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Autore: MelaniaTs    10/04/2024    0 recensioni
I Keller sono una facoltosa famiglia di Boston. Thomas Keller è il primogenito di Tobias e Rosalie, uomo di successo ha sparso gloria, fama e figli per il mondo- Ciò che gli è mancato è stato però esaudire il suo desiderio d'amore. Riuscirà Thomas ad essere felice?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wing of freedom Saga dei Keller'
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COPYRIGHT: Le mie storie non sono assolutamente prelevabili e non potete spacciarle per vostre!
Vi ricordo inoltre che: Tutti i nomi, i caratteri e le storie dei personaggi presenti sono frutto di pura fantasia. Ogni riferimento a persone o/e eventi realmente esistenti o esistite è puramente casuale.

ATTENZIONE: ©
Questa è una saga di famiglia i primi tre capitolo si svolgono in contemporanea e sono in ordine di lettura La storia di Thomas Il tesoro più prezioso; la storia di Gabriel Keller in Liberi di essere se stessi e da questo momento anche con la Thomas & Sapphire story. Grazie a tutti coloro che seguono le mie storie.

La la KCG è ispirata alla BCG - Boston consulting group esiste realmente, è una multinazionale del Massachusetts con sedi in quasi tutti gli Stati europei (2 almeno in Italia) l’ho usata ma con nomi e storia diverse, quindi anche in questo caso è tutto di mia invenzione.
MAPPA DI BOSTON così da rendervi tutto più chiaro Mappa della Gran Bretagna INFORMATIVA ARRIVATA FINO AD ORA SULLA SERIE Albero Genealogico:I Thompson - I Keller - Kleinsten

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Non ebbi notizie da Razihel per un po' di tempo.
Andò  a Brema dove si trovava il ristorante di Lynn, purtroppo scoprì che il ristorante era stato chiuso. Non riuscì quindi a trovare la donna né tutta la sua famiglia. Non ero a conoscenza del nome di suo marito,  così Raziel  cercò anche la donna col nome da nubile, ovvero Pollyn Geltrude McCallister come riportato sul contratto. Ma non la trovò non la trovò, ne in tutta la Sassonia, né in Scozia dove scoprimmo che lei era nata.
Razihel si girò anche tutti i monasteri della Sassonia, ovviamente le ricerche andarono a vuoto. In alcuni non era riuscito ad entrare in altri, i facente funzione di scuola privata, era riuscito a prendere appuntamenti. Ma di Chamael neanche l'ombra.
Intanto a Londra io dovevo vedermela con Andrew, che nonostante non desse fastidio a me iniziò a prendere di mira Samuel e Diamond.
I miei figli infatti, soprattutto pee volere di Samuel, continuavano a incontrare il padre. Andrew però abusava di loro, Samuel per le sue tendenze omosessuali e quando andava a trovarlo Diamond.
Nonostante mia figlia passasse in Svizzera nove mesi l'anno,  quando tornava infatti usciva con le amiche. Giustamente era una ragazza di quasi 16 anni aveva tra le sue amicizie le figlie di Ebony, Raven e Robin. Quando usciva si divertiva e iniziava avere anche dei flirt.
Pensavo anni prima di aver fermato in qualche modo Andrew minacciandolo di denunciarlo. Non avrei mai creduto che non si fosse arreso. Anzi ebbi conferma che stava mirando a mia figlia.
Ne ebbi la prova quando portai i ragazzi dal padre nello Yorkshire; non andai da sola ovviamente, c'eravamo io, i miei genitori e i due ragazzi.
Rimasi basita quando dopo averlo salutato diamond venne schiaffeggiata di fronte a tutti noi.
Subito mi frapposi tra lui e mia figlia. "Come ti sei permesso?" Gli chiesi.
"Come mi sono permesso io?" Urlò lui. "L'ho vista in giro con dei ragazzi. Non è accettabile, deve tornare a scuola e restare lì fino alla matura età. Anzi..." disse fissandola lascivo. "Ci penso io a lei adesso! Resti con papà tesoro."
"Lei non resta con te." Affermai decisa.
Ma Diamond orgogliosa fece un passo avanti spingendo via Andrew. "Non ti permetterò di picchiarmi come hai fatto con la mamma tante volte. Non ti permetterò di toccarmi più." Disse orgogliosa senza piangere, il viso rosso per la percosse subita. "Non resto con te.Inoltre esco con chi voglio voglio io, tutte le ragazze della mia età hanno i ragazzi, perché non potrei io. Ma stai tranquillo, li evito quelli come te, sarò io a decidere per me e non gli uomini."Gli disse insospettita dandogli le spalle. "Vi aspetto in auto, non ci entro in casa sua." Mi disse con gli occhi lucidi.
Io guardai Samuel. "Chiamami quando finite, raggiungo tua sorella." Dissi uscendo dalla casa di Andrew.
Incrociai lo sguardo di mio padre che assentì ricordandomi così che avrebbe controllato lui Andrew.
Raggiunsi Diamond in auto mettendomi alla guida e dirigendomi verso il primo parco della zona. "Ti ha fatto male?" Chiesi. "Scusami, non mi aspettavo che ti avrebbe picchiata." Soprattutto non per quel motivo, come e dove aveva visto Diamond con gli amici?
"Non è la prima volta." Rispose mia figlia. "L
"Cosa?" Chiesi stupida.
"Mi ha vista in giro con Raven e i nostri ragazzi la settimana scorsa. Era nello stesso sushi bar dove siamo andate noi, quando sono andata in bagno l'ho trovato ad attendermi." Disse tirandosi su i capelli e mostrandomi il collo con dei lievi lividi. "Mi ha afferrato il collo e mi ha detto di lasciare Carl se non volevo finire male." Mi rivelò.
"Avresti dovuto dirmelo subito. Anzitutto sarei intervenuta, per finire oggi non ti avrei portata." Le dissi mentre la rabbia mi pervadeva. Doveva toccare tutti ma non mia figlia.
"Volevo venire, è pur sempre papà e non è giusto stia sempre da solo." Mi disse lei con voce incrinata.
Ma non era suo padre! Come potevo stare ad assistere? Avrei dovuto dirglielo o era il caso di aspettare ancora? Non lo sapevo, soprattutto perché poi avrei dovuto rispondere alle domande su suo padre.
Quante volte mi aveva detto in quegli anni che avrebbe voluto che il suo papà fosse stato Stephan e che non voleva morisse.
"Che ne dici se parlo con Drake?" Le proposi. "Tu e Raven potreste partire per una vacanza come fa tuo fratello con Gabriel." Le proposi.
Lei mi guardò raggiante. "Come Joel e Gellert. Quest'anno sono a Ibiza." Mi disse eccitata.
Annuii. "Se Drake dice di sì, possiamo vedere cosa troviamo." Le proposi. Eravamo già a luglio e non sapevo cosa avrei potuto trovare.
"Portiamo anche Samuel?" Mi chiese Diamond. "Anzi no! Se Raven non può venire io e Samuel possono partire lo stesso." Affermò. "Quanto rimpiango le estati e gli inverni passati con i gemelli, mi divertito tanto."
"Mentre tu a madre era relegata qui a Londra." Ironizzai io, ero contenta di averle risollevato il morale.
"Saresti dovuta partire e lascialo qui." Mi disse mia figlia.
"Tesoro io restavo qui per lavoro non per lui. Che credi che non mi sarebbe piaciuto viaggiare con voi? In Lussemburgo sono stata solo a palazzo, in Svizzera solo nella clinica medica e sul lago di Ginevra e non ne parliamo di Monaco, o lavoravo o stavo da Inga e Taddheus." Dissi sospirando. Non avevo mai fatto un viaggio che per me fosse vacanza, non avevo mai visitato i luoghi turistici. Chissà se lo avrei mai fatto.
"Scusami. Comunque non è giusto, i gemelli hanno undici anni e si godono una vacanza in Giappone. Voglio andarci anche io un giorno."
Risi. "La zia Amelie e lo zio Pierre sono andati lì come ambasciatori del Lussemburgo." Le ricordai, però aveva ragione. Anche io li invidiavo.
"Bene. Non voglio pensarci, devo organizzare la mia vacanza." Disse mia figlia sfregandosi le mani.
Feci per risponderle, ma dovetti desistere. Mio padre mi chiamava. "Stiamo uscendo, dove siete?" Mi chiese.
"Siamo al parco vicino casa di Andrew. Vengo a prendervi."
"Si così andiamo a pranzo. Sam vuole tornare a Londra." Disse papà.
Scoprii a pranzo che Andrew aveva preso a mortificare il figlio con disprezzo durante la sua permanenza lì.
"Mi ha detto che devo smetterla di comportarmi come una donna. Che devo essere un uomo, ma io non riesco." Si sfogò.
"Tu devi essere solo te stesso amore mio." Gli dissi dolcemente. "Comunque ci sono delle novità, siete grandi e ho deciso che dovreste avere le stesse opportunità dei vostri fratelli maggiori."
"Ossia?" Chiese mia madre sorpresa dalla mia affermazione.
"Vacanze indipendenti. Che ne dici se ti aggreghi al viaggio di tua sorella?" Chiesi a Samuel.
"Potremo andare in Spagna, Tommy ha detto che è bellissima." Propose Diamond.
"Bellissimo, oppure potremo andare in Italia. Joel ci torna sempre con piacere." Rispose lui entusiasta.
Al che non persi tempo, tornata a casa ne parlai con Ebony e Drake. Anche loro approvarono il viaggio di Raven, mentre si riservarono di tenere Robin ancora a casa.
"Ci penso io ad organizzare qualcosa. Chiedo a Tom le mete più sicure per degli adolescenti, lui ci è passato prima di noi." Mi disse.
Non volevo mettere in mezzo Thomas in realtà. Ma tacqui, non volevo neanche raffreddare Drake che sembrava ben propenso a far partire sua figlia.
Alla fine fu proprio Thomas a proporre qualcosa per le ragazze e Samuel. In Brasile in quel periodo non faceva molto caldo, c'era un clima mite e avrebbero potuto dormire dai Sanchez che avrebbero avuto un occhio in più. Bianca Sanchez inoltre aveva un figlio coetaneo delle ragazze e un altro due anni più grande, avrebbero quindi potuto uscire insieme. Come potevo rifiutare una proposta del genere?
Lo dissi ai ragazzi e quando sentirono Rio de Janeiro urlarono: "Copacabana!" Entusiasti.
Iniziai ad avere i miei dubbi sulla destinazione. Però i ragazzi scoprii che si divertirono, al rientro Diamond non finiva di parlare, dicendomi quanto fosse bello José, l'amico del figlio di Bianca, del flirt che aveva avuto con lui e anche della sua prima volta.
Non mi sarei aspettata che Diamond mi raccontasse anche quello, temevo che sarebbe successo qualcosa in quella vacanza. Però sembrava così entusiasta che non la rimproverai.
Era stata quasi un mese e mezzo lì e subito aveva trovato affinità con questo ragazzo. Come anche Samuel col figlio minore di Bianca, Alejandro, col quale aveva avuto una storia e avevano deciso di tenersi in contatto.
Non chiesi se Raven avesse avuto un'avventura. Occhio non vede e cuore non duole, almeno se mi fossi trovata a parlare con Drake non avrei dovuto mentire.
"L'anno prossimo organizziamo verso marzo così potrete avere più scelte." Dissi a mia figlia. "Dove avete dormito?"
"La signora Bianca ci ha fatti stare a casa di sua madre per la prima settimana, poi ci ha inseriti in uno degli alberghi del marito. Hai presente la catena Lúcifero della famiglia Luz?"
"Gli alberghi di lusso? Certo che li conosco e avete trovato posto?" Chiesi.
Mia figlia annuì. "Il migliore amico dello zio Drake, ha organizzato il viaggio e si fa il caso che questo organizzatore abbia un altro migliore amico che è sposato e con la sorella di Bianca." Mi raccontò lei mentre mi mordevo il labbro. Sapevo che Bianca era la zia di London, non tutto quel giro di parentele. "In pratica hai spettegolato."
"Siii! Mi sono trovata benissimo. Bianca dice che se ho bisogno può aiutarmi con gli hotel in giro per il globo." Disse entusiasta. "Mi ha detto che a Barcellona hanno una struttura stupenda."
"Già hai le idee chiare." Le dissi.
Lei mi abbracciò. "Grazie per questa splendida esperienza. Mi hai ridato il buon umore." Ancora una volta compresi che per fare stare bene i miei figli dovevo lasciarli andare liberi. Lontano non da me, piuttosto da ciò che li faceva stare male e in questo caso il male era Andrew.
Così mi feci forza e continuai ad andare avanti così. Tanto potevo sempre raggiungerli a Monaco e a Zurigo.
Era la soluzione più facile anche per me andare lì, potevo vedere con più frequenza i gemelli, uscire con Inga, Amelie e Janine., avevo una vita più indipendente nel nord Europa.
Come da accordi testamentari giunse anche il quattordicesimo compleanno dei miei gemelli. Compresi che la scelta era stata voluta poiché con quella data si complessa anche il ciclo scolastico di Diamond che sarebbe entrata alla London university. Di conseguenza le mie figlie non sarebbero state più nello stesso collegio.
La fine del collegio per Diamond era anche l'inizio della sua ascesa in società. Come tutte le persone influenti infatti, col suo diciannovesimo compleanno mia figlia, la viscontessa di Shaftesbury, era pronta al suo ingresso in società. Anche se non mi sarei mai aspettata una serata col botto. Eravamo in presenza dell'intera società londinese, c'erano imprenditori, nobili, clienti, sportivi e quanto altro. Tra questi ovviamente c'era anche Andrew, in quanto padre ufficiale di Diamond non poteva mancare. Era stato il primo nella sua lista degli ospitati, seguito a ruota dai soci della banca e dai suoi amici avvocati, giudici e magistrati. Il secondo che invitò in modo diretto fu Liam, il bellissimo amico di colore di Thomas. "Vorrei che tu mi facessi da cavaliere." Gli disse e lui accettò anche.
Mi chiesi se ci fosse una relazione tra i due, non lo avevo mai capito anche perché diamond era volubile, non aveva mai avuto un ragazzo fisso. Poi capii che ciò che aveva messo in atto fu tutta una scena al fine di togliersi per sempre suo padre di torno.
Sapevo che in quegli anni aveva continuato a infastidirla almeno telefonicamente. Diamond era arrivata al limite.
"Attenta che papà ti presenterà dei vecchi attempati per un matrimonio perderti alle sue tasche." Sentii dire.
Scossi la testa. Sarebbe stato bello, ma la sua idea era prendersi Diamond al mio posto.
Andrew infatti subito si dimostrò scindendo nel vedere Diamond con un uomo, peggio, un uomo di colore. Come ci tenne a precisare Liam.
Il piano di Diamond non fece una piega, le accuse di Andrew iniziarono a riempire la sala, ammutolendo tutti coloro che intorno a noi seguivano la scena. Andrew che continuava, io che difendevo Tom nel momento stesso in cui spalleggiava la sorella. Andrew che fece per picchiarmi e un intervento esterno che non furono i miei figli o Drake a fermare
Così a fine agosto salutai tutti e tre che accompagnati da Samuel partirono per Boston, dove avrebbero iniziato il percorso alla Boston Latin School. In parte compresi la mossa di Stephan. Thomas e Marina avevano avuto una figlia nel nostro stesso periodo, il mio compagno aveva espressamente voluto che i figli studiassero con la figlia di Thomas.
Mi ero sempre chiesta perché i due non avessero avuto altri figli per quanto Thomas ne avesse molti di suoi. Nonostante tre fossero tanti ero contenta che i figli di Stephan avessero avuto una compagnia costante e sopratutto che potessero crescere insieme.
Potevo confermare se me lo chiedevano, che da quel momento potevo ritenermi soddisfatta della mia vita. Un po' sola, ma soddisfatta. I miei figli erano grandi, Tom e Joel stavano frequentando con successo l'università. Addirittura Tom che stava concentrandosi nell'ultimo anno aveva avviato una società di successo con Liam. Aveva conosciuto una ragazza e per la prima volta sembrava facesse sul serio.
Addirittura Tom riuscì a scoprire la truffa che stavano effettuando gli Smith a sfavore della London bank e Andrew non se n'era neanche accorto lavorandoci dentro.
Scoprii purtroppo che la ragazza di Tom, figlia di Smith,  aveva provato a incastrare mio figlio facendosi mettere incinta. Non seppi come reagire. Però il comportamento ineccepibile di mio figlio, mi dimostrò che non dovevo preoccuparmi per il suo futuro.
Tom era serio e deciso e tanto gli bastava ad affrontare una sorpresa del genere o una crisi bancaria. Me lo dimostrò quando indisse una riunione per evitare la bancarotta dell'istituto di Elisabeth, adesso nelle mani di Joel.
Mi sorprese che avesse studiato un piano d'azione preciso includendo anche sua sorella Diamond e sorprendendomi suo padre. L'operazione di salvataggio della London Bank aveva richiesto tanto coraggio, voler salvare i truffatori anche. Non so se avrei avuto lo stesso dosaggio di Tom e Joel, ma come mi aveva detto il mio secondogenito , dichiarare bancarotta o truffa avrebbe portato uno scandalo non indifferente alla banca che era stata dei nonni e dei bisnonni prima di loro.
Ancora Tom mi aveva ricordato che se la banca fosse stata chiusa a rimetterci erano gli impiegati, alcuni in età avanzata, che nessuno  avrebbe riassunto altrove. Inoltre Tom aveva preso in considerazione che Oliver era il padre di Vanessa. Con quale premesse la giovane avrebbe condiviso una maternità con lui, se ne distruggeva la famiglia? Per quanto fosse stato ingannato da Vanessa, non poteva farle del male, essendo anche lei una vittima.
Quella situazione ci portò però anche alla resa dei conti. Avevamo scoperto che Joel negli ultimi quindici anni era rimasto in contatto con Thomas, mio figlio maggiore era sconvolto quanto me, se non di più a scoprire che il padre era in contatto col fratello. Ma come ci aveva ricordato Joel, Thomas Keller per loro era stato molto più un padre di Andrew.
Era stato così che Joel si era fatto sfuggire la verità su Thomas e anche Diamond, rivelando a mia figlia di non essere la figlia di Andrew.
Quando lo aveva scoperto Diamond ne era rimasta sollevata, sinceramente anche io. Era un segreto che mi portavo dentro da troppo tempo e trovavo sempre una scusa per non rivelarlo a Diamond. Adesso che sapeva tutto, sarebbe stato più facile. Così come chiudere definitivamente con Andrew, oltre l'ordine restrittivo volevo di più. Dopo diciannove anni infatti ancora non aveva firmato le carte del divorzio, dal momento che non lo faceva avrei sporto denuncia per violenza domestica, e lo avrei portato avanti a un giudice. Era il mio proposito per il nuovo anno. Nel frattempo mi dedicai ai preparativi del Natale, poiché Joel aveva invitato anche Rafael, che da quell'anno studiava a Oxford. Ci sarebbe stato sore Isaak che avrebbe pensato al pranzo, si sarebbe diplomato entro la fine dell'anno e da quando aveva iniziato i corsi alla scuola di cucina era lui a preparare per noi. Quell'anno aveva deciso di fare anche la spesa, sicuramente perché avrebbe preparato qualcosa di non tradizionale. Nonostante non avesse trovato Chamael infatti non si era arreso nella ricerca e ogni estate quando finiva la scuola viaggiava alla sua ricerca. Dopo aver cercato Chamael per tutta la Sassonia infatti si era riservato di trovarlo in Germania. Dopo aveva deciso di cercarlo negli stati confinanti, sia lui che sua madre, quattro anni, per quattro stati differenti. Dal momento che avevo pensato io a indagare in Svizzera e in Lussemburgo, lui si era dedicato agli altri stati. Quest'anno aveva setacciato l'Olanda lavorando saltuariamente nei ristoranti locali. Mi aspettavo quindi preparasse un piatto delizioso.
Io e Diamond fummo quindi designate alle decorazioni, i regali e le bibite.
Ero emozionata e volevo dare il massimo, poiché avrei conosciuto uno dei figli di Thomas. Avevo conosciuto solo Gabriel e quando era piccolo, il tempo era trascorso e non immaginavo la mia reazione a rivederlo adulto. Come lo aveva descritto Joel, Gabriel era identico a Thomas, non sapevo se emotivamente avrei retto.
Gabriel entrò in casa come un raggio di luce o una tempesta, di sabbia. La sua presenza aveva il sapore del sole caldo, come gli occhi vivaci e la presenza carismatica.
Ebbi un tuffo al cuore, nonostante non gli somigliasse a primo impatto Rafael mi diede l'impressione che fosse Chamael. Mi sbagliavo indubbiamente a cominciare dal colore degli occhi. Rafael li aveva identici al padre mentre il taglio era decisamente a mandorla. La sua pelle era mulatta, i capelli lisci e neri come l'ebano, erano portati leggermente lunghi, sotto l'orecchio in un caschetto ordinato. Ecco, forse erano i capelli neri e lisci ad avermi ingannato. Rafael aveva il viso ovale, liscio e perfetto, con la mascella leggermente squadrata. Era stato il viso ovale circondato dai capelli scuri a ricordarmi il mio bambino.
La somiglianza però finiva lì. Chamael aveva gli occhi castani e la pelle chiara, un naso a parata piccolo e probabilmente anche adesso che era un giovane adulto aveva ancora il viso ovale e liscio.
Accolsi Rafael a braccia aperte, rimasi incantata da lui, dalla sua aurea onirica e dalla sua allegria. Arrivò che Tom era al telefono con suo fratello Gabriel e subito si inserì nella conversazione chiamando in America cosicché anche la sorella minore venisse integrata in quel momento. Incluse proprio tutti, anche Diamond, Samuel e Raziel che tra una battuta e l'altra rispondevano tranquilli.
Dopo che le comunicazioni furono chiuse, con l'arrivo di Ebony, Drake e Molly ci mettemmo a tavola per il pranzo natalizio.
Io chiacchierai parecchio con Rafael, soprattutto gli chiesi di non fare battute allusive verso Vanessa.
"Mi ha sedotto." Sussurrò lui per non farsi sentire.
Bevvi un sorso di vino. "Può essere che Raziel gli piaccia seriamente."
"O può essere che sia a conoscenza del fatto che nessun altro qui andrà a letto con lei." Mi disse. "Prima di me è stata con un nostro amico di corso, Chamly." Mi raccontò. "Teneva il piede in due scarpe, io ci ho perso una botta... passami il termine. Ma ci ho guadagnato un amico."
"Chamly!" Dissi. "Cosa studiate?"
"Io lingua e letteratura inglese. Mentre Chamly studia matematica e fisica, fuori corso filosofia al Magdalene dove ci siamo conosciuti e teologia al Corpus Christy."
Lo fissai sgomenta. "Sono un bel po' di cose."
Annuì. "Si tante, ma può concedersi il lusso di seguire più corsi. Ha brevettato il sistema ergonomico per penne e matite e lo ha venduto alla Standler, si può dire che vive di rendita."
"Quindi è più grande di te? Ha già un lavoro." Dissi sorpresa.
Lui rise. "Macché! È un piccolo genio ed ha un mese in meno a me." Mi disse. "La scuola che ha fatto in Russia gli ha concesso di portarsi avanti con gli studi, quando a diciotto anni l'ha conclusa, ha presentato il suo progetto alla standler ed è venuto all'università qui in Inghilterra."
"In Russia. Cioè si è trasferito dalla Russia fino in Inghilterra?" Chiesi sempre più curiosa.
"Si! Ha origini britanniche e voleva entrare a Oxford o Cambridge. La sorte gli ha assegnato Oxford, studia al Merton dove lo raggiungerò. Papà non vuole che resti al Magdalen." Concluse.
"Per via di Vanessa!" Dissi.
Lui fece spallucce. "Ripeto, io ci ho guadagnato. Con Chamly siamo molto amici, anche papà è contento quando ha saputo che ho trovato un amico disinteressato." Affermò. "Da quando sono qui tante ragazze e pochi amici, tutti interessati a competere tra di loro. Ne io, ne Chamly siamo così competitivi." Mi spiegò.
"Quindi non sei rimasto a Londra per una ragazza?" Gli chiesi divertito.
Lui arrossì con una smorfia divertita. "Io e Chamly andremo sul London eyes con delle ragazze a capodanno." Affermò.
Io risi. "Potrete stare qui se non avete ragazze dietro dove dormire." Gli dissi. "Io domani parto per il Lussemburgo, ma tu ritieniti libero di fare come fossi a casa tua." Gli dissi.
Lui mi fissò. "In Lussemburgo?" Mi chiese sorpreso.
Annuii. "Ho i miei gemelli di quattordici anni li, passeremo il resto delle vacanze invernali insieme prima che tornino a scuola."
All'inizio sembrò sorpreso. Poi annuì. "Grazie mille, terrò presente la tua offerta. Anche se con casa vuota non mi sembra il caso." Disse.
Lei rise. "Ci saranno i ragazzi con Raziel che sicuramente passerà a trovarli."
"Raziel?" Chiese lui puntando quello sguardo penetrante sul fratello maggiore. "Perché?"
Isaak sentendosi preso in causa lo fissò. "È il mio secondo nome, sono abituato ad usare più quello." Gli disse. "Quindi non chiamarmi Raziel per favore."
"Risponde lo stesso." Disse Tom intento a riempire il piatto di Vanessa. "Salutami i gemelli adesso che vai, sono anni che non li vedo." Mi disse facendomi capire che aveva seguito la nostra conversazione. Quindi sapeva che Vanessa era stata anche con l'amico di Rafael e la cosa mi dispiaceva.
Almeno continuava ad essere premuroso con lei, questo era importante.
Partii per il Lussemburgo il giorno dopo, non vedevo l'ora di ritrovare i miei figli e gli amici. Venni accolta all'aeroporto da Janine e i suoi due figli e insieme andammo al palazzo del gran ducato.
Lì, i miei figli subito richiesero le loro attenzioni. Edward era bellissimo, crescendo era diventato sempre più simile al padre. Sia per i lineamenti che per i colori, gli occhi che sembravano azzurri alla nascita erano cerulei, cambiavano colore a seconda della luce del sole e tendevano più al verde. Elisabeth era però colei che aveva gli occhi verdi del padre, mentre solo Emmanuel aveva i miei occhi azzurri. Entrambe le ragazze però erano bionde gli occhi erano un modo per distinguerle.
Mi raccontarono della nuova scuola. Alla Boston Latin erano stati separati in due classi diverse. Avevano fatto un bel po' di amicizie, particolarmente Edward ed Elisabeth furono molto loquaci poiché avevano legato con due gemelli, Dallas e Alaska Thompson.
"Siamo in classe insieme con Alaska." Mi raccontò poi Emmanuel. "Mentre Edward è in classe con Dallas."
Sicuramente il fatto che anche loro fossero gemelli, aveva fatto avvicinare i miei figli a loro due. Mi dispiaceva che non parlassero di nessuna Micaela, probabilmente non l'avevano trovata. Stephan aveva fatto il possibile perché i figli conoscessero la figlia di Thomas e Marina, ma i suoi sforzi erano andati a vuoto. Ritornando a Stephan, dovevo appunto chiudere tutto col passato. Me lo ero ripromesso e per farlo dovevo aprire la lettera che mi aveva lasciato in eredità. Lo avevo sempre temuto, fino ad allora l'avevo lasciata chiusa per paura di ciò che poteva esserci scritto. Io e Stephan avevamo avuto sempre un rapporto sincero e sereno, dicendoci tutto. L'unica cosa che mi aveva nascosto nei nostri tre anni di relazione era stato il progredire della malattia. Temevo quindi di scoprire che non fosse stato sincero con me in tutto.
In fondo mi ero sempre chiesta perché avesse voluto mandare i figli a Boston anziché lasciarli in Europa.
Amelie all'epoca mi aveva rassicurato sulla decisione di Stephan. La sorella e le cugine si Stephan avevano col tempo studiato in scuole e università americane, anche i figli di Jean Marie studiavano in America. Era quindi normale per i discendenti del granducato istruirsi all'estero. Così lasciai correre.
Ma adesso, con la decisione che avevo preso di chiudere col passato e andare avanti, dovevo leggere l'ultima lettera che Stephan mi aveva lasciato. Ero pronta, l'amore per lui c'era ancora, ma la sua morte l'avevo ormai accettata da un po'. Adesso ero pronta a leggere le sue ultime parole nei miei confronti.
Così la sera del mio arrivo in Lussemburgo, mi chiusi in quella che era stata la nostra stanza al palazzo e aprii la lettera che avevo custodito gelosamente in quei quattordici anni.

     «Mia carissima e amatissima Sapphire,
Questa è l'unica volta che ti scriverò, questa mia serve per raccontarti di tutto ciò che ho in cuore. Cose che non ho avuto il coraggio di dirti in vita. Qualcuna te l'ho detta in realtà. Se hai tra le mani questa mia, significa che non ci sono più e che prima di perire più volte ti abbia invitata a chiedere conforto a Boston. Dal tuo amaro Thomas! Perché per quanto tu mi abbia amato Sapphire, io ho sempre saputo in cuor mio, che dovevo dividere il tuo amore con tutti gli altri, Thomas Keller compreso. L'ho accettato nel momento stesso in cui ho deciso di corteggiarti, dividerti con lui. Per quanto tu mi hai donato tutto te stessa dentro di me albergava la paura che lui ti portasse via da me. Forse per questo quando ci siamo messi insieme ti ho tenuta distante dal collegio e dalla possibilità di incontrarlo. Per questo motivo ti dicevo che avrei portato io i bambini al Santa Maria al posto tuo. In fondo, come era figlio di Inga, Gabriel lo era anche di Thomas e sapevo che ci sarebbe sempre stata la possibilità che vi incontrasse.
Da subito ti feci la richiesta di consegnare i bambini al Santa Maria e tu fiduciosa non mi facesti domande, accettasti senza remore lasciandomi andare. Ebbene sì! Ti ho manipolata. O dovrei dire, vi abbiamo manipolato. Ti ricordi che ti dissi di aver conosciuto Marina? Ebbene anche lei aveva iniziato ad agire come me, portava il figlio di Thomas al collegio. Compresi in quel momento di avere un legame con lei. Ci presentammo e chiacchierammo sotto lo sguardo vigile di Taddheus e Inga. Forse anche loro all'epoca capirono ciò che a noi non fu chiaro. Il legame che era appena nato tra me e Marina. La invitai a prendere un caffè prima che raggiungesse Thomas, lei accettò e durante il caffè mi invitò a tenerla informata sui tuoi figli. Le risposi che potevo inviarle degli aggiornamenti, ma che ci sarebbe stato il rischio di annoiarla poiché quando scrivo vado spedito, senza filtri divento loquace e racconto tanto. Non solo dei bambini ma anche di me e tutto ciò che mi circonda. Ella acconsentì lasciandomi il suo indirizzo, aprendo così il nostro legame epistolare che lettera dopo lettera, anno dopo anno divenne qualcosa di più. Me ne sono reso conto negli ultimi periodi, da quando non posso più portare i bambini a Monaco, da quando non posso più incrociare il suo sguardo castano. Sapphire mi sono innamorato di lei. So che questa mia dichiarazione arriva nuda e cruda, senza filtri. Quando scrivo, ahimè, sono così. Alla scoperta di questo sentimento verso Marina ero turbato, amavo te, ne ero sicuro. Ti volevo al mio fianco, ti amavo e desideravo solo da te una famiglia. Ma amavo anche lei, il suo cuore, la sua risata, la sua enorme generosità nell'accogliere tutti i figli di Thomas e i nostri, nel suo calore. Quando le portai Raziel e Chamael per il suo matrimonio non ebbi bisogno di dirle nulla. Li accolse a braccia aperte includendoli nel suo abbraccio e ringraziandomi per avergli portato Chamael. Marina è così! Il nostro rapporto è stato così, etereo e puro, per me un amore platonico di cui non riuscivo a fare a meno. Ultimamente le nostre confidenze epistolari sono diventate più svelte, ci stiamo sentendo tramite mail. Marina sentiva il bisogno di sentirmi preoccupata per l'evolversi della mia malattia. Ho cancellato tutte le mail dopo averle fatte stampare dal mio segretario. Non le troverai, sono un codardo, ho custodito questo sentimento solo per me ed ho chiesto ad Armand di inviare tutto a Marina alla mia morte.
È per questo amore che ti chiedo di andare da Thomas alla mia morte. Lui che ti ha sempre protetta ti sarà vicino, Marina che comprenderà il tuo dolore anche. Non chiuderti in te stessa Sapphire e soprattutto non permette che Andrew prenda di nuovo il sopravvento nella tua vita, proteggi i nostri figli anche per me.
Parlando di figli, leggendo questa mia avrai capito perché ho deciso di mandare i gemelli alla Boston Latin school. Ebbene, mi piacerebbe che conoscessero Marina, sperando che uno dei tre mi assomigli, anche se salteranno agli occhi studenti europei con cognome Nasseaux.
Un'ultima cosa. Fai il possibile per portare con te Chamael a Boston, Marina lo sa, come me aveva capito.
Lui è figlio di Pollyn Gertrude McAllister, i suoi genitori hanno il pub McAllister ad Edimburgo. Pollyn si è sposata con Edmund Holstein, proprietario di una catena alberghiera in Germania. I Villa Thea. Lynn era una dei suoi chef prima di aprire il suo ristorante.
Ella è la madre naturale di Raziel Isaak e Chamael Hugo, appena mi sono accorto della somiglianza chiesi delucidazioni a Sean. Non so per che tipo  di ripicca Pollyn abbia voluto un altro figlio da Thomas. Sono solo a conoscenza del fatto che lui non immagina l'esistenza del bambino, quando ne parlai con Marina mi assicurò che Thomas era estraneo ai fatti.
Sappiamo entrambi, io, te, Marina e la madre di Thomas che Chamael  è stato praticamente abbandonato a se stesso dalla sua madre. Con la minaccia di rivelare tutto a Thomas quando abbiamo preso la custodia del bambino, ho avuto conferma che egli non ne sappia nulla. Rosalie si è comunque data d'accordo che crescessimo noi il piccolo, con la sensibilità del piccolo. crescere in un ambiente diverso da quello Europeo sarebbe un trauma, come anche separarlo da Raziel. Il legame indissolubile che lega due fratelli di sangue è evidente. Ma non potevo lasciare Chamael a Molly, il suo matrimonio con Sean è in crisi da anni ed agli antipodi di Pollyn. Per queste ho seguito lo stesso tipo di affidamento per Chamael, ovvero lasciarlo in custodia a te. Questo dimostra che in tutti questi anni Thomas si è sempre e solo fidato di te e di nessun altro per avere cura dei suoi figli. In questi anni mi hai dimostrato che hai tanto amore da dare e che Thomas Keller aveva ragione, sei la persona giusta.
Nelle lettere che ho consegnato a Chamael, ho scritto di Thomas. Lui saprà in quella lettere che dovrà leggere a diciotto anni il perché delle mie decisioni. All'interno di essa oltre il nome del padre ho consegnato anche una lettera per Thomas, per ringraziarlo di tutti gli anni con Chamael.
Non c'è un indirizzo, confido in te Sapphire. Se ancora non sei andata da Thomas, prendi adesso il bambino e portalo con te dal padre.
So che sarà assurdo, non mi sono mai permesso neanche di sfiorare la mano a Marina. Ma dalle un bacio da parte mia quando arrivi a Boston. Ho consegnato ad Armand delle lettere anche per i nostri gemelli, volevo loro chiedere scusa per la mia debolezza, quella di farli crescere senza un padre. Sicuramente adesso che li incontrerò e parlerò con loro, non capiranno ciò che dirò loro. Come possono dei neonati capire? Per questo da testamento le lettere saranno consegnate sempre all'età di diciotto anni.
Ti amo Sapphire, grazie di avermi letto, grazie di avermi amato, grazie di avermi dato la bella vita che ho sempre sognato.
Sarete sempre nel mio cuore, tu e i nostri amati figli, i tuoi genitori, Elisabeth e Oscar. Addio per sempre. Tuo Stephan.
Ps: Armand ha per te una dichiarazione lasciatami da Oscar ed Elisabeth. Quando i due non ci saranno più chiedila pure al mio segretario, è un lasciapassare per la tua libertà.»

Conclusi la lettera in lacrime. Piangevo e singhiozzavo senza tregua come una bambina piccola che si era sbucciata le ginocchia.
Non poteva essere! Non era vero? Chamael era figlio di Thomas nonché fratello di Raziel e io come una stupida non avevo letto subito la lettera. Come una stupida mi ero lasciata accecare dal dolore per la scomparsa di Stephan e avevo rimandato più volte di leggere.
Stephan! Il mio Stephan si era innamorato di un'altra, Marina. Non gliene feci una colpa, ella era più bella di me ed anche più coraggiosa. Non potevo biasimarlo, avevo deciso di essere la sua amante, ragion per cui avevo sempre saputo di poterlo perdere per un'altra donna.
Non mi sarei aspettata la moglie di Thomas però. Sicuramente un amore a senso unico. Da come parlavano le lettere i due si erano conosciuti prima di quando Stephan mi aveva accennato di aver conosciuto Marina. Quindi al matrimonio di lei già ne era innamorato.
No! Rilessi la lettera attentamente. Lo aveva capito durante la degenza.
Mi asciugai gli occhi. Stupita, ero stata una stupida a non leggere la lettera prima a non capire che Chamael e Raziel erano fratelli. Che stupida a vedere una somiglianza in Rafael e non in Isaak. Sussultai.
No! Non ero stata stupida, anche se non sembrava i due si somigliavano proprio perché fratelli, poi ovviamente i tratti somatici differivano per evidente somiglianza anche alle madri.
Durante quella lettera lessi più volte la lettera di Stephan. Al mattino quando mi svegliai sorridevo. Non gli facevo una colpa per aver amato anche Marina, per giunta in modo platonico. Dovevo inoltre dargli atto che in cuor mio ancora amavo il giovane Thomas Keller. A differenza di tanti anni ancora mi batteva forte il cuore quando sentivo la sua voce all'altro lato del telefono. Tremavo emozionata quando a Natale aprivo il suo regalo di Natale. All'inizio non capii, mia madre arrivava a pranzo e posava il pacco sotto l'albero. Il primo Natale ricevetti un anello in oro bianco con tre diamantini, ne restai sorpresa. Quando mamma mi disse che me l'ero meritato per aver portato a termine la gravidanza di Thomas lo accettai, insieme al regalo che donò al bambino una catenina col ciondolo di un angelo.
L'anno successivo ricevetti il primo foulard, appena lo vidi, semplice, un neutro color zaffiro, ebbi un tremito. Il colore era lo stesso zaffiro dell'anello che portavo al dito al posto della fede, quello che Thomas mi aveva regalato solo due anni prima. Mi diedi della stupida pensando che non poteva essere suo. Così accantonai l'idea, come i foulard che arrivavano ogni anno. Erano di varie fantasia, ciò che li accomunava era la presenza del color zaffiro in ognuno di loro. Ancora i sospetti crebbero in me, poi il Natale dopo la nascita di Diamond ricevetti un altro gioiello. Un un girocollo di perle con un pendente di zaffiro per me, una di mini perle per Diamond. Misi definitivamente i dubbi da parte, i doni non erano da parte di mia madre, venivano da Thomas. Gli anni erano passati, ma la tradizione era rimasta e anche io ne avevo presa una, facevo arrivare ogni anno, alla sua segretaria, una cravatta per Natale a Thomas. Non sapevo se la ricevesse, ma gliene regalavo una ogni anno, era una tradizione. E nonostante il matrimonio con Marina non era sfuggito un anno senza che io ci scambiassimo quei doni, i regali aumentavano ed arrivavano anche ai bambini, in capo a tutti però c'era il mio foulard. E ogni volta che aprivo quel regalo era sempre un tremito al cuore.
Potevo quindi io accusare Stephan? No, assolutamente no. Però potevo muovermi e cercare Chamael, avevo un nuovo indizio e dovevo sfruttarlo.

 

   
 
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