Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    02/05/2024    3 recensioni
Il primo giorno di scuola, Merlin conosce un ragazzo prepotente di nome Arthur e questo incontro gli sconvolgerà la vita.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era notte e Colin si trovava davanti a un castello. La luna splendeva alta nel cielo, faceva molto freddo e lui indossava vestiti molto leggeri. Decise così di entrare. Era un ambiente freddo e molto grande e non l'aveva mai visto prima ma sembrava come se sapesse esattamente dove andare.
 
Quel posto era ENORME, pieno di corridoi e scale che sembravano non finire mai e non sembrava fornire più di tanto riparo rispetto alla notte ma era meglio della notte gelida.
 
Una sensazione stranissima lo avvolgeva. La sensazione che ti pervade come quando stai tornando a casa dopo tantissimo tempo.
Una scala, poi un'altra, un'altra, un'altra ancora.
Doveva incontrare una persona. Era URGENTE.
Poi si sentì quasi mancare.
 
Una figura spettrale e trasparente lo stava osservando in cima alla scalinata. Sembrava BRILLARE e la luce che avvolgeva la figura metteva in ombra il suo viso.
 
"Tuuuu non puoiiiiii passare!!"
 
"FATTI DA PARTE!!!" gridó con più coraggio di quello che se ne sentiva in corpo.
"TU NON PUOI PASSARE!!"
 
"LUI MI STA ASPETTANDO. HA BISOGNO DI ME!!"
 
"Tu non passerai. Non ne hai più diritto!"
 
"Non osare!!" per qualche motivo quella frase lo colpì in pugno petto. Lui ne aveva diritto eccome. Aveva tutti i diritti del mondo, lui più di tutti. Caricó prendendo la rincorsa e lo spettro si dissolse contro di lui. Aprì il grande portone ed entró dentro una sala immensa, trovandosi davanti un uomo alto con un lungo mantello rosso, regale.
 
"Emrys. Sei tornato."
"Sì, sono qui, mio signore!! Sono tornato."
"Dov'eri, Emrys?? Dove sei stato?"
 
"Perdonatemi, mio Signore. Mi ero perso. Ho fatto un lungo viaggio per tornare da voi."

Ma il re davanti a lui continuava a guardarlo, triste, apparentemente senza ascoltarlo. La sua faccia era illuminata dalla luce della luna e rendeva impossibile guardare il suo viso, ma era lui. Era chiaramente LUI.
 
"Dov'eri, Emrys, dove sei stato? Mi hai lasciato solo."
Emrys cominció a commuoversi. Non voleva farsi vedere piangere ma non poteva farne a meno.

"Mi dispiace di avervi lasciato solo. Prometto di non farlo mai più."

"Ti piace fare promesse che non puoi mantenere!!" disse una voce femminile sarcastica e derisoria.
 
"Ma che.."
"Vattene via." di nuovo la voce maschile di prima.
 
"Vattene tu!! Lui è il MIO RE. IL MIO CASTELLO."
La figura sembró diventare più irosa che mai.

"Tuuuu. Lurido inetto. NON APPARTIENI PIÙ A QUESTO LUOGOOOOO."
 
Dette queste parole, lo spettro si alzó, levitó velocemente verso di lui e lo attraversó, strappandogli un lungo grido di dolore.
 
"AAAH." Colin si sveglió, sudato e ansimante da quell'incubo angoscioso e subito si coprì la bocca ma fortunatamente sembrava che Gaius non avesse sentito nulla e non si fosse svegliato.
Il re...il castello....lo spettro...si riaddormentó quasi subito con il cuore che gli batteva forte.
 
 
 
 
 
 
 
*  
 
"Ufff...Colin, benedetto ragazzo, sei ancora lì???" gli disse Gaius mentre camminavano verso il giardino.
"Sì, sono ancora qui!! Sei tu che non dovresti essere già lì. Sono o non sono più giovane di te??"

"Ma io sono anche più muscoloso. Te lo dico sempre che dovresti mangiare di più." disse Gaius mentre entravano nell'enorme salone della villa di casa Pendragon.
"Benvenuti nella mia umile dimora. Spero che la villa sia di vostro gradimento." disse Uther facendo il suo ingresso in quel momento.
 
Colin, che si era fermato a guardare un grosso vaso di rubino rosso su un tavolino di cristallo, rimase a bocca aperta. Uther gli dava una certa soggezione, ora come allora.
 
"Oh, di certo lo è, ma lo sarà di meno quando occorrerà pulirla." disse Colin.
Uther alzó le sopracciglia e Gaius gli diede una pacca sulla testa.
"Ahi!"
"Chiedo scusa, il mio figliolo ha un senso dell'umorismo tutto suo."
"Andrà d'accordo con l'altro mio figlio che sembra non averne affatto. Chissà, magari riuscirà a raddrizzarlo."
"Io sono simpaticissimo!!" si udì dai piani alti.

"Allora potresti anche essere galante e venire a salutare il tuo salvatore!" disse Uther guardando dalle scale.
"Non sono mica una principessa!!"
"Su questo avrei da ridire!" disse lui.

Colin si trattenne dal ridere. Non credeva che il grande Uther sarebbe stato così simpatico. Le sue riflessioni vennero però interrotte in quel momento da una nuvola di capelli che lo abbracciò e quasi lo fece cadere.
"Ma che..."
"Anya! Da un estremo all'altro. Vogliate perdonare la mia irriverente figlia."
"Perché parli sempre come un barone dell'800, papà??"
 
"Qualcuno in questa famiglia deve dare l'aristocratico e ora se vogliate scusarmi, ho delle pratiche da finire nel mio studio. Non aiutare il tuo amico con i bagagli. È suo lavoro dopotutto e dovrà abituarsi."
 
Ok, forse Colin era stato troppo generoso nei suoi giudizi, accecato dal troppo lusso. Però c'era Anya e questo bastava a dargli venire il buonumore. Avrebbe convissuto con la sua nuova amica. A volte quasi dimenticava che era la sorella di Arthur.
 
“Gaius, non si preoccupi, suo figlio avrà certamente dei giorni liberi in cui potrà tornare a casa.” Disse Uther.
 
“Non mi ha dato una buona notizia!”
 
“Papà!!”
 
Uther ridacchiò mentre si dirigeva verso il suo studio.
 
"Venite!! Vi mostro la casa!" disse Anya.
 
Poggiarono le loro robe e Anya cominció a guidarli per le stanze.
"Ok, venite con me. Quella è la cucina. Dove i domestici si dilettano per i pranzi più stravaganti che Arthur si diverte a chiedere. Ogni volta ne inventa uno diverso."
"Abbiamo trovato il tuo nuovo hobby, Colin."
"Io non so cucinare." borbottó Colin. Il pensiero di cucinare per Arthur gli faceva venire il mal di stomaco.
A uno a uno i servitori li salutarono.
Una donna grassottella di nome Marisa e un uomo con i baffi di nome Monsè, simpatico, strinsero loro la mano.
"Questa è la sala tivù. Spesso io, Arthur e papà ci trascorriamo le serate." disse Anya con un gran sorriso. Si capiva che era per lei fonte di bei ricordi. Era una stanza enorme con un maxischermo come fosse una sala cinema e un divano enorme di velluto rosso. Le tende erano di velluto blu e si aprivano sotto un paesaggio stupendo.
Il tour proseguì con la sala biliardo, la palestra, la soffitta, e i piani superiori,. C'erano anche tre bagni, uno al pianterreno ed era di un tenue arancione, al piano di sopra il bagno era violetto e poi c'era la soffitta.
"Qui non vi porto. C'è Arthur in questo momento e non vuole essere disturbato." disse Anya a disagio. "Scusatemi, quando ha i suoi momenti è meglio lasciarlo solo."
Anya guardò l'amico come a chiedergli scusa, ma Colin era troppo concentrato sull'informazione e sulla melodia che veniva da quella stanza per farci caso. Fece in tempo a vedere Arthur suonare il flauto. Non sapeva che lo suonava. E sembrava assurdamente triste.
 
 
"Ti aspetto fuori per un giro panoramico del parco." disse Anya, facendogli l'occhiolino e precipitandosi fuori con una piroetta.
 
Colin guardò suo padre e istintivamente lo abbracciò.
 
“Questo è ridicolo…insomma non è mica un addio!”
“Certo che no, sciocco!”
“E verrò a casa per il weekend!”
“Per mia sfortuna!”
“E poi mi sa che non resisterò tanto. Sicuramente mi licenzieranno prima che possa finire la settimana!”
“A volte mi domando se l’ottimismo l’hai ereditato da me o viceversa.”
 
Colin rise e si staccò da lui.
 
“Dai, ti aiuto a sistemare i bagagli.”
 
In dieci minuti sistemarono i vestiti di Colin dentro il sontuoso armadio di legno. Colin si trovò a tracciarne i contorni con le dita sorridendo.
 
Gaius sorrise.
 
“Sei sempre andato pazzo per gli alberi.”
“A volte sento come se potessero parlare..”
Dopo un po’, Colin si voltò verso Gaius.
 
“Papà…senti…”
“Mmm..”
“In questa casa c’è già chi si occupa della casa…a che gli servo io?”
Gaius lo guardò attentamente.
 
“Hai osservato bene la casa, Colin?”
“Sì..”
“Questa è l’unica cosa che hai notato?”
Colin abbassò lo sguardo.
 
“Non c’è la madre di Arthur…”
Gaius annuì.
“Pensi davvero che abbia bisogno di un altro servitore, Colin? Forse di un amico..”
 
 
Colin uscì dieci minuti dopo trovando Anya che lo aspettava su una panchina.
Il parco sembrava una distesa infinita. Bastava guardarlo per sentirsi a proprio agio. Ma il suo umore non riusciva ad acquietarsi.
 
"E questi gigli abbiamo deciso di piantarli per far compagnia alle rose e alle violette...Colin mi stai ascoltando???"
 
"Ehhh?? Scusami, mi ero perso!"
"Se non ti piace stare qui..".disse lei.
 
Accidenti..In quei frangenti sembrava proprio simile al fratello.
"Ma no. Che cosa stai dicendo?? Ero solo.."
"Sembravi solo uno che desiderava stare in un altro posto tranne che qui." disse lei dispiaciuta.
 
Non voleva che si facesse un'idea sbagliata.
 
“Stanotte ho fatto un sogno…”
 
“Davvero? Che tipo di sogno?”
 
Colin si strinse nelle spalle.
 
“Ero dentro un castello..cercavo qualcuno, ma un fantasma voleva impedirmelo..mi ha colpito. Non è divertente!” disse perché Anya ridacchiò.
 
“Oh sì, invece. Pensi che ci troverai qualche fantasma qui?”
“Non è quello che intendevo!”
“In soffitta ogni tanto sentiamo dei rumori molesti…oltre ad Arthur che suona!”
 
“Dai!!” cercò di rincorrerla ma lei scappò dalla sua presa.
 
“Colin…dopo quel giorno a scuola…perché hai cambiato idea?”
“Tuo fratello…è una persona sorprendente, Anya..e non sono molte le persone che riescono a sorprendermi, ultimamente.”
“E noi le persone che possiamo reputare amiche…”
“Anya…”
 
Ma Anya era già salita dalla sua stanza salendo sulla scaletta.
 
 
Colin si guardò intorno. Era come se fosse tutto sbagliato. Non era come se lo era immaginato.
Si sdraiò sul prato, chiedendosi perché avesse detto di sì. Quella famiglia non era nessuno per lui.
 
Delle farfalle bianche si posarono su di lui e lui si divincolò alzando lo sguardo e notando Arthur..  
Tantomeno il ragazzo biondo che lo snobbava dalla soffitta intonando una canzone triste e dolcissima.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza