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Autore: Bankotsu90    28/04/2024    0 recensioni
[Girls Und Panzer]
[Girls Und Panzer]Spin-off de "Age of Saunders" (ambientato tra i capitoli 28 e 68). All'accademia BC Freedom arriva una nuova studentessa, in un momento in cui regna una forte tensione tra le fazioni "Escalator" e "Examinator". Su richiesta di Marie, presidente del consiglio studentesco, dovrà adoperarsi per riconciliare le due parti, la cui inimicizia danneggia la scuola e il team di sensha-do.
Genere: Drammatico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Age of Saunders'
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Quando l’elicottero si alzò in volo dall’attico puntò verso est, diretto verso la baia. A bordo, Miho era seduta, e guardava il panorama fuori dal finestrino. Una forte ansia pervadeva ogni fibra del suo essere, tanto che tremava leggermente. Ogni minuto che passava la avvicinava al suo colloquio per l’ammissione all’accademia BC Freedom.
 
Kami-sama… Il cuore mi batte a mille all’ora!
 
Pensò, deglutendo.
 
Mikoto, che stava accanto a lei, le disse, per rincuorarla:
 
Rilassati, Miho… Vedrai che andrà tutto bene. Devi solo usare le parole giuste.
 
La castana le rivolse una breve occhiata, per poi tornare a guardare il paesaggio.
 
La fa facile… Ma data la mia situazione…
 
Serrò i pugni.
 
Quello che più la angosciava era che Marie, riconoscendola, non solo avrebbe respinto la sua richiesta di entrare alla BC, ma avrebbe anche reso pubblica la notizia che era ancora viva.
 
Posso solo pregare che ciò non avvenga…
 
Sotto i suoi occhi vide scorrere il parco Shiba, il Fuji Broadcasting Center, il Rainbow Bridge, l’isola di Odaiba, fino a ritrovarsi ad ammirare l’azzurro della baia, uno specchio d’acqua largo 1500 chilometri collegato all’Oceano Pacifico dal canale di Uraga. Su di esso si affacciava, oltre a Tokyo, anche la grande città portuale di Yokohama. Come ogni giorno, essa pullulava di navi in partenza o in arrivo sia giapponesi che straniere: Miho vide una petroliera battente bandiera norvegese; una portaerei statunitense; un cargo sudcoreano; un rimorchiatore nipponico; una nave da crociera britannica; una porta-container portoghese; una nave passeggeri giapponese e via dicendo.
 
Perché Shimada-san non è potuta venire?” Domandò, improvvisamente.
 
Stamattina ha da fare… Questioni di lavoro.” Le spiegò sbrigativamente Mikoto.
 
Lei si limitò ad annuire. Come molti adulti (sua madre compresa) Chiyo era molto abbottonata riguardo il suo lavoro alla federazione di sensha-do, e non ne parlava mai a casa, neppure con Alice. Per alleggerire la tensione che aveva in corpo decise di passare ad argomenti più leggeri.
 
Il kimono che indossi… È nuovo, vero?
 
La domestica annuì.
 
L’ho comprato qualche giorno fa… L’ho preso giallo e nero perché sono i colori del Kashiwa Reysol, la mia squadra del cuore.
 
Miho la conosceva: una delle più antiche squadre di calcio del Sol Levante, fondata nel lontano 1940.
 
A quel tempo Fumimaro Konoe era ancora primo ministro…
 
Si ritrovò a pensare.
 
Dimmi, tu che squadra tifi?” Le chiese Mikoto.
 
Roasso Kumamoto… Come mia madre e mia sorella.” Fu la risposta.
 
Quella milita nella J2… Non ne hai una nella J1?
 
Nishizumi annuì.
 
Simpatizzo per il FC Tokyo.
 
Proprio come Shimada-sama e sua figlia…
 
Pensò la corvina.
 
Capisco… Una buona squadra.” Commentò.
 
Emise uno sbadiglio, poi guardò fuori  dall’oblò. Dopo qualche minuto esclamò:
 
Ah, ecco la nostra meta!
 
Subito Miho si voltò di scatto nella stessa direzione, notando in lontananza la sagoma grigia di una accademia galleggiante, che si ingrandiva progressivamente.
 
Eccola… la BC Freedom!
 
La ragazza era sempre più nervosa, il cuore le batteva forte. Si lisciò nervosamente il volto con ambo le mani. La nave-scuola si faceva sempre più vicina, più grande, fino a quando non potè vederla nitidamente. E ciò che vide la lasciò di sasso.
 
Ajapa…
 
Pensò, sbigottita.
 
Una volta aveva visto una foto della penisola coreana scattata di notte, dallo spazio: il Sud era tappezzato di luci artificiali, sembrava un prato costellato di lucciole; al contrario, il Nord era quasi totalmente immerso nell’oscurità. La BC Freedom, in un certo senso, le ricordava quella foto: metà della nave era composta da spazi verdi, intervallati da strade e vie; l’altra aveva un aspetto brullo, squallido…Sembrava un enorme pantano. L’unica nota di colore in quella distesa marrone era il grigio degli edifici.
 
Sembra quasi che due diverse navi si siano fuse, dando vita a questa.” Commentò Mikoto, sorpresa quanto lei.
 
*****
Giunto sopra l’eliporto dell’accademia, l’Eurocopter iniziò la fase di discesa, poggiandosi delicatamente al suolo. Quando i motori furono spenti, Mikoto e Miho si alzarono in piedi. Miho era un fascio di nervi, si sentiva come se fosse al cospetto di uno tsunami colossale pronto a travolgerla.
 
Coraggio, Miho… Sii forte!
 
Provò a dirsi.
 
Tuttavia, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… Se fosse stata sul vecchio Panzer IV (chissà dov’era finito) con le sue ormai ex compagne di squadra avrebbe manifestato fermezza, coraggio, nervi saldi. Ma lì era insicura, timida, ansiosa.
 
****
Scese a terra le due ragazze si guardarono intorno: Mikoto con curiosità, Miho spaesata; si sentiva come se avesse messo piede su Urano, il pianeta più periferico della Via Lattea. La pista d’atterraggio ospitava 4 elicotteri Breguet G.111, di colore grigio.  Nell’aria risuonava lo stridio di alcuni gabbiani, che volavano alti in cielo.
 
Ok, siamo qui… Ma ora?” Domandò la domestica.
 
Nishizumi era altrettanto confusa. Si aspettava che qualcuno la aspettasse all’arrivo, invece non c’era anima viva.
 
Forse questa non è la BC Freedom, una un’altra accademia.
 
Ipotizzò. Poi però, avvicinandosi agli elicotteri, notò il logo della BC sulle fiancate.
 
Ok, l’accademia è giusta… Quindi come mai non c’è nessuno ad attendermi?
 
Si chiese.
 
Dopo qualche minuto udì il rombo di un motore avvicinarsi. Voltatasi, notò una Simca 5 blu, anch’essa col logo della BC sulle portiere, diretta verso di loro.  Quando le ebbe raggiunte si piazzò davanti ad esse. Dopo pochi secondi il finestrino sì abbassò e sia Miho che Mikoto notarono la conducente, una bionda coi lunghi capelli che le arrivavano alla schiena e occhi celesti, che indossava l’uniforme BC: camicia bianca con cravatta rossa e blu; gonna blu scuro; cardigan blu reale; un paio di scarpe Mary Jane. Indicò Nishizumi e le domandò:
 
Cos’è quella?
 
Inizialmente confusa, Miho si ricordò che teneva ancora tra le mani la busta che le aveva dato Chiyo.
 
Ecco… Da parte di Shimada-sama! Mi ha detto di consegnarla a Marie.” Spiegò.
 
La bionda la fissò insospettita, ma annuì.
 
Sali a bordo, lei ti attende!
 
Lei annuì, aprì la portiera, si sedette accanto all’autista. Mikoto fece per salire a sua volta, ma la ragazza la bloccò.
 
Tu no!
 
La servitrice della famiglia Shimada rimase stupita da quella risposta.
 
Come io no?” Domandò, con un certo stupore.
 
Mademoiselle Marie non mi ha detto nulla di te…Vuole solo Miho. E quest’auto ha solo due posti. Dovrai attendere qui.” Le spiegò la conducente.
 
Anche se dispiaciuta, Miho dovette riconoscere che la bionda aveva ragione. Non c’era posto, sull’auto, per Mikoto. Così, con rammarico, le disse:
 
Sumimasen, Mikoto-san… Da qui in poi andrò da sola.
 
La corvina, anche se contrariata, annuì.
 
Dopotutto deve solo sostenere un colloquio, non calarsi in una fossa piena di Mamushi…
 
Kōun o.” Le augurò.
 
Miho le sorrise.
 
Arigatō.” Rispose.
   
 
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