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Autore: PrimPrime    19/03/2024    1 recensioni
Emily Lewis è sorpresa quando riceve la sua lettera per Hogwarts, ma inizia a frequentare la scuola con grandi aspettative.
Quello che una nata babbana come lei non sa, però, è che cinque anni prima in quella stessa scuola ha avuto fine una guerra che aveva spaccato in due il mondo magico.
Inoltre non sa che i pregiudizi tra i maghi non sono del tutto spariti, come anche la competizione e l’antipatia di una casa verso l’altra.
E così Emily, quando stringe le sue prime amicizie e viene smistata in una casa diversa dalla loro, non ha idea di cosa l’attende.
In quella scuola dove un tempo si era combattuta una guerra, dove in qualche modo lei riuscirà a sentirsi al sicuro, non sa che verrà messa alla prova da sfide ben più complicate di un compito in classe.
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Leggendo questa storia conoscerai Emily e i suoi amici, e li seguirai in un percorso di crescita ed evoluzione che avrà inizio al primo anno scolastico e continuerà fino al settimo e oltre.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Filius Vitious, Horace Lumacorno, Minerva McGranitt, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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CAPITOLO 44

 


Il giorno successivo Emily si trovava nella stanza di Blue perché aveva bisogno di confidarsi con un’amica. La bionda stava mangiando una tortina di zucca e le aveva offerto dei dolci, ma lei li aveva rifiutati perché era troppo tesa.

“Hai novità sulla tua storia con Hanna?” le chiese, senza guardarla in faccia.

Con la coda dell’occhio vide Blue inclinare leggermente la testa su un lato, come se fosse confusa.

“Quando prendi così alla larga un discorso capisco che è serio. Insomma, è chiaro che tu non sia qui per sapere di me e la mia ragazza,” obiettò, ancora con la bocca piena.

“È vero, ma far parlare prima te potrebbe aiutarmi a trovare il coraggio.”

Blue annuì e sospirò piano.

“Niente di nuovo… Stiamo bene insieme, o almeno io credo che sia così. Studiamo insieme, ci divertiamo e qualche volta usciamo a Hogsmeade oppure ci troviamo per passare il tempo qui a scuola,” le raccontò, con poco entusiasmo.

Forse era preoccupata per Emily, o forse c’era qualcos’altro che non le aveva detto.

“Okay… Tocca a me adesso, immagino,” iniziò lei, con lo sguardo puntato sulle ginocchia. “Sai… Io e Cecil l’abbiamo quasi fatto ieri.”

“Cosa?!” esclamò Blue, sputacchiando briciole di torta ovunque.

“Hai capito bene. O magari non stavamo per farlo, ma almeno per andare oltre il bacio…” specificò, decidendosi a rivolgerle uno sguardo imbarazzato.

“E dimmi, dove vanno due persone appartenenti a due case diverse quando vogliono un po’ di intimità? Ah già, nella stanza delle necessità ovviamente!” continuò, dandosi la risposta da sola.

“No in realtà… Aspetta, io sono sempre entrata nel tuo dormitorio e tu nel mio! Cioè, forse un Grifondoro nella sala comune di Serpeverde si farebbe notare un po’ di più, ma…”

“Sì Emily, ma un conto è se si ha un motivo per accedere alle stanze, che poi condividiamo con altre persone, un altro è se non c’è! Ci sono troppi problemi: i compagni impiccioni per esempio, e poi i prefetti per dirne un altro!” sottolineò, contandoli con le dita man mano.

“Blue, perché ho l’impressione che tu abbia immaginato più volte questo scenario nella tua testa?” le domandò Emily, spiazzata dal suo ragionamento.

L’amica si ammutolì per un istante, poi scoppiò in una risata finta e carica di imbarazzo.

“Mi hai beccata, eh?” sospirò. “Ma Hanna è più piccola di me, e finché non so di esserne innamorata io non… Mmh, eppure continuo a pensarci!” rivelò, mettendosi le mani tra i capelli.

“Anche a me capita di pensarci, e da diverso tempo ormai,” rivelò Emily, schiacciando con l’indice le pieghe che si erano formate nella sua gonna. “Però ieri, quando si è creata l’atmosfera giusta, mi è preso il panico…”

“È perché non ti senti ancora pronta, o…” lasciò in sospeso la frase, ora più calma ma anche visibilmente preoccupata.

Emily annuì e sospirò.

“Mi è tornato in mente quello che mi è stato fatto e mi sono spaventata. A volte mi sento una stupida, so che c’è chi ha passato qualcosa di peggiore eppure mi faccio bloccare da così poco!”

“Non sei stupida Emily, non dirlo mai più! Sei forse la persona più intelligente che io conosca,” ribatté Blue, stringendola in un abbraccio.

Lei ricambiò la stretta, anche se debolmente.

“Ti ringrazio, ma sono due cose diverse. Ieri ero con Cecil e sapevo che non voleva farmi del male… Anzi, probabilmente non voleva nemmeno andare fino in fondo, si stava solo lasciando trasportare… e anche io. Però mi sono spaventata,” continuò, accarezzando alcune ciocche dei capelli dell’amica che aveva a portata di mano.

Blue si ritrasse lentamente e le rivolse un sorriso dolce e rassicurante.

“Ti serve solo del tempo. E magari anche concordare con Cecil di… Sì, di andare per gradi, con la massima pazienza, potrebbe essere d’aiuto,” le suggerì.

Emily abbassò lo sguardo. Riconosceva che il suo consiglio poteva essere utile, ma era la prima a non avere pazienza. Era da un bel po’ che pensava a Cecil in senso romantico e con la mente era andata ben oltre, anche se questo la metteva così in imbarazzo che non lo avrebbe mai detto nemmeno alla sua migliore amica. Ora che lo aveva tutto per sé avrebbe potuto fare tante cose con lui, e invece…

“Sbaglio o questa è la faccia di qualcuno che non vuole aspettare?” domandò Blue, facendole sollevare il mento per osservarla con fare inquisitorio.

Emily arrossì.

“Mi sento una contraddizione vivente, non c’è bisogno che sia tu a dirmelo,” puntualizzò, stringendo gli occhi.

“Non volevo dire questo,” ribatté la bionda dandole una pacca sulla spalla sinistra. “Non è colpa tua quindi non stressarti troppo. Supererai le tue paure un passettino alla volta, okay?”

Rassicurata dal suo tono gentile, lei annuì.

“Ah, oggi sono generosa e ho un altro consiglio gratis per te!” annunciò Blue, più allegra. “Comprati dell’intimo carino.”

“Scherzi?” le domandò Emily, imbarazzata.

“No, dico sul serio. Indossarlo ti farà sentire più sicura di te e forse ti sentirai più serena al pensiero di farglielo vedere.”

Emily si sentì arrossire progressivamente e non seppe come ribattere.

In ogni caso, il weekend successivo ci sarebbe stata un’uscita a Hogsmeade e lei pregò le sue amiche Ana e Patricia di accompagnarla a fare spese. Non facevano che parlare di ragazzi dal terzo anno e non si erano mai risparmiate con i dettagli, perciò se c’era qualcuno in grado di consigliarle cosa acquistare quelle erano loro.

 
“Sai, in cinque anni che ci conosciamo questa è la prima volta che decidiamo di venire a Hogsmeade insieme,” le fece notare Ana, con fare sospettoso.

“Già. Lo ammetto, ho bisogno del vostro aiuto,” disse, camminando di fianco a loro per la strada che da Hogwarts portava alla cittadina.

“Adesso sono curiosa,” commentò Patricia, che sembrava felice di essere uscita con le due amiche.

“Beh… Mi chiedevo se sapeste dove poter acquistare… dell’intimo carino,” ammise, evitando i loro sguardi sorpresi. “E vorrei anche un vostro parere per sceglierlo…”

“E brava la nostra Emily!” esclamò Ana, dandole una pacca sulla schiena. “Finalmente anche tu stai per diventare adulta!”

Patricia non disse niente ma annuì con l’atteggiamento di chi la sapeva lunga.

“Ehi, fino a prova contraria io sono già maggiorenne e voi no!” sottolineò Emily, imbarazzata.

“Ma quello non conta,” intervenne prontamente la rossa, ridacchiando.

“E comunque hai chiesto alle persone giuste, io e Pat abbiamo trovato un posticino niente male per le compere di questo tipo,” aggiunse Ana.

Emily non commentò, ma tirò un impercettibile sospiro di sollievo.

Si fece condurre da loro fino a un negozio di abbigliamento situato su una stradina secondaria. Ciò che vendeva era normale, fin troppo considerando che Emily a Hogsmeade aveva acquistato sempre e solo vestiti eleganti per i balli o per le cene del Lumaclub.

In uno scaffale sul fondo però, nascosto da occhi indiscreti, c’era un folto assortimento di completini intimi, per alcuni dei quali le bastò uno sguardo per imbarazzarsi.

“Prova questo, questo e… oh, anche questo!” esclamò Patricia, selezionandone un po’ e prendendoli dallo scaffale.

“Ora che conosci questo posto potresti venire con il tuo ragazzo e far scegliere a lui l’intimo con cui gli piacerebbe vederti. A Nathan questo giochino fa impazzire,” raccontò la bionda, prendendone alcuni a sua volta.

“Preferivo non saperlo… Aspettate, non volete vedermi con addosso questa roba, vero?”

“Certo che sì!” esclamarono in coro, quasi si fossero messe d’accordo.

“Altrimenti come faremmo a consigliarti?” aggiunse Patricia, passandole il primo carico di slip e reggiseni.

Emily li prese passivamente e si lasciò spingere in uno dei camerini. Non aveva nemmeno visto cosa avevano scelto, ma era già convinta che quello sarebbe stato il giorno più imbarazzante della sua vita.

 
Un’ora e mezza dopo se ne stava seduta con le due amiche ai Tre Manici di Scopa, distrutta, umiliata dai loro commenti – anche se fatti per il suo bene – e con una borsa colma dei suoi acquisti.

L’avevano obbligata a scegliere, prima di tutto, un completino per ogni giorno della settimana, così da essere sempre pronta, a detta loro. Poi però si erano fatte prendere la mano e avevano insistito che ne comprasse altri, quindi lei aveva scelto i meno peggio e aveva dichiarato chiuso il loro pomeriggio di shopping.

Sperava che non le servissero altri soldi nell’immediato futuro, altrimenti si sarebbe pentita ulteriormente di quella giornata di acquisti sfrenati.

Sospirò e bevve un sorso di burrobirra.

Altro che sentirmi più sicura di me… credo che per un po’ non riuscirò a guardare Cecil in faccia, pensò, sconsolata.

Ana e Patricia per qualche motivo sembravano ancora più piene di vita, quasi avessero appena bevuto una pozione rinvigorente.

“Che ne dici Emily, andiamo a cercare un vestito carino per il vostro prossimo appuntamento?” propose Patricia, dopo aver bevuto l’ultimo sorso della sua bevanda.

Lei scosse la testa con decisione.

“Quelli che ho già andranno benissimo,” disse.

In verità non vedeva l’ora di tornare a Hogwarts, a mettere la testa tra i libri per ricaricarsi.

Dovettero trascinarla fuori dal locale con la forza, perché lei non voleva più saperne di shopping e aveva già speso troppi soldi per i suoi gusti.

 
L’indomani Emily era di nuovo insieme a Cecil, stavano uscendo dall’aula di difesa contro le arti oscure a lezione appena terminata.

Era passato qualche giorno ormai da quella volta sulla torre di astronomia, eppure entrambi erano a disagio. Facevano finta di niente, ma il loro imbarazzo era palpabile.

“Emily... verresti con me in giardino? C’è ancora tempo prima dell’ora di cena e vorrei parlarti di una cosa,” le disse, senza guardarla in faccia.

“Va bene,” rispose lei, che già temeva il peggio.

Pensò che si fosse stancato di lei ed ebbe davvero paura di ascoltarlo ma lo seguì comunque, continuando a tormentarsi mentalmente.

Arrestò il passo solo quando si accorse che lo aveva fatto anche lui e vide che l’aveva portata vicino a dove si tenevano le lezioni di volo.

Stava per chiedergli se volesse insegnarle a volare, per sdrammatizzare, ma lui parlò per primo.

“Duelleresti con me?”

Emily strabuzzò gli occhi.

“E perché?” gli chiese, sorpresa.

“Ecco… Stavo pensando che mi piacerebbe diventare un auror,” ammise lui, abbassando lo sguardo per l’imbarazzo.

“Ma è grandioso!” esclamò Emily, felice che avesse trovato una nuova aspirazione.

“Grazie, ma non sono minimamente all’altezza,” continuò lui, armandosi di bacchetta. “Mi insegneresti a duellare?”

“Perché proprio io? Ci sono tanti studenti molto più bravi di me,” sottolineò, mentre prendeva la bacchetta a sua volta anche se era ancora indecisa sul da farsi.

“Perché tu sei la mia ragazza e sei anche un’ottima insegnante,” ribatté lui, convinto.

Emily si sentì arrossire un pochino, ma annuì.

“Okay... ma sappi che mi sarà difficile fare sul serio con te,” precisò.

“Provaci almeno. Non mi faccio male tanto facilmente e, nel caso, scommetto che sapresti anche curarmi.”

“Anche questo è vero, o almeno potrei tentare. Allora, tieni pronto un incantesimo difensivo e pensa a quelli offensivi. Quando ci sei, possiamo iniziare.”

“Ci sono,” rispose dopo un attimo di riflessione.

Si trovavano già a debita distanza, perciò Emily si preparò a lanciare un flipendo, convinta che avrebbe capito la sua mossa. Cecil lo parò, come previsto.

Poi attese che fosse lui ad attaccare e lanciò un incantesimo di protezione senza alcuna fatica, riuscendo a difendersi.

La terza volta non si mosse per fargli capire che stava aspettando lui, ma quando Cecil iniziò a muovere il polso lei lo schiantò con un incantesimo non verbale.

“Avevi detto che non avresti fatto sul serio,” sottolineò Cecil, accettando la mano che lei gli stava porgendo per aiutarlo ad alzarsi.

“Già, ma tu mi hai chiesto di provarci,” ribatté.

In realtà non avrebbe voluto rischiare di fargli male, ma si era lasciata inaspettatamente prendere la mano. Forse era successo perché non duellava da molto tempo.

“Che ne dici se adesso ti insegno gli incantesimi non verbali? Vedrai, sono molto utili.”

“Ho visto,” rispose lui, alludendo al fatto che lei lo avesse appena preso alla sprovvista usandone uno.

“E poi mi piacerebbe tornare al club dei duellanti con te. Ti farebbe molto bene allenarti lì,” continuò, sperando che accettasse.

Sapeva che lui non sopportava di stare al centro dell’attenzione, ma glielo aveva proposto comunque perché trovava che fosse un’opportunità da non lasciarsi scappare.

Inaspettatamente, Cecil annuì per indicarle che avrebbe seguito il suo suggerimento.

“Sicuro?” si ritrovò a chiedergli, preoccupata perché non lo vedeva molto convinto.

“Sì… So che sarebbe utile. E poi, è da qualche mese che non vai al club e scommetto che ti manca. Verrò volentieri.”

Emily gli sorrise e strinse un po’ di più la mano di Cecil, che ancora era intrecciata con la sua.

“È deciso allora. Oh, e ti aiuterò a studiare tutte le materie se serve, perché per diventare auror bisogna avere ottimi voti ai M.A.G.O.!”

“Ma gli esami sono l’anno prossimo,” sottolineò lui, divertito dal suo entusiasmo improvviso.

“Già, ma è meglio iniziare a prepararci al più presto,” ribatté.

Era felice perché ciò significava passare ancora più tempo insieme a Cecil. Inoltre aveva notato che l’imbarazzo tra di loro si era già dissipato.





Spazio di quella che scrive

Scusate, non ho aggiornato settimana scorsa ma sono stati giorni di fuoco, e non è ancora finita purtroppo... Comunque cercherò di non farvi aspettare troppo, anche perché i capitoli vanno giusto riletti e sistemati un attimo, ma sono tutti pronti.

Questo era abbastanza rilassato e persino breve, ma spero non vi sia dispiaciuto. Che ne pensate di ciò che avete letto e dei nuovi risvolti? Se vi va di dirmelo, sarei molto felice di leggervi.

Alla prossima!
   
 
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