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Autore: Princess of the Rose    01/05/2024    0 recensioni
Raccolta su 2pTalia.
Miscellanea 2: "Republic of Canada," disse America aprendo la scatolina e rivelando un anello dorato con sopra una decorazione a forma di maglietta di hockey, "Se vuoi farti perdonare per avermi tradito con Russia, accetta di sposarmi!"
Il turbine: Backmasking, Jouska, Rubatosis, Énouement, Chrysalism [Tabella "Il dizionario delle emozioni" di Lande di fandom]
Incontri del 2p tipo: XX.XX.20XX: per qualche motivo, si è aperto un varco interdimensionale. Visto che non si è richiuso, le due dimensioni comunicanti decidono di intraprendere relazioni diplomatiche.
Le vacanze unite: La quasi-Federazione europea va in vacanza
Romano e i gatti che non voleva: titolo esplicativo... [Maritombola 14]
Natale 1991:Il Natale del 1991 è considerato un momento di svolta per la politica mondiale...
L'UPE va alla guerra: Poco prima dell'avvento della Costituzione e il passaggio da Unione a Federazione, l'UPE avanzò delle richieste per poter aumentare il proprio livello di autonomia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: 2p!Hetalia
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Through the Looking-Glass and what Hetalians found there'
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Titolo: L'UPE va alla guerra

Personaggi: Austria (Franz Eldelstein); Polonia (Tomash Łukasiewicz); Portogallo (Alfonso Sousa); Spagna (Francisco Carlos Carriedo); Germania (Georg Joseph Beilschmidt); Belgio (Laura Magritte); Italia Romano (Matteo Vargas); Italia Veneziano (Marco Vargas); Danimarca (Søren Densen); Inghilterra (Oliver Kirkland).

Genere: Commedia nera

Avvertimenti: Nessuno

Note aggiuntive: Ehilà, quanto tempo. Speravate/Pensavate avessi abbandoanto la fic eh? No,è solo che la vita reale si è mezza in mezzo di prepoteza e dovevo portare avanti altri progettini. Quindi ancora niente aggiornamenti settimanali, ma il prossimo arriverà a giugno e sarà bello sostanzioso. Per quanto riguarda quanto manca alla fine: certamente arriverò fino a 30, da lì in poi mi metto nelle mani della mia musa ispiratrice lol.
Spero questo capitolo vi piaccia, e alla prossima!

Se vi va, sono su tumblr per ogni evenienza.






 






I paesi posti sotto occupazione dall'Unione vennero rinominati UPE (Unione dei Paesi Europei, distinto dall'Unione Europea che diventerà poi la Federazione) ed erano a tutti gli effetti dei protettorati: entità statati quasi autonome prive però di una difesa. L'Unione mostrò un atteggiamento ambivalente nei confronti dell'UPE: da un lato un grande livello di tolleranza verso i governi locali e le loro scelte; dall'altro un'incredibile brutalità qualora queste scelte entrassero in contrasto con gli interessi dell'Unione.

Poco prima dell'avvento della Costituzione e il passaggio da Unione a Federazione, l'UPE avanzò delle richieste per poter aumentare il proprio livello di autonomia.








"Belgium?" mormora piano Inghilterra, torturandosi le unghie delle mani e cercando di mettercela tutta per mantenere il controllo della propria voce.

Belgio non si volta, continuando a tagliare a quadretti la metà di una melanzana; Polonia, accanto a lei, interrompe lo sbucciare le carote per osservare la scena. Sul fornello c'è una grossa padella dentro cui stanno cuocendo le fette di una cipolla e dell'aglio.

"Belgium?" la chiama di nuovo, non volendo avvicinarsi troppo senza qualcosa con cui difendersi - il coltello che l'altra nazione sta usando sembra molto, molto affilato.

Belgio non alza lo sguardo dal suo lavoro ma emette un piccolo suono che segnala il fatto che gli sta prestando attenzione. Inghilterra vorrebbe si voltasse per quello che sta per dire, ma dovrà accontentarsi.

"S-Senti Belgium, stavo pensando," dice, grattandosi il collo in un gesto nervoso, "Ho um... A casa mia no? Ecco si parlava dell'occupazione no? Dell'UPE no? Ecco, come dire... C-C'è un po' di malcontento."

Belgio non reagisce: finito con la melanzana prende una zucchina dal lavandino e inizia a tagliarla a rondelle.

Inghilterra deglutisce a fatica e maledice il proprio primo ministro per la missione che gli ha affidato: "I-Insomma ecco... V-Visto che c'è questo malcontento il mio capo mi ha chiesto di chiedervi se era fattibile la possibilità di un affrancamen-"

Si interrompe al suono del coltello conficcato dentro il tagliere di legno, mentre metà della zucchina vola via a causa dell'impatto e finisce ai suoi piedi: Belgio si è infine voltata verso di lui e il suo sguardo è un chiaro invito a continuare a parlare qualora avesse desiderio che parti del suo corpo facessero la stessa fine di quella povera verdura.

Polonia si morde il labbro per trattenere una risata.

Inghilterra inizia a sudare freddo: "Ah ma che sbadato," dice con una risata nervosa, "M-Mi sa che ho dimenticato i ferri da maglia sul fuoco, v-vado a toglierli subito."

Detto ciò si affretta ad uscire dalla cucina, sentendosi oltremodo umiliato.






Portogallo è consapevole del peso della missione che gli è stata affidata e non ha intenzione di fallire.

"Italia, Alemania," dice, sventolando il foglio con tutte le richieste dei paesi dell'UPE firmate dai rispettivi capi, "Vi devo parlare."

Veneziano, seduto sulla poltrona del salone con le gambe piegate sotto il sedere, solleva la testa dal libro che sta leggendo e lo guarda con ovvio disinteresse; Germania neanche si degna di aprire gli occhi, comodamente sdraiato sul divano grande.

Portogallo appena trattiene un'imprecazione.

"Le cose devono cambiare," dichiara, avvicinandosi alla finestra del salone e appiccicando il foglio al vetro con un po' di nastro adesivo,"Queste sono le nostre richieste, le lascio qui così quando tornano gli altri le potranno vedere! Non abbiamo intenzione di cedere, abbiamo già organizzato con i nostri capi delle prote-"

"Se hai lasciato tracce di colla sul vetro te le faccio levare con la lingua," lo interrompe Veneziano, lo sguardo violetto glaciale. Germania ha aperto un occhio e si è voltato verso di lui.

Portogallo trema leggermente ma si fa coraggio: non deve cedere, non può, ne va dell'orgoglio dell'UPE!

"O-Okay lo metto qui," dice, staccando il foglio - fortunatamente non ci sono residui dal nastro adesivo sul vetro - e posizionandolo sulla cornice in legno. Veneziano lo guarda ancora più male di prima, non spicca una parola. Germania ride, silenzioso.

"Lo butto," dice infine, accartocciando il foglio, "T-Tanto non era niente di importante."

Mesto, batte in ritirata in cucina, andando quasi a sbattere contro un nervoso Inghilterra.






"Pretendiamo più autonomia decisionale da voi! Non siamo i vostri servetti che potete comandare a piacimento! Siamo nazioni, abbiamo una nostra volontà che va rispettata e dovete farlo in nome di quei valori che sono alla base della vostra stessa Costitution!"

Tono deciso, discorso articolato e appassionante, che tocca tutti i punti di una possibile discussione: Spagna è tutto sommato orgoglioso di sé alla fine del proprio monologo, e si volta verso Danimarca: "Come sono andato?"

"Sei nei tempi," dice l'altro con il suo solito tono triste, fermando il piccolo cronometro che tiene in mano "Ma sono pessimista sul fatto che possa funzionare."

"Tu sei sempre pessimista non conti," dice Spagna, guardando il divano dove sono posizionate le foto dei sette che compongono l'Unione Europea e maledicendo il disagio che sente anche solo vedendoli in quel modo. Li hanno proprio traumatizzati per bene, quei maledetti bastardi.

"Sai come sono fatto, preferisco essere pronto per il peggio e avere una piacevole sorpresa piuttosto che essere speranzoso e rimanere deluso."

Spagna gli lancia un'occhiataccia per poi sistemare la foto di Romano che era caduta di lato, rimettendola dritta vicino a quella del fratello. Certo fa uno strano effetto sentirsi così davanti ad un semplice pezzo di carta con sopra l'immagine della sua vecchia proprietà, una consapevolezza che non fa altro che alimentare la sua rabbia montante.

"Riproviamo," dice, prendendo un profondo respiro e combattendo il timore che sente con tutto sé stesso.

In quel momento la porta del soggiorno si apre: Spagna afferra Danimarca e lo butta sul divano per nascondere le foto, ignorando il suo singulto di dolore quando le cornici si rompono e i pezzi di vetro si conficcano nel corpo del povero danese, per poi sedersi sull'estremità, reprimendo un'imprecazione quando centra in pieno la foto di Romano e il suo sedere segue il destino di Danimarca.

Ed è proprio Romano a entrare in salone, fresco di ritorno dal supermercato assieme ad Austria, guardandoli con sguardo interrogativo. Spagna e Danimarca rimangono il più impassibili possibile.

"Che state facendo?" chiee l'italiano, alzando un sopracciglio.

"Niente, ci riposavamo un secondo," risponde prontamente Spagna, cercando di rimanere immobile.

Romano non sembra convinto: "Avete fatto quello che vi ho detto?"

"Ja."
"Si."

Replicano i due in coro.

"La spazzatura l'avete buttata?"

"Ja."

"Si."

"La lavastoviglie l'avete svuotata?"

"Ja."

"Si."

"Il pavimento l'avete lavato?"

"Ja."

"Si."

"E avete fatto spazio per la spesa?"

I due annuiscono.

Romano ancora non sembra convinto ma rilassa le spalle: "Ci sarebbe da stendere la lavatrice e mettere su i lenzuoli."

"Facciamo subito," dice Spagna con un sorriso forzato mentre Danimarca annuisce.

Romano si dirige in cucina; Austria li guarda perplesso prima di seguirlo con in mano diverse buste della spesa.

Spagna prende un profondo e lentamente, molto lentamente, si alza, digrignando i denti al rumore che fanno i pezzi di vetro che cadono a terra.

Danimarca impallidisce: "Mi sa abbiamo macchiato il divano," dice, osservando le piccole chiazze di sangue sul tessuto di pelle nera.

Spagna inspira lentamente: "Odio tutto questo."

 

   
 
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