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Autore: luvsam    24/03/2024    0 recensioni
Dopo quello che era accaduto al Roosevelt Hospital l’ultimo posto in cui Sam avrebbe voluto mettere piede era un manicomio e invece suo fratello maggiore aveva ricevuto nuove coordinate, che portavano in Michighan ed erano partiti in piena notte. Quando lo aveva tirato giù dal letto, non gli aveva dato altre informazioni, in fondo parlavano molto poco ultimamente, solo l’ordine in perfetto stile John Winchester di raccogliere le sue cose ed essere pronto a muoversi entro dieci minuti[...]
Ufficialmente si erano chiariti, certo, ma era capitato più di una volta che il maggiore dei Winchester fosse scattato per cose banali e lo avesse aggredito anche se solo a parole. Non gli aveva rinfacciato la pistola puntata, né le parole al veleno mentre era posseduto da quel maniaco del dottor Ellicott, ma era evidente che Dean non lo aveva perdonato sul serio e a complicare le cose, ci si metteva anche il pessimo tempismo di papà.
Tra tanti posti doveva mandarli proprio ad Holland? Che cos’era uno scherzo?
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Dopo quello che era accaduto al Roosevelt Hospital l’ultimo posto in cui Sam avrebbe voluto mettere piede era un manicomio e invece suo fratello maggiore aveva ricevuto nuove coordinate, che portavano a Holland in Michighan ed erano partiti in piena notte. Quando lo aveva tirato giù dal letto, non gli aveva dato altre informazioni, in fondo parlavano molto poco ultimamente, solo l’ordine in perfetto stile John Winchester di raccogliere le sue cose ed essere pronto a muoversi entro dieci minuti.
Sam non aveva gradito per nulla l’interruzione di una delle poche notti di sonno che si stava concedendo senza incubi, ma aveva ubbidito, non ritenendo salutare per il loro precario equilibrio mettere carne al fuoco. Aveva raccolto il borsone dal pavimento e infilato le poche cose che aveva in giro, poi aveva seguito Dean in macchina. Erano partiti e per le prime miglia aveva provato a riconnettersi con il mondo. Lo avrebbe fatto con calma se suo fratello non gli avesse subito spinto in grembo una cartina, chiedendogli silenziosamente di assumere il suo solito ruolo di navigatore, ma anche in quella circostanza aveva preferito tenere la bocca chiusa. Dopo circa venti minuti e una tazza di caffè presa al volo in una pompa di benzina, era tornato completamente operativo e aveva chiesto a Dean di ripetergli le coordinate arrivategli sul cellulare. Aveva tirato fuori il suo laptop e quando aveva capito dove stavano andando, si sarebbe messo ad urlare. Avrebbe voluto convincere Dean a passare il caso ad altri cacciatori, ma da quel pomeriggio nell’ala sud aveva continuato a camminare sulle uova e in rare occasioni aveva espresso un parere contrario a quello di suo fratello. Ufficialmente si erano chiariti, certo, ma era capitato più di una volta che il maggiore dei Winchester fosse scattato per cose banali e lo avesse aggredito anche se solo a parole. Non gli aveva rinfacciato la pistola puntata, né le parole al veleno mentre era posseduto da quel maniaco del dottor Ellicott, ma era evidente che Dean non lo aveva perdonato sul serio e a complicare le cose, ci si metteva anche il pessimo tempismo di papà.
Tra tanti posti doveva mandarli proprio ad Holland? Che cos’era uno scherzo?
Wendigo, fantasmi, licantropi, vampiri, c’era di tutto là fuori e John Winchester li stava spedendo in un altro manicomio?
Sam cercò di non perdere il controllo, ma era da un po' che covava dentro una bella dose di frustrazione. In fondo aveva acconsentito a lasciare Stanford con la promessa che si sarebbero messi sulle tracce di John e invece avevano avuto a che fare con campeggiatori della domenica, laghi incazzati, incidenti aerei e svitate che uscivano dagli specchi. Mai una volta in tutte quelle settimane aveva avuto l’impressione di essere più vicino al genitore e alle risposte che cercava, e non aveva aiutato nemmeno essere tornati a Lawrence e aver visto il fantasma di sua madre. Se possibile si era sentito ancora più alla deriva, anche se proprio quella volta, a casa di Missouri, aveva percepito qualcosa. Avrebbe giurato che John fosse nei paraggi, ma non voleva passare per matto, o comunque dare false speranze a Dean, così si era rimesso in macchina ed era ripartito.
E poi c’era stato il caso a Rockford e già prima di entrare nell’ospedale psichiatrico le cose avevano iniziato a scricchiolare, perché a Sam sembrava che il loro padre si stesse divertendo da matti a giocare a nascondino e cominciava ad essere stanco di girare a vuoto.
“Ehi, non mi piace parlare da solo”
“Cosa, Dean?”
“Ti ho chiesto se devo prendere la 196 per raggiungere Holland! La pianti di stare con la testa tra le nuvole?”
“Scusa, mi ero distratto, e comunque non possiamo fermarci un attimo?”
“Già ti scappa?”
“No, non è questo, è che volevo parlarti”
“Parla, posso guidare e ascoltare”
“Sì, ma vorrei affrontare l’argomento con le tue mani lontane dal volante”
“Il che equivale a dire che stai per farmi incazzare! Che cosa ti è andato di traverso stavolta?”-chiese acidamente Dean senza nemmeno accennare a rallentare.
“E’ che continuiamo a seguire coordinate da…”
“Lo sapevo che era questo il problema, mi sarei giocato i gioielli di famiglia. Ancora, Sam? Sei diventato un disco incantato! Se papà dice di andare, noi andiamo, fine della discussione”
“Ma non ha senso”
“Non ha senso discutere sempre delle stesse cose! Ci ha dato un ordine e noi ubbidiamo”
“E se non fosse lui? Sono mesi che saltiamo da una parte all’altra del paese senza nessun altro segno della sua presenza a parte le coordinate”
“Certo che è lui”
“Come fai a saperlo?”
“E’ il suo modo di parlarci senza esporsi troppo, lo ha sempre fatto”
“Se è scomparso e non si espone, è perché è nei guai? Allora dovremmo concentrarci sul cercarlo e non…”
Dean diede un pugno sullo sterzo e urlò:
“Chiudi il becco, Sam, straparli da un po' di tempo a questa parte e dici un sacco di cazzate”
Eccola lì, l’ennesima frecciata e le parole dure colpirono Sam come una coltellata, ma questa volta non restò in silenzio.
“Per quanto tempo ancora dovrò scusarmi per quello che è successo al Roosvelt? Non pensavo tutte quelle cose, non volevo dire che tu…”
“Oh sì che volevi dirlo, ma non importa, ho le spalle larghe io e ancora non mi hai detto se devo prendere la 196”
“Non zittirmi come se fossi un bambino, Dean, sono cresciuto da un po'”
“A parte in altezza direi proprio di no, lagni come un poppante non appena qualcosa non ti va”
“Fammi scendere”
“Cosa?”
“Fammi scendere e vaffanculo, Dean! Ho lasciato morire Jessica da sola per seguirti, non puoi parlarmi così”
L’Impala si fermò bruscamente e subito dopo lo sportello del passeggero si aprì per poi richiudersi in modo violento. Tempo qualche secondo e anche quello del guidatore si spalancò lasciando che un furioso Dean Winchester raggiungesse suo fratello sul retro dell’auto.
“Dove credi di andare?”
“Non lo so, ma non ti riguarda! Ne ho piene le palle di dovermi chiedere se posso o non posso parlare, se quello che ho da dire è di tuo gradimento o meno. Sei incazzato con me e lo accetto, ma è evidente che in questo momento non possiamo stare insieme. Fatti sbollire la rabbia, poi, se ancora vorrai avere a che fare con me, chiamami e ne riparleremo”
Sam aprì il cofano per prendere il suo borsone, ma una mano di suo fratello gli strinse forte il polso.
“Lasciami, cazzo”
E Dean lo fece, ma subito dopo fece anche altro: lo stese con un pugno.
Il più giovane dei Winchester si ritrovò sulla schiena senza nemmeno capirlo, perché quando l’altro colpiva, lo faceva sul serio e il buon senso gli avrebbe consigliato di non reagire, ma la tensione fra di loro era arrivata a livelli troppo alti, così Sam si rimise in piedi e fissò il suo avversario. Era evidente dal suo sguardo che Dean non desiderava altro che spaccargli la faccia e se guerra doveva essere, guerra sarebbe stata. Se le diedero di santa ragione sul bordo della strada e alla fine della scazzottata non ci fu un vero vincitore. Si ritrovarono entrambi a terra con le spalle appoggiate all’Impala e per un po' rimasero in silenzio ansimando, poi il maggiore dei fratelli, asciugandosi un rivolo di sangue dal labbro inferiore, commentò:
“Devo ammetterlo, Sammy, non colpisci più con una verginella in pericolo”
L’altro si voltò alla sua destra e solo in quel momento si rese conto di quanti pugni fossero andati a segno.
“Non guardarmi in quel modo, sei messo peggio di me, sai?”
Ci fu un attimo di silenzio, poi Dean scoppiò a ridere lasciando allibito il fratello minore.
“Trovi divertente che ci siamo pestati a vicenda?”
“No, è che ho pensato a papà e a come avrebbe reagito se fosse stato qui”
A quel punto anche Sam sorrise massaggiandosi il mento e rispose:
“Immagino che ci avrebbe lasciato sfogare, ma poi sarebbe finita come a Marfa quando abbiamo litigato per la tv”
“Marfa?”
“In Texas, Dean, avevi 16 anni e io 12. Papà era appena tornato da una caccia e ci trovò sul pavimento a suonarcele”
“I fottuti Thundebirds, ora ricordo. Mi avevi spappolato le orecchie con la voce di Lady Penelope per tutto il weekend e volevo vedere qualcosa anch’io, ma non volevi darmi il telecomando”
“Non me l’hai chiesto, me lo hai strappato e mi hai tirato un calcio”
“Che memoria, Sammy!”
“Mi ricordo di più le mani di papà che ci tirarono su dal pavimento”
“Veramente io ricordo di più come le usò dopo”
“Colpa tua, non dovevi fare il prepotente”
“E’ inutile che fai il santarello, quella volta non ci cascò neanche il vecchio”
“Credo che sia stata una delle ripassate più memorabili che abbiamo mai avuto”
“Beh, se ci pensi, chiunque avrebbe perso la pazienza. Papà era stanco e ferito per la caccia e probabilmente non voleva altro che fare una doccia e andare a dormire, e invece è entrato e si è trovato nel bel mezzo di una rissa. Al posto suo anche io ti avrei scaldato il culo”
“Lo ha fatto ad entrambi, non chiamarti fuori. Non volle sentire ragione e il tuo sedere ha pulsato per giorni quanto il mio”
“Di più, Sammy, sai la storia del più grande e del senso di responsabilità”
I due fratelli tornarono in silenzio, poi Sam mormorò:
“Mi dispiace su serio, Dean”
“Vuoi davvero andartene?”
“Voglio trovare papà”
“E non credi che lo voglia anche io?”
“Perché allora non fai altro che seguire quelle maledette coordinate?”
“Perché è quello che vuole, ci sarà tempo per le spiegazioni”
“Tu credi? A volte penso che non voglia essere trovato, che stia alla larga di proposito”
“Per quale motivo dovrebbe farlo, Einstein?”
“Non lo so, ma, ammettilo, non gli siamo arrivati vicino nemmeno una volta”
“Sammy, papà è papà e ci vorrebbe un manuale di istruzioni per capire che cosa fa e perché lo fa, ma so che non agisce mai senza una motivazione”
“E quale sarebbe la motivazione di non essersi presentato quando Jessica è morta? E’ stato Occhi Gialli, il suo nemico numero uno, e se non voleva venire per me, avrebbe dovuto farlo per stargli attaccato al culo”
Dean guardò con tenerezza il fratello e avrebbe voluto dargli una spiegazione plausibile, però proprio quella volta faticava a trovarne una, perché in fondo doveva dargli ragione, John avrebbe dovuto esserci. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto capire il dolore del figlio, nessuno avrebbe potuto trovare le parole giuste per dargli conforto, eppure si era ben guardato dal dare un minimo cenno ai suoi figli. A volte anche per lui era dura decifrare i comportamenti del padre, ma si era sempre fidato incondizionatamente, alchimia che non si era mai creata tra John e Sam.
“Adesso sei tu che hai la testa tra le nuvole e sta iniziando a piovere”
“Come al solito ai piani alti non se ne fanno scappare una, cazzo! Tu che cosa vuoi fare? Devo accompagnarti da qualche parte?”
“Vuol dire che andrai comunque a Holland?”
“E’ un affare di famiglia”
“Sembra un orrendo spot pubblicitario”- rise Sam.
“Non mi hai risposto”
Il giovane sospirò mentre la pioggia iniziava a cadere più copiosa e chiese:
“Questa è l’ultima volta, Dean? Questo caso e poi niente ci distoglierà dal cercare papà?”
“Mi sembra ragionevole”
“Okay”
“Bene, principessa-esclamò il giovane tirandosi su-è deciso! Alza il sedere ed entra in auto, non vorrei che ti prendessi un raffreddore e ti colasse il nasino”
Sam scosse la testa sorridendo e si alzò a sua volta, poi i due rientrarono nell’Impala, ma Dean non rimise subito in moto. Si sporse verso il fratello e gli assestò un sonoro scappellotto.
“Ahi”
“Questo è per aver sbattuto lo sportello di Baby, puttana”
“Sei proprio un coglione, lo sai?”
Il conducente fece girare le chiavi nel quadro e i Winchester si rimisero in marcia verso il Michigan.
 
 
 
 
 
 
   
 
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