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Autore: Spensieratezza    17/04/2024    3 recensioni
Il primo giorno di scuola, Merlin conosce un ragazzo prepotente di nome Arthur e questo incontro gli sconvolgerà la vita.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Colin era scioccato oltre ogni dire. In che senso e in quale mondo salvi la vita a qualcuno e diventi il suo servitore?
 
“Non succederà MAI NELLA VITA che io serva Arthur Pendragon!! E poi quale razza di ricompensa sarebbe???”
 
“La ricompensa sarebbe vivere a casa sua, che è una reggia. Il padre di Arthur è miliardario.”
 
Vivere con Arthur??? Sembra sempre più simile a una punizione!!”
 
“Andiamo. Non può essere così terribile!”
 
“Papà, ma tu, da che parte stai, eh? E poi..no, non è così terribile, ma..”
 
Ma che sto dicendo??
 
“Ma io non voglio! Ecco tutto.
 
“Perché??”
 
“C-come perché? Tu andresti a vivere con questi sconosciuti, solo perché sono miliardari?”
 
“Io direi che sono molto curioso di conoscere questo Arthur. Ti fa agitare e finire in sogni mistici la notte, poi ti adoperi addirittura in un mistico salvataggio. Sono curioso di vedere che faccia ha..per fargli le mie congratulazioni. Ti ha trasformato in un eroe.” Detto questo, Gaius lo abbracciò.
 
“Sono molto fiero di te.”
 
“Papà…” Colin si districò dolcemente da lui. “Non c’è niente di cui essere fieri..anzi, quello che è successo, mi da i brividi ancora adesso..un mio compagno..Arthur..ha rischiato oggi di..”
 
Chiuse gli occhi e si rivide quella cassapanca venirgli addosso.
 
“Ma che sto dicendo? Non è merito mio..Arthur non l’avrebbe certamente preso e voi tutti pensate che io sia un eroe, per niente.”
 
“Ma Colin..”
 
“Adesso scusami, ma voglio andarmene a dormire!! Se arrivano quelli delle tivù, cacciali via!”
 
 
 
 
 
 
*
Quando arrivò a scuola, quella mattina, sperò che il suo exploit di ieri, fosse passato inosservato. Ovviamente non fu così, e la prima cosa che sentì, fu l’abbraccio di Anya, e le fu grato, perché riuscì a distrarlo dalle decine di occhi che lo guardavano a scuola.
 
“Amico, sei un eroe.” Disse Cedric, dandogli una calorosa stretta di mano. “Non riesco a crederci. Sono amico di un eroe.” Disse Cedric vantandosi.
 
“Piantala di chiamarmi così! Non sono un eroe! La tivù l’ha fatta un po’ troppo grossa di quello che è stato.”
 
“Ma è stato Arthur a dire che sei un eroe!” disse Hannah, una ragazza della loro classe.
 
“E poi la tua presa è stata FENOMENALE. Come l’hai acchiappato. La tivù ha fatto il rallenting fino a TRE VOLTE.” Disse Marcus esaltato.
 
Colin aprì la bocca allibito, ma prima che potesse dire qualcosa, Arthur fece sbattere forte il suo armadietto.
Tutti si girarono a guardarlo.
 
“Forse è invidioso che adesso sei più popolare di lui.” Disse Katie al suo orecchio.
 
“Lo sai che sei proprio una cretina, Katie???” sbottò Anya.
 
Colin e Cedric la guardarono. Era così dolce che a volte rimanevi interdetto davanti ai suoi scoppi di rabbia ma nel caso suo, Colin poteva capirla.
 
“Ehi, sta tranquilla, tuo fratello sta bene. L’ho preso con la mia presa e supervelocità da Clark Kent e l’ho portato in salvo.” Disse Colin stringendosela addosso. Non era da lui avere gesti così affettuosi con le donne, ma Anya gli ispirava una tenerezza naturale. Era davvero un peccato che fosse sorella di un tale asino.
 
Cedric dovette capire visto che le allungò un fazzoletto, mentre lei si lasciava andare a un pianto di sfogo.
 
“Grazie..e grazie anche a te per aver salvato mio fratello. “
 
Colin intercettò lo sguardo di Arthur che lo gelò con un’occhiata fulminante. Doveva proprio passare in quel momento?
Gentilmente la lasciò andare. Non aveva proprio bisogno di altre sceneggiate di gelosie fraterne.
 
“La..campanella..ci vediamo dopo?”
 
“Sì…a dopo.” E continuò ad andare via singhiozzando mentre Arthur la fissava preoccupato.
 
 
 
 
Colin si trovava a mensa e per tutto il resto delle lezioni, Arthur lo aveva guardato con disprezzo. Non sapeva se era a conoscenza della proposta di suo padre e fosse di cattivo umore per quel motivo, ma era solo un atteggiamento che gli dava ancora più dimostrazione del fatto che andare a vivere da lui era una cattiva idea! Certo, non era che ci fosse stato molto dubbio in merito.
Appena tornato a casa avrebbe telefonato direttamente a Uther, declinando l’offerta.
Sì, mancavano solo poche ore.
 
Vivere con Arthur sarebbe stato di sicuro un incubo. Non era già una punizione sufficiente averlo intorno per mezza giornata? Forse Uther odiava suo figlio e la punizione per lui era proprio questa! Come aveva fatto a non capirlo subito? Era proprio una mente machiavellica e d’altrocanto buon sangue non ment…
 
FLAP.
 
Ma che….
 
Un aeroplanino.
 
Arthur guardava nella sua direzione.
 
NO!!
LUI??
Srotolò l’aeroplanino con crescente anticipazione e una strana adrenalina nel petto, ma quello che lesse lo lasciò senza fiato.
 
 
Caro Colin,
mio padre ha uno strano senso delle ricompense e non tutte hanno una sua logica
per questo ci sono io
Per ristabilire il giusto senso di quest’ultima.
Non dovete trasferirvi da noi, accetta quindi questa ricompensa per dimenticare lo spiacevole incidente che ci ha visti protagonisti ieri.
 
Colin lasciò andare il biglietto come fosse pelle morta. Guardò dritto davanti a sé senza capacitarsi.
 
“Colin, stai bene, amico?” chiese Cedric.
“Colin, ma che hai?” chiese Anya.
 
Colin non riusciva neanche a parlare. Gli tremavano le gambe e anche le mani. Era stato lui il primo a rifiutare quella strana proposta e allora perché adesso che Arthur l’aveva rassicurato, faceva così?
Forse perché in realtà qualcosa secondo lui era cambiato davvero e il fatto che Arthur lo rifiutasse, peggio, che lo respingesse, che non lo accettasse, lo faceva sentire rifiutato, respinto…e…
 
Cosa diavolo stava facendo? Perché stava andando al suo tavolo??
 
Arthur stava ancora parlando con i suoi compagni, ma all’arrivo di Colin, gli rivolse un’espressione nervosa.
“Ah, sei tu. Che vuoi?”
“Ho ricevuto il tuo strano pacchetto…cosa significherebbe?”
“Mi sembra chiaro..sono la tua ricompensa, no?”
“Stai scherzando, vero?? Ma non ti vergogni??”
 
Arthur sembrò agitarsi sulla sedia.
 
“Che cosa c’è?? Sono pochi? Se ne vuoi di più, dirò a mio padre di..”
 
Colin con uno scatto repentino glieli buttò tutti sul tavolo.
 
NON VOGLIO I TUOI SOLDI, IDIOTA!!”
 
“No..devi concedermi di ripagare il debito!!” disse Arthur agitato, alzandosi, i soldi praticamente dimenticati.
 
“Avevi già un modo per farlo!! Ma evidentemente mi odi così tanto, che pensare di condividere lo stesso tetto con me in una villa lussuosissima è troppo per il tuo fragile equilibrio mentale, vero??”
 
“Ma che stai dicendo..io..non ti odiol!”
 
“Ma io sì!! Ti odio e non verrei mai a vivere da te! Non hai bisogno di corrompermi con i tuoi soldi. Puoi tenerteli!”
 
Si era voltato e si lasciò scappare una lacrima, che gli altri non videro, ma Arthur sì. Le sue sopracciglia ebbero un fremito.
 
“Arthur, se lui non li vuole, li prendiamo noi!” disse uno dei suoi compagni.
 
“Provaci e ti taglio le mani.”
 
 
“Colin, ma dove vai?? Non mangi??” chiese Cedric.
“NO!!”
Anya lo bloccò per un braccio.
 
“Che ti ha detto mio fratello??”
“Dire?? Non ha detto niente, ha ragliato solamente, perché è un asino.”
“Colin..gli hai buttato i soldi per terra!” disse Cedric basito.
“Ti ha offerto dei soldi per non venire da noi, vero?? Vero??” chiese Anya disperata.
“Sì, ma non devi preoccuparti..mi ha fatto solo un favore così ho potuto sbatterglieli sul tavolo. Perché mi guardi così? Credevi che volessi davvero essere il suo SERVITORE?? Scusatemi ma voglio andare a farmi una passeggiata prima dell’inizio delle lezioni.”
 
 
 
Non si curò dei richiami di Anya e Cedric.
Voleva solo andare via. Lontano. Lontano da loro. Da tutti.
Che cosa credeva?
 
Che avrebbero stabilito un LEGAME?
Arthur era così. Tutte le volte che si sono parlati..quella connessione che gli era sembrata di sentire..
 
Lo stava solo prendendo in giro.
In realtà non lo sopportava.
E lui si era illuso che..che potessero diventare..
 
Amici??
E suo padre invece lo vedeva come un SERVO.
 
Arthur neanche quello. Non lo voleva in casa sua. Preferiva offrirgli dei soldi pur di non averlo vicino e lui era anche stato male..in pensiero per lui..
 
Che vergogna. Si sarebbe sotterrato se avesse potuto.
 
Camminò fino al fiume, consapevole che sarebbe tornato troppo tardi per le lezioni e che ormai probabilmente era visto come disagiato da tutta la scolaresca.
Anya e Cedric erano gli unici amici che aveva trovato e ora non vorranno a che fare con lui nemmeno loro.
Forse avrebbe dovuto tenere i soldi di Arthur..una giusta ricompensa per averlo illuso, per avergli provocato degli incubi e uno spavento mica male, era giusto averla.
 
Si sdraiò su un masso a guardare l’aria trasparente che gli dava una sensazione di pace e l’altra notte lo aveva spaventato a morte.
 
L’acqua che paragonava ad Arthur che quel giorno era scappato in bagno e piangeva chissà preda di quali fantasmi che non voleva condividere.
 
E che non avrebbe mai conosciuto.
 
Una lacrima traditrice scivolò dalla sua guancia e si addormentò senza pensarci.
 
Cadde.
 
Giù,
Giù.
Giù.
 
Come preda di un sogno.
 
Volando su un drago.
 
Guidato da un incantesimo.
 
Mosso da un sortilegio.
 
Trainato da un incubo.
 
Lei, che c’era sempre a Salvarlo.
 
 
SPLASH.
 
Qualcuno urlò il suo nome, storpiandolo, ma sapeva che chiamava proprio lui.  
Ci mise un po’ per svegliarsi.
Per accorgersi che il freddo e il bagnato lo aveva avvolto con delle braccia gelate e crudeli ed estranianti.
 
E poi vennero sostituite da altre braccia.
Più comode, accoglienti, gentili..muscolose..
 
Muscolose???
 
“No…anf…anf…anf…”
 
“Tranquillo, ti ho preso. Ti ho preso!”
 
“NO. LUI NO!”
 
“Stai calmo. Ci sono io con te.”
 
Proprio quello che temeva.
 
Tuttavia si abbandonò a quelle braccia così gentili e protettive.
Una beffa del destino che ora era Arthur a salvare lui.
 
 
Nel giro di pochi minuti lo riportò sulla riva.
 
“Stai…ufff…bene??”
 
“Non c’era bisogno che tu..insomma..” lo guardò meglio e qualcosa si sciolse dentro di lui.
 
Sorrideva.
 
“Grazie!”
“Sì..beh..io…ma cosa ti è saltato in mente di dormire su quel masso??”
“Questi non sarebbero affari tuoi..”
“Sì che lo sono visto che sono stato io a tirarti fuori..hai rischiato di morire!!”
 
“Se vuoi posso chiedere a mio padre di darti dei soldi..”
 
Quella frase lasciò Arthur senza fiato e Colin si sentì un po’ in colpa. Dopotutto aveva appena salvato un idiota che ha rischiato di morire affogato in un catino d’acqua.
 
“Sì..ecco…a proposito..di prima..io…mi dispiace…”
“Ti dispiace? E per cosa?”
“Lo sai..per i soldi…per l’aeroplanino..”
“Quella era l’unica cosa carina di tutta quella sceneggiata.”
 
Il viso di Arthur si aprì in un sorriso.
 
“Trovi che sia bello?”
“Adesso non montarti la testa..era un aeroplanino nornale..molto più bello fuori che dentro, devo esser sincero.”
“Credevo che…insomma..tu trovassi insopportabile l’idea di essere pagato per essere il mio servitore. Non voglio questo per un mio compagno di classe.”
 
“E non credi che avresti dovuto lasciare la scelta a me??”
Arthur si torturò i pollici prima di fissarlo.
 
“In cosa consiste comunque?? Il..ehm..servitore.”
 
“Oh, beh… tu dovresti prepararmi i vestiti, lavarli..prepararmi il bagno, rifare la mia stanza..essere a mia disposizione se ho bisogno di qualcosa, cose così.”
 
“Insomma, come un maggiordomo.” Brontolò Colin.
 
“No! Un maggiordomo è diverso..e lo so perché ne abbiamo due a casa!”
 
“Ma tu ne vuoi uno personale.
 
“Sempre se tu vuoi..hai detto che mi odiavi, prima.”
 
Colin trasalì.
 
“Se ti avessi odiato veramente, non ti avrei salvato..”
 
Fu il turno di Arthur di trasalire.
 
“Possiamo smettere di parlare di salvataggi? Mi sembra di essere dentro uno di quei telefilm dei supereroi E poi avremmo davvero bisogno di asciugare i nostri vestiti!”
 
“Già..” disse Colin e si preoccupò. “Oddio, e adesso cosa facciamo?”
 
“E che facciamo? Torniamo a scuola così...”
 
“Stai scherzando??
 
“Sì, Sherlock!”
“Aspetta, che fai?”
“Chiamo Bob, il mio autista. Porterà per entrambi dei vestiti puliti e ASCIUTTI.”
 
“Aspetta, non farlo!!”
 
“Pronto, Bob?? C’è un problema. Devi portare subito due cambi, uno per me e uno per un mio amico a causa di un bagno fuori programma nel fiume Arsi. No, non sto scherzando. Quando scherzo sono molto più divertente. Per quanto pensi di essere qui? D’accordo ti aspetto.”
 
“Non puoi averlo fatto sul serio. Che imbarazzo!”
 
“Se preferivi sfilare tutto bagnato davanti alla scolaresca..” disse Arthur malizioso.
 
“Ma che…che gli racconto..”
 
“Oh, a Bob non importa. È abituato a tante stranezze, vivendo con noi.”
 
“Quindi siete molto stretti..” disse Colin con una strana enfasi.
 
Arthur si voltò.
 
“Nah. Non come un servitore.” Disse Arthur con un sorrisino.
 
 
 
Bob arrivò mezz’ora dopo, agitato nel vedere Arthur con i vestiti bagnati.
 
“Ho fatto più presto che ho potuto…ma signorino!! Dovresti sapere che non è stagione per i bagni vestiti!”
 
Colin stette zitto. Non aveva il coraggio di ammettere la verità.
 
“Grazie per la tua gentilezza e la tua DISCREZIONE, Bob!” disse Arthur a denti stretti. “Tieni. Puoi lasciarci un po’ di privacy??”
 
“Oh, fortunato che tuo padre è a lavoro.”
 
“Certo, certo!”
 
Colin vide Arthur dirigersi verso un cespuglio e d’istinto si avviò in quello di fronte. Notò le spalle nude di Arthur e la sua schiena attraverso il verde e si sentì imbarazzato.
 
È solo un maschio.
 
Finì di vestirsi a disagio, ma sentendosi poi a suo agio. I vestiti di Arthur, una flanella bianca e pantaloni della tuta blu, erano così MORBIDI.
 
Lui indossava una maglia di flanella azzurra che era simile ai suoi occhi celesti e un paio di pantaloni verdi della tuta.
 
Era tenero.
 
“Grazie per..ehm..non aver..detto..cosa è successo..”
 
Arthur gli sorrise.
 
“Avrai modo di sdebitarti anche per questo.”
 
Aspetta, cosa???
   
 
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