Anime & Manga > Yuukoku no Moriarty/Moriarty the Patriot
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Autore: Rjsecretful    24/04/2024    0 recensioni
Cosa è successo tra la fine del volume 8 e l'inizio del volume 9? Aver avuto un momento amichevole con Sherlock a Durham ha dato tanta gioia a William, come in ogni momento trascorso insieme all'eccentrico investigatore. Ma che cosa succederebbe se in questo intervallo di tempo fra i due volumi, dato per scontato nel manga, accadessero degli eventi eccezionali, in cui il Professor Moriarty, per la prima volta, scoprisse qualcosa di più? Qualcosa di leggermente oltre il suo legame con Holmes, che lo induce a rivedere se stesso con una visione alternativa?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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“Penny, porta pure via i piatti e il resto. Ci pensiamo io e Jack a rassettare.”
“Va bene, Sebastian. Li metto subito a lavare.”
Consumata la colazione, i domestici di casa Moriarty proseguirono le loro faccende quotidiane. Money Penny trasportó il carrello con le stoviglie utilizzate nella cucina.
Poco dopo che ella varcó la soglia dell’entrata, una voce la sorprese alle spalle.
“Potrei darti una mano, se ti fa piacere?”
La donna si voltó e vide Bond davanti alla porta.
“Certo, mi faresti un favore.” rispose lei.
Cosí i due si ritrovarono a dividersi i compiti, e lavarono i piatti assieme.
“Allora, come pensi che andrá oggi?” chiese Bond.
“Se ti riferisci a tu-sai-cosa, non saprei cosa aspettarmi. Chissà come starà la Signorina Cooper? È giá passato un giorno. Sai? Ho paura che quella ragazza, insicura com’é, finirá per arrendersi e non fare niente. In quanto donna, so bene che quando si subisce la prepotenza di un uomo, a volte, per quanto si desideri liberarsi dalla sofferenza, tuttavia succede spesso che la persona oppressa faccia un passo indietro.”
“Stará bene, vedrai. William ha fiducia in lei, e penso che anche lei stessa ormai ha poco da temere, sapendo che ci siamo noi a sostenerla. Sono sicuro che si senta protetta, quindi non vacillerá.”
“Peró che cosa pensi abbia in mente di fare? Da quel che dice William non vuole commettere un assassinio, peró non vuole neanche farla passare liscia a quell’uomo. Credi sia possibile un compromesso?”
“Beh… nulla sará impossibile, se lei sará decisa.”
Money Penny sospiró.
“Certo che…” disse la donna occhialuta. “Anche se Sebastian ieri é stato duro, tuttavia lui e Albert hanno ragione. Il nostro intervento in questo caso é uno dei piú difficili. Santa pazienza! Ci eravamo tutti radunati a Durham, venendo tutti dalla magione di Londra di Albert, per prenderci del tempo libero, visto che ultimamente non avevamo dei casi da risolvere. Ma alla fine stiamo faticando il doppio.”
“Dici? Io penso che, invece, ci siamo imbattuti in un caso interessante e fuori dai nostri schemi. E questo mi diverte.”
“Ah Sí?! E che cosa c’é che diverte tanto in questo?”
“Quella ragazza. Lei mi ricorda la mia cara amica Irene Adler.”
A quelle parole, Money Penny fece una sottile risata. Lei sapeva bene che, in realtà, l’amica di cui parlava Bond altri non era che sé stesso, prima che diventasse un uomo, prima che si aggregasse con l’organizzazione del Signore del Crimine, prima che diventasse James Bond.
“Samantha é riuscita a catturare l’interesse di William.” si spiegó il biondo dagli occhi zaffiro. “Lui non é certo il tipo di uomo che s’interessa alle donne, a differenza di Moran, che va spesso a divertirsi.”
“Non mi sembra il caso di aprire questa parentesi su Sebastian.” disse Money Penny, irritata.
“Comunque…” proseguí Bond. “Anche la mia amica era riuscita ad attirare l’attenzione di un tipo irreprensibile, in fatto di donne.”
“Stai parlando di Sherlock Holmes?”
“Giá. E proprio perché Samantha ha questo aspetto comune con Irene, riesco almeno lontanamente a immaginare cosa deciderá.”

Nel suo studio, William si stava organizzando, facendo il riepilogo del programma che avrebbe presentato alle classi che doveva seguire. D’un tratto, sentí bussare alla porta. Invitó ad entrare e, dal retro di essa, comparve Samantha, che si fece avanti senza attendere comandi, ed evitando i convenevoli.
“Professore, sono venuta a darle la mia risposta.”
La ragazza agí e parló con totale disinvoltura, suscitando quasi la meraviglia del matematico. La persona che egli aveva davanti appariva diversa, da come la ricordava le altre volte che l’aveva vista. Se i giorni precedenti l’aveva vista impacciata, emotiva e insicura, ora invece pareva inquadrata e tutta d’un pezzo.
“Hai tratto le tue conclusioni, quindi?” disse William.
Samantha fece cenno di sí.
“Ottimo! Peró devo chiederti se sei sicura. Non stai affrettando le cose? Hai qualche esitazione?”
“Mai stata piú certa!”
“E in che modo hai preso la tua decisione? Cosí ti ha spronato?”
“È stato senz’altro difficile contenermi e fare finta di niente, ancora di piú mantenermi lucida per riflettere bene. Peró non posso piú stare ad aspettare, guardando mia madre che le prende per me. L’altro ieri le ho prese io stessa, perché ero giá decisa, per lo meno, a fare di tutto per non permettere piú che accadesse.”
“Ordunque, cos’hai intenzione di fare?”
Samantha fece un leggero inchino.
“Desidero che lei e i suoi fidati mi aiutiate a infliggere a mio zio una punizione esemplare, ma alle mie condizioni.”

A serata inoltrata, Lewis attese appostato all’angolo della strada. Si intrattenne fumando una sigaretta, e ogni tanto tendeva l’orecchio, aspettandosi di sentire dei passi, e guardava con la coda dell’occhio oltre la svolta dell’angolo. Poi, finalmente arrivó il momento atteso. Il giovane uomo vide uscire dal cancello che dava sulla strada al di lá dell’angolo il Signor Baxter. L’obbiettivo si stava muovendo, era appena uscito dalla sua magione. Rimase fermo ancora qualche minuto, lasciandolo allontanare a sufficienza. In seguito, si mosse e giunse davanti ai cancelli della residenza Baxter. Una finestra del secondo piano si aprí, e da essa si sporse Samantha. Lewis sollevó un braccio in alto, dando il segnale, e la ragazza rispose allo stesso modo. Lewis si dileguó mentre la finestra fu richiusa e, in due minuti, lei uscí quatta quatta dalla porta sul retro, incontrando William e Albert, che si erano infiltrati nei cortili dell’abitazione furtivamente col favore del buio.
“Ci siamo.” disse la ragazza.
“Perfetto, muoviamoci anche noi.” disse Albert.
“Iniziamo a infliggere il giusto castigo.” disse William.
Samantha sfoggió un sorriso risoluto.

Nel mezzo della strada di una zona malfamata, una donna avvenente, che sembrava in attesa, udí un rumore di zoccoli. Si giró verso la propria sinistra e vide una carrozza avvicinarsi. Quando questa le passó davanti, vide un uomo sporgersi dal finestrino, che la guardó con gli occhi e il sorriso di un cane famelico. Lei si sventoló i capelli e fece un sorriso invitante, sbattendo le ciglia di un occhio.
“Ehi, ferma la carrozza.” sbottó l’uomo al cocchiere.
La carrozza si fermó e l’uomo aprí il portoncino, salutando la donna con un fischio.
“Ohilá, non mi pare di averti mai visto. Sei nuova di qui? Non sarai mica una pivella?” disse l’uomo.
“Non ditemi che non vi piace la carne fresca.” disse la donna con tono sensuale, avvicinandosi. “C’é piú gusto nel mangiare qualcosa fresco di caccia, non credete?”
L’uomo sorrise a trentadue denti.
“Effettivamente un mio amico cacciatore me lo diceva sempre. Ma sí, perché no? Vieni, ti faró divertire un sacco, dolcezza.”
L’uomo invitó la donna a salire nella carrozza. Il portoncino si chiuse e il mezzo ripartí, appena ricevette l’oridine della destinazione.
All’interno, l’uomo e la donna iniziarono l’intrattenimento.
“Allora, dove mi vuole portare d’interessante?” chiese lei.
Senza esitare, l’uomo le piombó addosso, costringendola a sdraiarsi sul sedile e senza sciogliere il suo sorriso lascivo.
“Perché aspettare? Abbiamo tutta la notte, possiamo cominciare da qui, che ne dici?” disse lui.
“Oh, signore! Come siete audace! Vedrá, questa sará davvero una notte da… paura!”
Spritz
Pronunciando l’ultima parola della frase, la donna pose davanti al viso dell’uomo un’ampolla per profumo e gli spruzzó qualcosa addosso. In un attimo, l’uomo chiuse le palpebre e finí accasciato sul fondo della carrozza. La donna si rimise seduta e diede un calcetto all’uomo. Emise poi un sospiro di sollievo. Dietro di sé aprí la fessura per parlare al cocchiere.
“Baxter é nel mondo dei sogni, Jack.”
“Bella mossa, Money Penny. Il pesce ha abboccato all’amo.”
“Ora non ci resta che portarlo sul nostro scenario. Gli altri saranno giá pronti.” disse lei, mentre si toglieva la parrucca e si passava un fazzoletto per togliersi il trucco.
“Comunque, mia cara, permettimi di fare un’osservazione.”
“Su che cosa?”
“Quando si tratta degli spassi di Moran ti arrabbi sempre. Peró pure tu non scherzi, quando usi il tuo fascino.”
“Giá, peró io non faccio piú del necessario. E comunque nel mio caso si tratta di lavoro. Lui va fino in fondo in qualsiasi contesto.”
“A proposito di lui, comunque, spero che si sia ricreduto sulla nostra ragazzetta. Quest’ultima settimana si é comportata bene. Grazie a lei abbiamo scoperto che il Signor Baxter é un tipo che la sera va a divertirsi.”
“Sí, é bastato che lei ci dicesse che lo sentiva uscire di casa determinate sere di ogni settimana. E dopo di che, lo abbiamo pedinato e abbiamo capito qual é la sua esca perfetta. Stenderlo in mezzo alla strada era troppo pericoloso, anche quando c’é quiete, potrebbe sbucare chiunque fuori da qualsiasi angolo e vedere tutto.”
“Mi raccomando, eh? Assicurati che dorma bene. Devo essere pronto per la destinazione finale.”
“Era un sedativo abbastanza potente, quello che gli ho fatto respirare. Rimmarrá steso il tempo sufficiente.”

Baxter si sveglió fra mugugni. Aprí le palpebre, che sbatté un po’ di volte, cercando di mettere a fuoco e vide che ció che aveva davanti era tutto bianco. Cercó di alzarsi a stento, mettendosi seduto e poi prendendosi la testa fra le mani. Aveva dei forti capogiri. Ripresosi da essi, si mise in piedi e si guardó attorno. Si accorse di essere circondato da una fitta nebbia.
“Ma dove sono?” si chiese.
Fra la nebbia riconobbe dei tratti di strada e alcune alberi. Capí allora di trovarsi forse in una foresta.
“Come ci sono arrivato qui? Che diavolo é successo?”
L’uomo cercó di scavare nella propria mente, ma era totalmente confuso. L’ultima cosa che ricordava era di aver preso una carrozza e poi di aver incontrato una donna. Al riaffiorare di quel ricordo ebbe un sussulto, che lo indusse a perquisirsi. Si mise le mani nelle tasche. Nulla gli era stato rubato.
“Insomma, che assurditá é questa?”
Baxter cominció a perdere la pazienza.
“Non c’é nessuno qui?” sbraitó.
Uuuh…
Un brivido percorse la schiena dell’uomo. Quello che aveva sentito era un ululato. Il cuore inizió a bettergli all’impazzata. Quel luogo misterioso in cui si era ritrovato era veramente spettrale, ed egli si sentiva come se qualcuno, o qualcosa, da qualche parte lo stesse scrutando.
Frush 
Un fruscio di foglie e ramoscelli lo sorprese alle spalle, facendolo voltare di scatto. Ció che gli si paró davanti fu raccapricciante. Era un uomo, un uomo che camminava lentamente e ciondolando, incurvato in avanti. Il volto di Baxter si dipinse di terrore. Quello che aveva davanti era un fantasma, ne era certo. E piú si faceva vicino, piú le fattezze gli sembravano familiari.
“No… non é possibile…” mormoró.
“È… é uno scherzo…”
Quando il fantasma fu a una distanza media, sollevó il capo e fece sobbalzare l’uomo.
“Che cosa? Cooper?!”
Bang
Immediatamente, qualcosa gli colpí di striscio la caviglia, facendolo cadere. Baxter andó nel panico totale e strisció all’indietro, fra lamenti e grida. Il fantasma, intanto, continuó a camminare, facendosi sempre piú vicino. L’uomo si giró su sé stesso e poggió le mani a terra, per cercare di rialzarsi.
Bang
Un’altro colpo gli arrivó sulla spalla. Capí, allora, di essere sotto tiro, e fece per correre piú veloce che poté. La caviglia gli doleva, e per questo corse zoppicando.
Bang bang bang
Quelli che sentiva erano chiaramente colpi di fucile. Non sapeva come spiegarsi quanto stesse accadendo. Era in mezzo a una foresta, senza poter sapere come orientarsi, un fantasma lo inseguiva e qualcuno, chissà mai chi, cercava di sparagli come se fosse una preda da cacciare.
“Aiuto! Aiuto, qualcuno mi aiuti!” gridó disperato.
“C’é qualcuno? Aiuto, mi stanno inseguendo! Qualcuno mi risponda, per favore.”
Clack 
“Aaahrg!”
Baxter sentí qualcosa addentargli il polpaccio e cadde di nuovo a terra, gemendo per il dolore. Si guardó dietro e si accorse di avere una trappola per volpi che si era chiusa affondando nella sua carne. Con la coda dell’occhio notó un’ombra, fra la nebbia. Senza smettere di dimenarsi, strisció per continuare a scappare.
“Stammi lontano!” gridó. “Non venire! Tu sei morto, lasciami in pace!”
La sagoma dell’ombra si fece avanti e, piano piano, l’immagine di colui che inseguiva l’uomo si fece piú nitida e visibile. Ma questa volta non si trattava del fantasma. La figura camminava normalmente, seppur lenta, e senza ciondolare. Era un ragazzo ció che Baxter vide.
“Samuel!” esclamó l’uomo. “Samuel, mi stanno inseguendo. Devi aiutar…”
Crick 
Prima che Baxter potesse finire di parlare, la persona che aveva davanti, gli puntó contro una pistola, disinnescando la sicura.
“Restate fermo dove siete.” disse Samuel, anzi, Samantha.
   
 
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