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Autore: loverrrr    23/03/2024    2 recensioni
Edward e James hanno un sogno: diventare avvocati e aprire uno studio insieme. Le loro giornate sono fatte di studio e lavoro, per pagarsi gli studi. Nella loro testa c'è solo una cosa: prendere la laurea. Cosa accadrebbe se l'amore bussasse alle loro porte? Scopriamolo insieme...
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Victoria | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buona sera ^__^ aggiorno il capitolo e subito vi pongo una domanda: come andrà a finire? Voi non lo sapete ancora perché dovete leggerlo, ma alla fine sono sicura che vi farete questa domanda. Bella finora ha fatto la birichina, lui (Edward) lo ha scoperto e ha litigato con lei. Poi si è messa in mezzo Victoria, ma in buona fede. E adesso? Sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi.

 

 

 

Il cielo sopra New York era cupo e minaccioso, con il vento che soffiava forte e agitava le insegne dei negozi e gli ombrelli dei passanti per strada. Sembrava che la pioggia stesse per arrivare da un momento all'altro, trasformando le strade affollate in un caos di ombrelli e persone in movimento.

Edward era in mega ritardo e mancava meno di mezz'ora all'inizio della prima lezione. Solitamente, era sempre puntuale all'università, ma non riusciva a trovare il quaderno dove aveva appuntato tutte le cose che gli erano piaciute di Cime Tempestose e non sarebbe uscito di casa finché non lo avrebbe trovato.

La sua camera era completamente sottosopra: libri sparsi sul pavimento, vestiti gettati sul letto, fogli sparsi ovunque. I cassetti del comodino erano aperti; le tende erano tirate, filtrando una luce grigia e malinconica. Sembrava che un tornado fosse passato per la stanza senza lasciare pietra su pietra.

Edward si muoveva freneticamente, rovesciando scatole e spostando oggetti, ma non riusciva a trovare quel dannato quaderno.

Mentre rovistava tra le sue cose, il telefono squillò nella sua tasca. Sospirò, anche se assomigliava più ad uno sbuffo dettato dalla frustrazione, e lo tirò fuori; era James.

«Ciao, James» disse cercando di nascondere la frustrazione nella sua voce, passandosi una mano tra i capelli.

«Quanto ci metterai ad arrivare all'università? Io sono già arrivato e ho preso i soliti posti.»

Edward sospirò nuovamente, guardando fuori dalla finestra e vedendo la pioggia iniziare a scendere. «Ci mancava anche la pioggia stamattina» borbottò.

«Non lo hai ancora trovato, vero?» chiese James.

«Lasciamo perdere. Il tempo di farmi una doccia e arrivo.»

Dopo aver messo giù il telefono, Edward si sistemò rapidamente e si diresse verso l'università. Tuttavia, non riusciva a scrollarsi di dosso il pensiero di quel maledetto libro.

«Hai controllato bene nei cappotti, nei pantaloni?» chiese James uscendo dall’aula con la giacca in mano e lo zaino in spalla.

«Sì, ho controllato ovunque. È come se quel libro si fosse volatilizzato nel nulla» rispose con un sospiro di frustrazione, aggiustandosi lo zaino sulle spalle.

«Forse dovresti dare un’altra occhiata nella macchina» suggerì James.

«No, ti dico che ho già guardato. Non c'è proprio.»

«Beh, magari riapparirà improvvisamente.»

«Lo spero» disse sospirando.

«Io vado alla caffetteria. Ci sentiamo più tardi» disse  con un sorriso rassicurante. 

«Grazie, a dopo.»

«In bocca al lupo con le ripetizioni!» James si voltò e si allontanò verso la caffetteria, mentre lo salutava con la mano.

«Grazie, ne avrò bisogno!» Edward si avviò in biblioteca, dove lo aspettava un ragazzo.

Ogni lunedì, Edward dedicava due ore alla ripetizione di filosofia a Marcus, salvo quando uno dei due aveva un impegno improvviso.

«Ciao Marcus, come stai oggi?» chiese, cercando di focalizzarsi sulla lezione mentre si sedeva.

Il ragazzo aveva già tirato fuori il materiale di filosofia, pronto per iniziare la lezione. Edward, che al liceo era stato un brillante studente non solo di filosofia ma anche di algebra.

«Ciao Edward, tutto bene, grazie” rispose Marcus con un sorriso.

Edward gli rivolse un sorriso gentile e gli chiese se fosse pronto per iniziare. Marcus annuì.

Quel giorno, la biblioteca non era molto affollata di studenti. C'era un'atmosfera tranquilla e silenziosa, si sentivano solamente il sussurro dei libri e il leggero ticchettio della pioggia sulle finestre. Aveva appena iniziato a piovere, ma era una pioggia molto leggera. 

«Speriamo non peggiori» disse Mike tra sé e sé, lasciando sfuggire un sospiro mentre si avvicinava al banco del caffè con un vassoio vuoto.

«Poco fa ho controllato nell’app meteo e segnala forti temporali» rispose James, porgendo la tazza di caffè a un cliente. «Ecco a te.»

«Non mi riferivo al tempo, stavo pensando a mia cugina» aggiunse Mike con un tono più serio, mentre la pioggia iniziava a cadere più intensamente.

«Ti riferisci a lei e Edward?»

Mike annuì. «Sì» disse sospirando. «Mi dispiace per come sono andate le cose tra di loro.»

«Dispiace anche a me, ma cosa possiamo fare?» chiese James.

«Potreste evitare di parlarne, ad esempio» disse Bella con un tono un po' secco, appoggiando sul bancone il vassoio pieno di tazze vuote.

«Perdonaci, Bella» disse James con un'aria contrita.

«Sì, scusa cugina» aggiunse Mike.

Bella sospirò, rendendosi conto di essere stata un po’ troppo maleducata. «No, scusatemi voi, ragazzi» disse addolcendo il tono della voce. 

Un tuono improvviso la fece sobbalzare. «Vado a buttare la spazzatura prima che scoppi un temporale.»

Andò nel retro, prese il sacco dell'umido e l'ombrello appoggiato contro il muro. Poi uscì nella pioggia leggera che cadeva dal cielo grigio. 

Accidenti! Sbuffò. I secchi erano pieni e non poteva far altro che attraversare la strada. Ma il solo pensiero di guardare verso l'università le fece stringere il petto, riportandole alla mente Edward: non riusciva a dimenticarlo, né il modo in cui aveva trattato Victoria. Tuttavia, lo fece. Arrivata dall’altro lato, i secchi dell'umido si trovavano dall'altra parte della strada girando sulla sinistra, sollevò il secchio dell'umido con un sospiro di frustrazione, cercando di allontanare Edward dalla sua mente. Mentre si avviava rapidamente verso il semaforo, Bella sentì una voce chiamarla mentre attraversava la strada. Era Edward. 

Per un istante, il suo cuore balzò nel petto, ma si costrinse a ignorarlo. Tuttavia, quando Edward iniziò a parlare, le parole penetrarono nel suo cuore.

«Mi dispiace per come mi sono comportato con te» disse Edward, la voce carica di sincerità.

Bella non si voltò, i suoi occhi rimasero fissi davanti a sé mentre le lacrime minacciavano di traboccare. Sentiva il bagnato profumo di pioggia che proveniva da Edward, il che significava che era rimasto senza ombrello.

«Ti amo da quando ti ho vista la prima volta» continuò Edward, la voce morbida.

Bella non riusciva a rispondere. Lasciò che le lacrime le rigassero il viso mentre attraversava la strada rapidamente. Entrò passando dal retro e Victoria le andò subito incontro.

«Tutto bene?» chiese, notando la tristezza nei suoi occhi. 

Bella asciugò frettolosamente le lacrime e cercò di sorridere. «Niente, solo un po' di pioggia.» 

Ma Victoria la conosceva troppo bene per credere a quella bugia. «Bella, per favore, dimmi la verità. So che c'è qualcosa che non va.» insistette, guardandola negli occhi.

Bella esitò per un istante, poi scoppiò in lacrime e si lasciò andare tra le braccia dell'amica. «Edward mi ha detto che mi ama e io... non so cosa fare. Mi sento così confusa.» 

Victoria la strinse ancora di più. «Bella, c'è qualcosa che devo dirti» sussurrò, sentendosi colpevole. «È tutta colpa mia.» 

Bella alzò lo sguardo sorpresa. «Cosa intendi?» 

Victoria abbassò lo sguardo, sentendosi a disagio nel rivelare la verità. «In pizzeria, l’altra settimana, Edward aveva ragione a prendersela con me. Sono stata io a dire che al tavolo cinque avevano ordinato una pizza senza formaggio. Volevo farti litigare con lui e…»  

Bella rimase senza parole, incredula di quanto stava ascoltando. «Non posso credere che hai fatto una cosa del genere, Viky» sussurrò, sentendosi tradita.

Victoria si mordicchiò il labbro, visibilmente pentita. «Lo so, Bella. Mi dispiace tanto. Ero arrabbiata con Edward per come ti aveva tratta e ho agito d’impulso.»

Bella guardò intensamente Victoria. Poi, sospirò.

«Devo parlare con Bella, dove?» chiese Edward con urgenza, la sua voce quasi impaziente.

«Ma guarda te, sei tutto bagnato! Cosa ti è successo, Edward?» domandò James, con tono sorpreso.

«Non ha importanza, devo parlare con Bella. È importante.»

«È andata a buttare la spazzatura» rispose, cercando di mantenere la calma.

«Lo so, ci siamo visti» Edward replicò rapidamente, mostrando fretta.

«Cosa succede qui?» chiese Mike.

«Devo solo parlare con Bella, dov’è?» ribadì Edward.

«Non c’è.» Mike rispose seccamente.

«Lo so, è andata a buttare la spazzatura. Posso aspettarla?» Edward chiese con un tono di speranza.

«Edward, senti, so che…» Mike cercò di intervenire calmando il tono della sua voce.

Prima che Mike potesse aggiungere altro, Bella arrivò. Il suo sguardo si incrociò con quello di Edward, e un brivido corse lungo la schiena di entrambi. Si avvicinarono lentamente, come attratti da una forza invisibile...

   
 
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