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Autore: luvsam    30/03/2024    0 recensioni
Dopo quello che era accaduto al Roosevelt Hospital l’ultimo posto in cui Sam avrebbe voluto mettere piede era un manicomio e invece suo fratello maggiore aveva ricevuto nuove coordinate, che portavano in Michighan ed erano partiti in piena notte. Quando lo aveva tirato giù dal letto, non gli aveva dato altre informazioni, in fondo parlavano molto poco ultimamente, solo l’ordine in perfetto stile John Winchester di raccogliere le sue cose ed essere pronto a muoversi entro dieci minuti[...]
Ufficialmente si erano chiariti, certo, ma era capitato più di una volta che il maggiore dei Winchester fosse scattato per cose banali e lo avesse aggredito anche se solo a parole. Non gli aveva rinfacciato la pistola puntata, né le parole al veleno mentre era posseduto da quel maniaco del dottor Ellicott, ma era evidente che Dean non lo aveva perdonato sul serio e a complicare le cose, ci si metteva anche il pessimo tempismo di papà.
Tra tanti posti doveva mandarli proprio ad Holland? Che cos’era uno scherzo?
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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Quando l'Impala si fermò davanti a Felt Mansion, Dean non poté non pensare che quella che avevano davanti era quasi in cima alla top ten delle discariche in cui aveva messo piede insieme a suo fratello. Probabilmente lui e Sam avrebbero avuto bisogno di un’antitetanica una volta usciti di lì, ma non voleva prestare il fianco ad una nuova filippica di Sam contro John perché, doveva ammetterlo, il gigante al suo fianco aveva davvero la stoffa per fare l'avvocato. Quando suo fratello voleva perorare una sua causa, era davvero abile con le parole e il suo sguardo furbo aveva messo in difficoltà anche un cacciatore di classe A come il loro papà in più di un’occasione. Ce n’era stata una memorabile, una volta in cui Sam, alla veneranda età di sei anni, aveva trovato un milione e più motivazioni per le quali John doveva assolutamente lasciarlo andare al pigiama party di Sue, la sua compagna di classe. Il bimbo aveva aspettato impaziente il ritorno del genitore, poi si era sistemato sulle sue gambe e gli aveva messo un bigliettino colorato davanti alla faccia. Gli aveva mostrato delle lettere sbilenche aspettandosi che suo padre leggesse quello che c'era scritto e lo aveva fissato con aria interrogativa. L’uomo aveva provato ad interpretare quelle zampe di gallina, ma avrebbe avuto meno difficoltà a tradurre un’iscrizione in latino. Aveva chiesto aiuto con lo sguardo a Dean, che lo aveva illuminato sul nocciolo della questione e ancora una volta maledisse il demone che era entrato in casa sua. Da allora niente era stato più lo stesso e anche una festicciola di bambini gli scatenava il panico. Non avrebbe mai lasciato uno dei suoi figli ad un estraneo, così, per quanto gli dispiacesse, John  aveva risposto a Sammy che no, non sarebbe potuto andare da Sue. Il sorriso del piccolo si era spento nell’immediato quando aveva registrato che sarebbe rimasto al motel, ma il testardo soldo di cacio aveva mantenuto la posizione, affermando che la casa era vicina, che ci andavano tutti, che la signora Cooper lo avrebbe riaccompagnato. Le aveva tentate tutte per convincerlo, ma John era stato irremovibile. Era consapevole di star dando un dolore a Sammy, ma non aveva altra scelta . Aveva urlato al suo cuore di smettere di tirarlo per la giacca ed aveva provato a distrarre suo figlio dal pensiero della festa, promettendogli anche un pit stop dallo zio Bobby, ma il monello aveva continuato a combattere. Alla fine John non aveva resistito davanti a tanta ostinazione, era scoppiato a ridere sotto lo sguardo sorpreso dei suoi figli e aveva acconsentito ad accompagnarlo. Si era così presentato a casa Cooper stringendo forte la mano di Sam, che non la smetteva di sorridere e che, arrivato a destinazione, aveva provato a sgusciare dentro più veloce di un’anguilla. Non lo aveva però lasciato andare subito e ad un certo punto si era accovacciato, per guardarlo dritto negli occhi. Niente raccomandazioni verbali, in quei secondi di silenzio aveva detto tutto a suo figlio, che gli si era lanciato tra le braccia e gli aveva sussurrato un “grazie, papi”. Quando Sam era entrato, aveva stretto ancora la mano della signora Cooper per un altro veloce test, poi si era congedato e aveva concesso al suo piccolino una pausa dalla loro vita precaria.  Solo per qualche ora e non per l’intera notte e aveva aspettato tutto il tempo fuori la casa di Sue sorridendo ancora di tanto in tanto al ricordo della lingua lunga di suo figlio.
Mentre Dean pensava alla loro infanzia, anche Sam era lontano con la mente e fissava un punto imprecisato fuori dal parabrezza. Era di nuovo nel suo appartamento a Stanford e ancora una volta stava rivivendo lo strazio della morte di Jess. Ormai il ricordo lo assaliva di giorno quanto di notte e non c’era bisogno che sentisse pronunciare il suo nome da qualcuno di passaggio, o l’urlo delle sirene dei vigili del fuoco. Il dolore della perdita lo stava sopraffacendo e sapeva di essere ormai vicino al limite.
Perché Dean non capiva quanto fosse importante per lui parlare con John?
Perché lo aveva spinto ad andare sempre oltre alla fine di ogni caso?
Certo, adesso gli aveva promesso che dopo Felt Mansion si sarebbero dedicati solo all’inseguimento del padre, ma Sam si era ritrovato a chiedersi se gli stesse sfuggendo qualcosa.
Forse Dean sapeva sin dall’inizio dov'era John e non aveva condiviso per un accordo fra i due?
Forse era per questo che metteva la scomparsa del loro padre in secondo piano rispetto ai suoi ordini?
Quei pensieri gli avevano avvelenato la mente per giorni dopo il Roosevelt ed era arrivato al punto di far esplodere la rabbia, poi li aveva scacciati dicendosi che Dean non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere. Si era convinto che era colpa del dottor Elliccot e della possessione, ma in un angolino della mente quel pensiero continuava a strisciare.
“Ehi, che tempo fa su Marte?”
Sam tornò alla realtà e fissò il fratello.
“Ragazzino, ma si può sapere dove sei con la testa?”
“Sono qui”
“Non mi sembra e non ti porto sul campo se non sei concentrato”
“Uno, tu non mi porti da nessuna parte, sono grande e vaccinato, e due, non parlarmi come se fossi papà. Lui non c’è, non è qui, okay?”
L’affermazione fece capire a Dean che la scazzottata non aveva risolto nulla e disse:
“Mi sembrava che fossimo d’accordo sul fatto di metterci sulle sue tracce dopo questo caso”
“Lo so, ma…”
Il giovane si sentì improvvisamente soffocare all’interno dell’abitacolo e uscì dall’Impala in fretta facendo cadere gli appunti che aveva preso in rete durante il viaggio.
Sì, perché quella era un’ altra caratteristica nel modo incasinato di comunicare di John, coordinate e nessuna informazione suppletiva. Dovevano partire da delle cifre e poi capire di che diavolo voleva che si occupassero. Questa parte del divertimento era in genere sulle spalle di Sam e anche questa volta non ci aveva messo molto a individuare l’obiettivo. Sui media di Holland e dintorni aveva intercettato la vicenda di una coppietta, scomparsa misteriosamente nei pressi della Felt Mansion. All’inizio in città non avevano preso la cosa sul serio, in fondo non si trattava di due ragazzini, poi l’umore generale era cambiato davanti alla mancanza totale di notizie. La polizia li aveva cercati ovunque dopo la denuncia dei rispettivi genitori e alla fine aveva ritrovato solo lei, che vagava nei boschi intorno alla cittadina. L’avevano portata in ospedale di corsa e durante una prima deposizione lei aveva raccontato di essere andata con il fidanzato a fare una passeggiata nei pressi della Mansion. Qui, secondo la donna, erano stati accerchiati e rapiti da dei mostri dalla testa enorme. Li avevano separati e per pura fortuna era riuscita a scappare. Aveva anche provato a rintracciare Simon, ma l’avevano scoperta ed inseguita fino a quando non aveva incrociato i poliziotti.
I medici avevano liquidato il racconto come il parto della mente di una persona traumatizzata, ma quello che era reale era che il ragazzo non si trovava da nessuna parte. Non un caso per i Winchester, tutto sommato, se non fosse che alla vicenda della coppia era stata accostata la storia delle teste traballanti.
Dean aveva riso come un matto quando Sam gli aveva letto il reportage sulla pagina web del The Holland Sentinel, ma aveva proseguito la marcia verso il Michigan sparando ogni genere di battuta a sfondo sessuale, che gli era venuta in mente. L’altro Winchester aveva provato a non farsi coinvolgere nel vortice delle volgarità di suo fratello, poi aveva riso anche lui e per un po' il peso sul cuore era sparito.
Quella pressione però ora era tornata e il giovane stava camminando avanti e indietro sotto lo sguardo di Dean, che si stava tenendo a debita distanza. Scese a sua volta dall’auto solo quando vide Sam appoggiarsi stancamente sul cofano dell’Impala e si sistemò accanto a lui. Attese che dicesse qualcosa, poi propose:
“Se non ce la fai, passiamo il caso ad un altro cacciatore e ci prendiamo una pausa”
“Non lo so,  non capisco più niente”
“Stai pensando a Jessica? Puoi dirmelo, sai, non devi per forza far finta di stare bene”
“Dean, io…”
“Sammy, non sarebbe umano se non soffrissi per la sua morte e vorrei tanto sapere cosa dire per farti stare meglio, ma non ci sono parole davanti a una tragedia del genere”
“Non parlarne come se fosse stato un incidente, è un omicidio, l’ho uccisa io”
“E quando lo avresti fatto? Eri con me quando…”
“L’ho condannata io a morte nell’esatto istante in cui ho iniziato a parlare con lei”
“Non dire sciocchezze, non è andata così”
“Non dovevo cedere, non dovevo entrare nella sua vita. Sarebbe ancora viva se non si fosse messa con me, si sarebbe laureata e poi magari sposata”
“Non era quello che voleva fare con te?”
Sam non replicò e si ricordò di aver confessato a suo fratello di aver comprato un anello a Jess.
“Lei ti avrebbe detto di sì “
“Come fai a saperlo?’
“Sono l’ultimo a poter parlare di relazioni serie, ma lei ti amava, Sam, lo si vedeva nel suo sguardo, nel modo in cui stava al tuo fianco quella sera. Sono sicuro che avrebbe accettato la tua proposta di matrimonio, quindi lei aveva trovato in te quello che cercava. In fondo eravate già andati a vivere insieme e non è un passo che si fa se non ami veramente qualcuno, giusto?”
“Credo di sì”
“Allora non punirti per qualcosa che non hai fatto, prendi il dolore e usalo come sprone per fare a pezzi quel figlio di puttana”
Ci fu una nuova pausa di silenzio, poi Dean chiese:
“Sei con me, Sammy?”
“Sono con te, ma il mio nome è sempre Sam”
“Come vuoi e ora, prima che mi crescano le tette, ci diamo una mossa e vediamo di capire di più di questi coglioni saltellanti?”
Il minore dei Winchester sorrise ed esclamò:
“Dean, teste traballanti, non coglioni saltellanti”
“Beh, fratellino, se ci pensi bene, in certe situazioni c’ è una testa e…”
“Ti prego, fermati, questo è disgustoso anche per te”
“Ti imbarazzi ancora per una conversazione spinta? Oh, santo cielo, tutti i miei sforzi per crescerti bene buttati al vento. Devo rifarti il discorso delle api e dei fiori?”
Sam non ebbe il tempo di ribattere perché vide arrivare una volante della polizia ed esclamò:
“Merda, che facciamo?”
“Lascia parlare me e reggimi il gioco, okay?”
“ Che vuoi fare?”
“Riepilogo veloce sugli scomparsi?”
“Simon Drummond e Veronica Gerrard, entrambi  venticinquenni e originari del posto. Stanno insieme dal liceo e convivono da un anno. Lui lavora come manager da Wallmart, lei è una maestra”
“E che diavolo ci facevano qui invece di godersela in un bel ristorante? La gente è fuori di testa”
Dean vide un agente scendere dall’auto e notò subito che era molto giovane, quindi non in servizio da molto. Se avesse dovuto scommettere, avrebbe puntato sul fatto che lo avrebbe messo nel sacco in poco tempo e si preparò all’entrata in scena.
“Signori, buongiorno, vi devo chiedere di andarvene, questo posto è sotto sequestro”
“Buongiorno a lei. Forse, prima di invitarci ad andarcene, dovrebbe lasciare che ci identifichiamo, siamo federali”
“Federali? E chi vi ha chiamati?”
“Non posso divulgare certe informazioni, ma, se vuole parlare con il mio superiore, basta che lo dica. La avverto però che si infastidisce molto quando qualcuno lo disturba per motivi banali”
Dean guardò severamente l’agente e colse sul suo viso un velo di panico.
“Allora lo chiamo? Non ci metto nulla, però non dica poi che non l’avevo avvertita se riceverà una lavata di testa dal suo capo”- incalzò tirando fuori il cellulare.
Il giovane poliziotto deglutì e chiese:
“Posso vedere i vostri distintivi?”
“Certo, non c’è problema”
Sam entrò in auto e tirò fuori dal vano portaoggetti i loro distintivi rigorosamente falsi dell’FBI. Tornò all’esterno e li mostrò all’agente, che li diede per buoni alla prima occhiata.
“Scusate, agenti Morgan e Frasier, dovevo…”
“Non si scusi, agente…”
“Goldwin”
“Agente Goldwin, ha fatto solo il suo dovere, stia tranquillo. L’FBI apprezza molto le persone attaccate al proprio lavoro come lei e la menzionerò nel rapporto”
“Grazie, agente Morgan”
“E sa una cosa? Potrebbe anche darci una mano”
“Io, collaborare con l’FBI?”
“Ovviamente l’agenzia negherebbe qualsiasi coinvolgimento con le autorità locali, se ci dovesse essere una fuga di notizie ”
“Sarei onorato e sarò molto discreto”
“Molto bene. Dunque, agente Goldwin, che cosa mi dice della coppia scomparsa? Sappiamo che lei è stata ritrovata, mentre lui è ancora uccel di bosco”
“Posso essere schietto, signore?”
“La prego”
“Personalmente penso che le indagini stiano andando dalla parte sbagliata. Tutti conoscono Simon e Veronica, le loro scenate in pubblico sono famose”
“Si spieghi meglio”
“Li hanno dipinti come Romeo e Giulietta, ma la verità è che Simon è un donnaiolo e la riempie di corna. Sapete che fa il manager al Wallmart? Beh, si fanno un sacco di chiacchiere su come assuma le persone, non so se mi spiego”
Dean sorrise e chiese:
“ Mi sta dicendo che si porta a letto le future dipendenti?”
“Diciamo che quelle giovani e carine passano le selezioni con estrema facilità ”
“E Veronica lo sa?”
“Oh, sì,  sono intervenuto di persona una volta per sedare l’ira di lei, che lo aveva trovato in ufficio con i pantaloni calati. Sembra una maestrina dolce e indifesa, ma, ragazzi, ci sono voluti tre agenti per toglierle dalle mani un’aspirante segretaria”
“Sta scherzando?”
“Neanche un po' “
“È una storia interessante”
“Solita solfa di provincia, per questo mi sono meravigliato dell’arrivo dell'FBI”
Sam, che  era rimasto in silenzio fino ad allora, intervenne nella conversazione e chiese:
“ Che cosa pensa che sia successo a Simon?”
“Resterà tra noi?”
“Ovviamente”- rassicurò Dean.
“Io credo che Britney sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che Veronica lo abbia fatto fuori. La sera dei pantaloni calati lo ha pesantemente minacciato, gli urlò che gli avrebbe fatto fare la fine di John Bobbit ”
“Oh, wow”-esclamò Dean.
“Già, piuttosto inquietante, e penso che qualunque persona sana di mente avrebbe preso il largo, ma Simon Drummond non brilla per intelligenza. Si è fatto convincere a riprovarci e poi c’è stata la famosa passeggiata”
“Se erano tornati insieme, perché Veronica avrebbe dovuto fargli del male?”
“ Perché il lupo perde il pelo, ma non il vizio”
“Ci è ricascato?”
“Dopo Britney c’è stata Melory e Veronica non avrà più retto. Lo ha attirato fuori e ora l’idiota starà marcendo da qualche parte”
“Quindi non crede alla storia del rapimento”
“Secondo me sono tutte balle, vuole solo allontanare i sospetti da lei”
“E si sarebbe inventata la storia dei mostri dalla testa enorme?”
“Le teste traballanti sono una leggenda locale, roba che può far colpo solo sui turisti”
“Le dispiace raccontarci qualcosa in più di questa leggenda locale? Per il rapporto al capo”
   
 
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