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Autore: MelaniaTs    26/03/2024    0 recensioni
I Keller sono una facoltosa famiglia di Boston. Thomas Keller è il primogenito di Tobias e Rosalie, uomo di successo ha sparso gloria, fama e figli per il mondo- Ciò che gli è mancato è stato però esaudire il suo desiderio d'amore. Riuscirà Thomas ad essere felice?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wing of freedom Saga dei Keller'
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COPYRIGHT: Le mie storie non sono assolutamente prelevabili e non potete spacciarle per vostre!
Vi ricordo inoltre che: Tutti i nomi, i caratteri e le storie dei personaggi presenti sono frutto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o/e eventi realmente esistenti o esistite è puramente casuale.

ATTENZIONE: ©
Questa è una saga di famiglia i primi tre capitolo si svolgono in contemporanea e sono in ordine di lettura La storia di Thomas Il tesoro più prezioso; la storia di Gabriel Keller in Liberi di essere se stessi e da questo momento anche con la Thomas & Sapphire story. Grazie a tutti coloro che seguono le mie storie.

La la KCG è ispirata alla BCG - Boston consulting group esiste realmente, è una multinazionale del Massachusetts con sedi in quasi tutti gli Stati europei (2 almeno in Italia) l’ho usata ma con nomi e storia diverse, quindi anche in questo caso è tutto di mia invenzione.
MAPPA DI BOSTON così da rendervi tutto più chiaro Mappa della Gran Bretagna INFORMATIVA ARRIVATA FINO AD ORA SULLA SERIE Albero Genealogico:I Thompson - I Keller - Kleinsten

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SAPPHIRE
Nonostante fossimo in inverno la Toscana era e rimaneva sempre un bel luogo. Avevo avuto modo di conoscerla solo attraverso le fotografie. Fino ad allora non l'avevo mai vista.
Non avevo viaggiato molto nella mia vita. Le uniche località dove ero stata erano Zurigo, Monaco, l'isola Munk in Scozia e infine il Lussemburgo. Di queste solo Zurigo l'avevo visitata tanto. Le altre destinazioni erano stati i soli modi che avevo per stare con i miei figli. Da quando ero in Toscana mi ero rilassata, avrei voluto girare il paese, andare anche io in gita a Firenze e scoprire se fosse bella come la raccontavano. Da quando eravamo lì Micaela e Diamond ci erano state già tre volte.
Ci sarebbero state anche quella mattina. "Vieni con noi? Ieri stavi meglio no?" Mi chiese Diamond.
"No! Aspetto che vostro padre si decida a farmi fare la turista." Risposi sfidando Thomas con lo sguardo.
Lui sorrise rassegnato. "Lunedì devo andare alla sede della KCG, la lascerò a fare la turista mentre lavoro." Disse.
"Faremo i turisti dopo il lavoro." Affermai io.
Thomas sbuffò. "Ti diverti vero?" Mi chiese.
Lo fissai. La fronte corrugata e quella smorfia sulla bocca evidenziavano ancora di più le rughe del viso. Diamine! Era affascinante nonostante avesse già cinquantatré anni. Probabilmente se li portava meglio lui, che io i miei quarantotto anni.
"Hai detto che ci saremo riposati qui, andare a lavorare non è riposarsi." Affermai portando il mio caffè alla bocca. Il caffè italiano era veramente buono, lo assaporai lentamente ignorando il brontolio di Thomas.
Mia figlia ci fissava incredula. "Veramente lo tratti così? Da quando comandi a bacchetta gli uomini?" Mi chiese.
La fissai sentendo ridere Thomas. "In realtà mi ha sempre trattato così." Rispose lui. "Hai una mamma impertinente."
"Hai un padre che crede di poter fare ciò che vuole. Io gli ricordo solo che è un umano a cui non è consentito tutto." Affermai.
Rise. "Vi conviene andare se non volete perdere il treno per Firenze." Disse alle ragazze.
"Ok! Ciao ciao... divertitevi in questa casa sperduta della campagna toscana."
"Si chiama casale." Precisò Tom mentre le ragazze sparivano dalla nostra visuale.
"Se ne fregano di ciò che pensi." Affermai prendendo una fetta di ciambella. "Laura fa dei dolci buonissimi."
"Decisamente! Quando vengo in Italia faccio scorpacciate di tutto." Tom si sedette di fronte a me tendendo la mano, sospirai dandogli la fetta e ne feci un altra per me. "Come mai Diamond era così stupita dal tuo atteggiamento?"
Addentai la mia ciambella pensando a cosa rispondere. "Probabilmente è stupida nel vedermi così rilassata. Cioè con Drake lo sono, ma non ho...." Ci pensai su, come potevo definire il mio modo di rapportarmi a Thomas? Forse confidenza? Sì, possibile. "La confidenza che ho con te." Conclusi.
"Con Andrew non ti facevi sentire?" Mi chiese sorpreso.
Scossi la testa. "Ero terrorizzata all'idea che mi facesse del male. Con lui non ho mai avuto modo di essere me stessa." Spiegai. "Appena firmammo il contratto di matrimonio iniziarono le percosse, quindi ero perennemente terrorizzata all'idea che mi picchiasse. Ero incinta e non volevo perdere il nostro bambino."
Scosse la testa amareggiato. "Perché non sei andata via? Perché gli hai permesso di farti tutto il male che ti ha fatto quando eri ancora in tempo?"
"Mi minacciava." Risposi abbassando lo sguardo. "Mi diceva che avrebbe denunciato i miei genitori, che erano in debito con lui e che ero sua moglie e dovevo obbedire." Spiegai. "Quando cinque anni dopo Elisabeth mi liberò dal debito e Oscar scoprì degli abusi del figlio, mi rilassai. Ero ancora il fantasma di me stessa quando ci ritrovammo, ma mi sentivo libera."
Lui annuì. "Mi avevi detto che eri incinta, ma Diamond si è rivelata mia." Disse.
Al che mi rilassai contro la sedia guardandolo. "Adesso ti racconto tutto. Devi sapere che poco prima che Oscar portasse via Albert da casa mia lui mi... scambiò le mie pillole dopodiché abusò di me." Iniziai a raccontare. Tornai indietro nel tempo a ventitré anni prima.
Fino a quando Thomas non mi lasciò definitivamente dopo che lo avevo rifiutato per salvare la mia famiglia....

Avevo solo ventiquattro anni. Eppure mi sentivo vecchia, come se avessi vissuto cinque anni raddoppiati se non triplicati. Avevo di nuovo dovuto rinunciare all'amore della mia vita. Questa volta avevo dovuto mandarlo io via, direttamente. Dovevo proteggere i miei figli, non permettere che Andrew mi portasse via Joel. Non sapevo che fine avrebbe mai potuto fare solo col padre il mio dolcissimo Joel.
Se ero incinta di un altro bambino, avrebbe potuto togliermelo senza che neanche lo conoscessi. Da quando mi aveva violentata erano passati quindici giorni e mi era venuto il ciclo. Rivedere Tom era stato per me tornare a respirare. L'attrazione tra di noi era di nuovo esplosa, come una scintilla era lì pronta a far fuoco. Fu una settimana intensa in cui non ci lasciammo mai, durante le giornate lavorammo insieme, la sera uscivo con lui, suo fratello Taddheus e Inga. Le mie uniche amiche erano Ebony e Molly, avevo compagne di college. Ma Rosalie viveva in Svizzera e Amelie in Lussemburgo. Fino ad allora non ero mai uscita la sera, andavamo nei pub, a ballare a mangiare. L'importante era uscire e divertirci. La prima volta che ero stata con Thomas dal momento che stavamo economicamente stretti, non uscivamo un granché. Adesso invece era diverso, uscivamo, mi divertito, e dopo quando Inga e Taddheus andavano via Thomas mi portava con sé e facevamo l'amore.
Poi mi aveva chiesto di scegliere e lasciare Andrew. E se mi avesse preso Joel? Aveva abbastanza conoscenze da poter influire sui giudici e sugli avvocati.
"Non posso, sono incinta forse e non posso. Tu pensa ai figli in giro che hai invece di pensare a me." Gli dissi rivelandogli il segreto che meno di un mese prima Molly mi aveva svelato.
"Thomas non è un santo. Subito dopo esservi lasciati ha avuto una storia con una scozzese. Hanno avuto un figlio che lei ha abbandonato. Lo sto crescendo io, mica loro. Ripeto, Thomas non è un santo. Non piangere perché tra di voi non ha funzionato. Piangi perché Andrew non si è rivelato un uomo." Le sue parole ancora rimbombavano nella mia testa.
Tom aveva avuto un figlio da una sconosciuta! Avrebbe dovuto avere un po' di senno e invece disseminava figli a destra e sinistra. Prima Inga, poi me e adesso quell'estranea.
"Pensa ai tuoi figli, dimenticami e cerca qualcuno che ti faccia stare bene. Non andare più allo sbando." Gli dissi.
"Non mandarmi via. Se lo fai non tornerò più." Mi disse con espressione seria.
Ebbi un tuffo al cuore, volevo sedurlo e farmi amare da lui. Sapevo quanto Thomas metteva tutto se stesso nelle relazioni. La tentazione era grande, ma resisterti. Dovevo proteggere i miei figli da Andrew e per farlo dovevo rinunciare alla mia felicità.
Così lo lasciai andare e per sempre come disse lui. Mi occupai di Margot come avevo promesso e alla nascita di suo figlio, avvenuta in casa, io e mia suocera ci assicurammo di registrare il bambino come figlio di Sapphire Ashley Cooper e Andrew Davis. Fu facile poiché dicemmo all'ostetrica che doveva compilare le carte che il nome di Margot era Sapphire.
Non ebbi più notizie dirette di Thomas, ne ricevevo solo indirettamente quando sentivo parlare Drake ed Ebony.
Fu così che venni a conoscenza della vera situazione di Isaak. Molly venne da me in lacrime, dicendomi che Thomas aveva scoperto dell'esistenza di Isaak e che ne aveva richiesto la patria podestà.
"È andato a trovare Lynn in Scozia. Quella stronza menefreghista, gli ha detto di Isaak." Io ascoltai tutto il suo sfogo, leggermente sollevata che non fosse uscito il mio nome in tutta quella situazione.
Avevo detto io a Thomas di Isaak. Anche se non immaginavo, come mi raccontarono poi Drake e Ebony, che Molly e suo marito avevano praticamente sequestrato il bambino dandogli una falsa identità.
Ebony fu molto esaustiva con me sull'argomento. Mi raccontò che per il bene del piccolo, Thomas alla fine aveva allontanato il bambino, mandando anche lui al Santa Maria. Nonostante ciò lo aveva dato in affidamento a Molly e Sean per il periodo estivo e le festività con la supervisione di Drake ed Ebony. Il suo scopo era quello di rendere la vita del piccolo meno traumatico possibile, anche per questo aveva richiesto alle autorità di aggiungere un secondo nome al suo certificato. Alla nascita il piccolo era Raziel Keller, mentre adesso si chiamava Raziel Isaak Keller Mc. Dove la Mac poteva stare sia per McAllister che per McMillan, come Molly e Sean.
Dovevo ammettere che era stata una mossa saggia, almeno per quanto riguardava il bambino.
"Quindi frequenta la scuola con Thomas e Joel." Dissi.
"È in una classe diversa da quella di Joel. Ma frequentano la stessa scuola e fanno dei corsi insieme." Mi riferì Ebony.
"Anche io ho una notizia da darti." Dissi alla mia amica. Dovevo affrontare la realtà e parlarne era il modo migliore.
Mentre Thomas faceva conoscenza di suo figlio infatti, io avevo saltato due cicli mestruali. Quindi era palese che fossi incinta.
"Aspetto un bambino. Ho bisogno di un dottore, probabilmente sono al terzo mese di gravidanza." Le riferii.
La mia amica annuì. "Che piacere, questa volta i nostri bambini cresceranno insieme." Mi disse toccandosi il ventre. "Anche io aspetto e sono di tre mesi. Se vuoi ti porto dal mio ginecologo."
"Si con piacere. Fammi avere una data e andremo." Le dissi.
Il medico di Ebony fu abbastanza veloce nel darmi un appuntamento, inoltre mi lasciò anche una serie d'esami da fare e mi invitò a prendere delle vitamine per il feto.
Quando andai in visita insieme a Ebony, non mi aspettavo di trovarmi di fronte un medico molto affascinante, era sui quarant'anni non gliene avrei dati di più, capelli biondi e occhi azzurri, era abbastanza affascinante.
La cosa sconcertante era che sapesse di avere fascino, me ne accorsi dal modo in cui mi sorrise una volta che incrociamo i nostri sguardi.
All'inizio pensavo di essermi impressionata, che non stesse flirtando con me e quindi lasciai correre, soprattutto perché quando si dedicò alla mia visita divenne molto professionale.
"Da questi esami risulta che tu sei più piccola di tre mesi." Mi disse controllando le analisi. "Sicuramente sei di tredici settimane, se mi permetti vorrei farti un prelievo per il Bi-test, con la stranslucenza nucale ti dirò come sta il bambino e anche di quante settimane sei precisamente." Mi spiegò alzandosi.
Com'era possibile? Se ero più piccola significava che il bambino non era di Andrew, ma di Thomas.
Acconsentii al prelievo e mentre me lo faceva Charles, così si chiamava il medico, mi pose altre domande.
"Riesci a dirmi se hai un'idea di quando puoi aver concepito il bambino?"
Ne restai stupita, Andrew mi aveva violentata la prima settimana di settembre. Poi c'era stato Thomas. "Ho avuto l'ultimo ciclo il 12 settembre settembre dopodiché ho avuto dei rapporti tra la fine del mese e inizio ottobre. Ma non posso aver concepito in quel periodo, io..."
Il medico sorrise. "Non sei tu a decidere, comunque nonostante le basse probabilità di stavi rientrando nel periodo fertile." Mi ricordò. "Comunque non è questo il problema. Stenditi che facciamo l'ecografia." Disse invitandomi sul lettino. Mi spogliai e nel frattempo continuò a spiegarmi come funzionava il bi-test. Quando fui pronta mi raggiunse. "Stai prendendo già le vitamine, le analisi sono uscite bene quindi possiamo ascoltare il cuore se ti fa piacere." Mi disse con un sorriso che arrivava agli occhi.
Mi voltai verso il monitor e per la prima volta vidi mio figlio, l'ultimo ricordo che Thomas mi aveva lasciato. Lo amai appena ascoltai il suo cuore. Il feto era piccolo come confermò Charles ero pressapoco di nove settimane, forse dieci. Quello era il figlio di Thomas e il mio cuore si alleggerì a quella notizia. Se lo avessi saputo o immaginato prima, io avrei potuto andare via con lui. Lasciare tutto e tutti e ... no! Non avrei mai potuto lasciare Joel alla mercé di suo padre. Che egoista che ero stata anche solo a formulare quel pensiero.
"Organizziamo i prossimi appuntamenti Sapohire, ti va?" Mi chiese il medico facendomi tornare alla realtà. "Sei giovane e il b-test è positivo, quindi evitiamo la morfologica." Mi disse fidandomi, la mano poggiata sul mio ventre con confidenza.
Lo fissai sorpresa. La visita era finita. "Mi rivesto."
"Oh certo. Prendi, asciugati del gel e ricopriti pure." Mi disse andando alla scrivania. "Direi che possiamo vederci tra quattro settimane. Lavoro con Ebony giusto? Mi ha detto che solitamente vi alternare in ufficio, quindi possiamo fare al pomeriggio." Mi disse fissandomi.
"Non abbiamo prenotato in anticipo il nostro prossimo appuntamento dottore." Si intromise Ebony.
Lui parve cadere dalle nubi, fissò la mia amica per poi tornare compito. "Dovevi far sapere la disponibilità di tuo marito alla segreteria. Ti ricordi che nella prossima ecografia si vedrà forse il sesso del bambino?"
Lei annuì. "Ah si! Giusto, mi pare di aver informato Alexandra del giorno libero." Rispose.
Il medico tornò su di me. "Ovviamente se vuoi, puoi portare tuo marito con te alla visita Sapphire." Concluse marcando sul mio nome.
Scossi la testa. "No, io e lui siamo separati e non sono intenzionata a portarmelo dietro." Risposi secca.
"Bene. Allora ci vediamo subito dopo capodanno, alle cinque del pomeriggio se a te va bene."
Annuii. "Va benissimo, grazie dottor Rochester." Dissi alzandomi. "Per il pagamento?"
"Alla reception dalla mia assistente." Rispose alzandosi anche lui e stringendomi la mano, ricambiai e attesi che mi lasciasse.
Anche questa volta fu Ebony a farlo tornare alla realtà. "Dovremmo andare." Disse salutandolo.
Al che mi lasciò così potemmo abbandonare lo studio.
Una volta in strada Ebony mi guardò complice. "Lo hai conquistato, non si è mai comportato così con me." Mi dissi.
"Allora non mi sbagliavo veramente flirtava con me." Dissi sorpresa.
"Decisamente mia cara." Mi rispose la mia amica. "Poi detto tra noi sei una donna bellissima, quale uomo non ti vorrebbe? Non so se l'hai notato, ma ti ha dato appuntamento in un giorno in cui lo studio è chiuso. Fossi in te mi farei delle domande. Poi con me non ha mai preso direttamente lui gli appuntamenti, questa è la seconda gravidanza e la parte burocratica l'ha sempre gestita Alexandra." Mi spiegò.
Quella affermazione mi lasciò colpita. "Ebony io non penso di aver lanciato dei segnali equivoci. Sono una donna sposata e..." alzai il dito guardandola. "Il bambino potrebbe essere di Thomas." Affermai.
"Oddio!" Esultò lei. "Seria? Quindi tuo figlio non è di quel maiale di Davis?" Mi chiese speranzosa. "Devi farlo sapere a Thomas."
"No non posso far sapere a Thomas del bambino." Affermai. "Non ora, l'ho cacciato via devo prima aspettare che questo bambino nasca, fare un test del DNA e assicurarmi che non sia di Andrew." Le spiegai. "Poi valuterò come e quando farlo sapere a Thomas, perché lo saprà." Non glielo avrei tenuto nascosto. "Comunque devo risolvere col dottor Rochester, mi guardava in modo così... così..."
"Seducente!" Cantinellò Ebony. "Saph, è un uomo sposato quindi sarebbe una relazione extraconiugale per entrambi, lasciati andare." Mi disse. "Non voglio spingerti all'adulterio, ma divertiti. Te lo meriti molto più di tanti altri."
"Non posso andare con un uomo sposato!" Le dissi.
"Tu pensaci sei intrappolata in un matrimonio violento. Quell'uomo ti picchia e ti tratta male, consentiti almeno una volta di vivere e di lasciarti andare. Prova il piacere del sesso. So che tra te e Thomas è definitivamente finita, quante altre occasioni potrai avere? Gli uomini non sono tutti come Andrew, tanto sono come Thomas, Drake e un po' come Charles. Comunque tradisce la moglie, solo per queste non è speciale come chi amiamo. Ma da uomo sposato non ti chiederà nulla se non di assecondare il vostro desiderio.
"Come fai a sapere che è sposato?" Le chiesi.
"Ha la fede." Mi disse sorridendo. "Eri talmente presa dai suoi occhi da non notare la fede e le foto della sua famiglia sulla scrivania."
"È abbastanza carismatico da tenere l'attenzione su di sé." Dissi arrendevole.
"Sai cosa? Tu hai un mese per pensarci e decidere se vuoi o meno spassartela un poco. In fondo te la spasseresti un poco. Mi ricordò.
Sospirai. Come mi aveva detto la mia amica aveva un mese di tempo anzi meno di un mese Charles mi aveva dato appuntamento subito dopo il primo dell'anno e aveva ragione Ebony l'ufficio sarebbe dovuto essere chiuso. Dovevo decidere, se fossi andata in compagnia avrei fermato la cosa sul nascere, da sola invece no. Dovevo decidere cosa fare non sapevo se volessi o meno una relazione anche se dovevo ammettere almeno con me stessa, che col suo sguardo caldo Charles sapeva come conquistare una donna.
Io probabilmente ero troppo ingenua, oltre Thomas e Andrew non aveva avuto altri uomini.
Dovevo pensarci, per ora sapevo solo che presto sarebbe stato Natale e avrei raggiunto Monaco. Volevo vedere dove i miei figli frequentavano la scuola, li avrei poi portati a casa per passare il Natale tutti insieme. Che lo volessi o meno, avrei dovuto rivedere Andrew.
Partì per Monaco la mattina del 22 dicembre Alla chiusura della scuola quel pomeriggio ero all'ingresso con gli altri genitori, c'erano anche Molly e Sean, in attesa di rivedere i miei figli. Non mi sorpresi di notare anche la presenza di Inga all'ingresso.
Le andai incontro salutandola, anche se per poco tempo mi ero affezionata a lei. Ero diventata una donna libera, non più costretta ad essere reclusa in casa dal marito. Come avevo recuperato l'amicizia con Ebony e Molly, volevo crearmene e delle altre. Chiamare di nuovo le amiche del collegio che avevo frequentato in Svizzera per riallacciare i rapporti, non volevo restare di nuovo sola. Con Inga mi ero trovata bene e speravo che il mio rapporto con Thomas non influisse sulla nostra amicizia che volevo alimentarla.
Così una volta che la raggiungi inizia a parlare con lei del più e del meno.
"Che bello rivederti. Ho visto Thomas e Joel durante un week end. Sono dei bambini dolcissimi e molto educati." Mi disse Inga.
"Si! Sono fiera di loro." Le dissi. "Trascorrete il Natale insieme?"
Lei annuì. "Dai miei suoceri, portiamo i bambini da lui ogni anno. A mia suocera piace avere la casa piena dei suoi nipotini, per ora sono tre. Presto ce ne saranno due in più." Disse toccandosi il ventre.
"Sei in attesa?" Le chiesi piacevolmente sorpresa.
"Si! Non era previsto, ma forse meglio così. Gellert potrà crescere con la sua sorellina."
Gellert se ricordavo bene era il figlio che aveva avuto con Taddheus. Non posi domande, anche se mi chiedevo perché non includessero anche Gabriel di Thomas in quel contesto.
"Anche io sono incinta." Ammisi.
Lei sorrise alzando la mano per farsi notare da un'insegnante. "Lo so! Me lo ha detto Thomas." Mi spiegò rivolgendosi a me. "Promettimi che ti prenderai cura di te, non farti toccare da quell'uomo."
Sospirai. "Lo farò. Tu invece promettimi che per qualsiasi cosa mi chiamerai e che resteremo in contatto."
"Ovvio che lo farò. Soprattutto perché io ho la delega per accudire i tuoi figli qui. Ti terrò sempre informata. Gabriel ha conosciuto il tuo Thomas e sembra che vadano d'accordo." Mi rivelò indicando due bambini che ci raggiungevano mano nella mano.
Uno dei due aveva i rossi capelli di Inga, l'altro invece era biondo. Si portavano dietro dei piccoli trolley e parlottavano tra di loro ignari che li guardassimo.
"Ecco il mio ometto." Affermai quando Joel si fermò a pochi passo da noi con l'amico.
Entrambi sollevarono il viso e nel vederci sorrisero. "Mamma sei amica della mamma di Gellert? È lui... il mio migliore amico."
Sorrisi. "Finalmente ci conosciamo Gellert. Sei identico a tua madre".
"Anche tu sei bellissima mamma di Joel." Mi rispose lui. "Mamma, Gabe e Tom dove sono?"
"Arriveranno." Rispose inga per poi rivolgersi a me. "Non dire niente del nostro segreto. Lo rivelerò in presenza di Tom, nostro figlio è molto sensibile e gli eventi importanti glieli diciamo sempre quando c'è anche lui."
Ecco! Forse era questo il motivo per cui sembrava prendessero le cose alla larga.
Quando arrivavano anche i due grandi mi sorpreso di notare come si somigliassero tra di loro. Salutai Gabriel e presi mio figlio per mano. "Prenderemo l'aereo domani mattina. I nonni vi aspettano, tu intanto perché non mi fai fare un giro della scuola?" Gli chiesi.
"Aspettiamo che si sfolli un po' e andiamo." Mi rispose la maestra che li aveva consegnati.
E così fu. Salutai Inga dicendole che l'avrei chiamata per gli auguri, dopodiché feci il giro della scuola.
Era molto grande, strutturata con enormi giardini, campi sportivi di qualsiasi tipo e piscine. All'interno c'erano tutti i tipi di aule da quelle tipiche per gli studi classici come letteratura, matematica e materie di base a quelle di economia domestica, ai laboratori di scienze e musica e alle serre. Giustamente essendo una scuola che arrivava fino all'ultimo anno di superiori, spaziava con varie attività.
"Mi piace molto qui." Affermai a fine tour.
"Anche a noi! Abbiamo anche tanti amici." Disse Joel.
Ne ero contenta, finalmente i miei figli erano sereni. Era la prova che un ambiente sano era ciò di cui avevano bisogno i bambini."
Torno a casa dopodiché da lì andiamo Scozia a festeggiare il Natale con i miei genitori Elisabeth nuovo anno avrebbe iniziato la chemioterapia dopo aver subito l'intervento all'utero.
I miei figli presero il volo verso Monaco il 2 gennaio mentre il 3 gennaio tornai alla clinica di Charles. Come mi aveva anticipato Ebony, la clinica era effettivamente chiusa al pubblico. Io però c'era andata da sola, in cuor mio avevo preso già una decisione sul mio rapporto col medico. Avrei ovviamente aspettato le sue mosse, non ero tipo da gettarmi tra le braccia di un uomo affascinante. Prima volevo una conferma del fatto che lui volesse avere una relazione con me, poi ne avremmo parlato.
Entrai che non c'era nessuno. Lo salutai augurandogli buon anno, dopodiché gli passai le analisi. Nel frattempo controllai la sua scrivania. C'era una foto di lui con l'assistente, Alexandra. Tra le braccia Charles aveva una bambina di colore molto bella, altri due bambini erano circondati da Alexandra. Somigliavano a lei!
"Le analisi sono uscite molto buone." Mi disse Charles in modo professionale. "Spogliati pure che ti faccio l'ecografia." Mi sorrise accendendo la macchina. "Oggi vedrai tuo figlio. Non sarà più un piccolo fagiolo."
Sospirai alzandomi, nei suoi occhi c'era la gioia di un uomo che amava il suo lavoro. Come sempre abbassai la gonna e mi stesi. "Hai una famiglia bellissima." Gli dissi. "Non credevo che Alexandra fosse tua moglie."
"Hai ragione. Amo la mia famiglia e anche mia moglie, nonostante tutto." Mi disse passandomi il gel sulla pancia. "Fa scivolare gli slip un po' più giù per favore." Mi disse prendendo la sonda.
Fortunatamente non mi toccò, non sapevo come avrei reagito. "Perché nonostante tutto? Mi sembrate molto affiatati."
Lui sorrise. "All'inizio del matrimonio si. Eravamo giovani e senza pensieri." Disse passando la sonda sul ventre. Il suo volto si animò nel momento stesso in cui apparve il bambino sul monitor. "Dopo dieci anni di matrimonio purtroppo non arrivavano figli. Credo sia stato il motivo per cui ci siamo allontanati io e Alex. Ci amavamo, lavoravamo insieme e avevamo anche dei rapporti fuggevoli. Lei si concedeva per accordo matrimoniale penso." Mi raccontò ancora indicandomi le mani del bambino. "Vedi, si sta formando."
"È stupendo. Un'emozione unica." Dissi cambiando argomento.
"È stato bello quando io e Alexandra abbiamo fatto l'ecografia del primo figlio." Mi rispose lui. "Come dici tu è un'emozione indescrivibile." Disse salvando dei parametri sul monitor. "Peccato che io avessi fatto degli esami scoprendo di essere sterile."
Restai basita. Lui raccontava la cosa tranquillamente, ma io non avevo il coraggio di rispondere. Prese la carta per farmi togliere il gel, ma non me la diede. Al contrario mi asciugò lui il ventre. "Capii così che lei mi tradiva, dopo la nascita di Nancy, era palese il tradimento. Le dissi che sapevo tutto e che da quel momento il nostro sarebbe stato un matrimonio aperto, anche io l'avrei tradita."
Mi disse sfiorandomi la pelle asciutta, ebbi un fremito. "Quando ho saputo che eri separata mi sono sentito sollevato." Mi disse finalmente affrontando il motivo per cui ero lì. "Appena sei entrata da quella porta ho provato un desiderio in arrestabile verso di te. Non c'ho mai provato con le mie pazienti per etica. Ma tu sei speciale per questo ho preso appuntamento per oggi non volevo che Alex ti incontrasse. Abbiamo una regola, le nostre relazioni devono restare fuori dalla nostra vita. Non ho mai infranto questa regola fino ad oggi." Concluse guardandomi.
Di nuovo la sua mano si era fermata sul mio ventre. Mi sentivo fremere e riconoscevo quella sensazione, era la stessa che mi aveva sempre procurato Thomas. "Perché tu e tuo marito siete separati?"
Sospirai. "È un uomo violento. Non abbiamo divorziato poiché adesso è in terapia." Confidai. "Questa gravidanza potrebbe essere frutto di una violenza."
"Potrebbe?" Mi chiese stringendo la mano a pugno. "Avresti dovuto denunciarlo, ti prego non chiamarlo uomo."
Scossi la testa. "Ho avuto un uomo dopo che è entrato in clinica. L'amore della mia vita! Il bambino al novanta per cento è suo." Gli rivelai.
"Perché non stai con lui se è l'amore della tua vita." Mi disse aprendo di nuovo il palmo.
Io ormai non provavo più vergogna a trovarmi in quella posizione, soprattutto perché Charles non sembrava volesse farmi del male, anzi. I polpastrelli carezzavano dolcemente il mio ventre.
"Fui costretta a sposare mio marito e dovetti rinchiudere a lui. Quando ho concepito il bambino è venuto a chiedermi di andare via con lui. Ma ho dovuto salvaguardare i miei figli."
"E lo hai lasciato andare." Mi disse.
Io lasciai andare un singhiozzo. "Per sempre.... Non tornerà più..." Dissi coprendomi il viso. Possibile che finalmente potessi piangere per quella mia scelta?
Charles non mi disse nulla, ne di smetterla, ne che fosse colpa mia. Così piansi.
"Gli dirai del bambino?" Mi chiese.
"Dopo il test del dna." Sussurrai.
"E intanto?" Mi chiese.
Tirai indietro le lacrime. "P-puoi continuare a carezzarmi?" Gli chiesi.
Lui sorrise. "Così?" Mi chiese continuando a muovere la mano sul ventre. Avvertii che le dita scendevano sul pube, lentamente si insinuarono negli slip bianchi. Non erano sexy, ma credo che lui non ci facesse neanche caso.
Mugulai di piacere, non gli avevo chiesto proprio quello. Ma lo apprezzai, senza accorgermene Charles iniziò a stimolarmi, stuzzicò il mio clitoride penetrandolo sempre più velocemente. Strinsi le mani a pugni per trattenere le urla. Quello era piacere allo stato puro, fino ad allora solo Thomas era riuscito a farmi provare queste sensazioni così inebrianti. Venni tra le mani di Charles e quando me ne accorsi mi coprii il viso rosso dalla vergogna.
"Scusami!" Gli chiesi.
"E di cosa?" Rispose lui. "L'ho voluto io. Intendo darti piacere!" Mi disse leccandosi il dito umido del mio coito.
Mi tirai su e lo guardai. "V-vuoi che...."
Lui si avvicinò a me sorridendomi. "Non voglio nulla." Mi disse dolcemente. "Mi farebbe piacere però che tu ti lasciassi andare. Voglio che tu ti piaccia come è giusto che sia per una giovane donna come te. Hai solo ventitré anni, non meriti di soffocare la tua femminilità per un marito violento e senza cuore." Mi disse.
"I-io..." Ero commossa dalle sue parole. "Forse è il caso che vada. Devo pagarti."
Lui scosse la testa. "Lascia, hai un appuntamento ufficiale la settimana prossima. In quell'occasione mi piacerebbe che tu pensassi alla mia offerta." Disse andando ad aggiornare la mia cartella.
Non avevo sentito offerte. "Ti andrebbe di iniziare una relazione con me?" Mi chiese. "Se si dovremo essere molto discreti."
Lo fissai. Non avevo bisogno di pensarci, avevo avuto un mese per farlo. "Per me va bene."
Lui mi guardò sorpreso poi sorrise. "Finisco di lavorare alle sette di sera solitamente. Sono in studio i giorni feriali pari, il resto del mio tempo lo passo in ospedale. Per cui possiamo incontrarci il martedì o il giovedì, come preferisci. Vengo a prenderti e usciamo." Mi disse.
"Mio marito non dovrà mai saperlo." Gli dissi.
"Qualsiasi cosa, se tuo marito ti aggredirà come tuo medico io lo denuncerò. Lo sai vero?" Mi disse.
"Sai che potrebbe togliermi i bambini?" Gli chiesi terrorizzata.
"Con una perizia medica da uno specialista non succederà nulla. Soprattutto se lui è in terapia." Mi disse.
Al che annuii. "Se giovedì prossimo abbiamo un incontro qui, potremo..." dissi titubante.
"Potremo vederci dopo. Non ti prenderò su un lettino clinico, meriti molto di più Sapphire." Mi disse.
Ero timorosa, ma le sue parole mi calmarono. Iniziammo ad uscire una settimana dopo, Charles mi chiese se era possibile cercare di minimizzare le uscite all'aperto.
"Saprei dove trovare mia moglie, ma non vorrei finissi nei guai con tuo marito." Mi spiegò.
Al che gli dissi di stare tranquillo, per me andava bene avere solo dei rapporti. Sinceramente anche io temevo un probabile incontro con Andrew, non sapevo come avrebbe potuto reagire.
Fu un periodo tranquillo e felice nonostante seguissi il lavoro alla KCG, Elisabeth con le terapie e mi prendessi cura del piccolo Samuel.
Se all'inizio mi imbarcai nella relazione con Charles titubante e con pudore, le cose cambiarono nell'arco di un mese. Stavo diventando più sicura di me, mi sentivo apprezzata e cosa importante Charles come Thomas aveva cura di me.
Alla KCG tutti vennero a conoscenza di quella relazione. Lo raccontai a Ebony e Drake e anche a Molly quando venne a trovarci.
Non ne fu contenta, anzi quasi mi accusò per aver commesso adulterio. Ne restai stupita. Lei sapeva quale era la mia situazione a casa e non era contenta per me.
"Lei è così." Mi disse Ebony. "Io l'ho scoperto, Thomas prima di noi anche. È una puritana."
Annuii. "Forse è meglio che non le racconti tutti i fatti miei allora. Alle volte non mi sembra che si comporti da amica."
"Hai solo noi due?" Mi chiese Ebony.
Scossi la testa. "Ho anche Inga e prima del matrimonio avevo due amiche in nord Europa, Amelie marchesa di Lussemburgo e Janine, figlia del sindaco di San Gallo." Le spiegai.
"Vuoi un consiglio. Riprendi i contatti con loro. Sicuramente ti conoscono più di Molly e quindi potranno capirti e sostenerti. Come me e Inga." Concluse con un sorriso.
Seguii il suo consiglio. Non pensai a telefonare le mie amiche, al contrario scrissi a entrambe una lettera dove raccontavo loro di quei sei anni separate, del mio sfortunato matrimonio e dei miei figli. Spedii le lettere chiedendo loro un recapito telefonico e una mail nell caso le avessero in post scrittum.
Intanto la mia relazione andava avanti. Diventavo sempre più grossa, fortunatamente però Charles non me ne faceva sentire il peso. Anzi mi viziava molto. Non ero abituata e la cosa mi piaceva.
Ci allontanammo solo per Pasqua da Londra. Tornai a Monaco, i bambini avevano quattro giorni di vacanza e con Elisabeh ne avremmo approfittato per stare lì con loro. Per l'occasione Inga organizzò una giornata tutti insieme sul fiume Isar. Quell'anno Thomas non ci sarebbe stato, per cui l'organizzazione della festa spettava a loro. Sinceramente ne fui felice, così potevo godermi la mia amica e i miei figli.
"Thomas passa sempre le vacanze di Pasqua con voi?" Chiesi a Inga intanto che carezzavo i capelli di Joel. Mi si era addormentato in grembo, desideroso di poter sentire la sorellina. Di fronte a me Inga aveva nella stessa posizione suo figlio, e migliore amico di Joel, Gellert.
"Sempre. Resta un paio di mesi almeno per trascorrere i fine settimana con Gabriel. Poi va via e lo raggiungiamo per le vacanze. Torniamo insieme a Monaco e ci resta fino al compleanno di Gabriel per festeggiarlo insieme." Mi raccontò.
Compresi che faceva di tutto per essere presente nella vita del figlio. Probabilmente sarebbe stato lo stesso per Thomas nostro figlio.
"Digli che se vuole può stare con Thomas. Non dovrebbe neanche avere il mio permesso, può portarlo in giro e fare tutto ciò che ritiene sia opportuno." Le dissi. "L'anno prossimo non verrò a Pasqua... Anzi no, ci sarò ma poi andrò a Berna dalla mia amica Janine." Risposi. "Il tempo di salutarli."
Lei mi fissò sorpresa dopodiché mi sorrise complice. "Va bene, Thomas sarà felice di poter trascorrere del tempo con il figlio." Mi disse. "Chi è Janine?"
"Una delle mie compagne di college al Rosey, da quando Andrew è andato via sono cambiate un po' di cose. Ho riallacciato i rapporti con Janine e Amelie."
"Raccontami tutto... sono curiosa adesso." Mi disse e le raccontai della mia adolescenza al Rosey e delle mie amiche con cui avevo riallacciato i rapporti da poco. Alla fine temendo di essere giudicata le raccontai anche di Charles.
Ma Inga si dimostrò una vera amica con poche parole. "Hai fatto benissimo, era ora che iniziassi a vivere la tua vita. Ci saranno degli errori, tutti ne commettiamo. Ma almeno viviamo. Ti auguro il meglio e anche di divertirti con le tue amiche Janine e Amelie. Però ricordati sempre anche delle nuove amiche." Disse indicandosi.
Le sorrisi, non c'era niente di meglio di una vacanza sereni più che mai.
"Trovo bene tua suocera. Thomas mi aveva detto che era ammalata."
"Sta facendo le chemio, a giungo ha l'intervento per esportare il cancro." Risposi. "Pensiamo positivo."
Lo ero realmente. Ero consapevole di stare bene, per questo pensavo positivo.
"Come chiamerai la bambina?" Chiesi a Inga.
"Pamela. La tua invece?" Mi chiese.
"Una pietra preziosa, come il mio nome, Diamond, se il test del dna mi dirà che è figlia di Thomas, le metterò anche il nome di un angelo."
"Joel non vede l'ora." Affermò la mia amica.
"Anche Gellert, a differenza di Gabriel sembra più felice dell'arrivo di Pamela." Le dissi io, avevo notato quella cosa già a Natale e ora ancora di più.
"Gabriel si sente un po' solo. Lui adora Gellert, è un sentimento reciproco. Ma sa che sono i figli di Taddheus." Mi spiegò. "Li reputa suoi fratelli, ma inconsciamente lui vorrebbe che a esaudire tutti i suoi desideri sia suo padre."
"Suo padre?" Chiesi.
Lei annuì. "Nel collegio c'è anche un pedagogista che segue i bambini, soprattutto quelli in età prescolare come i nostri. La pedagogista dice che Gabriel vorrebbe una mamma per il suo papà."
"Oh..." sussurrai.
"Dovrei parlare anche io con la pedagogista?" Chiesi a Inga. Chissà cosa pensavano i miei figli, cosa mi avrebbe detto la psicologa.
Inga sospirò. "Se vuoi. Ma la pedagogista mi ha detto che Gabe e Tommy si somigliano non solo fisicamente, anche a desideri." Assentii.
Avevo deciso comunque, sarei partita un giorno più tardi, volevo incontrare la pedagogista e sapere come stavano realmente i miei figli.

 

   
 
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