > >.

< < No, dannazione > > ribatté Kones. Anche lui sembrava decisamente affaticato. < < Ho consumato troppo chakra, non riesco più a distinguere bene la natura del loro chakra > >.

< < Che cosa facciamo? > > chiese ansiosamente Akio. < < Siamo tra due fuochi > >.

Kankuro non rispose. Ad intervalli regolari osservava con occhi gelidi, senza scomporsi, l’oscurità del sentiero nord e quella che proveniva da sud. Tutti lo fissavano nervosamente in attesa di una risposta. Dopo alcuni secondi di apparente incertezza, durante i quali cercò di mascherare il brivido che gli percorse la schiena, gli occhi di Kankuro si posarono sull’oscuro sentiero a nord. Ad un tratto la sua voce si fece rabbiosa, ma al tempo stesso più determinata che mai.

< < E’ una scommessa in cui ci giochiamo la vita, ma a questo punto dobbiamo rischiare. Devo prendermi le mie responsabilità > >.

Non fu per nulla semplice ma Kankuro cercò di mantenere la voce il più ferma e sicura possibile. < < In posizione, ninja della Sabbia > > ordinò senza mezzi termini. < < Prepariamoci a difendere la posizione dal gruppo che arriverà da nord. Combatteremo ripiegando lentamente senza mai disunirci. Solo così potremmo resistere ad un nemico superiore > >.

< < Perché non ci ritiriamo adesso? > > chiese nervosamente Akio.

Kankuro ne aveva abbastanza delle lamentele del ragazzo e non c’era più tempo. < < Basta, Akio. Hai sentito i miei ordini. Non c’è più tempo per ritirarsi, dimostra quello che vali e combatti > >.

Il ragazzo arrossì, abbassando lo sguardo spaventato e imbarazzato al tempo stesso.

< < Sono quasi su di noi. Questione di minuti > > gridò Kones, pronto a combattere.

< < Instauriamo un perimetro difensivo > > esclamò Kankuro energicamente. < < Lessin, tu stai indietro ma non allontanarti troppo da noi. Quando inizierà il combattimento valuteremo la pericolosità dei nostri nemici. Restiamo uniti, qualunque cosa accada > >.

Nessuno dei ninja ebbe da obiettare. Non appena l’ordine era stato impartito, in un attimo ognuno di loro era pronto al combattimento, persino Akio, il quale estrasse una katana. Kones si concentrò sul chakra che gli era rimasto, posizionandosi al fianco dell’altro jonin, Kankuro sfoderò ben tre marionette da combattimento, posizionandole davanti al loro schieramento. Persino Lessin impugnò due kunai con un’espressione spaventata, eppure anche carica di coraggio, pronta a fare la sua parte nella lotta imminente.

< < Akio, getta alcuni fari di illuminazione sul sentiero. Se i nemici sono davvero così numerosi, la prima carica sarà decisiva e noi avremo bisogno di vedere con chiarezza > >.

< < D’accordo, Kankuro > >. Il ninja della Sabbia fece quanto gli era stato ordinato e finalmente per i presenti fu possibile osservare distintamente il sentiero a nord per diversi metri fino al bivio in fondo alla strada.

< < Tenetevi pronti > > avvertì Kones, con un ringhio feroce. < < Sento che sono qui a pochi passi da noi > >.

Calò il silenzio, rotto soltanto dai sospiri ansiosi dei ninja armati e in attesa. Passarono alcuni interminabili minuti carichi di tensione e paura, poi iniziarono i passi sempre più rumorosi, che risuonavano lungo le pareti rocciose. Ai passi si aggiunsero delle voci o per meglio dire dei gemiti, dei lamenti rabbiosi e bestiali che difficilmente si potevano associare ad un normale essere umano. I lamenti si trasformarono in urla selvagge.

< < Che cosa sono? Che cosa diavolo sono? > > sussurrò Kankuro, gli occhi fissi sull’oscurità.

L’eco di quelle urla di morte divenne ben presto assordante. Probabilmente nessuna persona normale avrebbe potuto affrontare indenne la tensione e il terrore scatenato da un esercito di mostri bestiali. Con esasperante lentezza le prime sagome si fecero avanti e non appena i fari illuminarono il sentiero, una scena terrificante si presentò davanti agli occhi sbigottiti dei ninja della Sabbia.

< < Per tutti gli scorpioni della Sabbia > > sbraitò Kankuro, mentre i suoi compagni esclamarono tanto quanto lui.

Come un’armata infernale e mostruosa, una fila di demoni fuoriuscì a passi lenti dall’oscurità della montagna. Erano robusti con una corporatura simile a quella di un essere umano, ma per il resto erano soltanto dei mostri. Mostri di pietra. Il loro corpo sembrava fatto di nuda roccia e a conferma di quanto percepito da Kones, una parte dei demoni era fatta di ghiaccio, l’altra, invece, sembrava composta da pietra vulcanica. Molto presto divenne persino inutile l’illuminazione dei fari artificiali, dato che i corpi dei mostri illuminavano il sentiero rendendo chiaro quanto fossero terrificanti.

I demoni del ghiaccio e del fuoco marciarono dondolando e sbavando, fino a quando si bloccarono di colpo dinnanzi allo schieramento della Sabbia, come se si fossero accorti solo in quel momento delle prede da azzannare. I gemiti e le urla bestiali si interruppero solo per un momento, mentre gli occhi spenti e bianchi come la morte dei mostri si posarono sugli shinobi in attesa. I due schieramenti restarono immobili nel più assoluto silenzio per alcuni secondi carichi di tensione. Il brutale ruggito che ne seguì segnò l’inizio della terribile carica. I mostri scattarono in avanti verso i ninja della Sabbia come spinti unicamente da istinti primordiali. C’erano diversi metri di distanza tra uno schieramento all’altro, quel tanto che bastava per un primo vigoroso assalto da parte del gruppo di Suna.

< < PRONTI ALLA PRIMA ONDATA > > urlò Kankuro, già carico della consueta adrenalina da combattimento. < < FUOCO A VOLONTA’ > >.

I ninja della Sabbia agirono come un unico combattente, ognuno in base alle proprie tecniche e abilità. In un istante la prima ondata dei mostri venne arrestata da una violentissima scarica di kunai e tecniche magiche di ogni tipo. Un gran numero di demoni cadde a terra senza più muoversi, altri, invece, continuarono quella carica bestiale. Kankuro sfoderò tutto il potere nascosto delle sue marionette da combattimento. Non solo kunai, lance avvelenate o carte bomba, persino onde di vento simili agli attacchi di Temari vennero scatenate più volte dalle sue creazioni di guerra.

Tuttavia, non tutti i nemici cadevano morti sotto gli attacchi incessanti degli shinobi. Alcune creature restavano inspiegabilmente in piedi, tanto da sembrare invulnerabili. Con orrore, infatti, i ninja si accorsero che i corpi dei mostri erano effettivamente immuni da certi attacchi in determinate parti del corpo, però alcuni di loro morivano. Non era difficile immaginare che un attacco così indiscriminato per forza di cose tendeva sicuramente a colpire il probabile punto debole dei mostri. In quel caos, però, non era per nulla semplice individuare dove colpire con precisione.

< < State attenti alle carte bomba > > urlò nel caos della battaglia il marionettista, mentre osservava gli effetti di alcune carte bomba lanciate tra le fila dei mostri. < < Non lanciatele troppo vicine alle pareti rocciose. Rischieremmo di essere travolti da una frana > >.

Kones parve ascoltarlo, prima di scattare leggermente in avanti. Lanciò abilmente uno shuriken contro una folta schiera di demoni di fuoco e di ghiaccio.

< < Tecnica della moltiplicazione degli shuriken > > ruggì il jonin, mentre nell’istante successivo dal primo shuriken se ne produssero in volo centinaia, riversandosi mortalmente nella mischia delle creature in avvicinamento.

Non c’era differenza tra le creature di fuoco e quelle di ghiaccio. Alcune cadevano sotto i colpi dei ninja della Sabbia, altre si rialzavano. Ciò nonostante, i ninja della Sabbia continuarono a combattere, anche Lessin nelle retrovie riuscì a uccidere molti demoni con le sue seppur limitate tecniche di combattimento. I demoni del ghiaccio e del fuoco, però, erano ancora troppo numerosi e ormai la distanza tra i due schieramenti era stata colmata, sebbene la marcia delle creature fosse stata rallentata dalla strada troppo stretta e soprattutto dalle cataste di corpi che si era formata dopo una sola ondata.

Kankuro sfoderò altre tre marionette, questa volta specializzate nel combattimento ravvicinato. < < Preparatevi al corpo al corpo, ragazzi > > gridò, posizionando le sue creazioni a protezione dei suoi compagni. < < Qualunque cosa accada restiamo uniti. Dobbiamo resistere ad ogni costo, uccidendone il più possibile > >.

A fatica i demoni superarono i corpi dei caduti e lentamente arrivarono a scontrarsi direttamente con le marionette in prima fila. Ancor prima dell’impatto una marionetta aveva già decapitato quattro creature, poi fu il caos. I demoni attaccarono brutalmente i ninja della Sabbia senza alcuna strategia, ruggendo come delle belve assetate di sangue. Le marionette di Kankuro falciarono le prime fila dei mostri, ma ben presto il numero delle creature costrinse i ninja della Sabbia a partecipare attivamente allo scontro. Uno scontro all’ultimo sangue.

Il giovane Akio agitava la sua spada caricata da un chakra azzurro, uccidendo molti demoni. Lo stesso fecero gli altri, tra cui Kones sebbene la sua resistenza fosse al limite. Solo in quel momento, a distanza così ravvicinata, i combattenti si accorsero degli enormi artigli dei demoni, una parte di essi di fuoco, l’altra di ghiaccio.

I mostri attaccavano in gruppo cercando di lacerare con zanne infuocate o ghiacciate i corpi già stanchi dei guerrieri di Suna oppure tentavano come delle vere e proprie belve selvagge di mordere brutalmente i corpi dei difensori. In singolo erano effettivamente facili da affrontare per dei guerrieri addestrati. In gruppo, invece, diventavano estremamente pericolosi. Fu proprio Akio il primo ad essere ferito da un mostro vulcanico. Il ragazzo aveva appena estratto la katana dall’addome di un demone di fuoco, ma invece di crollare a terra quest’ultimo restò in piedi senza provare alcuna forma di dolore. Gli artigli della creatura sibilarono nell’aria con terribile precisione.

Pur provandoci, Akio non riuscì a discostarsi in tempo. Le zanne del mostro lo ferirono all’altezza del torace, lacerandogli l’uniforme di cuoio e lasciandogli tre tagli profondi sulla carne bruciata.

< < ARGHH > > urlò di dolore il ragazzo, inginocchiandosi a terra e perdendo la presa sulla spada. < < Maledizione, quel mostro mi ha ferito > >.

< < Attento, Akio > > gridò Kankuro, agitando la marionetta più vicina. Mentre il ragazzo stava disteso a terra, il mostro con gli artigli orribilmente sporchi di sangue stava cercando di aggredire il volto del ninja in ginocchio.

Kankuro salvò in tempo il suo giovane compagno agitando la sua creazione armata di due voluminose lame ricurve, fabbricate con le sue stesse mani. Il corpo del mostro venne tagliato di netto in due all’altezza dello stomaco. Ciò nonostante, anche se non poteva più combattere, il busto di quello strano essere continuava a strisciare a terra vivo e urlante come una belva nel pieno delle forze.

< < Questi mostri non muoiono facilmente > > osservò Kankuro, affannosamente. < < In piedi, Akio! Dobbiamo continuare a combattere > >.

Akio non poté evitare di gemere di dolore, mentre tentava di raccogliere la spada. < < Fa male > > protestò debolmente. < < Questa ferita brucia come l’inferno > >.

< < Ce ne occuperemo dopo. Se ti fermi ora sei morto > > tagliò corto il marionettista, per poi riprendere la lotta.

La battaglia proseguì con gli shinobi di Suna in costante difesa, ma che ugualmente riuscirono a creare incredibili vuoti tra le fila dei nemici, i quali sembravano sbucare all’infinito dalle profondità della montagna. Come era prevedibile, però, le energie dei ninja calavano sempre di più e la maggior parte di loro accumulava pericolosamente ferite sia di ghiaccio che di fuoco. Entrambe erano estremamente dolorose e con il proseguire dello scontro Lessin si accorse che erano anche molto debilitanti. Anche Kones, quasi senza chakra, era stato aggredito al fianco da un mostro di ghiaccio, il quale lo aveva brutalmente morso all’altezza delle costole provocandogli un’orribile ferita dagli strani coloriti azzurri. Dopo qualche minuto il ninja sensoriale iniziò a provare un terribile bruciore, accompagnato da un freddo paralizzante che lo costrinse a terra.

< < Kones > > urlò Kankuro, distraendosi suo malgrado dal combattimento. Ai suoi piedi uno dei demoni vulcanici gli morse il polpaccio destro. Il dolore fu tale da fargli perdere il controllo di una delle marionette impegnate nel combattimento.

Il marionettista indietreggiò di qualche passo, fino a quando con il piede sano urtò il corpo di uno dei demoni caduti. Imprecando cadde a terra, ma la sua grande abilità gli permise di mantenere i fili di chakra delle marionette. Ciò gli salvò la vita all’ultimo istante, poiché anche da terra manovrò le sue creazioni rimaste per decapitare e fare letteralmente a pezzi i demoni che tentarono di aggredirlo. Il sentiero di montagna era pieno di cataste di cadaveri, ma la resistenza della Sabbia era ormai agli sgoccioli. Dopo aver atterrato un demone senza però riuscire a ucciderlo, Lessin provò coraggiosamente ad avvicinarsi per curare i suoi compagni. Altri mostri, però, erano in avvicinamento, tanto da costringerla a bloccarsi.

< < Ragazzi, cercate di avvicinarvi a me, così che possa curarvi > > urlò determinata Lessin, lottando contro il terrore che rischiava di sopraffarla. Altri mostri tentarono subito di aggredirla costringendola a difendersi.

< < Siamo finiti. I demoni del deserto sono troppi > > disse tremando il quinto jonin, anch’egli ferito in più punti.

< < Continuate a combattere, dannazione > > ruggì Kankuro, il quale, sebbene fosse ancora bloccato a terra, continuava a manovrare le marionette facendo strage dei mostri in costante avvicinamento. < < Se ci fermiamo, ci faranno a pezzi > >.

Nonostante il coraggio e l’enorme abilità della squadra della Sabbia, il campo di battaglia era quasi totalmente dominato dai demoni del ghiaccio e del fuoco sempre più numerosi.

< < Ci uccideranno tutti se…….. > >.

L’esplosione improvvisa di chakra fu devastante. Arrivò da sud, illuminando con forza il sentiero della battaglia. Presumibilmente proveniva dal gruppo che Kones aveva intercettato prima dell’inizio dello scontro. Non era la prima volta che Kankuro assistette ad una scena così incredibile. Si trattava di un potere incredibile, difficile da descrivere. Una forza di energia giallastra che superava l’ordinaria forza di uno shinobi.

Anche se aveva già visto con i suoi occhi una scena del genere durante l’ultima guerra, Kankuro non riuscì a nascondere la propria meraviglia mostrando un sorriso sollevato. < < Finalmente sono arrivati i rinforzi, ragazzi. Quegli idioti saranno sempre dei dannati ritardatari > >.

< < Che diavolo era? > > esclamò Akio, sconcertato. < < Di quali rinforzi stai parlando? > >.

< < C’è qualcuno alle nostre spalle > > disse debolmente Lessin, con una mano tenuta su una brutta ferita al braccio.

Il buio della notte venne letteralmente sconvolto da un lampo giallo. Un intenso stridio fece sorridere ancora di più il marionettista Kankuro: conosceva bene la tecnica che stava per sconvolgere completamente il campo di battaglia. Lo stridio acuto venne accompagnato da una voce imperiosa che risuonò come un tuono tra le montagne. L’attenzione dei demoni si rivolse interamente all’enorme energia di chakra che si stava per scatenare su di loro.

< < ARTE DEL VENTO: RASENSHURIKEN > >.

Naruto Uzumaki, il cui corpo era avvolto dal devastante chakra giallo di Kurama, scagliò lo shuriken energico di dimensioni gigantesche contro il gruppo di mostri che si apprestava a fare a pezzi gli ormai stremati ninja della Sabbia. L’attacco era ben mirato, dato che colpì con precisione i nemici senza mettere in pericolo gli alleati. I demoni più vicini furono disintegrati all’istante dalla forza energetica, senza neanche entrare in contatto con lo shuriken, mentre i corpi di quelli più lontani vennero letteralmente fatti a pezzi dal chakra potentissimo dell’eroe di Konoha. Una parte della parete rocciosa non resistette a tutto quel chakra, ma la frana si verificò lontano e in sicurezza rispetto alla posizione che i ninja della Sabbia avevano difeso per quasi un’ora. Al contrario centinaia di demoni, in attesa di attaccare, erano stati travolti in pieno dalla frana.

Nonostante la distruzione già scatenata, Naruto non aveva ancora terminato la sua offensiva. Avvicinandosi deciso agli alleati ormai quasi completamente al sicuro, il ninja biondo produsse come niente decine di copie di sé stesso, anch’esse munite del chakra positivo e potente della Volpe a Nove Code. I cloni attaccarono come una squadra ben organizzata i demoni sopravvissuti sparsi sul campo di battaglia. Non ci fu bisogno di armi, le copie semplicemente distruggevano i corpi mostruosi con calci e pugni ben assestati, rendendo di fatto le creature che misteriosamente sopravvivevano incapaci di muoversi, oltre ai demoni che morirono sul colpo.

Con l’intervento del salvatore del mondo ninja, la battaglia si concluse in pochi minuti, senza nemmeno che fosse necessario l’intervento del resto della truppa di Konoha arrivata in soccorso. Nessuno dei demoni mostruosi sbucati da chissà quale inferno era sopravvissuto allo scontro.
 
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Con un urlo impetuoso Temari No Sabaku bloccò con l’imponente forza metallica del tessen l’ennesimo affondo dell’avversaria, anche se per farlo dovette scoprirsi. Sasha ne approfittò per colpirla duramente allo stomaco con un violento calcio che fece volare la kunoichi contro uno dei tanti macigni dispersi nella radura riducendolo in pezzi. Quando finì distesa sulla polvere, Temari sputò una vistosa quantità di sangue e saliva. Dai tempi della quarta grande guerra ninja alla guerriera bionda non capitava di affrontare un combattimento così impegnativo, per di più in modalità non così vantaggiose per lei, dato che dopo le prime battute a media distanza, lo scontro si era poi trasformato in una cruenta battaglia corpo a corpo. Forse neanche Sasha si aspettava un così valido avversario, ma sebbene avesse subito numerose ferite ed offensive da parte dell’ambasciatrice, continuava ad essere lei quella in vantaggio. Le due giovani donne combattevano strenuamente, cercando in tutti modi di affondare un colpo decisivo: Temari con la sua arma pesante nel costante tentativo di massacrare il corpo della rivale e dall’altro Sasha che con il suo arco rosso carico di chakra provava a dilaniare fatalmente l’avversaria.

Temari si rialzò in tempo per salvarsi la vita. L’arciera rossa non le dava tregua, decisa a sfruttare fino in fondo il suo vantaggio. Provò ancora una volta a sfondare le difese della bionda utilizzando l’arco come una vera e propria lama di chakra. Da quella posizione Temari non avrebbe potuto certamente aprire il suo tessen per sprigionare la devastante potente del vento. Anche con il suo potere limitato, l’ambasciatrice restava un’abile combattente, come aveva già ampiamente dimostrato durante quell’estenuante lotta. Di nuovo la giovane si mosse con il ventaglio per bloccare l’assalto nemico, ma non si limitò a questo.

Con un’abile mossa di arti marziali Temari riuscì, mentre parava con tutta la sua forza l’attacco dall’alto della rossa, a far distendere la terribile arma verso il basso fino a farla conficcare sul terreno roccioso. L’arco restò bloccato sulla nuda terra e così facendo le difese dell’arciera restarono completamente scoperte. Finalmente era arrivata un’occasione per lei, sebbene non potesse utilizzare il kessen per finirla. Con il ventaglio inutilizzabile Temari fece l’unica cosa possibile: sfoderò un kunai con tutta l’agilità di cui era capace. Immediatamente tentò di affondare l’arma affilata in un punto vitale dell’avversaria.

Il kunai sfondò il materiale estremamente resistente della tuta nera all’altezza dell’addome, affondando con forza nella carne ma non così tanto in profondità. Il combattimento era andato per le lunghe e le energie di Temari erano terribilmente calate. Sasha resistette all’impulso di urlare, ma dovette comunque retrocedere. La ferita non era grave. Ciò nonostante, lanciò un’occhiata assassina alla sua avversaria, mentre con una mano guantata si premette la ferita per arrestare l’emorragia.

< < Sei davvero pericolosa, Temari. Non credevo che, oltre al Kazekage, mi sarei potuta imbattere in un avversario così pericoloso in questo paese. La forza militare di Suna è davvero così potente come si dice > >.

< < Ogni ninja della Sabbia è addestrato fin da piccolo a combattere sotto l’implacabile sole del deserto. Fai male a sottovalutare i ninja di questa terra > > ribatté energicamente Temari, cercando di mascherare la propria stanchezza. < < Eppure anche tu sei nata nel Paese del Vento o sbaglio? Sei una discendente dell’antico popolo dei Mendin, giusto? Discendi da una tribù di valenti guerrieri, per quale motivo sei diventata una volgare schiavista? > >.

Per un attimo la rossa sgranò gli occhi sconvolta. Il volto le si fece bianco, poi rosso di cieca collera. < < Non osare paragonarmi ad una razza così inferiore e meschina, ragazza. Io appartengo soltanto alle profondità più remote di queste montagne, ad una terra che presto sconvolgerà gli equilibri di questo mondo. Del tuo mondo > >.

 < < Di quale terra stai parlando? > >.

Ma l’arciera rossa non rispose. Fulminea aveva già incoccato una nuova freccia, scagliandola con precisione straordinaria contro l’avversaria e questa volta la distanza era troppo ridotta. Temari non ebbe nemmeno il tempo di aprire il primo astro del tessen, che la freccia nera superò del tutto la sua difesa. Furono di nuovo i suoi riflessi a salvarle la vita, ma stavolta non senza conseguenza. La freccia nera ricolma di chakra si conficcò in pieno sulla spalla destra della guerriera, trapassandola di netto da parte a parte. Il dardo macchiato di sangue continuò il suo volo sibilando e seminando distruzione tra le macerie.

< < Stupida > > si disse, maledicendosi. Il dolore alla spalla si fece subito pungente e intenso < < Ti sei distratta come una dannata dilettante > >.

Temari dovette tempestivamente premere una mano sull’orribile foro alla spalla, dalla quale fuoriusciva troppo sangue per sperare di poter continuare a combattere. Si trovava in balia dell’avversaria, ma non per questo si sarebbe arresa. Pur essendo pronta a morire per il suo paese, Temari non aveva mai così tanto amato la sua vita. Dopo tutto quello che aveva passato con Gaara, dopo aver combattuto una guerra mondiale, finalmente la giovane kunoichi era riuscita nell’impresa di credere in qualcosa che una volta avrebbe disprezzato o addirittura sbeffeggiato. Il suo cammino l’aveva portata a credere nell’amore e nella pace.

Non voleva morire, lei desiderava vivere al fianco di Shikamaru. Era ben consapevole dell’inutilità delle sue azioni, ma per lei non era accettabile morire nella resa e nell’impotenza. Per questa semplice ragione continuò a combattere. Ignorando dolore e stanchezza Temari aprì il ventaglio nella sua interezza, pronta a sfruttare fin dove possibile il potere del vento che tanto sapeva padroneggiare.

< < Arte del Vento: Lame di vento > >.

Il ventaglio si mosse verso il terreno, generando correnti invisibili e taglienti come lame. Temari le scatenò contro l’arciera rossa, la quale, avendo percepito il pericolo in anticipo, si era messa in sicurezza ben in equilibrio con il suo chakra lungo la parete rocciosa. Il dolore era terribile come pochi provati nella sua vita, ma soprattutto di un tipo di sofferenza che le impediva il proseguimento dello scontro. Mentre Sasha schivava con facilità le ultime lame di vento senza più controllo, Temari resistette pochi secondi ancora prima che il pesante ventaglio le sfuggisse dalle mani. Quando il tessen si schiantò a terra, il corpo stremato e ferito della kunoichi seguì la stessa sorte della sua arma. Era finita.

Il vento tagliente si era ormai assopito del tutto. Sasha atterrò con grazia sul terreno cosparso di macerie. Osservò freddamente la sua nemica ormai sconfitta con una traccia molto pallida di rammarico e rimorso sui suoi occhi azzurri. Forse in un’altra vita avrebbe potuto permettersi il lusso di risparmiare la sua vita. Era il grande disegno che imponeva costantemente dei sacrifici di sangue, non era certamente la prima volta per lei. Le sue mani erano già macchiate di sangue e arrivati a quel punto non poteva permettersi di risparmiare una nemica così pericolosa.

< < Ti sei battuta bene, Temari della Sabbia. Provo grande rispetto per il tuo coraggio e per le tue grandi abilità guerriere. Ora, ti prego, rivolgi il tuo corpo verso di me. Ti prometto che non soffrirai molto, basterà un’ultima freccia per far cessare le tue sofferenze. Ti chiedo di non opporti più > >.

Se avesse avuto anche solo un briciolo di energia in più, Temari si sarebbe opposta senza alcun dubbio. Purtroppo non era nelle condizioni di farlo, ma almeno non sarebbe morta distesa sulla polvere. Con grande fatica si mise in ginocchio in attesa della freccia finale, per fissare direttamente gli occhi del suo carnefice.

L’arciera rossa incoccò l’ennesima freccia nera. Per alcuni interminabili secondi le due donne si fissarono a vicenda, poi in un gesto per la rossa completamente inspiegabile Temari sorrise. Sasha ne restò sconcertata mentre tendeva l’arco fino al massimo. Ignorando il doloroso groppo alla gola, Sasha prese la mira con la sua abituale freddezza, poi scoccò. La freccia nera era diretta al cuore della vittima. In attesa della morte, Temari aveva sorriso senza riuscire a trattenersi. Voleva morire con l’immagine di Shikamaru davanti agli occhi. Lo ringraziò mentalmente preparandosi all’inevitabile, solo che non arrivò né morte né ulteriore sofferenza. La freccia nera sibilò nella radura, ma piuttosto che conficcarsi nel cuore della giovane, si schiantò spezzandosi in due contro un muro nero che si era palesato dal nulla a protezione della kunoichi della Sabbia.

Sasha sgranò gli occhi per la sorpresa. < < Che diavolo…….. > > esclamò infuriata.

< < E’ la tecnica dell’ombra solida, ragazza > > esclamò una voce fredda e tremante di rabbia.

Un giovane uomo era posizionato con un ginocchio a terra all’entrata della radura. La sua ombra era direttamente collegata al muro nero che aveva protetto l’ambasciatrice della Sabbia.

< < Maledetto > > sibilò la rossa, mentre incoccava un’altra freccia. Riconobbe immediatamente il copri-fronte. < < Sei un ninja della Foglia? > >.

Shikamaru Nara ghignò per niente intimorito dinnanzi all’arco puntato su di lui. < < Combatti circondata da una catena montuosa, schiavista. Per me avresti dovuto tenerne conto > >.

Sasha sgranò gli occhi, abbassando un attimo l’arco. < < Che cosa hai fatto? > >.

Il ghigno del giovane si accentuò. < < Il muro d’ombra non è stata la mia unica azione per fermarti. La tua strategia lascia un po’ a desiderare > >.

Le parole beffarde dello stratega della Foglia precedettero la violentissima esplosione che sconvolse completamente il teatro dello scontro. In quel caos di distruzione Temari riconobbe subito le braccia calde del suo uomo che la portarono via da quella che doveva essere la sua tomba. Quell’idiota pigro aveva la cattiva abitudine di ignorare completamente i suoi ordini e in quel momento, nel bel mezzo di un combattimento che aveva perso, la kunoichi provò una sensazione di calore e di protezione. Era stata salvata dall’unico uomo che avrebbe mai potuto amare.
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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