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Autore: Celiane    07/04/2024    1 recensioni
Irma Croyso ha 25 anni e proviene da una delle più antiche famiglie di alchimisti del regno di Chiad.
Il padre, Nicholas Croyso, ha sacrificato la sua vita nel tentativo di proteggerla e le ha lasciato in eredità Elysium, una pietra misteriosa in grado di dominare tutti e quattro gli elementi.
In molti sono interessati al potere di Elysium, tra questi vi sono gli eredi al trono di Chiad, impegnati in una lotta alla successione senza esclusione di colpi: Lancel Calypse, eccezionale magus amico di Irma sin dai tempi dell'infanzia e Nathaniel, unico figlio del precedente imperatore, il più valevole quanto spietato cavaliere dell'impero di Chiad.
Ma anche forze oscure temono il potere della pietra, un manufatto in grado di alterare l'equilibrio del mondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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L’uomo era chino sul pesante tavolo di legno.
La penna stretta in pugno sembra quasi volare sul foglio macchiato di inchiostro ed illuminato dalla pallida luce lunare che filtrava dalle tende scostate dello studio e si rifletteva sulla superficie liscia del ciondolo che poggiava sul suo petto.
Delle gocce di sudore gli imperlavano il viso segnato da sottili rughe che ne tradivano la reale età, a dispetto dei capelli ancora di un profondo nero corvino e solo leggermente striati dai segni bianchi del tempo.

Era riuscito ad assicurare a se ed alla sua famiglia una vita serena e pacifica ed ora tutte quelle certezze erano in procinto di crollare.

Sapeva sin dall’inizio che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, che quell’idillio che tanto aveva faticato a costruire sarebbe stato spezzato.

Eppure pensava di avere più tempo,

Sperava di avere più tempo.

  • Maledizione… - una macchia di inchiostro, cadendo sul foglio, rovinò impietosamente le sottile linee del circolo alchemico accuratamente disegnato sulla pergamena ruvida.

Con la mano libera si scostò i capelli dal viso, poggiando la schiena stanca sullo schienale della poltrona di velluto verde, un sorriso amaro gli si dipinse sul volto.

Anni fa, nel pieno della sua giovinezza, una situazione del genere avrebbe fatto si che il suo corpo fosse pervaso dall’adrenalina, l’idea di un nemico da sconfiggere gli avrebbe fatto trepidare il sangue dall’eccitazione, ma adesso le cose erano diverse.

Non era più l’unico di cui doveva occuparsi.

Lo sguardo affaticato dell’uomo scorse il piano affollato della scrivania sino a soffermarsi su una cornice d’argento, al centro stava una foto leggermente sbiadita dal tempo.

Il sorriso di una donna sulla quarantina con in braccio una neonata ricambiavano il suo sguardo ansioso.

Con un dito leggermente macchiato di china percorse i profili sereni di quei volti.

Quello era il suo miracolo, la famiglia che mai avrebbe pensato di potere avere.

Era per loro che stava facendo tutto questo, per assicurargli un futuro sereno.

Un futuro libero

Venne distolto da quel torrente di pensieri da un leggero rumoreggiare dietro la porta dello studio.

  • Piano Irma, così fai lo versi tutto fuori… - la voce femminile si fece sempre più chiara mentre la pesante porta di mogano si apriva.

Un sorriso si dipinse sul volto dell’alchimista.

  • Nicholas ti abbiamo portato il caffè - esclamò una signora in veste da camera mentre teneva aperta la porta d’ingresso alla stanza.
  • Il caffè! - Ripetè una bambina di circa otto anni che teneva le braccia dritte davanti al viso nel tentativo di tenere in equilibrio un vassoio con sopra una tazza ricolma di caffè.
  • Oh la mia piccola assistente non si smentisce mai - mormorò Nicholas Croyso mentre prendeva dalle mani della figlia il pesante vassoio.

Dopo averlo poggiato sul tavolo, l’uomo scompigliò amorevolmente i folti capelli della bambina già in camicia da notte.

Poteva quasi specchiare il suo viso stanco in quei grandi occhi blu profondo. 

Quanto gli sarebbe piaciuto perdersi in quell’abisso invece di trascorrere quell’ennesima notte al lavoro.

  • Ti manca ancora molto caro? - sussurrò la moglie poggiandogli amorevolmente una mano sulla spalla. 

L’alchimista annuì con fare rassegnato.

  • E’ meglio che andate a dormire… Tu piuttosto hai finito con i preparativi per domani? E’ tutto pronto per il vostro trasferimento?
  • Si, la servitù della residenza estiva è stata avvertita…-
  • Perchè non vieni con noi papà? - la donna sospirò all’innocente domanda della bambina. Nicholas Croyso portò la figlia sulle sue ginocchia
  • Irma Croyso, sai già che devo lavorare a questa ricerca importante per qualche giorno ed avere la tua bella mamma ed i tuoi giochi qui per casa mi distrae troppo. Ma non ti preoccupare, appena ho finito questo lavoro correrò subito da voi, e festeggeremo insieme l’Adhair- 

Sebbene non del tutto convinta, quelle parole sembrarono placare le insistenze della bambina.

  • E faremo volare le lanterne sopra il fiume?- chiese mordendosi il piccolo labbro mentre giocherellava con una ciocca di capelli.
  • Ma certo! Approfitta di questi giorni per costruire con la mamma la più bella lanterna di tutta Chiad e la faremo volare più alto di tutte!-

Decisamente più entusiasta, la bambina si fece prendere in braccio dalla madre.

Fu un attimo.

La grande finestra dello studio andò in frantumi.

Una forte folata di vento sparse i vetri sul pavimento, spalancando le pesanti tende in velluto.

La stanza era inondata dalla luce della luna piena, ormai priva di ostacoli.

Nicholas scattò automaticamente in piedi, facendo scudo al resto della sua famiglia.

Un brivido gli corse per la schiena mentre sentiva il rumore dei frammenti di vetro schiacciati dal peso di qualcuno che lentamente si avvicinava a loro.

L’alchimista fece un rapido calcolo delle pietre a cui poteva avere accesso in quella stanza.

  • Che onore professor Croyso - la voce era quasi un sibilo ma affilata quanto la lama di una spada. 

L’alchimista si voltò continuando a fare schermo con il suo corpo alla moglie.

Davanti a lui c’era quello che apparentemente era un uomo sulla trentina, tuttavia si muoveva nella stanza quasi come non avesse un peso.

La luce della luna risplendeva su quella pelle diafana, quasi fosse una superficie riflettente.

Un leggero movimento del viso dell’intruso superò ogni dubbio.

La luce serale svelò degli occhi neri come pozzi e delle orecchie a punta. Dal sorriso macabro emergevano dei canini acuminati come delle zanne.

  • Un demone… - sussurrò Maude Calypse mentre stringeva forte la figlia al petto.
  • Mi spiace avere interrotto questa riunione di famiglia - esclamò la creatura demoniaca accennando un ironico cenno di saluto alle due donne rintanatesi nell’angolo opposto della stanza.
  • Cosa vuoi? - disse l’alchimista a denti stretti mentre infilava discretamente una mano in tasca. Sentì la rassicurante superficie ruvida di una delle sue pietre contro il palmo della propria mano.

Non era molto, ma gli avrebbe consentito di guadagnare tempo. 

  • Girano strane voci in tutta Chiad, voci che sono giunte anche noi nelle nostre foreste - una piccola fiammella comparve all’interno della mano dell’intruso.
  • Voci secondo cui un famoso alchimista al servizio della Corte sia sempre più vicino a creare una pietra diversa dalle altre - 

Il demone lentamente accorciava la distanza che lo separava da Nicholas.

  • Una pietra in grado di controllare tutti e tre gli elementi sarebbe un grosso problema per noi  come può immaginare
  • Non so di cosa stai parlando - l’uomo, tenendo fissi gli occhi su quella fiammella che piano piano cresceva di dimensioni, strinse la pietra nella sua tasca sempre più forte. La sentiva divenire più calda secondo dopo secondo.
  • Capisco di non essere un ospite gradito, guarda che macello ho combinato… La sua signora mi scuserà… - esclamò il demone gettando uno sguardo alla donna nascosta all’altro capo della stanza, quasi come a sottolineare che non si era dimenticato della presenza di quelle due potenziali armi di ricatto.
  • … Tuttavia non mi piace quando le persone mentono…Cosa c’è, non le piace condividere professore? Eppure voi umani siete così bravi a dirci di condividere, di condividere le nostre terre, le nostre donne ed il nostro sangue, peccato che non tocchi mai a voi vero? Ma lei è diverso professore, non è vero? - La fiamma ormai divampava nella mano del demone senza però consumarne le carni.
    Una smorfia di orrore si dipinse sul volto dell’alchimista.

Fosse stato da solo avrebbe potuto usare in pieno il potere della pietra che teneva stretta in pugno, ma doveva stare attento a non coinvolgere Maude ed Irma in quello scontro.

Prima che il demone potesse fare un ulteriore passo verso di lui, l’alchimista scaraventò la pietra gelosamente custodita sino a quel momento sul pavimento.

Una strana luce percorse le venature delle pregiate assi di legno che ricoprivano la stanza rivelando una serie di intricati cerchi alchemici.

Quello più vicino al luogo in cui erano nascoste Irma e la madre brillava più intensamente degli altri. 

Le assi del pavimento intorno alle due donne iniziarono a vibrare ed a sollevarsi, mentre dalle feritoie tra le stesse ed il cemento iniziavano ad innalzarsi dei resistenti arbusti legnosi.

Un intricato groviglio fece velocemente da schermo alle due donne, impedendo parzialmente la visione di quello che stava accadendo innanzi a loro.

  • Papà! - urlò la bambina mentre veniva trattenuta dalla madre al riparo dallo scontro che si stava consumando.

Mentre lo schermo di arbusti continuava a solidificarsi, l’alchimista attivò un secondo cerchio alchemico davanti ai suoi piedi.

Il demone dirignò i denti scattando verso l’uomo, nella sua corsa le sfere di fuoco che divampavano dalle sue mani si sparsero per tutta la stanza.

Degli spuntoni di roccia squarciarono il pavimento della stanza cercando di bloccare la sua corsa.

Agilmente il demone cerco di schivarli sino a che uno non gli trapassò una gamba.

L’urlo della creatura riecheggio per la stanza mentre un fiotto di sangue nero come la pece schizzava dalla ferita aperta.

L’alchimista asciugò con il manico della giacca il sudore che gli cadeva sulla fronte. 

Non era un magus particolarmente abile e la pietra della terra che stava utilizzando non sarebbe durata ancora a lungo di quel passo.

Mentre il fumo rendeva lentamente l’aria irrespirabile, Nicholas scorse velocemente nella sua mente quali opzioni possibili gli rimanevano.

Non poteva escludere che ci fossero altri demoni nascosti nei paraggi e pronti ad attaccare il maniero ed il fatto che quella fosse una notte di luna piena non facilitava loro le cose.

I demoni, così come gli elfi, erano stirpe fortemente legata alla natura ed in notti come quella la loro magia risultava particolarmente fortificata ed anche le ferite minori erano in grado di autorigenerarsi.

L’uomo lanciò uno sguardo al luogo in cui era nascosto il resto della sua famiglia. Ormai il groviglio di arbusti era tanto spesso che lasciava solo intravedere il labile contorno di due piccole sagome abbracciate l’una con l’altra.

In realtà quello che doveva fare era fin troppo chiaro.

Con la coda dell’occhio vide il demone liberare con un urlo le proprie carni dallo spuntone di roccia, Nicholas raccolse velocemente la pietra alchemica dal pavimento e la puntò verso il soffitto della stanza.

La luce della luna illuminò la superficie della gemma, il suo colore verde brillante sembrava quasi pulsare, come se fosse viva.

Mentre un enorme cerchio alchemico si attivava al di sopra delle loro teste, l’intera casa fu scossa da un fremito.

Dal terreno che circondava il maniero si sollevò una vera e propria muraglia di terra che coprì tutta l’abitazione, creando una difesa impenetrabile dall’esterno.

Ed anche dall’interno.

Lo spessore della coltre di terra rendeva impossibile anche il penetrare della luce lunare.

Il demone guardò spiazzato fuori dalla grande finestra, un fremito di rabbia gli pervase il corpo mentre realizzava che nessuno dei suoi compagni sarebbe potuto giungere in suo soccorso.

  • Non potevo aspettarmi niente di meno dal grande alchimista, beh vorrà dire che nessuno di noi lascerà questa casa stasera - sussurrò a denti stretti mentre allentava la fodera del pugnale custodito sotto la cintura.

La gamba ferita continuava copiosamente a perdere sangue, in quanto il processo rigenerativo era stato bruscamente interrotto dal venir meno della luce lunare.

Facendo appello alle sue ultime forze formò una palla di fuoco nella mano sinistra che scaraventò contro il luogo in cui avevano trovato riparo la moglie e la figlia dell’alchimista.

Sapeva che il pesante groviglio di arbusti avrebbe resistito a quel suo attacco, ma non era quello il suo obiettivo.

In quei brevi secondi di distrazione, Nicholas sentì un dolore lancinante al fianco destro.

L’elsa del pugnale demone faceva capolino dalle sue carni mentre una macchia di sangue sempre più estesa macchiava i suoi vestiti.

A denti stretti, guardò la gemma tra le sue mani. Il vivace colore verde che prima l’animava adesso era quasi del tutto spento.

L’attivazione del cerchio alchemico a difesa di tutta la casa aveva praticamente svuotato la pietra del suo potere ed era escluso che sarebbe riuscito ad arrivare in tempo alle altre custodite nel caveau dell’abitazione senza lasciare Irma e Maude alla completa mercé di quel demone.

Con un estremo sforzo, Nicholas lanciò la pietra ai piedi del demone, attivando un piccolo cerchio alchemico.

  • Ma quanti diamine… - le parole gli morirono in bocca mentre dei tralci di vegetazione gli bloccarono le caviglie ed i polsi.

Ogni superficie di quella maledetta casa era ricoperta di cerchi alchemici, entrare li dentro era stato come lanciarsi dentro una fossa di leoni.

Avevano saputo che l’alchimista avrebbe mandato via la sua famiglia proprio in quei giorni ed attaccarlo con loro presenti avrebbe garantito alla loro missione maggiori chance di riuscita.

Eppure non solo quel maledetto alchimista era riuscito a ridurlo in quello stato, ma di quella maledetta pietra non vi era traccia.

  • Voi demoni vi lamentate di come il mio popolo ha ridotto il vostro… - le parole di Nicholas Croyso erano quasi un sussurro.

L’uomo estrasse con un gemito la lama del pugnale dalle sue carni.

  • Eppure non fate altro che sottovalutarci… - 

Lentamente con la lama del pugnale sporca del suo sangue iniziò a tracciare delle linee in uno spazio del pavimento ancora non coperto dalle fiamme.

  • Noi alchimisti traiamo forza dagli elementi della natura, rinchiudiamo il loro potere nelle pietre da noi create - un rivolo di sangue colò dall’angolo della bocca di Nicholas
  • Non siamo come voi che siete fatti della stessa materia dell’elemento che dominate, il fuoco per i demoni, la terra per gli elfi e l’acqua per i sirenidi…per fare questo abbiamo bisogno di un aiuto-
     il demone tentava di divincolarsi dalla stretta dei tralci, ma più si muoveva più questi stringevano la loro morsa.

L’alchimista aveva completato il cerchio di sangue, un intricato insieme di linee e sfere lo separava il demone incatenato.

L’uomo si fermò davanti al cerchio per ammirare l’opera compiuta, con un gesto veloce si strappò dal collo la collana che da una vita portava sul suo petto.

Il suo sguardo percorse la pesante catena d’oro per poi soffermarsi sulla superficie liscia del ciondolo nero.

Quel ciondolo che si tramandava nella sua famiglia da generazioni, quel ciondolo che consentiva a loro alchimisti di sintetizzare le pietre.

La scaglia di drago.

  • Una pietra in grado di governare tutti gli elementi contemporaneamente, si forse potrebbe essere possibile - un sorriso amaro si dipinse sul viso di Nicholas Croyso mentre si avvicinava velocemente al demone.

L’alchimista stringeva in pugno il pugnale che l’aveva colpito, sentiva la ferita che gli squarciava il fianco pulsare.

I pugnali demoniaci erano noti per essere infusi da sostanze velenose.

Non aveva molto tempo.

Il demone sembrò realizzare cosa stava per accadere ed aumentò i tentativi di liberarsi dal giogo che lo bloccava.

- Lo sai cosa farebbero con un’arma del genere, l’equilibrio sarebbe definitivamente rotto…-

Esclamò mentre disperatamente tentava di dare fuoco agli arbusti, ma l’alchimista fu più veloce.

Con un gesto spedito afferrò la creatura per i capelli mentre lasciava scorrere la lama del pugnale lungo la sua gola.

Un fiotto di sangue sgorgò dalla ferita, mentre la creatura gorgogliava in preda agli spasmi.

  • L’equilibrio non è mai esistito - mormorò l’uomo lasciando andare la teste del demone ormai esanime.

Il sangue della creatura gocciolava sul pavimento unendosi a quello dell’alchimista.

  • Nicholas fermati, ci sarà un altro modo! - la voce della moglie era ormai un eco lontano.
  • Ne arriveranno altri Maude e non saremo sempre così fortunati. E’ arrivato il momento di portare a frutto le mie ricerche, in questo modo io sarò sempre accanto a voi - l’uomo si inginocchiò innanzi al cerchio alchemico, cercando di mantenere un minimo di conoscenza mentre tutto intorno a lui bruciava.
  • Un ultimo sforzo amico mio- sussurrò mentre poggiava la scaglia di drago al centro del disegno.

Raccogliendo le sue ultime energie, l’alchimista chiuse gli occhi.

Sentiva la sua energia vitale farsi materia e confluire nell’intricato disegno davanti a lui. La scaglia di drago vibrava come se fosse scossa da una propria anima.

Questo era l’alchimia, la replica dell’antico patto tra l’ultimo drago ed il primo re.

Lentamente, il sangue dell’alchimista unito a quello del demone si consolidarono in una pietra nera come la pece.

Così le avrebbe protette per sempre. 

Le urla disperate della bambina e della moglie erano solo un eco sempre più lontano.

   
 
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