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Autore: KushinaKurosaki    20/03/2024    0 recensioni
La guerra durata cento anni è finalmente conclusa,
la pace ha finalmente avvolto il mondo ma una
nuova minaccia sorge dalle tenebre. Dopo la
scomparsa di Aang e le morti dei suoi successori,
si crea una situazione paradossale e disperata.
L'Avatar, il ponte fra il mondo degli spiriti e quello
umano, rischia di estinguersi. Izumi è una bambina
di soli cinque anni ma ha dovuto da tempo imparare a
difendersi dai pericolosi dominatori del sangue e adesso
deve tornare indietro nel tempo creando un paradosso al
fine di apprendere il dominio dell'aria.
Genere: Azione, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aang, Azula, Iroh, Quasi tutti, Zuko
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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La maestosa luna splendeva alta in cielo, i suoi raggi illuminavano il paesaggio circostante. Erano passati sette anni dalla fine della guerra dei Cent'anni, il mondo grazie all'ultimo dominatore dell'aria aveva trovato un nuovo equilibrio anche se la sua scomparsa prematura aveva generato non poco scompiglio.Il silenzio di quella notte era irreale, persino le civette avevano smesso di intonare il loro pianto. L’uomo dai lunghi capelli neri abbracciò a sé la ragazza minuta dai capelli castani mentre le asciugò una lacrima. « Andrà tutto bene, non preoccuparti. » cercò di rassicurarla il signore del Fuoco mentre i loro occhi si incrociarono.  « Mi sento così inutile, loro rischiano la vita ed io…io non riesco neanche a usare il  mio dominio. » singhiozzò la giovane. « Ti resta il tuo portentoso fulmine, no? » cercò di tirarle su il morale mentre la sua sorellina portò la mano sul suo torace, all'altezza dello stomaco. « Non ho alcuna intenzione di ricorrere al  dominio dei fulmini. » mormorò mogia. « È il tuo talento, perché non dovresti usarlo? Sono in pochi a poter creare un fulmine  e lo sai…» spiegò lui mentre alzò lo sguardo ambrato alla luna. « È la tua migliore allieva, di cosa ti preoccupi?  » chiese Azula cercando di sembrare sicura cambiando argomento mentre l’uomo fece scontrare le loro ambre. « Si hai ragione.» ammise lui per poi guardare la luna alta.  « Questa notte mi ricorda tanto la quiete prima della tempesta. » esclamò Azula guardando l'esercito pattugliare le strade del regno.  « Azuzu, ce la caveremo. » esclamò lui in un tono dolce. « Ma io sono debole e impotente…non posso nulla in questa condizione. » affermò affranta mentre Zuko provò a dirle qualcosa.

 

« A volte i deboli possono diventare più forti, a volte devi solo dargliene occasione. Lo hai detto tu stesso, non è vero Zuko?» ricordò l'uomo anziano sulla sessantina mentre Zuko sorrise. Quelle parole le aveva dette a suo padre, quando si era presentato al suo capezzale a chiedergli di lasciarsi alle spalle le debolezze,  e di lasciare che la quarantunesima divisione  di soldati morisse invano. Lui lo aveva bandito, imponendogli di portare il plotone per il quale aveva sacrificato tutto; era bello vederli  pattugliare le vie della città nell’uniforme di guardiani supremi. Erano gli unici in cui riponeva la massima fiducia. Quei soldati erano stati i primi ad accettarlo come sovrano, nonostante i suoi brutti e rozzi modi per i quali più volte in seguito si era scusato, non poteva dimenticare quanto accaduto quella notte. Era tornato sulla sua nave, stremato e ferito. Lo sguardo felice con cui suo zio aveva ricambiato il suo incredulo, aveva riempito il suo cuore di gioia. Aveva camminato sul sentiero formato dalla loro lealtà, dalla loro gratitudine e ancora oggi erano pronti a dare la propria vita per lui. « È ancora strano pensare che in questa guerra combatteremo tutti dalla stessa parte.  » ammise Azula mentre Ty Lee, rimasta nell'ombra uscì allo scoperto. « Sei tu ad essere dal lato giusto stavolta, comunque noi guerriere Kyoshi non abbiamo riscontrato nulla di anomalo. » confessò la giovane mentre Azula si voltò a guardarla. Si era struccata. Era stata una sorpresa sapere che lei si era unita alle guerriere Kyoshi, l'ultima volta che si erano viste era al funerale di Mai.

 

 

La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato.- Vaclav Havel  

 

Spero tanto che tu non ti sia sbagliato, amore mio. Tutto ciò che stiamo vivendo è il frutto di una realtà contorta che non dovrebbe esistere. E tu, piccola stella, dovrai affrontare ardue situazioni molto più grandi di te. Pensò la giovane donna dagli occhi color ghiaccio posando lo sguardo sulla bambina che dormiva. Non era stato facile dirle che lei era la speranza del mondo, a Izumi non era stato concesso vivere la sua infanzia. Il destino le aveva imposto una rapida crescita, era un portento con il dominio del fuoco e sicuramente non avrebbe avuto problemi con gli altri ma aveva poco tempo. Condurla nel passato, farla crescere come Avatar contemporaneamente ad Aang, era un grande rischio ma era l’unica soluzione affinchè potesse apprendere innanzitutto il dominio dell’aria e, poi gli altri, in totale sicurezza. « Shine, dove siamo?» chiese la bambina aprendo lentamente gli occhi mentre la giovane dai capelli ramati si guardò intorno. « Tempio dell’Aria del Sud, se ben ricordo. » affermò la ragazza mentre si guardava intorno. Era ancora destabilizzata dall’aver ceduto, seppur per poco tempo, il dominio del proprio corpo allo spirito ancestrale dello Spazio-Tempo. Era il più potente di tutti, e l’aveva scombussolata per bene. La sua testa girava, seppur riuscisse ancora a mettere un piede davanti all'altro, non sapeva per quanto tempo avrebbe retto tuttavia Izumi, era l'ultimo avatar. Se lei fosse morta, nessun dominatore dell’aria avrebbe potuto sostituirla.  

 

Zuko restò fermo a guardare la sua mano con uno sguardo sconsolato, era riuscito a mandare all’aria tutto ciò che aveva fatto. Era la prima volta che feriva qualcuno con il suo dominio e si sentiva morire, era perfettamente conscio del dolore che il fuoco causava. Era stato istintivo, e non importava quante scuse avrebbe profuso, lui non sarebbe stato perdonato facilmente e a maggior ragione ora che aveva ferito l’unica dalla sua parte. « Toph, sei tu?» domandò mentre scorse la slanciata figura di una ragazza dai capelli rossi,un colore molto strano in realtà. « Mi dispiace mio signore, il mio nome è Ako e non voglio farvi alcun male. » esclamò cercando di tranquillizzarlo. Sapeva bene che, sia Ozai che Azula, stavano cercando di sbarazzarsi di lui dato che era la vergogna della famiglia.  « Tu come sei giunta qui?  » esclamò guardingo Zuko mentre la ragazza continuò ad avvicinarsi con in braccio la bambina. Ora che lei si era allontanata dall’ombra degli alberi il principe poté guardare con minuzia la donna sui vent’anni dalla candida pelle perlacea. Ciò che lo colpì profondamente erano quei rari occhi ghiacciati che lo scrutavano come se si conoscessero da sempre. Una scarica elettrica gli attraversò la spina dorsale. Aveva un brutto presentimento e non poteva immaginare ciò che di lì a poco sarebbe avvenuto.


 
   
 
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