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Autore: HoneyNeechan    16/04/2024    0 recensioni
In "Tutti i nodi vengono al pettine" cominciamo finalmente la vera e propria storia di Lola, Richard, Shitsu e dei personaggi dell'Universo delle TMNT 2012. Per conoscere meglio le loro introduzioni ecco la lista dei capitoli precedenti in ordine cronologico:
Incontro
Riflessioni
Giovane tartaruga in fuga
Riflessioni parte 2
Giovane tartaruga cerca guai
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Era sera tardi; ma chi voleva prendere in giro, era notte inoltrata! Ma d’altronde cosa importava? 

Con lo sguardo fisso sulle gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra, Richard mandò giú l’ennesimo bicchiere di vino; aveva scelto quella bevanda invece dei suoi soliti super-alcolici con l’illusione che la sbronza gli sarebbe arrivata piú lentamente.

Ovviamente si sbagliava.

Seduto sulla poltrona nuova, con le gambe appoggiate sui braccioli del divano lí vicino, unico pezzo d’arredamento ad essersi salvato dal suo scatto d’ira, avvertiva la mente annebbiarsi e le palpebre farsi sempre piú pesanti; si sarebbe sicuramente addormentato se non fosse stato per l’improvvisa presenza apparsa nella stanza.

- Ciao fratello, come va il processo di autodistruzione? -.

Il giovane sorrise al tono di scherno della kunoichi: - Oh non mi lamento… Il veleno che ho scelto per la mia lenta fine ha un aroma delizioso… -, ne prese un altro sorso, indicando poi con un cenno la bottiglia lì accanto, - Non ne é rimasto molto ma… se vuoi approfittarne… -.

- Non essere ridicolo Daichi, sai che non-! -, Karai non ebbe il tempo di concludere la frase che si ritrovò a dover evitare di essere colpita dal bicchiere che il fratello le aveva lanciato contro, ora frantumato contro la parete, il vino rosso che lo macchiava come fosse un’oscura macchia sanguinolenta.

- Non chiamarmi in quel modo Karai… -, sibilò minaccioso Richard, gli occhi che gli ribollivano di un’ira improvvisa. Odiava sentire pronunciare quel nome al quale non voleva essere in alcun modo associato.

La ragazza si morse le labbra, impedendosi di replicare con una frecciatina sarcastica; Daichi…o meglio, Richard, non aveva la stessa pazienza del padre, soprattutto non sotto l’effetto dell’alcool.

- Come vuoi… -, mormorò, avvicinandosi poi con cautela a lui e porgendogli un altro bicchiere preso dal tavolino li vicino, accanto alla bottiglia.

- Grazie sorellina… sei cosí gentile -, le sorrise affabile ora, la rabbia completamente sparita dal suo viso; bevve il vino, dopodiché lasciò ricadere la testa all’indietro con un sospiro stanco, 

- Detesto questo lato di me… mi ricorda troppo lui… -, sussurrò piú a se stesso che alla sorella, mentre questa si sedeva sul bracciolo della poltrona, accanto a lui.

- Anche io ti detesto quando sei in questo stato fratello, ma ti perdono -, gli concesse, passandogli una mano tra i capelli verde fluo, prima di lasciarsi scappare un altro commento: 

- Sarebbe ora ti rifacessi la tinta, ti si vede la ricrescita fratellone -.

Lui non la stava guardando, ma sapeva perfettamente che stava sorridendo dispettosa. 

- Non rompere Karai… -, replicò, facendole una linguaccia molto infantile, strappandole una risatina alla quale si uní poco dopo; lasciò che lei continuasse a carezzargli i capelli, muovendo di poco il viso per poterla guardare in volto.

Karai era cresciuta; l’ultima volta che si erano visti era stato prima che lui scappasse dalla tirannia del padre ancora un volta, con lei che all’ultimo si rifiutava di seguirlo in preda ad una lealtà che non sarebbe mai riuscito a comprendere. Era solo una bambina allora, mentre adesso stava sbocciando in tutta la sua tremenda bellezza. Richard sollevò un poco la mano, facendo scorrere le dita su una guancia morbida di lei, sentendo sotto i polpastrelli la morbidezza di quella pelle candida. Dio, quanto le era mancata!

Senza rendersene conto aveva dovuto dar voce a ciò che stava pensando, perché Karai ridacchiò ancora una volta, scuotendo un poco la testa: - Non ti ricordavo cosí sentimentale fratello. Forse dovresti smetterla di bere quel vino, prima di poter dire ancora qualcosa con cui potrei ricattarti -.

Un ghigno impertinente si fece strada sul volto del ragazzo: - Attenta ragazzina, non sai quel che dici… Non giocare col fuoco se non vuoi finire abbrustolita… -. Non era una vera minaccia, ma Richard doveva pur mantenere la sua immagine di fratello maggiore contro l’impertinenza di lei.

- Dimmi piuttosto… che novità ci sono? -, chiese dopo qualche secondo in cui entrambi avevano goduto di un placido silenzio, interrotto solo dallo scroscio della pioggia.

- Nostro padre è come al solito cocciuto ed incentrato sul cercare la propria vendetta contro i suoi nemici. Non vuole sentire ragioni, sebbene ci sarebbero problemi più gravi che distruggere Hamato Yoshi -.

- Fammi indovinare… Un’invasione aliena ad esempio? -.

Alle parole di Richard seguì un silenzio carico di interrogativi, durante il quale il ragazzo continuò ad assumere vino, la piacevole sensazione della sbronza imminente che pian piano si faceva strada nella sua mente.

- Come fai a… -

- Ho i miei informatori sorellina -, sorrise sardonico lui senza lasciarle finire la propria domanda, - Se pensavi di stupirmi devo purtroppo spegnere il tuo entusiasmo. So anche delle tartarughe -.

- Ma che diavolo Richard! -, sbottò lei, improvvisamente arrabbiata, - E allora che cosa cavolo mi hai mandata a chiamare a fare? Sai quanto ho rischiato per venire qui?? -, si tirò in piedi, facendo qualche passo lontano da lui, un’espressione quasi tradita sul viso, ispessita dal pesante trucco dalle sfumature nere e rosse attorno agli occhi.

Il ragazzo non fu stupito da quell’accesso d’ira, anzi quasi se l’aspettava in fondo: Karai era sempre stata una ragazza che aveva dovuto lottare per riuscire ad ottenere una posizione di rispetto, e il vedersi surclassare così, anche se si trattava solo di misere informazioni, aveva sicuramente offeso il suo ego.

Le sorrise tranquillamente, facendole cenno di avvicinarsi: - Il fatto che volessi rivederti dopo anni di lontananza non è abbastanza per te, Karai? -.

Lei, però, non si avvicinò, continuando a fulminarlo con lo sguardo: - Conosci la mia situazione fratello. Il fatto che tu mi abbia messo in pericolo solo per una questione sentimentale… -.

- Non saresti in pericolo se non ti fossi rifiutata di venire con me quando te l’ho chiesto -, replicò il ragazzo di scatto, velenoso quanto una vipera, lasciando fosse l’alcool a parlare; se ne pentì immediatamente quando con la coda dell’occhio vide la ragazza allontanarsi verso la finestra per andarsene.

Si lasciò scappare un sospiro… Certe volte si comportava proprio da idiota…

- Karai, aspetta. Per favore -, aggiunse con tono quasi implorante.

La giovane si fermò, senza però voltarsi, in attesa.

- Conosco abbastanza nostro padre da sapere che cercherà di trascinarti all’Inferno con sè. Fatti furba e cerca piuttosto di allearti con quelli che lui definisce nostri “nemici”, invece di combatterli. Sarebbe la cosa giusta da fare per sopravvivere, credimi… -.

L’ultima cosa che sentì prima di addormentarsi a causa del vino, fu la finestra dell’appartamento chiudersi dietro le spalle della sorella.

 
   
 
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