Quando il sole risplendette alto nel cielo in una calda giornata antica, senza tempo e senza memoria, il vento accarezzò le nuvole con dolcezza.
Il cielo divenne limpido, le acque gorgogliarono allegramente e il miracolo della natura accolse il saluto celeste con le fronde delicate dei suoi alberi.
Tenui raggi di luce filtrarono attraverso i rami, rischiarando appena un'incantata radura e convincendo le ombre a rivelare la meraviglia di ciò che da sempre esiste, ma che non tutti possono vedere.
La foresta parlò quel giorno.
Ogni creatura incantata si ridestò dal suo sonno per salutare con il canto dell'armonia la nuova alba.
Le fate mormorarono, gli elfi accordarono i loro strumenti, le driadi sussurrarono, i folletti si stropicciarono gli occhi, gli uccelli cinguettarono, i conigli fiutarono l'aria incuriositi.
C'era un odore insolito, diverso.
Come se ogni animale e creatura quel giorno fosse in grado di percepire l'importanza di quanto stava accadendo.
E dinanzi alla fanciulla leggiadra che apparve loro, ognuno rimase a bocca aperta dallo stupore.
Mai nel bosco fino ad allora si era visto niente di simile.
La giovane donna, dai capelli soffici e vaporosi, profumati come la rugiada e i petali delle rose del mattino, aveva il sorriso più amabile e dolce di questo mondo.
Nel suo aspetto semplice vi era comunque la grazia della regalità.
Nessun dubbio poteva esservi sulla nobiltà delle sue origini.
La sua mano candida e lieve trasmetteva serenità ad ogni minimo tocco.
Il suo sguardo era amore puro.
Gli occhi risplendevano più delle stelle del firmamento, più di oro e gemme, perché lei era un tesoro vivente.
Era la figlia dei sogni e della fantasia, leggiadra nei modi e nell'aspetto, nata per rischiarare chiunque con la bontà del suo cuore e la generosità del suo animo.
Fu quel giorno senza tempo e senza memoria che il mondo conobbe la sua prima e autentica principessa.