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Autore: ValeAlcazar    01/05/2024    1 recensioni
Io e la mia socia Manu Roja abbiamo voluto scrivere una storia particolare...cosa sarebbe accaduto se Ana non avesse accettato di tornare con Christian? Abbiamo preso come punto di riferimento la fine di GREY ( 50 sfumature di grigio raccontate da Christian) e DARKER ( 50 sfumature di nero raccontate da Christian)
Buona lettura
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate
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Ieri sera ho chiamato Kate per chiederle se ci vedevamo uno di questi giorni, con mia sorpresa la vedo già stasera. Mi è mancata in tutto questo periodo, ho dovuto affrontare tutto da sola, rientrare a casa senza qualcuno che ti aspetta e o con cui poter parlare è stato doloroso. Finisco in fretta il mio lavoro, non vedo l’ora di rivedere la mia amica. C’incontriamo al Bunker Club “Ana” “Kate” “Oh mio Dio Ana che cos’hai? Come stai? Non sembri più tu! Amica mia, dimmi tutto! È per via di Christian? Giuro che se è colpa sua vado da lui e…” “Kate…” “Ana che c’è? Dimmelo!!!” “Io e Christian…” “Tu e Christian? Ana per l’amor del cielo, vuoi parlare?” “Non stiamo più insieme da dopo che sei partita.” “COSA? Da così tanto? Perché? Che è successo? Ana, devo tirarti le parole di bocca con le pinze? Che ti ha fatto?” “È complicato. Non poteva durare, siamo di due mondi opposti. Ho provato anche a frequentare un’altra persona per un po’ ma, non ci sono riuscita, non ho provato neanche un minimo di attrazione verso di lui. Non ci siamo neanche mai baciati...l’ho lasciato qualche giorno fa. Non c’era chimica, niente di paragonabile a quello che legava me e Christian. Io lo amo ancora così tanto. Mi ero illusa che il tempo me lo avrebbe fatto dimenticare, e invece, sono sempre lì a piangere tutte le mie lacrime, non so che fare. Sto così male. Aiutami tu ti prego!” “Hai provato a parlargli? A cercare di appianare?” “No Kate, non posso...non voglio.” “Tranquilla, ci penso io a te da adesso in avanti.” “Mi devi promettere che non dirai niente di tutto questo ad Elliot. Non dovrà sapere che sto da sola e che sto soffrendo per Christian...promettimelo Kate! Se dovesse chiederti qualcosa digli che sto con George, ok?” “Ok! Tutto per la mia meravigliosa amica. Ti voglio bene Ana. Perdonami se non ci sono stata in questo periodo, potevi dirmelo per telefono, sarei venuta prima da te e invece hai dovuto affrontare tutto da sola.” “Non volevo rovinare il tuo stato di relax post vacanza e rubare tempo a te ed Elliot, farti correre da me per i miei problemi sentimentali e poi non voglio far sapere tramite lui a Christian come sto.” “Elliot dopo che siamo rientrati dalle Barbados è stato fuori per lavoro, è rientrato solo una settimana fa ed io ne ho approfittato per trascorrere qualche tempo in più con i miei e nel frattempo fare qualche colloquio di lavoro. A proposito sarà qui a momenti, gli avevo detto di raggiungerci per un drink. Se vuoi gli dico di non venire e che lo raggiungo io.” “Non ti dispiace farlo?” “Certo che no! Tutto per la mia migliore amica.” “Non fa in tempo a prendere il telefono che Elliot è già alle mie spalle. “Ehilà bellezze! Che fate qui tutte sole?” “Elliot, sei in anticipo! Stavo per chiamarti e dirti che ti raggiungevo io.” “A quanto vedo ho fatto bene a venire prima. Non si lasciano incustodite due meraviglie come voi. Ana come stai?” “Elliot è un piacere rivederti. Sto bene, voi due state benissimo...siete super abbronzati.” “Tu invece sei pallida, che ti succede?!” “In questo ultimo periodo il lavoro è stato un po’ frenetico e pesante. Sono solo stanca, niente di grave.” “Ho saputo di te e Christian...mi dispiace tanto Ana. Eravate bellissimi insieme. Non avevo mai visto mio fratello così felice come quando stavate insieme.” Abbozzo un mezzo sorriso “Ragazzi perdonatemi, ma avevo promesso a George che sarei passata da lui dopo aver visto te Kate.” dico mentendo per uscire da questa situazione a dir poco imbarazzante. “Tranquilla Ana, spero di conoscere anche lui prima o poi.” Per fortuna Kate mi regge il gioco. “Certamente, vediamo di organizzare, ok? È stato un piacere rivederti Elliot. A presto.” Stringo a me Kate con la promessa di rivederci presto e sussurrando la ringrazio per avermi sostenuta, abbraccio anche Elliot e mi avvio verso l’uscita del locale. Sfinita mi dirigo verso casa, sto male, sto veramente male. “Kate, ma hai visto in che stato è Ana?” “A cosa ti riferisci? È più magra ma, oltre a questo non ho notato niente di diverso in lei.” “L’altra sera sono passato da Christian perché mamma era preoccupata, non sta bene neanche lui. Io credo stiano soffrendo entrambi per la loro separazione.” “Ma che dici! Ana è solo stanca e poi sta con George ed è felice! Mi ha detto che è molto premuroso che la ama e lei ama lui.” “Sarà come dici, ma quei due non me la raccontano giusta.” “Smettila! Dai andiamo.” Oh Ana, amica mia. Ha ragione Elliot, tu e Christian siete fatti per stare insieme, ti ho promesso che non gli dirò niente e lo farò. Anche stanotte ho avuto un incubo, sono distrutto, mi sento lacerato, spezzato, questi brutti sogni inclinano totalmente la mia facoltà di avere il controllo. Sono perso, ormai in preda alle tenebre che mi risucchiano nel loro vortice, sempre, di continuo. La luce che è la mia salvezza, si disperde nell’oscurità. Avevo trovato il mio luogo felice, la mia Anastasia, bella e luminosa come un cielo d’estate. La signora Jones, mi saluta abbozzando un sorriso, mentre mi serve una tazza di caffè fumante, non sono dell’umore adatto neanche per contraccambiare un semplice saluto. Arrivato alla GEH, salgo al mio piano, mi accorgo che Andrea non è ad accogliermi come sempre dalla sua postazione. Scorgo Olivia che esce dal mio ufficio e alla mia vista, come ogni giorno, mi viene incontro con quel sorrisetto da oca...non la reggo, men che meno oggi che non è proprio giornata!!! “Dov’è Andrea?” le chiedo brusco “Buongiorno signor Grey, Andrea è andata da Ros.” “Bene Olivia...portami un caffè e mandami Andrea appena la vedi.” dico seccato sbattendo la porta. Mi seggo alla mia scrivania, inizio a guardare i contratti che di solito controllo prima della firma per verificare che tutto sia scritto correttamente, anche se sono sicuro che non ci siano inesattezze, il mio staff è scrupoloso. Leggo il primo e lo firmo, leggo il secondo e anche questo è a posto. Do una letta al terzo, quello che mi preme di più, visto che riguarda un progetto per le batterie ad energia solare. Forse mi è sfuggito qualcosa...lo rileggo. No, non è possibile! Mancano i fogli dei permessi acquisiti per la realizzazione. Non faccio in tempo ad alzare la cornetta del telefono interno per chiamare che sento bussare. “AVANTI!” sbraito convinto che sia quell’oca giuliva di nome Olivia...invece è Andrea con il caffè. “Buongiorno signor Grey. Mi perdoni se non ero al mio posto, ma ho portato…” non la faccio finire. “Non importa Andrea, so dov’eri. Grazie per il caffè. Prima che tu vada ho da dirti una cosa.” “Sì signore, mi dica…” “Voglio fuori dalla mia vista Olivia. Non voglio più vedere la sua faccia da queste parti. Spostala dove ti pare ma fuori dalla mia portata o non rispondo più di me.” “Mi scusi se glielo chiedo, posso sapere cos’è successo?” “Ha stampato lei i contratti che ho trovato stamattina sulla mia scrivania, lo so perché quando sono arrivato l’ho vista uscire da qui. Si è dimenticata di allegare i permessi per la realizzazione delle batterie ad energia solare, Se non avessi controllato sarebbe partito senza quei preziosi fogli.” “Rimedio subito signore.” “Andrea…” “Sì signore?” “LA VOGLIO FUORI DA QUI” “Signor Grey mi perdoni, sta pensando bene a ciò che fa? Sa chi è!” “Sì Andrea, lo so. Non m’importa. Non può lavorare in questo ufficio senza mettere testa al lavoro che deve svolgere e passarla liscia solo perché ha qualcuno d’importante alle spalle che la copre. Rimedierò io con il Senatore, credo sappia benissimo che tipo è sua nipote. Ma devi togliermela dai piedi...mi dà su nervi.” “Come vuole signore, mi dia il tempo di trovarle un’altra sistemazione e trovare una sostituta.” “Va bene. Grazie Andrea.” “Di nulla signor Grey. Con permesso.” Iniziare così la giornata non è il massimo. Sono stanco e frustrato, la notte dormo poco e male per giunta quel poco di sonno è popolato da incubi...ho un flashback di ciò che ho sognato stanotte ‟Sono bambino, la mamma è seduta sul divano lercio in quel tugurio dove vivevamo. La chiamo “Mamma, mamma”, ma non mi guarda,la scuoto ma continua a guardare un punto fisso davanti a lei. Vado a prendere le mie macchinine, mi trovo a guardarmi riflesso in un specchio sporco e mi vedo adulto, com’è possibile! Torno da lei ma al suo posto c’è la mia Anastasia, anche lei è sporca. Guarda fissa la parete di fronte. La chiamo “Ana, amore mio sono io, rispondimi! ANASTASIA!!!” Mi guarda, ha gli occhi rossi di pianto, li chiude e si accascia sul divano.”NO ANA, NON LASCIARMI, TI PREGO ANA RIMANI CON ME. ANASTASIAAAAA!!!” Mi riprendo, mi rendo conto di aver veramente gridato il suo nome e sento bussare alla porta del mio ufficio. “È tutto a posto signor Grey?” chiede con un’espressione preoccupata stampata sul viso Cazzo! Ho rivissuto l’incubo ad occhi aperti. “Sì Andrea è tutto a posto, mi chiami il dottor Flynn per favore? È urgente.” “Subito signore.” Tengo stretta la mia testa tra le mani...devo fare qualcosa o impazzirò Squilla il telefono...è Flynn “Christian, che succede?” “John non ce la faccio più! Ho appena rivissuto il mio ennesimo incubo ad occhi aperti, qui, in ufficio, pochi minuti fa.” “Christian vieni subito da me.” “Va bene John, dammi un attimo e arrivo.” “Ti aspetto.” Chiamo Taylor “Sì signor Grey?” “Devo andare immediatamente dal dottor Flynn.” “L’aspetto fuori signore.” “Grazie.” Chiamo Andrea e le dico di spostare tutti gli appuntamenti, di delegare a Ros quelli che non richiedono la mia presenza, che la chiamerò appena posso. In meno di 20 minuti sono nello studio di Flynn. “Mio Dio Christian! Non stai per niente bene. Ora fai quello che ti dico e senza obiezioni, ok?” “Farò tutto ciò che mi dirai o non vivrò a lungo John, me lo sento.” “Bene, però calmati adesso. Dunque, per prima cosa tu verrai in clinica con me. Fammi solo organizzare un attimo. Stenditi qui e prendi queste due compresse, ti aiuteranno a rilassarti solo un po’.” Faccio come mi dice, nel giro di mezz’ora sono in macchina con Taylor diretti alla clinica di Fermont. Il posto è circondato da un parco lussureggiante che dà tranquillità, lontanissimo dai rumori molesti della città. Entriamo e mi registra sotto falso nome, è un’idea di Flynn. Da questo momento in poi, fino a tutta la durata del mio soggiorno qui, sono Robert Wellington. Mi porta, accompagnato da Taylor, in un’ala riservata con pochissimo personale qualificato e fidato. Nel tragitto dalla reception al suo studio, mi dice che solo la capo infermiera Jill Coburn saprà chi sono veramente, per evitare che gli altri membri dello staff medico vengono a conoscenza di chi sono in realtà, scongiurando così che le mie condizioni finiscono tra le grinfie di qualche tabloid a caccia di scoop. Entriamo nel suo studio e mi dà delle istruzioni che poi riferirò a Taylor. “Dunque Christian...cioè Robert.” sorride “Sei in preda ad un forte esaurimento da stress. Devi raccontarmi tutto quello che è successo nel fine settimana.” Gli racconto di Shirley, di come mi sento tutto il giorno, degli incubi che ho durante la notte e di come scatto per un nonnulla anche in ufficio. Mi ascolta attentamente e poi sentenzia. “Come immaginavo tutto è correlato alla separazione da Anastasia. Il tuo senso di colpa per come vi siete separati, ha minato in maniera incisiva il tuo stato già fragile. Dimmi...se lei non fosse legata a qualcuno, avresti tentato una riappacificazione? Devi rispondermi sinceramente.” “Non saprei. Come ti ho detto, ci ho provato qualche giorno dopo, ma è stato il suo no definitivo che mi ha fatto precipitare nuovamente nel vortice della mia oscurità. Non voglio trascinarla con me, nella mia Tenebra. Io la amo John, non pensavo di poter provare un sentimento così forte per una donna, lei è la mia luce, non posso vivere senza di lei.” “Ok! Calmati adesso. Intanto inizierai anche una terapia farmacologica e poi valuteremo passo passo. Ti do il permesso di dirlo solo ad una ristretta cerchia di persone fidate del tuo staff, e alla tua famiglia, ok? Quindi scegli tu a chi far sapere dove sei e il perché se vuoi. Agli altri dì che ti sei preso una vacanza o che sei fuori per un periodo non meglio precisato per i tuoi affari. Il tuo telefono personale, per tutto il tempo che starai qui, rimarrà spento, ti darò un altro telefono per poter interagire con le persone che hai scelto e solo loro possono chiamarti, intesi? Potrai usare il laptop per il lavoro solo tra qualche giorno. Faccio entrare Taylor...io sono di là per dare disposizioni sul tuo soggiorno e assegnarti l’alloggio.” “Grazie John.” fa un sorriso, un accenno col capo ed esce. Parlo con Taylor e decido che lo sapranno solo Andrea, Ros per curare gli affari, Welch per la sicurezza e la signora Jones ovviamente, mentre della mia famiglia lo sapranno solo i miei genitori, Elliot con la promessa che non dovrà dirlo alla sua ragazza e lascio decidere Grace se dirlo o meno a Mia. Dovranno tenere tutto nel più stretto riserbo, i miei genitori so per certo che lo faranno. Dovrò chiamare Elena e dirle che starò fuori, non voglio che sappia cosa mi sta capitando, avvertirò Shirley che il contratto è sciolto. Flynn mi accompagna nel mio alloggio situato nell’ala Est, poco accessibile, tranne che al personale addetto e dove alloggiano pazienti “particolari”. Non avrò a che fare con gli altri ospiti della clinica, anche i pasti mi verranno serviti in camera. L’ambiente è abbastanza ampio ed oltre ad una camera da letto grande, dispongo di un salottino e di un bagno privato. Dalla finestra che si affaccia sulle colline posso vedere lo Space Needle, mi dice di sistemarmi e che tornerà più tardi. Do le ultime istruzioni a Taylor con la lista di ciò che mi potrà servire, anche se Gail ormai è abituata a prepararmi i bagagli e sa esattamente cosa mettere. Prima che Taylor vada via chiamo mia madre e le spiego tutto...piange, mi strazia il cuore, la tranquillizzo dicendole che la chiamerò spesso mettendola al corrente del mio stato. Oh Grace, mi dispiace davvero darti questa preoccupazione ma, dovevo farlo. Avviserà lei papà ed Elliot e se dovesse incontrare Elena di confermare che sono fuori per un giro d’affari all’estero. Faccio il resto delle telefonate concordate e poi consegno il telefono a Taylor che lo tenga spento nel cassetto della mia scrivania, mi farà recapitare il bagaglio nel pomeriggio. “È tutto signore?” “Per il momento sì Taylor, e grazie. Ci terremo in contatto.” “Mi raccomando signore si riguardi.” gli sorrido Sta per uscire dalla stanza quando lo fermo “Taylor, un’ultima cosa.” “Sì signore, mi dica.” “Potresti a vegliare tu su Anastasia, per me?” “Certo signore, non ne dubiti.” ha gli occhi lucidi, si congeda ed esce. Ora sono nuovamente solo con i miei pensieri
   
 
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