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Autore: luvsam    20/04/2024    0 recensioni
Dopo quello che era accaduto al Roosevelt Hospital l’ultimo posto in cui Sam avrebbe voluto mettere piede era un manicomio e invece suo fratello maggiore aveva ricevuto nuove coordinate, che portavano in Michighan ed erano partiti in piena notte. Quando lo aveva tirato giù dal letto, non gli aveva dato altre informazioni, in fondo parlavano molto poco ultimamente, solo l’ordine in perfetto stile John Winchester di raccogliere le sue cose ed essere pronto a muoversi entro dieci minuti[...]
Ufficialmente si erano chiariti, certo, ma era capitato più di una volta che il maggiore dei Winchester fosse scattato per cose banali e lo avesse aggredito anche se solo a parole. Non gli aveva rinfacciato la pistola puntata, né le parole al veleno mentre era posseduto da quel maniaco del dottor Ellicott, ma era evidente che Dean non lo aveva perdonato sul serio e a complicare le cose, ci si metteva anche il pessimo tempismo di papà.
Tra tanti posti doveva mandarli proprio ad Holland? Che cos’era uno scherzo?
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Il mattino dopo i Winchester si erano alzati presto e dopo una rapida colazione, si erano diretti a Felt Mansion, per scoprire una volta per tutte se dovevano restare, o levare le tende senza perdere più tempo.
A parere di Dean la sveglia era stata esageratamente precoce, ma non aveva osato commentare perché, osservando suo fratello, aveva capito che Sam aveva dormito molto meno di lui. I suoi occhi erano segnati ed era inquieto, come se avesse già buttato giù un numero imprecisato di caffè.
Lo aveva visto andare avanti e indietro per la stanza come un leone in gabbia, poi precipitarsi fuori dalla loro stanza, affermando che avrebbe controllato che nel bagagliaio ci fosse tutto il necessario, Dopo pochi minuti era rientrato dandogli l’okay ed esortandolo a muoversi e Dean aveva pensato con nostalgia a quando Sammy andava in overdrive per il primo giorno di scuola all’asilo, o quando lo portava a prendere un gelato al cioccolato, per distrarlo dall’assenza di papà. Aveva comunque lasciato a metà il suo caffè e lo aveva seguito in macchina.
Lungo la strada i due avevano parlato del più e del meno, o meglio Dean lo aveva fatto praticamente per entrambi, visto che Sam si era limitato a fare ogni tanto un cenno con la testa, o a borbottare una veloce risposta, segnale inequivocabile di una profonda inquietudine e della non voglia di fare conversazione. Non aveva comunque permesso che nell’Impala calasse il silenzio e tra una stronzata e l’altra aveva spostato più volte durante il tragitto lo sguardo su suo fratello, per valutare quanto fosse sul pezzo.
Arrivati a destinazione, i due cacciatori scesero dall’auto e andarono al portabagagli, per raccogliere tutto quello che sarebbe potuto servirgli. Si avviarono poi verso l’ingresso della casa e vi entrarono senza nessuna difficoltà, visto che la porta era praticamente divelta. Non appena varcarono l’ingresso, furono accolti da un odore molto simile a quello dei bagni delle stazioni di servizio, ma Sam non commentò e Dean sospirò. Anche quello era un altro indizio su quanto suo fratello avesse solo voglia di ritrovare John e di avere delle risposte, e voleva davvero accontentarlo e fare in fretta, ma si irrigidì quando arrivò la proposta di dividersi. Un Sam nervoso era un Sam distratto e voleva tenerlo d’occhio, così gli rispose di darsi una calmata e di comportarsi come un professionista. Per fortuna non ci furono obiezioni e i due fratelli continuarono insieme l’esplorazione della residenza. Avanzarono fianco a fianco lungo i corridoi del pianterreno e controllarono una stanza dopo l’altra, ma la casa sembrava assolutamente tranquilla, se si escludevano alcuni topi e altre bestiacce non identificate.
L’EMF rimase muto tra le mani di Dean per più di un’ora e anche il maggiore dei Winchester, a quel punto, iniziò a dubitare che a Felt Mansion ci fosse qualcosa di sovrannaturale, ma si guardò bene di esprimere le sue perplessità ad alta voce. Sam era sul punto di crollare e non voleva gettare benzina sul fuoco, così, per stemperare la tensione crescente, non appena entrarono nell’enorme sala da ballo, gli chiese l’onore di un giro di valzer con tanto d’inchino, guadagnandosi un biglietto di sola andata per vaffanculandia in risposta.
Proseguirono ancora per una quarantina di minuti, poi, al momento di inforcare le scale per accedere al secondo piano, Sam sbottò:
“Ancora non sei convinto che non c’è niente qui? E’ solo una vecchia casa abbandonata, andiamo a cercare papà”
“Sam, sta’ calmo, non abbiamo ancora finito”
“Stiamo solo perdendo tempo e più restiamo qui a seguire la storia della fidanzatina inconsolabile, che ha semplicemente insegnato ad uno stronzo a tenerselo nei pantaloni una volta per tutte, più le tracce di papà si raffreddano”
“E questo da dove arriva, college boy? Non sei mai stato sboccato”
Sam scosse la testa e commentò:
“Sono passati quattro anni, lo hai detto tu”
“Vuoi dire che in quella scuola per signorine ti hanno insegnato le parolacce?”
“Smettila, non è divertente. Ho accettato di venire in questa casa alla ricerca di risposte e non ne abbiamo trovate, quindi ora tocca a te rispettare la parte dell’accordo”
“Sammy”
“No, Dean, adesso basta. Vieni via con me, o devo tornare a prendere la mia roba al motel in autostop?”
“Non azzardarti ad andartene”
“Non passo un minuto di più in questo posto di merda, devo trovare papà”
“Sam, ho capito, ma…”
Il giovane si bloccò, intercettando il chiaro rumore di passi sopra le loro teste, e chiese:
“Hai sentito?”
La faccia di Sam gli diede la risposta, ma Dean non sapeva come interpretare il suo sguardo. Suo fratello era automaticamente scattato in modalità cacciatore, ma allo stesso tempo nei suoi occhi lesse tanta frustrazione. Forse avrebbe dovuto dirgli qualcosa, ma preferì tacere. Tirò fuori la pistola e attese che Sam facesse lo stesso.
“Andiamo a vedere chi è in casa”
“Potrebbero essere solo dei ragazzini alla ricerca di un posto dove farsi qualche birra, non è detto che sia qualcosa di sovrannaturale”
Per smentire l’ipotesi di Sam, l’EMF si mise ad urlare impazzito e Dean chiese:
“Sei ancora convinto che ci sia un branco di adolescenti al piano di sopra?”
Il cacciatore più giovane dovette arrendersi all’evidenza e a malincuore si armò a sua volta, prima di seguire suo fratello per le scale. Salirono i gradini in marmo con molta cautela, temendo che all’improvviso un fantasma si materializzasse e gli facesse fare un volo, ma per fortuna arrivarono in cima senza incidenti. Si ritrovarono su un ballatoio, che si biforcava in corridoi opposti e intuendo la prossima considerazione del fratello, Sam disse:
“Ci sono due ali nella casa, la sud e la nord. A quanto ho letto, questo piano non è stato ristrutturato quando Felt Mansion è stata adibita a prigione”
“E che cosa c’era in questi due corridoi?”
“Nord, gli alloggi dei seminaristi, sud, le celle delle monache di clausura”
“Vivevano insieme? Ho sempre pensato che la clausura non permettesse alcun legame con l’esterno”
“Infatti non avevano contatti”
“E hai scoperto tutto questo come? Godwin non ce ne ha parlato!”
“Mi sono svegliato verso le tre e visto che non riuscivo a dormire, mi sono messo a cercare in rete”
Adesso le occhiaie avevano una spiegazione e se avesse avuto la testa libera, avrebbe sgridato Sam per il suo non prendersi cura di sé stesso, ma non se la sentiva di infierire, non quando l’EMF non la smetteva di urlare.
“Da che parte andiamo?”
Dean si voltò a destra, poi a sinistra e in entrambe le direzioni puntando l’EMF e disse:
“Sammy, credo che sia meglio battere in ritirata, non siamo preparati”
Neanche il tempo di finire la frase che nel corridoio di destra si materializzò una figura con abito da suora, ma con i capelli scoperti e cadenti sui lati del viso. Doveva avere poco più dell’età di Dean, e in vita doveva essere stata una bella ragazza, ma la sua bellezza sfiorita non riusciva a nascondere lo sguardo furioso. Fissò i due fratelli, poi li mise al tappeto con un lieve cenno di una mano. Si avvicinò e si chinò prima su Dean. Gli alzò il capo, ma lo lasciò andare subito dopo, come se non avesse trovato ciò che stava cercando. Si rivolse così a Sam, che giaceva accanto al fratello, e stavolta l’ispezione sembrò soddisfarla. Sorrise, poi si rimise in posizione eretta e tornò sui suoi passi. Giunta davanti all’ultima porta alla sua sinistra, la attraversò lasciando da soli i due cacciatori.
Il primo a riprendersi fu Sam, che, dopo aver realizzato di non essere ferito seriamente, si voltò verso il fratello e tentò di farlo rinvenire.  Dopo qualche scossone anche l’altro Winchester tornò vigile e i due si rimisero in piedi.
“Chi cazzo era?”
“Non lo so, Dean, ma non era contenta di vederci”
“Questo è poco, ma sicuro. Quella stronza ci ha fatto volare come fuscelli”
“Era il fantasma di una suora”
“Sì, ma non ho potuto capire altro, è stato tutto molto veloce”
“Mi domando perché non ci abbia uccisi”
“Effettivamente ne aveva l’occasione, ma sono contento di essere ancora qui”
“Forse voleva solo darci un avvertimento”
“Beh, sister act non ha capito con chi ha a che fare, ma, prima di stanarla, dobbiamo capire perché il fantasma di una suora scorrazzi a Felt Mansion. Forza, usciamo di qui prima che ritorni”
Sam alzò bandiera bianca e accettò l’idea che avevano un caso tra le mani. Forse avrebbero scoperto che la storia di Simon e Veronica non aveva nulla a che fare con la suora, ma la casa era infestata e doveva essere liberata. Segui Dean fino all’auto e vi entrò.
“Sammy”
“Non ora, per favore”
“Come vuoi”
Il viaggio di ritorno al motel fu silenzioso e probabilmente per sottrarsi a qualsiasi conversazione, il cacciatore più giovane si infilò in bagno con una scusa.
Dean lo lasciò stare e riprendendo le chiavi dell’Impala, annunciò alla porta già chiusa che sarebbe andato a prendere un po' di cibo. Uscì dalla stanza e si rimise al volante sbuffando, poi avviò l’auto. Viaggio per poche miglia, poi sterzò a destra e si fermò al lato della strada. Prese il cellulare dalla tasca e pensò di chiamare John, ma era consapevole, ancor prima di selezionare il numero, che non avrebbe risposto, così ripiegò su Padre Jim: se dovevano avere a che fare con una suora pazza, lui era la persona più giusta a cui far domande. Attese pochi squilli, poi la confortante voce del prete uscì dalla cornetta.
“Dean, figliolo, che bello sentirti, e prima che tu mi faccia incazzare, ti ricordo che per te sono solo Jim”
“Ricevuto”
“Sei con John?”
Dean si raddrizzò sul sedile sentendo citare suo padre e chiese:
“In realtà è sparito e lo sto cercando ovunque. Tu sai dov’è?”
“No, mi dispiace. Mi aveva detto che, da quando Sam è andato a Stanford, cacciate anche separatamente, ma non gli fa bene stare da solo”
“Quando gli hai parlato?”
“È stato qui circa due mesi fa ed era preoccupato”
“Preoccupato per cosa?”
“Non ha voluto scendere nei particolari, ha detto che non era prudente, ma riguardava il demone che ha ucciso tua madre e che per tenervi al sicuro, doveva agire in fretta”
“Quindi gli hai parlato prima della morte di Jessica”
“Chi è Jessica?”
“Era la ragazza di Sammy”
Nei successivi minuti Dean aggiornò padre Jim di quanto era successo a Stanford e del ritorno sulla strada di suo fratello alla ricerca del padre.
“Sono davvero addolorato, pregherò per quell’anima innocente. John lo ha saputo?”
“Non ne ho idea, ma spero di no perché, in caso contrario, davvero non gli perdonerei di non essere venuto da Sam”
“Come sta?”
“Certi giorni mi domando come si regga ancora in piedi, considerando quanto mangi poco e dorma ancora meno”
“Non è mai facile dire addio a chi si ama e nel caso di tuo fratello è tutto più difficile”
“Jim, che cosa sta succedendo? Prima la mamma, poi Jessica e il comune denominatore è Sam”
“Non lo so, credimi, ma vorrei parlare con lui”
“Sono sicuro che gli farebbe bene perché sta male, anche se continua a negarlo”
“Il marchio di fabbrica dei Winchester”
“All’inizio almeno piangeva e si sfogava, ora è solo ossessionato dal pensiero di trovare papà. Si è convinto che abbia le risposte alle sue domande e con questo arriviamo al motivo per cui ti ho chiamato”
Padre Jim ascoltò con attenzione la storia di Felt Mansion, poi commentò:
“Non conosco questo posto, ma ci sono molti episodi legati alla Chiesa non proprio edificanti”
“Stai scherzando? Vuoi dire che c’è del torbido anche tra le vostre fila?”
“Certo che sì, ma restiamo sull’apparizione della suora. Se è ancora qui, vuol dire che non è morta in pace e dobbiamo scoprire che cosa le è successo. Farò un po' di ricerche e vi farò sapere”
“Grazie, Jim, e se senti papà, gli dici di chiamarmi? Abbiamo bisogno di sapere che sta bene”
“Lo farò”
“A presto allora”
“Salutami Sam e digli che, se ha bisogno di me, sa dove trovarmi”
Dean riagganciò e si prese qualche minuto per metabolizzare la conversazione, poi parcheggiò davanti ad un supermarket e andò a fare provviste.
   
 
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