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Autore: Milly_Sunshine    31/03/2024    0 recensioni
Questo non è assolutamente un ennesimo racconto di Milly Sunshine ambientato nel mondo dell'automobilismo. Anzi, sì. :-)))) Ci ha provato a non scriverlo, ma l'ha fatto lo stesso! /// In un generico scenario early-80s, su un generico circuito cittadino degli Stati Uniti, sta per concludersi il campionato di Formula 1. Due compagni di squadra, molto diversi l'uno dall'altro, uno visto come un campione innato, l'altro come colui che si è messo in mezzo tra lui e i suoi sogni di gloria, sono entrambi di fronte all'occasione della loro vita: uno dei due diventerà campione del mondo. Entrambi sono focalizzati sullo stesso obiettivo, ma un grave incidente che capita nel primo giro di gara e provoca una lunga sospensione della corsa cambia almeno in parte le prospettive di entrambi in attesa dello scontro finale. In sintesi: molta introspezione a cui l'automobilismo fa da contorno.
Genere: Angst, Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La seconda partenza della gara non venne mandata in onda dalla televisione italiana, in quanto in quel momento si stava svolgendo il telegiornale in forma ridotta. I telespettatori, quindi, si ritrovarono catapultata di fronte a loro l’azione da un momento all’altro e il compito di Angelo Giuliani fu quello di accompagnarli a seguirne le vicende. Accennò al grave incidente accaduto nel corso del primo giro, dopo la prima partenza, senza diffondere alcun dettaglio sulle condizioni nelle quali vertesse il giovane Karl Graber. Non vi era alcuna ufficialità, anche se molte voci lasciavano sperare ben poco.
Nonostante la gara fosse ripresa da distanza originale, non sembrava esservi alcun elemento concreto che potesse stabilire se Valerio Villa fosse autorizzato a riprendere la posizione che si era conquistato sulla griglia di partenza. Non era una novità che vi fossero punti del regolamento ben poco chiari e soggetti a molteplici interpretazioni, ma non era certo piacevole l’idea che un simile punto oscuro potesse avere influenza su uno scontro che valeva la conquista del campionato mondiale.
Angelo si aspettava che Villa venisse fatto partire sulla casella originale della griglia - quella era la voce circolata in cabina di commento mentre gli italiani guardavano il telegiornale sul secondo canale - e temeva che ciò avrebbe generato polemiche a non finire. Fortunatamente entrambi i contendenti al titolo appartenevano entrambi alla stessa scuderia, e questo avrebbe contenuto almeno in parte le polemiche, ma era pressoché certo che qualche altra squadra avrebbe fatto ricorso, alla fine del gran premio, nella speranza di conquistare qualche punto in più. Paradossalmente, Villa avrebbe potuto terminare la stagione da campione del mondo, in apparenza, e poi essere squalificato dalla gara finale, con il titolo che, di conseguenza, sarebbe andato al suo compagno di scuderia Xavier Delacroix; per l’intera categoria una simile situazione sarebbe stata un fallimento.
Poi, a sorpresa, vi fu un’inversione di tendenza. Quando le altre monoposto andarono in griglia, quella di Villa rimase nel box. Uno degli inviati che lavoravano per la televisione italiana riuscì faticosamente a rimediare qualche informazione. Angelo non aveva avuto dubbi sul fatto che vi sarebbe riuscito: i suoi collaboratori avevano l’incredibile capacità di riuscire a intrufolarsi anche laddove non avrebbero dovuto avere accesso e spesso erano una fonte preziosa di notizie in tempo reale.
La spiegazione ufficiale della Vertigo accennò a un surriscaldamento del motore e alla necessità di svolgere ulteriori controlli sull’auto che Villa avrebbe dovuto guidare durante la lunghissima gara che aveva davanti. Non fu difficile, per Giuliani, trarre una rapida conclusione: i dubbi che erano venuti a lui, doveva averli anche qualcuno ai vertici della Vertigo, che aveva notato come la squadra non potesse assolutamente permettersi uno scenario come quello che il telecronista aveva ipotizzato. Non era, tuttavia, nemmeno nella posizione di affermare che il regolamento non permettesse a Villa di riprendere la casella originale della griglia di partenza; lo stesso pilota avrebbe potuto tacciare la Vertigo di avere complottato contro di lui. Accennare a un potenziale guasto era la soluzione di gran lunga più conveniente, che lasciava il maggior margine d’azione, ma soprattutto metteva al riparo da polemiche che dovevano assolutamente essere evitate.
Quando finalmente Giuliani poté tornare in diretta televisiva, raccontò quindi di come, nel corso delle prime tornate, Delacroix avesse rimontato diverse posizioni, portandosi a ridosso del podio virtuale ormai da grandissimo favorito. Al contempo, Villa stava risalendo dalle retrovie, ma la sua rincorsa alle posizioni di rilievo era lunga, faticosa e destinata, in apparenza, a rivelarsi infruttuosa. Il fatto che la monoposto si fosse spenta, in un momento che sembrava ormai lontano giorni, o addirittura mesi, nonostante fosse accaduto poco più di un’ora prima, sembrava avere compromesso definitivamente le sue possibilità di lottare per il titolo.
Ci vollero altri ventisette giri, due avarie di breve durata al collegamento audio e un’improvvisa scomparsa delle immagini dal monitor che Angelo aveva davanti affinché la situazione rischiasse di ribaltarsi. Quando lo schermo riprese a lavorare, le telecamere erano ancora puntate sulle prime posizioni, come poco prima. Non vi era molta distanza tra i piloti che si trovavano nei primi quattro posti, racchiusi in un trenino in coda al quale vi era Delacroix, che aveva cercato senza neanche troppa decisione un varco per agguantare un terzo posto con cui avrebbe potuto coronare in bellezza la stagione. Xavier, però, stava gareggiando in maniera molto attendista, e del resto come dargli torto? Il suo diretto avversario si trovava lontanissimo non solo dalla vetta ma anche dalla zona punti, era in quel momento appena quattordicesimo, non valeva la pena di prendere rischi che avrebbero potuto compromettere l’esito della sua rincorsa al titolo.
Le telecamere erano ancora puntate sui piloti nelle prime posizioni, quando le immagini tornarono, ma le vetture vicinissime le une alle altre non erano più quattro, quanto piuttosto solo tre. Angelo, pure abituato a parlare in maniera pacata, quando era in diretta televisiva, invece che urlare come i tifosi che seguivano le gare radunati intorno al televisore al bar, si lasciò andare a un’esclamazione di stupore: «Attenzione! Non vediamo più Delacroix...»
Rimase spiazzato, senza parole, neanche tanto per la “scomparsa” improvvisa dalle inquadrature televisive del pilota che si trovava in testa alla classifica mondiale, quanto perché la regia non stesse facendo alcunché per mostrare dove si trovasse e cosa gli fosse successo. Passò un lasso di tempo che ad Angelo parve infinito prima che Xavier venisse inquadrato rientrare ai box con la gomma anteriore destra forata. Quale fosse stata la causa della foratura rimase un mistero, dato che non venne mostrato alcun replay dell’accaduto. La regia, comunque, mostrò segni di miglioramento, seppure molto vaghi, quando le inquadrature rimasero su Delacroix, nonostante si trovasse fuori dalla zona punti: era tornato in pista proprio dietro al compagno di squadra, nonché avversario diretto, e questo avrebbe potuto rivelarsi molto importante nel prossimo futuro.
Per il momento, i due si trovavano in ottava e nona posizione - Villa aveva compiuto, lontano dalle inquadrature, un paio di sorpassi, per poi approfittare di alcuni ritiri o problemi tecnici che avevano forzato altri piloti a una sosta ai box - quindi non avrebbero ottenuto punti, se le cose fossero rimaste com’erano, ma la gara era ancora molto lunga e per raggiungere la tanto agognata zona punti bastava arrivare alla sesta piazza. Ancora parecchie vetture erano presenti in pista, ma Angelo sapeva per esperienza che, con ogni probabilità, altri ritiri sarebbero seguiti. Arrivare a un obiettivo del genere sarebbe stato molto facile.
I due piloti della Vertigo sembravano fare a gara a sé, con Villa che, in un primo momento, sembrò far perdere tempo prezioso a Delacroix: l’italiano era su gomme ormai molto usurate, tanto che, quando Xavier lo superò, riuscì ben presto a distanziarlo. Valerio rientrò ai box per un cambio gomme e, ritrovandosi pista libera davanti, riuscì ben presto a eguagliare i tempi del compagno di squadra, almeno finché questo non si ritrovò in coda ad altre vetture con ancora gli stessi pneumatici con cui avevano iniziato la gara. Era lecito aspettarsi che anche altri piloti rientrassero, prima o poi, il grande dubbio rimaneva quando sarebbe arrivato quel momento. Tra le varie previsioni di Angelo, un’altra iniziò ben presto a farsi largo: se Delacroix non si fosse riuscito a superare i piloti che aveva davanti, e che per il momento non parevano intenzionati a fermarsi per un cambio gomme, Villa avrebbe recuperato gran parte del loro distacco, se non avesse incontrato alcun intoppo alla propria risalita.
Quella sensazione si rivelò corretta: per quanto Delacroix fosse davanti a Villa, era consapevole che prendersi un rischio di troppo avrebbe potuto compromettere totalmente la sua gara e sembrava comportarsi in maniera fin troppo attendista. Il leader della classifica mondiale rimase dietro per ben tredici giri, superando infine le ultime due vetture che ancora non si erano fermate ai box, ma che rientrarono poco dopo. Angelo iniziò a chiedersi se la fortuna non stesse girando dalla parte di Villa, ma dubitava che il fato stesse dettando il possibile esito di quel gran premio. Era palese che i due compagni di squadra stessero vivendo la situazione in maniera molto diversa e, se da un lato Delacroix sembrava non avere alcuna intenzione di strafare, Villa non si stava affatto risparmiando. Eccolo arrivare alle spalle del compagno di squadra, con le due Vertigo ancora molto vicine e, stavolta, a occupare il quinto e il sesto posto, approfittando delle sventure altrui: perfino il pilota che, scattato dalla pole position, era stato in testa fino a gara inoltrata aveva dovuto arrendersi all’ennesimo guasto al motore.
«Come potete vedere» commentò Angelo, «Sono ormai meno della metà le vetture rimaste ancora in gara, dato che i ritiri si sono susseguiti, dopo una prima metà gara che era stata decisamente più tranquilla. Come tutti i tracciati cittadini, questa pista mette a dura prova le monoposto che, come facilmente prevedibile, stanno reggendo a fatica lo sforzo. Non sembrano invece avere problemi, per il momento, le due Vertigo, con Villa che ormai ha rotto gli indugi e si sta facendo vedere negli specchietti del compagno di scuderia. Come vedet-...» In realtà non era certo che i telespettatori stessero guardando le stesse immagini che comparivano sul suo display, ma in ogni caso si interruppe di botto quando l’inquadratura cambiò, riportandosi sulla testa della gara. Il pilota che si trovava al momento in seconda posizione, compagno di squadra del precedente leader costretto al ritiro, stava perdendo terreno e dal retro della sua monoposto si alzava un fumo poco promettente. «Vediamo proprio adesso un’altra defezione, ancora una volta, probabilmente, per problemi di motore. Le due Vertigo dovrebbero essere in questo momento al quarto e al quinto posto.»
Soltanto sei giri più tardi, a causa di un ulteriore ritiro e di un cambio gomme nel quale una ruota non era stata correttamente imbullonata, Delacroix e Villa si trovavano in seconda e terza piazza, con Valerio sempre più vicino al compagno di squadra. La regia lasciò andare definitivamente il pilota di testa, per concentrarsi sulle due Vertigo. Era palese che Villa stesse cercando il momento propizio per attaccare Delacroix, ma doveva essere consapevole di quanto non potesse più concedersi il minimo errore: se avesse preso il secondo posto e l’avesse portato fino al traguardo, avrebbe concluso la stagione con un punto in più di Delacroix, da campione del mondo; tuttavia, se la gara fosse terminata con un doppio ritiro, il titolo sarebbe andato a Xavier. Era improbabile che un pilota che aveva trascorso gli ultimi mesi a lamentarsi di essere stato buttato fuori innescasse un incidente di proposito, ma tra i due era l’unico che avrebbe potuto guadagnarci, se fosse accaduto. Era palese che Valerio lo sapesse e si stesse comportando di conseguenza. Tutto ciò che restava da valutare era quanto tempo avrebbe impiegato, prima di decidersi a fare sul serio. Ben presto non sarebbe più bastato limitarsi a farsi vedere negli specchietti come semplice elemento di disturbo e Villa avrebbe dovuto decidere di rischiare.
Si gettò all’interno all’improvviso in un tratto di pista che non favoriva i sorpassi e si ritrovò stretto tra Delacroix e le barriere così a ridosso della carreggiata. Per un attimo davanti a Xavier, il quale mantenne tuttavia la tanto preziosa seconda posizione. Per un paio di curve sembrò avere messo un po’ di distanza tra sé e Villa, ma Angelo iniziò a chiedersi se, oltre a un maggiore attendismo, Delacroix fino a quel momento non avesse anche avuto qualche problema con la vettura o con le gomme. Non ebbe molto tempo per riflettervi, perché Villa tentò nuovamente di sopravanzare il compagno di squadra, stavolta in uno dei pochi punti in cui superare era possibile. La manovra non andò a buon fine, ma ci riprovò un giro più tardi, riuscendo a uscirne davanti a Delacroix. Non vi rimase molto: Xavier sapeva di doversi riprendere la posizione e fu esattamente quello che fece con un ottimo controsorpasso.
Al microfono, Angelo si lasciò andare a una considerazione: «Chi l’avrebbe mai detto, quando la gara è partita con Villa che scattava dalla corsia dei box, che avremmo assistito a un simile duello tra lui e Delacroix. Non...»
Si fermò, a causa di un colpo di scena improvviso: non un’altra azione degna di nota tra i due piloti della Vertigo, quanto piuttosto un suono stridulo nelle cuffie, così tanto simile a quelli che aveva già udito in altre occasioni. Era paradossale che, proprio sul più bello, non gli fosse data la possibilità di raccontare eventi che sarebbero sicuramente passati alla storia. Lo scontro diretto tra i due alfieri della Vertigo restituiva all’automobilismo quel lato poetico e romantico che spesso non riusciva a mostrarsi nella sua pienezza. Bastava così poco per dimenticare come quel tracciato fosse davvero inguardabile, come l’espansione negli Stati Uniti non stesse dando quei grandi frutti che spesso venivano millantati e soprattutto come il giovane Karl Graber fosse sospeso tra la vita e la morte dopo essere rimasto coinvolto in un incidente che sembrava ormai così lontano del tempo da appartenere a una vita precedente. Quel pensiero improvviso fece rabbrividire Giuliani, che quasi non si accorse di quando il problema tecnico rientrò e che quasi non provò esaltazione nel vedere Valerio Villa superare ancora una volta nello stesso tratto.
Diversamente da poco prima, Xavier Delacroix non riuscì a riprendere la posizione e un attimo più tardi Villa iniziò a staccarlo. Sembrava finita per il grande favorito, ormai. Contro tutte le aspettative, Valerio sarebbe andato a prendersi il titolo mondiale, mentre ormai i giri iniziavano a scendere sempre più, tanto che quelli restanti non erano più in doppia cifra. Angelo ne approfittò per rievocare qualche aneddoto sul passato nella massima categoria del probabile imminente campione, ma era nel bel mezzo di un racconto delle circostanze fortuite che avevano portato alla sua prima vittoria quando fu costretto a fermarsi: Villa stava rallentando, non significativamente, come i piloti che erano rimasti appiedati dai motori delle loro vetture o da altre seccature di natura tecnica, ma abbastanza affinché il distacco tra sé e Delacroix crollasse quasi del tutto. Le due Vertigo si ritrovarono ancora una volta vicine e quella che si trovava davanti dava segno di avere qualcosa che non andava. Giuliani pensò che potesse trattarsi di una foratura lenta, ipotesi che poi fu convalidata proprio dallo stesso Villa al termine della gara.
Il duello così esaltante era finito. La rincorsa clamorosa di Villa, iniziata dalla corsia dei box, era giunta al termine. Non poté fare alcunché per reagire all’attacco di Delacroix, fu costretto a lasciarlo andare via e a rallentare, con l’unico obiettivo di arrivare al traguardo. Scivolò anche fuori dal podio e perse successivamente altre due posizioni proprio nel corso dell’ultimo giro. Chiuse doppiato non solo dal vincitore, ma anche dal compagno di squadra. 
«Ancora una volta» osservò Angelo, nell’accogliere il nuovo campione del mondo, «in questa giornata abbiamo avuto la dimostrazione che le corse possono riservare sorprese fino all’ultimo minuto. Xavier Delacroix va a vincere meritatamente il titolo, dimostrando finalmente di essere all’altezza delle aspettative nei suoi confronti. E chissà che questo campionato non sia il primo di una lunga serie.»
Era emozionante pensare a come quel pilota con l’aria da ragazzo comune fosse riuscito a superare gli ostacoli e a mantenere fede alle previsioni di tutti coloro che l’avevano dipinto fin dagli esordi come il futuro. Certo, c’erano state anche critiche nei suoi confronti, ma era inevitabile che prima o poi succedesse. Sarebbe accaduto ancora, tante altre volte, a ogni errore e a ogni performance in apparenza deludente, dimenticando selettivamente tutto ciò che era stato. Non importava, Angelo sapeva che certe voci non meritavano di essere ascoltate, né ci teneva a divulgarle durante le sue telecronache. Doveva raccontare, non giudicare. Certi discorsi stavano bene soltanto fatti al bar e, dal momento che i telespettatori che stavano a guardare le gare nei bar non prestavano la benché minima attenzione al commento tecnico, non vi era alcuna ragione logica, nemmeno di tipo commerciale, per abbassarsi al loro livello. Forse in futuro sarebbe accaduto e le dinamiche delle linee editoriali si sarebbero evolute, ma Giuliani non era convinto che un simile approccio fosse una vera evoluzione, casomai proprio l’opposto.
Nonostante si trattasse dell’ultimo gran premio stagionale e dell’evento in cui era stato assegnato il titolo mondiale, il tempo a disposizione non era più tanto. Era ormai ora dei programmi della seconda serata, non ci sarebbe stato tempo per trasmettere le immagini del podio, sempre ammesso che la regia americana decidesse di inquadrarlo. Nelle case degli italiani, i genitori avrebbero messo a letto i bambini, per poi focalizzarsi sui programmi delle ventidue e trenta, oppure per andare a dormire a loro volta. Qualcuno si sarebbe addormentato pensando a Xavier Delacroix che tagliava il traguardo in seconda posizione, mentre qualcun altro si sarebbe dimenticato del gran premio non appena avesse spento la televisione, o cambiato canale, o visto comparire sul teleschermo la pubblicità. Non c’era più tempo per dire altro, ma Angelo decise di dare alla fine della stagione la conclusione più degna: «Abbiamo visto un ottimo campionato da parte di Xavier Delacroix, ma credo sia doveroso riconoscere che entrambi i piloti della Vertigo hanno disputato un mondiale eccezionale, talora deciso dall’affidabilità. Valerio Villa, considerato da molto non all’altezza della situazione, ha lottato fino all’ultimo ed è stato a un passo dal vincere il mondiale. Questi due ragazzi avranno molte emozioni da regalarci anche negli anni a venire, sempre che il mezzo meccanico continui ad assisterli. Infine, un pensiero a Karl Graber: al momento non vi sono comunicati ufficiali dall’ospedale e non è chiaro quali siano le sue condizioni. In caso di aggiornamenti, questi saranno divulgati nel corso del telegiornale della notte. Dagli Stati Uniti è tutto, un saluto a tutti e a risentirci nella prossima stagione. Vi ricordo che il prossimo campionato avrà inizio nel mese di febbraio in Brasil-...»
Il mondiale si concluse con un ennesimo problema con l’audio, tagliando a metà le parole di Angelo Giuliani, il quale si tolse le cuffie e si lasciò andare a un sospiro. Era finita. Non come credeva, ma era pur sempre finita.

   
 
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