Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: _Pulse_    19/09/2009    3 recensioni
A quarant’anni appena compiuti dovrei avere una vita normale, dico io. Se non normale almeno una vita, ma non ho nemmeno quella. Nessuno di noi ha una vita, qui, se proprio devo essere sincero. Ma perché dovrei? Siamo in guerra, no? E tutto è lecito in guerra. Fa un freddo cane, ma non mi lamento visto che siamo ancora vivi e, soprattutto, insieme. «Auguri ragazzi», disse flebilmente Gustav, stretto come noi nel suo cappotto sgualcito, il cappellino calato pesantemente sul viso. «Già, benvenuti negli anta», ridacchiò Georg per poi concedere spazio a qualche colpo di tosse. «Auguri Bill», sussurrai. «Auguri Tom.»
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Musica.

Finalmente della musica vera, bella, quella che mi era tanto mancata durante quei duri vent’anni di guerra.

Ma adesso la stavo rivivendo, stavo di nuovo facendo ciò per cui avevo lottato sin dall’inizio. Ed ero felice.

Bill cantava, io suonavo la chitarra, Georg il basso e Gustav la batteria, come alle origini.

Certo, eravamo un po’ ammaccati e arrugginiti, ma eravamo sempre in pista, e ciò era quello che contava.

Davanti a noi un piccolo pubblico: Elisabeth, Kay, Dimitri e il nuovo arrivato fra noi, il piccolo Charles.

Elisabeth lo teneva in braccio, sorridendoci ogni tanto, Kay saltellava di qua e di là per il bar che Elisabeth aveva riaperto dopo vent’anni di cessata attività, Dimitri accompagnava Kay ridendo felice. Dopo la morte della sua mamma suo padre era stato assalito dal dolore ed era morto anche lui, così si era unito alla nostra famiglia molto volentieri.

Il nuovo arrivato, invece, il piccolo Charles, era stato annunciato qualche settimana dopo la famosa liberazione di Elisabeth e la morte di Rua alla villa. Avevamo deciso di chiamarlo come il padre di Kay e vecchio marito di Elisabeth in suo onore e ricordo.

Ora tutto andava alla perfezione, i vecchi capi di stato avevano riformato gli stati ed era stata riportata la democrazia come forma di governo.

Certo ci sarebbe voluto un po’ di tempo prima che tutto si sistemasse e tornasse come prima, ma ero sicuro che ce l’avremmo fatta.

Ora la nostra bellissima famiglia allargata viveva in una casetta bianca un po’ più grande rispetto a quella che aveva prima Elisabeth, con un giardinetto all’esterno dove i bambini potevano giocare.

Incontrai lo sguardo di Elisabeth e le sorrisi contento ed orgoglioso della mia nuova famiglia, nata in mezzo alla guerra e ora vivente solo nella felicità e nella spensieratezza.

Feci gli ultimi accordi di chitarra e tutto si spense, ma non la gioia incontenibile che pervadeva il mio cuore.

«Bravo signor Tom!», gridò Kay battendo le mani.

«Quando la smetterai di chiamarmi in quel modo?»

«Probabilmente mai», rispose Elisabeth al posto suo.

Scesi dal palco e la sollevai sulla spalla come se fosse un sacco di patate, ridendo insieme a lei. Raggiunsi la sua bellissima mamma e la baciai accarezzandole i capelli, poi infilai il dito nella manina del piccolo Charles, gli occhi brillanti e il sorriso di Elisabeth.

«Beh ma ormai non c’è bisogno che mi chiami in quel modo, no?»

Sfiorai la mano sinistra di Elisabeth, dove c’era la fede che testimoniava il nostro rapporto ormai definitivo. Sì, ci eravamo sposati. Una cosa intima.

Ci sorrisimo e Kay si fece di nuovo viva dimenandosi e Bill la prese fra le sue braccia, coccolandola proprio come se fosse sua figlia.

Tutti quanti più o meno ci eravamo interessati di nuovo alle ragazze, ma lui diceva che ne aveva già due a cui badare e gli andava bene così, anche se aveva una ragazza sua.

Proprio lei fece la sua comparsa nel bar con il fiatone e si guardò intorno alla ricerca di Bill.

«Ehi, sono qui», disse lui. «Successo qualcosa?»

«Sì, sono incinta!»

«Mi sa che avrai un'altra ragazza da curare», dissi sorridendo.

«Eh già», concordò Gustav dandogli delle pacche sulle spalle, congratulandosi con un Bill quasi sconvolto, ma felice.

Guardai le mie ragazze e il mio bimbo e sorrisi, unendo tutti e tre in un abbraccio collettivo.

Quanto mi sentivo felice. Con loro ero riuscito di nuovo a credere nel mio cuore, quello che avevo creduto di aver perso durante quegli anni freddi e senza emozioni. Con loro avevo ricominciato, e sarebbe andata sempre meglio.

 

***

 

Ecco l'ultimo capitolo, è finalmente arrivato e questa ff è terminata, ma ritornerò presto non vi preoccupate ^_____^ Ringrazio tutte le persone che hanno sostenuto e seguito questa ff, davvero tantissime grazie, anche se questo capitolo non mi piace tanto. Non ci sarà un seguito. 

elekaus483

H u m a n o i d

Kvery12

layla the punkprincess

M_Lucry_J

tokiohotellina95

Utopy

vivifurimmer

xClaRyx

xoxo_valy

xXx__TokioHotel__xXx

Giulia504

Grazie Mille!! Un bacio grande,
_Pulse_

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: _Pulse_