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Autore: Deb    20/09/2009    3 recensioni
Non saresti contento di diventare padre a sedici anni?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Asako Kurumi/Alissia, Naozumi Kamura/Charles Lones, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salveee!
Pensavate che non ce l'avrei mai fatta a scrivere questo capitolo, vero? xD
Invece no! Eccomi qui! L'ho appena finito di scrivere e... caldo caldo di dita fumanti ve lo posto senza farvi attendere oltre :D

Simona_Cullen: No, non ce lo vedo per niente alle prese del "cambio pannolino" xD Ahah
Secondo me toglierà il pannolino sporco e dopo parecchi minuti che cerca di mettere quello pulito accortoccerà anche quello e lo getterà via imprecando in una lingua antica ormai sconosciuta!! xD
Bacioni! ;*
Saku_chan: Sempre di fretta? :( Oh ti capisco! Anche io molto spesso lo sono xD
Ed guarda oggi ho un sonno terribile, perché stamattina mi son svegliata alle 5.50 di notte perché c'è stato il terremoto qui in Ancona. PAURAAAAA!!! :°°°
Sono contenta, comunque, che la storia ti incusiosisca! ;) Spero lo riesca a fare fino alla fine :D
XOXO!

Ili91: Ciao carissima! :)
In parte alla recensione che mi ha lasciato penso di averti risposto in un'altra mia recensione alla tua storia xD Quindi non mi sto a ripetere, eheh :D
Sono contenta che comunque ti piaccia il mio modo di scrivere! :) Spero che anche questo capitolo lo possa trovare interessante! Bacionissimi! :***
delichan123: Oddeo, non mi morire eh?! xD
Sì, sì, comunque. Riga rosa, positivo, Akito padre! :D Non ce lo vedi?
Comunque... Naozumi in questa storia è una comparsa u.ù, come anche Fuka che salterà fuori in questo capitolo, ma io non odio Fuka, anzi l'adoro e non darà filo da torcere a Akito e Sana, anche perché io seguo la storia del manga e quindi Fuka ha già lasciato Akito, lui si è messo con Sana e poi è partito per Los Angeles, è ritornato poi in Giappone per le superiori. ;)
Baci!
stefola93: Oh sì, purtroppo poi se perdo troppo tempo a pensare invece di scrivere quello penso poi non ricordo più quello che volevo scrivere. Non è giusto. u.ù Vorrei essere flash per poter scrivere tutto subito e insieme, perché a volte mi vengono anche ispirazioni multiple xD E mi si intreccia il cervello perché mi si uniscono più storie insieme. Ahah!
Bacioni!
MissNanna : Grazie mille, cara! :*
Spero che anche questo capitolo ti piaccia! :)
Bacioni.

Paure e confusione


“L’attrice adolescente Sana Kurata sta tornando ora a casa dalle riprese del suo nuovo film.
È stato deciso di non terminare il film e di rimandere la produzione dello stesso a data da destinarsi.
Che sia successo qualcosa durante le riprese?
Forse la notizia della sua presunta gravidanza, che tutti pensavano fosse falsa, è vera e la nostra giovane attrice aspetta davvero un bambino?”
Spensi la tv sospirando.
Non ne potevo più di dover sentire tutte quelle chiacchiere sul mio conto. Perché doveva essere tutto così dannatamente difficile?
La pancia ancora non si notava per niente. Quel giornale aveva visto per caso il ventre meno piatto perché stavo un po’ gobba, per via delle riprese.
Eppure ci aveva azzeccato. Aveva detto una cosa falsa che poi si era tramutata in realtà.
Non potevo crederci.
Io aspettavo un bambino.
Piangevo nella mia stanza, con la testa sopra le ginocchia, perché ero incinta.
Era davvero difficile da digerire.
Mi asciugai le lacrime e tirai su con il naso.
La gravidanza doveva essere un periodo felice per una donna e allora perché io mi sentivo con il morale a terra?
Probabilmente perché rimanere incinta a sedici anni non è propriamente un bella cosa. Sedici anni, l’età dell’adolescenza nella quale una ragazza dovrebbe divertirsi.
Io l’avrei passata a cambiare pannolini ed a svegliarmi di notte per dar da mangiare al mio bambino.
Bussarono alla porta.
“Chi è?” domandai prendendo un fazzoletto e cercando di nascondere il più possibile i postumi del pianto.
“Sono Rei.”
“Entra.”
“Come stai?” mi chiese entrando in camera mia e richiudendo la porta alle sue spalle.
“Bene. Le nausee sono diventate meno frequenti.” Risposi guardando un punto indefinito della stanza. “Domani torno a scuola.” Affermai decisa poi.
Non potevo continuare a nascondermi. Non potevo segregarmi in casa.
La pancia ancora non si notava, potevo essere solo un poco ingrassata, ma volevo tornare a scuola perché Akito era scomparso.
Non l’avevo più visto né sentito da quando eravamo tornati dal luogo delle riprese.
Cosa stava facendo?
Perché non mi cercava ora che avevo più bisogno di lui?
Non era stato lui a dirmi che avremmo cresciuto insieme il bambino, che avremmo superato tutto questo insieme?
Dov’era andato?
Probabilmente anche lui aveva bisogno del suo tempo per digerire la cosa, doveva pensare a quello che dovevamo fare.
Eravamo ancora ragazzi, non eravamo maturi per avere un bambino, non avevamo i soldi.
Lui non aveva i soldi. Io li avevo ma non potevo usarli o prenderli fino ai ventuno anni.
Mia madre mi aveva detto che mi avrebbe dato una mano con il nascituro, come guardarlo quando io ero a scuola, ma era mio figlio e dovevo curarlo io per la maggior parte del tempo.
Sarebbe diventato il mio lavoro ventiquattro ore su ventiquattro.
Di certo non avrei potuto andare all’università come molte altre persone fanno.
Hayama, però, era quello con i maggiori problemi. In fin dei conti io un lavoro ce l’avevo e finchè facevo scoop l’avrei mantenuto. Lui non aveva mai lavorato e non sarebbe riuscito a lavorare, non ora almeno.

Chiusi lo sportello dell’auto di Rei alle mie spalle e guardai dinnanzi a me: la scuola.
Deglutii.
Avevo paura.
Già avevo su di me gli sguardi inquisitori dei miei compagni. Molti volti non li conoscevo nemmeno.
Sospirai mentalmente e cercai di farmi forza.
Varcai il cancello ed a passo spedito cercai di trovare la mia classe.
“Sana!” sentii esclamare il mio nome. Mi voltai e la vidi: la mia migliore amica.
“Fuka!!!” le risposi andandole incontro con un sorriso smagliante ed abbracciandola “Come stai? Mi sei mancata!”
“Anche tu! Io tutto bene! Piuttosto tu come stai?”
“Tutto okay.” A quella affermazione mi guardò seria e capii che lei sapeva, come probabilmente sapevano Tsuyoshi ed Aya.
“A pranzo andiamo fuori! Che ne dici? Di nuovo tutti insieme: io, tu, Aki, Tsuyoshi e Aya.”
Annuii sorridendo. “Con piacere.”

Tutti e cinque eravamo seduti intorno ad un tavolo, io sorseggiavo un thè verde, Hayama una coca cola, Aya aveva optato per un frappè al cioccolato, Tsuyoshi imitò la sua ragazza e Fuka un thè al limone.
Avevamo parlato del più e del meno fino a che non erano arrivate le bevande poi era calato il silenzio.
Quello che mi faceva più male è che Akito non mi aveva mai guardato negli occhi.
Capivo la sua agitazione, capivo il suo sentirti in colpa, ma doveva starmi vicino… DIAMINE!
“Sana…” cominciò Fuka appoggiando sul tavolo il suo bicchiere. “… Cosa pensi di fare?”
Schietta come al solito.
“Lo terrò.” Affermai con voce bassa, cercando di non farmi sentire da nessun altro oltre ai miei amici, e ferma.
Ricadde il silenzio.
“Non potrei mai pensare di abortire o abbandonarlo, non dopo quello che ho passato io da bambina. Poi, se penso di abortire mi vengono i brividi. Se la mia vera madre, quando era incinta di me, avesse preso quella decisione ora io non sarei qui a parlare con voi.”
Gli altri mi guardarono in silenzio, ma capii dai loro sguardi che erano con me. Anche Akito alzò gli occhi verso di me, ma non riuscivo a decifrare la sua espressione. Forse sperava che abortissi?
Sospirai “Akito…” feci una pausa “Anche tu hai voce in capitolo, ovviamente. Se non vorrai prendere le responsabilità di padre e non riconoscere il bambino, o la bambina non te ne farò una colpa.”
Non rispose e tornò a guardare il tavolino a quadri.
“Mh… Noi tre dobbiamo andare adesso. Ci eravamo dimenticati che eravamo stati convocati dal professore.” Disse Fuka alzandosi e tirando per una manica Aya che a sua volta tirò Tsuyoshi verso di sé per farlo andare via.
Ovviamente la storia del professore era una bugia. Volevano far rimanere me e Hayama da soli, per poter parlare. Per discutere del nostro futuro.
“Ci vediamo dopo.” Risposi, guardandoli andare via.
“Ciao.” Salutò anche il mio ragazzo, in modo apatico.
Lui sorseggiò la sua bevanda e successivamente mi guardò negli occhi. “Mi dispiace. Non sono stato presente in questi giorni.” Si bloccò. “Però… sono un po’ confuso, cioè… devo ancora mandare giù la notizia. Non mi aspettavo che la mia vita prendesse questa piega.”
Lo lasciai parlare. Rimasi ad ascoltare tutto ciò che aveva da dire.
“Io mi prenderò le mie responsabilità, è colpa mia in fondo e non intendo scappare. Allo stesso tempo però, in questo periodo, sto pensando al nostro futuro. Sicuramente sarà diverso da come potevamo immaginarlo, sarà… più difficile. Almeno così dice mio padre. Devo cominciare a mettere da parte i soldi, magari cercando qualche lavoretto part-time o non so. Quindi… sono un po’ stressato in questo periodo. Scusami. Mi sembra che tutto questo non sia reale. A volte penso che sia tutto un sogno e che mi sveglierò. Sono sicuro che amerò mio figlio o mia figlia quando nascerà, ma ancora mi sembra tutto così dannatamente irreale.”
Capii che aveva finito di parlare perché rimanemmo in silenzio per diversi minuti.
Gli sorrisi per cercare di infondergli un po’ di coraggio.
“Ti chiedo scusa, Akito.” Cominciai “In questi giorni ho pensato che volessi allontanarti da me, che non volessi prendere le responsabilità di genitore, ma adesso mi sento più tranquilla!” Allargai un enorme sorriso e strinsi la sua mano. “Anche io sono confusa, so che il mio futuro sarà più difficile di come lo avevo, lo avevamo immaginato, ma sono sicura che questa creatura ci porterà un sacco di felicità. Certo… siamo rimasti tutti e due spiazzati all’idea di un figlio, siamo davvero giovani, ma sono sicura che insieme ce la faremo. Insieme noi possiamo superare tutto.”
Akito tentò di sorridere. Non gli riuscì molto bene, ma mi fece contenta lo stesso.
“Non ti abbandonerei mai.” Affermò stringendomi tra la sua la mano che avevo stretto nella mia.
“Abbiamo commesso un errore e ne pagheremo le conseguenze, ma queste conseguenze porteranno tanta, tanta felicità. Ne sono sicura!” Esclamai io piangendo.
Non ero triste.
Ero dannatamente felice di avere Akito vicino a me.

ANGOLO AUTRICE
Sì, lo so. La storia doveva essere composta solo da 3 capitoli, ma rileggendola ho detto che avevo trascurato un parte importante della storia e cioè: il ritorno a casa.
Quindi eccomi qui.
In questo capitolo Akito e Sana si affrontano e si scambiano le loro impressioni, le loro paure.
Il prossimo capitolo, comunque, sarà effettivamente l'EPILOGO. :)
Spero di non avervi deluso con questo capitolo e spero che non vi deluderò nemmeno con il prossimo!!
Bacioni!!
A presto! :*

   
 
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