Cap. 6: Angels in disguise
After the
storm there is calm but flame inside still burns
A touch of sin left me undone but still willing
for more
Right after dawn, we will witness the fall
Of purity and hope, with broken wings we'll
mourn
From now on, on this flight I will be
Like the blazing moonlight I will shine
Open your eyes, feeding you lies
They came like angels in disguise
Holding you just to let you go throughout the
flight
Frightening sight, we've been too blind
To see the
dark behind their eyes
As despite
their silky wings they can still bite
Angels in
disguise!
(“Angels in
disguise” – Frozen Crown)
Come sempre, non era possibile che le
cose andassero bene neanche per una giornata!
Per fortuna Din e Cassian avevano
trascorso una notte dolcissima e piena d’amore e tenerezza e anche Grogu si era
riposato, perché dal mattino seguente tutto sarebbe stato difficile e
drammatico, specialmente per Cassian.
Din aveva dichiarato che voleva
partire presto la mattina successiva per arrivare il prima possibile dall’Armaiola
e, difatti, alle prime luci dell’alba era già pronto, svegliò con un tenero
bacio un Cassian ancora in piena catalessi e poi si rimise armatura ed elmo.
Grogu era già sveglio e sorridente, guardava Cassian con un interesse che non aveva
mai dimostrato prima e Din si chiese se, per caso, durante la notte avesse
aperto il guscio e visto loro due che facevano
cose, ma poi scrollò il capo dicendosi che era troppo piccolo per capire,
anche nel caso in cui li avesse effettivamente visti sotto le coperte.
O almeno questo era ciò che credeva
lui, ma in ogni caso non ci fu tempo per approfondire l’argomento perché
Bo-Katan, anche lei in tenuta da battaglia, elmo e armatura, bussò alla loro
porta.
“Din, Cassian, mi dispiace molto
svegliarvi, ma siamo attaccati! Ci sono delle navi dell’Impero che stanno
venendo verso di noi, dobbiamo difenderci!” esclamò agitata, non appena il
Mandaloriano le ebbe aperto.
“Non preoccuparti, eravamo già tutti
svegli perché ci preparavamo a partire” rispose Din, tranquillizzandola, e
facendo finta di non vedere Cassian che era rimasto seduto sul letto, vestito,
con lo sguardo perso nel vuoto. “Prenderemo lo Starfighter e li abbatteremo.”
“Perfetto, io farò lo stesso con il
Gauntlet” dichiarò la donna, e si affrettò a raggiungere la sua nave.
“Cassian, sbrigati, dobbiamo partire
immediatamente, le navi imperiali ci attaccano” disse il Mandaloriano al
compagno, cercando di riportarlo ad una condizione un tantino meno vegetativa
di quella in cui si trovava.
“Le navi? L’Impero? Ma dove siamo? L’impero
è stato sconfitto, no?” borbottò Cassian, rimettendosi in piedi a fatica.
“Evidentemente i soldati che pilotano
queste navi non lo sanno” ribatté Din. “Insomma, è così che facevi quando
partecipavi alle missioni della Ribellione? Non eri l’eroe di Rogue One? Torna
in te, avrò bisogno del tuo aiuto per pilotare lo Starfighter e abbattere i
nemici… temo che li abbiamo attirati noi qui, non volendo. Non c’è altra
spiegazione, comunque li distruggeremo e la cosa finirà qui.”
Cassian ritrovò se stesso e una certa
lucidità mentale, l’adrenalina faceva bene il suo lavoro. Comunque seguì Din,
Grogu e Bo-Katan piuttosto scocciato.
“Quando partecipavo alle missioni con
i Ribelli ero più giovane, accidenti” brontolò tra sé. “E sono passati più di
dieci anni dalla missione con la squadra di Rogue One…”
Eh già, il tempo passa per tutti! Ad
ogni modo Din, Cassian e Grogu raggiunsero lo Starfighter e si alzarono in volo
mentre Bo-Katan li precedeva con il suo Gauntlet. Le navi imperiali inizialmente
erano poche e i nostri amici riuscirono a distruggerle con una certa disinvoltura,
tuttavia ben presto aumentarono sempre di più e solo la grande abilità di Din,
Cassian (ormai sveglio e reattivo) e Bo-Katan consentì loro di avere la meglio.
“Queste non sono solo le poche navi
di un Signore della Guerra imperiale, mi chiedo cosa… oh, NO!” esclamò la
Mandaloriana, vedendo che altre navi imperiali si dirigevano verso il suo
palazzo e lo bombardavano.
“Non possono distruggere il castello
di Bo-Katan” gridò Cassian, inorridito. “Dobbiamo fermarli!”
“Purtroppo non possiamo, sono troppi
e ne stanno arrivando altri” rispose Din. “Anzi, dobbiamo andarcene
immediatamente da qui, altrimenti ci abbatteranno. Bo, seguimi e preparati per
il salto nell’iperspazio!”*
La donna, seppur addolorata nel
vedere la distruzione del suo palazzo, della dimora della sua famiglia, senza
poter fare niente, fu costretta a obbedire al Mandaloriano per salvarsi la
vita.
Compiuto il salto nell’iperspazio, tuttavia, Bo-Katan si fece sentire di nuovo.**
“Quei maledetti hanno distrutto la
mia casa, ma gliela farò pagare, lo giuro” affermò, piena di rabbia e dolore. “Ora
dove ci stiamo dirigendo?”
“Stiamo andando in un rifugio
Mandaloriano, è lì che vive l’Armaiola con i Figli della Ronda” rispose Din. “Il
mio clan si è nascosto là ed è così che è sopravvissuto alla Purga, riprendendo
a vivere secondo usi e costumi dei nostri antenati.”
“Ovviamente” commentò Bo-Katan,
caustica, dando così voce anche a quello che aveva pensato Cassian. Però che
altro potevano fare? Lei non aveva più una casa e non sapeva dove andare, sarebbe
stata costretta ad accettare un sistema di vita che non approvava per
sopravvivere e al resto avrebbe pensato in seguito.
E così, qualche tempo dopo, lo
Starfighter di Din e il Gauntlet di Bo-Katan atterrarono sulla stessa spiaggia
dove, qualche settimana prima, Din aveva salvato i suoi compagni da un mostro
marino, bombardandolo con lo Starfighter. Quando scesero dalle navi, tuttavia,
vennero accolti dal Comitato di benvenuto
dei Figli della Ronda che, a quanto pare, prevedeva una ventina di
Mandaloriani armati e con i blaster puntati e quel gran simpaticone di Paz
Vizla in prima fila!
Ecco, cominciamo bene, c’è già quello stronzo di Paz Vizla… e che cavolo, a
vederli tutti così impettiti e minacciosi e con quei cavolo di elmi sembra di
essere tornati in mezzo ai soldati imperiali, pensò Cassian. Non era preoccupato per l’accoglienza di Paz Vizla, dell’Armaiola
o degli altri Mandaloriani, quello che lo angosciava era il fatto che, a quel
punto, sarebbero dovuti restare lì per forza, anche Bo-Katan non aveva più un
posto dove andare e, anzi, avrebbero dovuto essere grati se avessero accettato
di ospitarli! Lo stomaco di Andor iniziò a torcersi per l’ansia, la rabbia e l’amarezza.
Non sarebbe dovuta andare così, proprio no!
“Cosa ci fate voi qui?” chiese, cordialmente come sempre, l’adorabile Paz Vizla con il blaster
puntato e altri compagni e compagne che lo seguivano e sembravano pronti a
sparare da un momento all’altro. “Din Djarin, tu sei un apostata e sei stato
bandito dal nostro clan. Quello là con te è uno straniero e non lo vogliamo
qui, e chi è quella donna?”
“Vuoi che ti dica dove puoi infilarti
esattamente quel blaster, gran figlio di…” iniziò Cassian, già esasperato, ma
Din e Bo-Katan lo fermarono prima che fosse troppo tardi… se già non lo era!
“Non sono più un apostata, mi sono
redento immergendomi nelle Acque Viventi delle miniere di Mandalore” rispose
Din.
“E io posso confermarlo, visto che
ero con lui. Sono Bo-Katan del clan Kryze” disse lei.
E io sono Cassian Andor, quello che ti romperà il culo, avrebbe voluto proseguire il giovane pilota, ma per sua fortuna Din e
Bo-Katan si erano messi davanti a lui perché non peggiorasse la situazione.
“Bo-Katan? Ah, ancora meglio, allora
siete tutti e due apostati e ve ne dovete andare!” ripeté Paz Vizla, che a
quanto pare non era solito ascoltare ciò che gli dicevano gli altri.
“Mi sono immerso nelle Acque Viventi
e sono stato purificato, ho qui la prova” insisté Din con un’invidiabile calma
e pacatezza, mostrando al Mandaloriano la fialetta in cui aveva raccolto un po’
di quell’acqua.
“Sono solo menzogne, Mandalore è un
pianeta maledetto e le miniere non esistono più!” ribatté Paz Vizla.
“Non è così, vi hanno mentito proprio
perché volevano che rimaneste nascosti, ma io ci sono stato e ora so la verità,
voglio parlarne subito con l’Armaiola” disse Din.
“Vuoi raccontare anche a lei le tue
bugie?”
“No, vuole parlare con una persona
che magari ascolta invece di aprire la bocca e darle fiato” reagì Cassian, che
davvero non ne poteva più. “Ci sono stato anch’io in quell’accidente di posto,
abbiamo rischiato la vita più volte per fare questa cosa della purificazione e
già che c’ero mi sono immerso pure io e ho fatto il giuramento al vostro Credo,
per cui ora sono un Mandaloriano come te, solo meno stronzo. Mi sa che tenere
sempre l’elmo ti ha fatto male al cervello, non ti arriva l’ossigeno…”
“Bene, porterò io stesso la prova all’Armaiola
e sarà lei a decidere” lo interruppe Din, premendogli una mano sulla bocca e
avviandosi verso il gruppo di Mandaloriani armati e ostili, trascinandoci anche
un Cassian molto riluttante, mentre Bo-Katan e Grogu li seguivano.
Paz Vizla era effettivamente uno
stronzo, ma non poteva rifiutare di condurre Din e gli altri al cospetto dell’Armaiola.
In caso, sarebbe stata lei a condannarli se quell’acqua non fosse risultata ciò
che il Mandaloriano affermava essere.
La stessa sceneggiata si ripeté nella
grotta dell’Armaiola, ma lì Cassian pensò che fosse meglio tacere e aspettare
che fosse proprio lei a provare che quanto aveva detto Din era vero e a far
fare ancora una volta una gran figura di merda a Paz Vizla, come già era
successo dopo il duello per la Spada Oscura.
L’Armaiola prese la fiala e versò
alcune gocce nell’acqua di raffreddamento della fucina e, vedendo che questa
iniziava a illuminarsi e risplendere, comprese che il Mandaloriano aveva detto
la verità.
“Queste sono veramente le Acque
Viventi, Din Djarin non sta mentendo” affermò, e Paz Vizla zitto! Poi si
rivolse a Din. “Din Djarin, ti sei immerso nelle Acque Viventi?”
“Sì, e ho ripetuto il mio giuramento
al Credo Mandaloriano” rispose lui.
“Allora sei redento e puoi tornare a
far parte dei Figli della Ronda. Questa è la Via” dichiarò l’Armaiola. E a quel
punto, con grande sorpresa di Cassian, tutti i Mandaloriani, compreso quell’idiota
di Paz Vizla, ripeterono a una sola voce Questa
è la Via e si misero a complimentarsi con Din, dandogli pacche sulle spalle
e dicendogli che era il bentornato… e solo pochi attimi prima sarebbero stati
pronti a sparargli!
Questa gente non è normale, no, davvero, non è normale, l’elmo gli
atrofizza il cervello, accidenti, ma come faccio io a sopportare di stare con
questi anche per un solo giorno?
“Bo-Katan del clan Kryze, anche tu ti
sei immersa nelle Acque Viventi?” domandò poi l’Armaiola alla Mandaloriana,
ignara dei tormenti del povero Cassian.
“Sì, mi sono immersa per salvare la
vita a Din che stava andando a fondo” spiegò la donna.
“E da allora hai mai tolto l’elmo in
presenza di altri?”
“No” rispose Bo-Katan, anche se, in
realtà, era stato solo un caso. “L’ho tolto solo a casa mia, da sola con i miei
droidi, ma neanche una volta di fronte a un essere vivente.”
“Molto bene, allora anche tu ora sei
redenta e, visto che la tua casa è andata distrutta, potrai restare qui con noi
come ospite” disse l’Armaiola.
Cassian non poteva vedere in volto
Bo-Katan, ma era sicuro che la sua espressione non fosse molto diversa da
quella che aveva lui…
“Ti ringrazio ma io… io non seguo la
vostra Via” obiettò.
“Non ha importanza se, fino a quando
resterai qui, seguirai le nostre Regole. Noi qui viviamo al modo dei nostri
antenati e tu potrai rimanere per tutto il tempo necessario. Ovviamente sarai
anche libera di andartene quando vorrai” concluse l’Armaiola. “Questa è la Via.
Benvenuta, Bo-Katan.”
E, ancora una volta, i Mandaloriani
in coro ripeterono Questa è la Via e
si misero a fare gli amiconi con Bo-Katan come se non l’avessero stramaledetta
fino a poco prima.
Infine, l’Armaiola si rivolse a
Cassian.
“Hai detto a Paz Vizla di esserti
immerso anche tu nelle Acque Viventi e di aver fatto il giuramento da
Mandaloriano. È così?” gli domandò.
“Sì, è così. Mi sono inginocchiato
nelle Acque Viventi e ho giurato di seguire le Regole del Credo” rispose
Cassian, che avrebbe tanto voluto aggiungere E mi sono bagnato tutto e comunque le Regole del Credo non comprendono
la tirannia dell’elmo e io non voglio essere uno del vostro clan!
“Io e Bo-Katan possiamo
testimoniarlo, ha fatto il suo giuramento davanti a noi e io stesso gli ho
suggerito le parole esatte da pronunciare” intervenne Din. “Adesso Cassian
Andor è un Mandaloriano come tutti noi.”
Accidenti, spero proprio di no, non vorrei mai essere come quei fanatici
là, pensò Cassian, ma ancora una volta
scelse saggiamente di tacere.
“Non è un Mandaloriano, non ha
neanche l’armatura e non porta l’elmo, non sta seguendo la Via, è un apostata!”
protestò Paz Vizla.
“E tu sei un imbecille, ma ti tengono
lo stesso nel clan, forse gli fai compassione” reagì Cassian, come morso da un
serpente. “Come cavolo facevo ad avere l’armatura e l’elmo se sono diventato
Mandaloriano l’altro ieri? Tu ci sei nato
con armatura e elmo incorporati?”
“Cassian Andor, se vorrai restare con
noi dovrai imparare a tenere a freno la lingua, oltre all’elmo in testa” lo rimproverò
l’Armaiola. “Ma anche tu, Paz Vizla, ti stai dimostrando arrogante e prepotente
con un nuovo fratello che è venuto a chiedere la nostra ospitalità, e questo è
contro il Credo. Inoltre ciò che hai detto è irragionevole, perché Cassian
Andor è diventato da poco un Mandaloriano: pertanto sarò io stessa a forgiare l’armatura,
l’elmo e l’equipaggiamento per lui.”
Cassian questa non se l’aspettava
proprio e rimase a bocca aperta. Forse l’Armaiola, alla fine, non era poi così
male e, ancora una volta, aveva fatto fare la figura del coglione a Paz Vizla,
il che non guastava affatto!
“Io… ti ringrazio… non pensavo che…”
Andor era davvero imbarazzato.
“Credevi che mi sarei rifiutata di
forgiarti l’armatura, vero? Te lo leggo in faccia, immagino che a te l’elmo
sarà molto utile” commentò la donna con un tocco di ironia che non si sarebbe
sospettato possedesse.
“È comunque un apostata, dovrebbe
immergersi di nuovo nelle Acque Viventi per redimersi!” insisté Paz Vizla. Era
chiaro che lui e Cassian non sarebbero mai diventati migliori amici…
“Non sarà necessario, visto che lui
non possedeva un elmo” sottolineò l’Armaiola,
che ora iniziava davvero a spazientirsi. “Quando avrò forgiato l’armatura e l’elmo
per lui, basterà che compia il suo battesimo nelle acque del mare come facciamo
fare ai nostri piccoli, ripeterà il giuramento e solo a quel punto avrà il
dovere di indossare sempre elmo e armatura fin quando resterà qui. Questa è la
Via. Benvenuto anche a te, Cassian Andor.”
“Questa è la Via” ripeterono per la
terza volta a una sola voce gli altri Mandaloriani, compreso Paz Vizla. Cassian
ringraziò l’Armaiola pensando di averla davvero mal giudicata, tuttavia un
brivido gli corse lungo la schiena nel sentire quelle voci tutte insieme, quel
pensiero collettivo che seguiva le direttive dell’Armaiola… quella mancanza di
libertà e di spirito critico che gli ricordava tanto i cloni e i soldati dell’Impero.
Si chiese per quanto tempo sarebbero
dovuti restare il quel pianeta desertico e roccioso, vivendo come i
Mandaloriani di secoli e secoli fa… e per quanto avrebbe conservato la salute
mentale se fosse dovuto rimanere lì un giorno in più del necessario.
La cosa peggiore, per lui, era che
invece Din pareva perfettamente a suo agio e felice di essere stato nuovamente
accolto nel suo clan, era sereno e soddisfatto con i suoi fratelli e sorelle
Mandaloriani.
Non per la prima volta, Cassian
iniziò a dubitare del fatto che lui e Din avessero veramente un futuro insieme,
e il solo pensiero lo frantumò in mille pezzi che gli si conficcarono
dolorosamente nel cuore.
Forse, in certi momenti, avere un
elmo dietro cui nascondersi sarebbe stato utile…
Fine capitolo sesto
* Nella saga di Star Wars il salto
nell’iperspazio è un modo per percorrere tratti immensi (anni luce) in poco
tempo, anche in meno di un’ora, le navi spaziali che possono farlo usano una tecnologia
evoluta che permette di viaggiare piegando spazio e tempo. Richiede che l’astronave
abbia un motore speciale detto a
iperguida e una grande abilità da parte dei piloti (massima precisione,
calcoli complessi e l’uso di coordinate prestabilite per giungere in un’area
sicura).
** Ovviamente le evolutissime navi di Star Wars hanno anche dei sistemi
radio che permettono facili comunicazioni da una nave spaziale all’altra in
qualsiasi condizione.