Film > La Bella e la Bestia
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Autore: michaelgosling    20/04/2024    0 recensioni
Tre amiche appassionate una di Harry Potter, una di Star Trek e una della Disney in seguito ad un incidente vengono catapultate ognuna in uno di questi universi, ma non di quello di cui sono fan.
Proveranno ad usare quello che sanno della storia per renderla migliore? O le loro azioni porteranno ad un finale peggiore? La loro presenza influenzerà queste storie molto più di quanto immaginano, perché una sola persona può cambiare tutto.
[Fandom Variabile: il Fandom in cui verrà pubblicata la storia dipenderà dall'ambientazione dell'ultimo capitolo pubblicato. Sarà comunque possibile trovare la storia anche negli altri due Fandom nella categoria Crossover]
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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C'ERA UNA VOLTA – CAPITOLO 20

 

 

 

 

 

 

Per la prima volta dopo tanto tempo, Nolwenn poteva finalmente tirare un sospiro di sollievo. Per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva come se non dovesse pensare constantemente a quale dovesse essere il suo prossimo passo, a come restare in vita, a dove andare, cosa fare, cosa dire.

 

Il giardino che circondava il castello era così grande da aver avuto quasi paura di perdersi, ma al tempo stesso era bello, con grazi spazi aperti e splendide sculture di angeli e ricca vegetazione che circondavano il sentiero ben delineato che stava percorrendo. La neve di cui era circondato gli dava un tocco regale in più, e Nolwenn riuscì ad apprezzarla ancora di più, ricoperta a dovere da abiti che le avevano fornito i domestici, senza doversi preoccupare del freddo.

 

Guardare la neve la fece tornare indietro con i ricordi. Improvvisamente, si ricordò di Bourec, quel borgo in cui era stata con Edmond e Mathieu e in cui aveva presenziato a quel matrimonio tra due paesani.. di cui ora non ricordava nemmeno il nome. Ricordò di quanto si era divertita alla festa che si era tenuta in loro onore, di quando avesse ballato e di quanto fosse stata spensierata, senza pensieri o preoccupazioni imminenti. Anche ora era senza pensieri o preoccupazioni imminenti, eppure non si sentiva nemmeno lontanamente così, e una parte di lei temeva che non sarebbe mai più stata in grado di esserlo. Non era più la stessa persona di allora.

 

Ricordò anche di quando, sempre in quell'occasione, vide il castello, quello stesso castello in cui si trovava ora, in lontananza. Ricordò di quanto apparisse tetro e cupo e abbandonato, e di come era rinato il mattino seguente. Per un attimo, ebbe il desiderio di iniziare a correre per tutto il giardino alla ricerca di un punto che le permettesse di ritrovare il borgo, per poterlo vedere dal castello, proprio come molto tempo prima aveva visto il castello dal borgo. O forse sperava solo di trovare la ragazza che non era più?

 

Ad un tratto, sentì qualcuno leccarle le dita in modo affettuoso. Abbassò lo sguardo e trovò il cane del castello. Non riusciva ancora a ricordare che razza fosse nonostante fosse certa di saperlo, ma aveva passato molto tempo a giocare con lui nelle ultime settimane.

 

Settimane..

 

Aveva passato settimane in quella beatitudine. A farsi coccolare, riscaldare. In un luogo dove aveva ogni comfort, ogni sicurezza, ogni lusso. Viveva nel castello di una principessa, dove le era stato dato, e le stavano ancora dando, tutto il tempo per curarsi le ferite. Dove le davano cure, cibo, riposo senza pretendere nulla in cambio. Indossava abiti costosi, passava le giornate a fare quello che voleva, anche senza fare nulla. Non aveva nemmeno più quella fastidiosa fasciatura perché era guarita.. fisicamente.

 

Ma aveva altre ferite che dovevano ancora guarire, e non sapeva se quelle si sarebbero mai risanate.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver girato per tutto il giardino, trovò una panchina di pietra. Spostò con la mano un po' di neve nella zona in cui era intenzionata a sedersi, e nel farlo sentì come la neve si stesse sciogliendo e stesse a poco a poco diventando acqua. Era il segno dell'avvicinarsi della primavera.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Rimase tutto il pomeriggio in quella panchina, concentrandosi su pensieri felici, sperando di ritrovare quella parte di sé stessa che aveva perso, ma era più difficile di quanto si sarebbe aspettata, e non riusciva a spiegarsene il motivo. Ogni tanto, scene risalenti alla battaglia a Notre Dame continuavano a travolgerla, sempre contro la sua volontà, come se fosse segnata a vita da una maledizione con cui avrebbe dovuto imparare a convivere d'ora in avanti.

 

Poi sentì un fruscio dal cespuglio alla sua destra. Poi qualche passo. Era palesemente un animale, ma aveva un passo troppo leggero per essere il cane. No. Sapeva chi era.

 

La volpe.

 

“Sei tornato.” disse all'animale senza nemmeno voltarsi, sforzandosi di mantenere un tono neutrale.

 

Andrò via di nuovo, se è quello che desideri.”

 

“No!” disse d'impeto Nolwenn, quasi senza accorgersene “..ti prego.”

 

La volpe non disse nulla, ma con la coda dell'occhio la ragazza vide che si era seduta accanto a lei. Passò un lungo silenzio, fino a quando non divenne insopportabile, almeno per lei.

 

“..mi dispiace per quello che ti ho detto. Per averti mandato via.”

 

Non dispiacerti per aver espresso quello che sentivi. Avevi bisogno di stare da sola, e io avrei dovuto capirlo.”

 

“Non penso avessi bisogno di stare da sola..” mormorò Nolwenn più a sé stessa che alla volpe “..penso.. penso di essermi spaventata, quando mi sono trovata di nuovo in mezzo alla strada. E me la sono presa così tanto con te perché non c'era nessun altro con cui prendersela.. se non me stessa.”

 

“Posso assicurarti che non era mia intenzione far accadere tutto questo. Non credevo che le cose sarebbero andate così. Volevo solo aiutarti.”

 

Nolwenn guardò l'animale dritto negli occhi, una volta tanto era lei a scrutare nell'anima di lui, e non il contrario “..lo so.”

 

Lo sai?”

 

“..sì. Riesco a sentirlo.” si sentiva un po' imbarazzata a parlare in quel modo, lasciandosi trasportare completamente dalle emozioni, ma era come se non riuscisse a trattenersi, come se non avesse altro modo di comunicare in quel momento “..e andare via da casa di Edmond e Mathieu è stato un bene, in effetti.”

 

Davvero?” la volpe appariva dubbiosa e non poco.

 

“Non sarei qui altrimenti. Se non fossi intervenuto, sarei ancora in quella casa a farsi maltrattare da quel vecchio frustrato, mentre ora sono qui.. in un castello.. al sicuro, senza aver paura che una parola sbagliata mi riporti di nuovo nel mezzo di una strada.”

 

E che mi dici di quello che è successo nel mezzo?”

 

Gli occhi di Nolwenn si fecero improvvisamente umidi, passando dall'essere gioiosi e pieni di sogni all'essere tristi e pieni di incubi “..quello che è successo nel mezzo è stata colpa mia, e colpa mia soltanto. Tu me l'avevi detto. Mi avevi avvertita di non tornare a Parigi, che era un brutto momento, e non sei stato l'unico. Ma io l'ho fatto comunque.”

 

Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso.

 

Quello che hai passato ti ha aiutato. So che non credi sia così, ma è così.”

 

“In cosa mi ha aiutato? A non riuscire più a ridere? A non riuscire più a stare bene come una volta? A perdere una parte di me?”

 

A crescere.” la volpe fece una pausa e indicò con la testa tutta l'area del castello “..e questo è il tuo meritato riposo. Che purtroppo non durerà in eterno, sappilo.”

 

“Chissà perché lo immaginavo.”

 

Goditelo fino in fondo, mi raccomando.” continuò la volpe, ignorando il sarcasmo “..perché la salita è appena iniziata.”

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Al calar del tramonto Nolwenn era ancora lì, ma quando iniziò a farsi buio si decise a ritornare dentro il castello. Non fece però in tempo a raggiungerlo che vide Lumiere e Tockins avvicinarsi a lei a passo svelto, borbottando tra loro come facevano sempre. Nolwenn si ritrovò a ridere senza aver bisogno di sentire cosa si stessero dicendo.

 

“Madame, i padroni chiedono di voi. Se volete seguirmi.” fece in tono elegante Tockins, spingendo con un gomito Lumiere da parte, come se fosse un enorme fastidio averlo vicino.

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Non appena rientrata dentro il castello, dei domestici le tolsero il mantello e i guanti, che erano indumenti adatti per l'esterno ma lo erano molto meno per l'interno, con il calore che emergeva dai camini. Seguì poi Tockins a passo svelto, senza neanche far più caso a ciò che le stava intorno, avendoci ormai fatto l'abitudine, ragione per cui le ci volle più tempo del previsto per rendersi conto che stavano andando in una zona del castello in cui non era mai stata, ma che conosceva bene.

 

La famosa ala ovest. Quella zona in cui neanche Belle poteva mettere piede, prima che lei e Adam si innamorassero. Quella zona in cui c'era la stanza della Bestia, quella camera in cui c'era.. la rosa.

 

Nolwenn si sentiva molto a disagio sapendo dove si stava dirigendo, come se stesse andando in un luogo che non le era concesso, ma cercò di tranquillizzarsi ripetendosi che erano stati Adam e Belle a volere che andasse lì.

 

Quando entrò nella famosa stanza, si sentì strana. Era indubbiamente la stessa stanza che ricordava, i colori delle pareti e del pavimento invariati, ma era così diversa. Non c'erano mobili rotti e distrutti, non c'era oscurità e nemmeno un'aria tenebrosa. Era una stanza luminosa e gigantesca, grande quasi un salotto. Appena prima di uscire dalla stanza per accedere al grande terrazzo, c'era un tavolino nero piccolo ma ben decorato, con sopra una teca trasparente, sotto la quale c'erano tanti petali rosa.

 

I petali della rosa.

 

La rosa dell'incantesimo. La rosa simbolo dell'amore di Adam e Belle.

 

Nolwenn passava dal guardare Adam e Belle e la rosa, e poi di nuovo ad Adam e Belle. Adam sembrava incerto e dubbioso, quasi spaventato, ma parve subito più risoluto quando Belle lo incoraggiò con un cenno del capo.

 

“Cosa.. cosa succede?” chiese ai due novelli sposi.

 

“Sei venuta qui con la magia. E' logico pensare che ci serva dell'altra magia per riportarti indietro.” spiegò Belle.

 

Adam allungò le braccia per sollevare la teca, ma senza nemmeno renderse conto, Nolwenn lo fermò con un gesto “..No!”.

 

Lui e Belle la guardarono confusi.

 

“E' la vostra magia questa, e io non ho alcun diritto di privarvene.”

 

“Non ce ne facciamo niente, Nolwenn.” spiegò Belle.

 

“Non siamo nemmeno certi che ci sia ancora della magia dentro. La magia di cui era piena potrebbe essersi dissolta quando..” Adam fu titubante un attimo, poi continuò “..quando l'incantesimo si è spezzato.”

 

“Ma se può aiutarti a tornare a casa, vale la pena provare.” completò Belle.

 

“Ma è molto importante per voi. So che lo è. Non voglio che ci rinunciate..”

 

La stavano già aiutanto tanto.. troppo.

Non poteva permettere che dicessero addio a qualcosa di così tanto importante per loro, per lei.. che era poco più di una sconosciuta..e che non meritava tutto l'aiuto che stava ricevendo.

 

“E' l'unica magia che abbiamo.” spiegò Belle con comprensione.

 

“No. Non lo è.”

 

Adam e Belle la guardarono ancora più confusi.

 

Nolwenn si massaggiò i capelli e si morse le labbra. Le sue dita toccarono la forcina. La forcina che Stephane le aveva dato per ritrovarlo. La forcina che le aveva fatto da seconda guida dopo la volpe fino a quel momento. La forcina piena di magia.

 

Sentì una morsa allo stomaco.

 

Distruggerla significava dire addio per sempre a Stephane, a quel ragazzo meraviglioso che le piaceva e che forse era la sua unica possibilità per essere felice in quel luogo. Non voleva distruggerla.

 

Ma quello era il suo viaggio. Tornare a casa il suo problema. Perché doveva toccare ad Adam e Belle rinunciare al loro pegno d'amore per risolvere un suo problema?

 

No, toccava a lei.

 

E per quanto tenesse a Stephane, erano Yvonne e Arielle il suo vero lieto fine.

 

Prese la forcina e la porse alla coppia “..prendetela. E' piena di magia. Useremo questa.” cercò di trattenere la tristezza che sentiva nel dire addio a quell'oggetto così importante per lei, sperando di risultare credibile.

 

Adam e Belle si guardarono dubbiosi. Lui fece per prenderla, ma Belle lo fermò.

 

“Adam, posso parlarti un momento da soli?”.

 

Lui annuì e i due uscirono dalla stanza per tornare al corridoio e chiusero le porte, così Nolwenn rimase da sola con la forcina e la rosa.

 

 

 

 

 

 

  
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