Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Khailea    22/04/2024    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Il rosso sapeva bene che nessuno avrebbe sparato, altrimenti non avrebbe continuato a sorridere a quella maniera.
Le gemelle al suo fianco erano altrettanto serene, entrambe con le mani appoggiate al manico del carrellino di metallo, indifferenti alla scena che le circondava; i ragazzi della Werewolf’s Shadow pronti a sparare, e le tre sottoposte del signor Elliot alle loro spalle.
Buona parte di quella sicurezza derivava da un semplice fattore, ovvero Sofia, intrappolata dalle altre due studentesse, con un rivolo di sangue che le colava dalla gola nel punto in cui la lama del coltello stava premendo.
Era troppo lontana per essere soccorsa facilmente, in una posizione troppo compromessa per esser certi che, anche con la velocità di Lehar, Daimonas o Wyen, ci fosse la certezza ne uscisse incolume.
-Maledetto… ti avevo fatto sbattere in prigione!- ringhiò dolorante il signor Elliot, la sua spalla continuava a sanguinare, ed il suo colorito si stava facendo orribilmente pallido.
-E i soldi mi hanno fatto uscire.- rispose il rosso sghignazzando. -Ragazzi, vi consiglio vivamente di andarvene da qui.-
-Noi non ci muoviamo.- rispose serio Zell.
-Come volete.-
Il rosso si voltò di scatto verso Ludmilla e le altre due ragazze accanto a lei, estraendo una seconda pistola dalla manica cominciando a sparare contro di loro; le tre furono costrette ad arretrare verso il corridoio per evitare di esser colpite, e purtroppo i ragazzi non riuscirono a fare nulla per aiutarle, perché quasi nello stesso istante le due gemelle avevano aperto il carretto di metallo, rivelando una mitragliatrice carica, che utilizzarono contro di loro.
-Sparpagliatevi!- gridò Lehar, lanciandosi verso Hope e sollevandole la gonna del vestito. 
La sorpresa colpì a tal punto la ragazza che per poco non gli tirò uno schiaffo in faccia, ma si trattenne non appena realizzò l’aveva fatto solo per prendere in braccio Sammy e portarla via.
Gli altri riuscirono ad evitare i colpi rintanandosi sotto ai mobili, e Thomas portò al sicuro il signor Elliot dietro la scrivania con l’aiuto di Jack e Daimonas.
-Ok, stava andando tutto troppo bene effettivamente.- commentò ironico Jack.
-Mi faccia vedere la ferita.- disse Daimonas al signor Elliot.
-Sei uno studente di medicina?- commentò Thomas.
-Qualcosa del genere.-
Infilando una mano nella tasca Daimonas estrasse una garza ed un paio di pinze, e strappando la manica dell’uomo cominciò a lavorare sulla ferita. Non aveva particolari esperienze in quel campo, ma era solo una facciata per utilizzare i propri poteri guaritivi senza apparire sospetto.
Il proiettile uscì dalla ferita, e il ragazzo la curò quel tanto che bastava da evitare perdesse altro sangue.
-I miei complimenti ragazzo.- commentò il signor Elliot.
-Si figuri.- rispose Daimonas, mentre Jack aveva cercato di sporgersi oltre il bordo del mobile per controllare la situazione.
La sfortuna maggiore era che loro si trovavano alla distanza maggiore dalla porta, e dritti dritti sulla traiettoria della mitragliatrice, perciò erano bloccati finché non avesse dovuto caricare, o qualcuno l’avesse abbattuta.
Gli altri si trovavano più o meno nella stessa situazione, ma bisognava occuparsi anche delle ragazze che stavano bloccando Sofia, che per evitare i colpi l’avevano trascinata verso l’enorme finestra a parete, rimuovendo un bel numero di punti ciechi.
-Merda, così non va. Questa poltrona non durerà a lungo.- ringhiò Grace nascosta dietro la schiena del mobile, assieme a Johanna, rannicchiata contro di lei. -Stai bene? Ti hanno colpita?-
-No… ma tu Grace… stai sanguinando!-
Era difficile notarlo per via del rosso dei capelli, ma un rivolo di sangue aveva cominciato a colare dalla tempia della ragazza.
-È solo un graffio.-
Se il colpo fosse stato di qualche centimetro più preciso sarebbe morta, ma era stata fortunata.
-Fammi vedere.- disse comunque Johanna, avvicinandosi a lei e scostandole i capelli.
Grace aveva detto la verità, si trattava solo di un graffio superficiale. 
-Grazie al cielo.- sussurrò Johanna.
Grace le sorrise, rassicurandola. -Non sono così semplice da buttare giù.-
Purtroppo però nessuna delle due era armata di pistola, potevano solo aspettare che i colpi cessassero, e sperare la loro difesa reggesse.
Similmente anche Wyen ed Annabelle, con i loro archi pronti, stavano aspettando il momento giusto per attaccare, da una posizione molto più favorevole, al lato della stanza, ma i movimenti delle gemelle, imprecisi e caotici, rendevano difficile colpire con efficacia, ed un solo colpo sbagliato bastava a rovinare il vantaggio che avevano.
Annabelle in particolare, pur con il braccio teso, non se la sentiva di scoccare; aveva paura di sbagliare, di non avere le abilità necessarie per aiutare gli altri. Non era la prima volta che si sentiva così, soprattutto quando si paragonava agli altri, come Wyen ad esempio, e le sue frecce puntualmente non centravano così spesso il bersaglio come avrebbe voluto.
-Non farti annebbiare dai dubbi.- disse calma Wyen, intuendo il sentimento della ragazza.
Glielo si leggeva in faccia, ed anche lei era familiare a quello stato d’animo.
-Non pensare, vedi solo il bersaglio, e respira.-
Annabelle la guardò, annuendo seria, tornando a concentrarsi. Le gemelle non stavano facendo alcuna attenzione a loro, in verità si limitavano a sparare alla cieca, bloccando tutti dove si trovavano ma senza fare nient’altro per ferirli.
La loro disattenzione era ciò su cui Annabelle doveva concentrarsi.
Guardò il modo in cui si alternavano alla macchina, come in verità, seppur lungo, seguivano un percorso.
Nell’attimo in cui la ragazza scoccò la sua freccia questa sibilò nell’aria, superando i proiettili vaganti e conficcandosi nella spalla di una delle due gemelle, che cadde a terra lanciando un urlo.
-Ce l’ho fatta!- esclamò entusiasta Annabelle, venendo immediatamente tirata dietro il divanetto dietro cui si erano nascoste.
-Ottimo lavoro.- si congratulò con un sorriso, mentre l’altra gemella aveva preso a bersagliarle, ma il sorriso di Annabelle non vacillava.
-Grazie.-
Lighneers, poco distante da loro, sorrise contento del successo di Annabelle, e del fatto che Wyen era riuscita a darle un po’ più di coraggio.
-Non ci vedo molto da sorridere qui.- commentò Zell, bloccato assieme a lui dietro la zona bar.
-Beh, anch’io sorriderei con tutte queste bottiglie attorno.- ribatté Vladimir. -Se non avessero rotto la vodka.-
-Alcolizzato.- rispose Zell, che purtroppo rispetto ai due aveva solo il tirapugni. -Non vedo niente, quanti cavolo di proiettili hanno?-
-Evidentemente hanno una bella scorta in quel carrellino.- ipotizzò Vladimir. -Ed a giudicare dal modo in cui quella ragazza si è affrettata a tornare dietro quel coso, si alternano a ricaricare.-
-Ci basterebbe avvicinarci un po’ e potremmo sfasciarglielo.-
Zell aveva ragione, la distanza era l’unico problema.
Ayame avrebbe potuto facilmente distruggere il carrellino con la sua motosega, ma il problema vero era riuscire a farla avvicinare.
Anche la ragazza c’era arrivata, ma la sua arma era troppo grande per non dare nell’occhio mentre si spostava, ed ogni volta metteva il naso fuori dal suo nascondiglio le puntavano la mitragliatrice contro.
-Zoccole.- sibilò furiosa.
-Occhio alle parole.- l’ammonì Ryujin.
-Oooh non rompere!- sbottò la ragazza. -Ti sembra che possa essere il problema principale?!-
-Effettivamente ha ragione…- commentò Rahu imbarazzata, non tanto per la parola, quanto più per l’atteggiamento di Ryujin.
Da parte sua, ritrovarsi in una simile sparatoria, era discretamente un problema maggiore…
-Io…- mormorò Ryujin. -Hai ragione, scusa.-
-Lascia perdere… nemmeno questo è il problema principale.-
Non riusciva a muoversi, non riusciva a fare nemmeno un passo senza essere vista.
Serviva solo un istante, nulla di più.
-Qual è il piano Ayame?- le chiese Ryujin, pronto ad aiutarla.
-Se arrivo lì le sfondo.-
-Semplice.- borbottò Rahu.
Con le sciabole del fratello non si poteva fare molto purtroppo.
-Astral!- gridò Ayame ad un tratto.
-Che vuoi?!- replicò il ragazzo, dall’altro capo della stanza.
-Spara a quelle due!-
-Cosa ti sembra sto facendo?!- esclamò furioso il ragazzo. -Quel dannato carrello è in mezzo!-
-Devi distrarle, altrimenti non le riesco a raggiungere!-
-Non è una bella idea urlare il piano così nya!- rispose stavolta Lacie accanto al fratello.
-Ayame, non fare stronzate!- urlò ancora Seraph, tirando indietro Astral.
-Non le volevo fare!- replicò l’altra.
-Mi sembra agitata nya.- borbottò Lacie agli altri.
-Tu dici?- ribatté Astral.
La situazione faceva abbastanza schifo per loro, e cominciavano tutti ad essere impazienti di agire.
Non era una buona cosa, agire senza pensare poteva mettere qualcuno in serio pericolo, ma allo stesso tempo stare così senza fare niente non aiutava.
-Miiii! Ma perché ci hai trascinate in questo casino Yume?!- sbottò irritata Nadeshiko.
-Cosa avrei fatto scusa?- ribatté l’amica sorpresa.
-Se non fossi andata ad aiutare quelle due, saremmo a casa a quest’ora!-
-Ooh, smettila di fare la scema.- l’ammonì Yume.
Non intendeva colpevolizzarsi per aver fatto la cosa giusta, anche se i risultati erano stati… beh, alquanto spiacevoli.
-Non è il momento per litigare.- intervenne anche Hope. -L’importante è avervi trovare.-
-Già, e presto verremo crivellate.- obbiettò sbuffando Nadeshiko -Il tuo ragazzo potrebbe anche rendersi utile visto è l’unico con una pistola.-
-Non riesco a prendere la mira.- rispose calmo Alexander.
Era tutto lì il problema in fondo, Lehar aveva preso con sé Sammy, tenendola al sicuro, e questo era un grosso peso in meno per Alexander.
Gli altri in generale erano in grado di cavarsela da soli, ma Sammy per quanto fosse geniale per la sua età non aveva ancora l’esperienza per maneggiare delle armi, e se possibile il ragazzo preferiva evitarlo il più a lungo possibile.
Su questo Lehar poteva dirsi assolutamente d’accordo. Portare al sicuro Sammy era stato il suo primo pensiero, ed ora veniva quello di trovare un modo per sbloccare quella spiacevole situazione.
-Accidenti, con tutti questi proiettili se lancio una palla si sfascia subito.- sbuffò irritata Cirno.
-Presto forse li finiranno.- commentò Milton. -Stanno andando avanti da molto…-
-I mobili non possono reggere ancora a lungo.- rispose Lehar, e purtroppo alcuni meno di altri. -Cirno, quanto piccole puoi creare le tue sfere?- chiese poi rivolgendosi alla ragazza.
-Mmmmh, a me piace fare le cose in grade…- pensò l’altra. -Un unghia penso.-
-E scoppiano al contatto?-
-Se la forza è sufficiente sì.-
Lehar aprì la mano, facendo comparire un sottile pugnale tra le dita. -Credi di poter collegare una sfera qui?- le chiese indicando la lama.
-Io posso fare tutto.- rispose fiera Cirno, prendendo il pugnale e infilando una mano nella borsa; subito la ritrasse, ed un grappolo di minuscole sfere le cospargeva le dita.
Bastò un solo tocco per farle aderire tutte al pugnale.
-Ta-dà!- disse soddisfatta, restituendogli l’arma. 
-Molto obbligato.- la ringraziò Lehar, alzandosi quel poco che bastava da vedere la mitragliatrice, e scagliando il pugnale proprio all’interno della sua bocca.
Il colpo andò perfettamente a centro, e pochi secondi dopo una spessa brina gelida fuoriuscì dall’arma, inceppandola ed impedendole di sparare.
-Grandioso!- urlò estasiata Ayame, uscendo dal suo nascondiglio e correndo come un fulmine verso le due.
Gli sforzi delle gemelle di sbloccare l’arma furono del tutto inutili, e per evitare di esser tranciate dalla motosega di Ayame furono costrette a scappare, vedendo il loro carretto venir fatto a pezzi.
Da lì si generò una rapida reazione a catena, che ribaltò l’intera situazione; Annabelle e Wyen scoccarono delle frecce ai piedi delle due gemelle, impedendo loro di scappare, e Yume e Zell raggiunsero con uno slancio le due, bloccandole prima che riuscissero a estrarre dei pugnali.
-Dov’è il rosso?- disse Zell, non trovandolo da nessuna parte.
-Deve avere inseguito quelle tre.- rispose Yume, già correndo per raggiungerli.
Nell’altra stanza nel frattempo Seraph era scattata verso le due ragazze che avevano bloccato Sofia, tirando un calcio in faccia alla prima per tramortirla, ed usando la spada per disarmare la seconda.
-Alzati.- disse aiutando sofia a tirarsi su, portandosela sulla spalla.
-Ah! La mia cavigia!-
Probabilmente se l’era slogata durante la caduta, ma così non poteva camminare facilmente, e loro dovevano muoversi al più presto da lì.
-Seraph, attenta!-
L’urlo di Astral arrivò troppo tardi, la prima delle studentesse, quella che Seraph aveva colpito con un calcio, si era rialzata, e prendendo la rincorsa era andata contro le due, ancora ferme di fronte alla finestra, spingendole con tutta la sua forza.
Seraph perse l’equilibrio, ed il peso delle due donne le cadde addosso, facendola finire contro la finestra; il vetro si ruppe all’istante, privando le tre di qualsiasi appoggio, lasciandole precipitare dalla cima del palazzo.
L’urlo della studentessa si perse tra i piani mentre Seraph riuscì a mantenere la calma, stringendo a sé Sofia ed usando la propria spada per conficcarla nella parete, strisciando contro il fianco dell’edificio nel disperato tentativo di rallentare la loro caduta.
-Aaaaah!-
Seraph non lasciò mai andare né la spada né Sofia, ma la forza della caduta fu troppa da sopportare, ed avvertì la spalla slogarsi dal resto del corpo.
Il dolore fu indicibile, tanto da farle quasi allentare la presa, ma la ragazza tenne duro, stringendo i denti e pregando che qualcosa arrivasse a frenare la loro caduta.
La sua preghiera venne esaudita prima di quanto si aspettasse: un’altra finestra sotto di loro andò in frantumi, e qualcuno afferrò entrambe per la vita, tirandole dentro una stanza. Tramortita la ragazza impiegò qualche istante a riprendersi, piegandosi sul fianco in preda al dolore.
Quando riconobbe il volto che aveva di fronte per poco non stentò a crederci.
-A-Ailea…-
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Khailea