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Autore: ClaudiaSwan    25/09/2009    8 recensioni
L’amore è sempre
pronto a resistere a qualsiasi tempesta… La morte è una tempesta abbastanza
forte da spazzarlo via? no… non per me… altrimenti non sarei qui…ma l’amore è
anche pronto sul serio a rinnovarsi e a far spazio a nuovo amore?

La certezza degli
occhi di Robert fissi su di me mi fa sperare di si. Che l’amore nuovo si
affianchi a quello vecchio senza coprirlo mai.

Robert.
Alessia.
Lui inglese, lei italiana. Lui attore sulla cresta dell’onda,
lei aspirante fotografa di successo. Lui tradito dalla sua ragazza, lei
innamorata di un angelo.
Lui che non ha idea di cosa sia veramente l’amore perché non
è mai stato veramente innamorato e lei che di questo sentimento sa tutto, anche
la parte più dolorosa.
Alessia e Robert vivono due vite completamente diverse,
hanno sogni completamente diversi, esperienze totalmente diverse. Eppure hanno
un punto in comune: Mattew Holsen, un nome che per tutti e due significa
tantissimo. E sarà proprio lui a metterli insieme, a far combaciare due anime
completamente differenti ma bisognose di sentimenti forti e veri, a mettere in
discussione le certezze più profonde e radicate in loro, a fargli scoprire che
sono due pezzi di un unico puzzle e che l’incidente stradale che li ha fatti
incontrare… non era altro che il destino che bussava alla loro porta cercando
di essere ascoltato.
Una storia in due pov, che amo e che cresco come un figlio. Ho
cercato di rendere Robert più possibile vicino a come penso sia nella realtà,
prendendo spesso spunto da fatti veri della sua vita ma prendendomi anche delle
piccolissime licenze poetiche. Questo è il mio Robert.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ubi tu Gaius, ibi ego Gaia'
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capitolo 6 Lo so. Anche sta volta vi ho fatti attendere un pokino. Chiedo venia ma questo è stato un capitolo un pò difficile. Avevo mille idee sul come scriverlo ma poi ogni volta dovevo fare i conti su come volevo continuasse la storia, quindi... beh ho finito ora ora di scriverlo.
colgo l'occasione per ringraziare:
1 - AlessandraMalfoy [Contatta]
2 - BlackPearl
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3 - Dark Angel 1935
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4 - debblovers
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5 - EmilyAtwood
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18 - _MissCullen_
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per aver messo la storia tra i preferiti, e:
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2 - EmilyAtwood
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3 - erymoon21
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4 - FuckingBlondieGirl
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10 - winnie poohina
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11 - _la sua bella_
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per averla messa nelle seguite.
spero che il vostro numero aumenti sempre di più!


Recensioni:

mikki: si lo so... è un pò triste come capitolo...ma la storia lo richiedeva...come chiede un inizio triste anche per questo chap. ma non vi preoccupate. basta tristezza per un pò, o cmq forse ancora per un capitolo ma non su questi toni, cmq. poi sarà all'insegna dell'allegria :)

sorellina mia deb:  sfaticata a me??? ma tu lo sai quanta roba sto scrivendo??? senza contare che sono anche ricominciati i corsi! :P

Emilyatwood: se mi dici che sono un mito divento rossa peggio di bella e non mi scoloro per un decennio! grazieeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!! direi che ti ho dato un pò di emozioni :) spero di continuare così all'infinito!

sweetcherry: si in effetti rob avrebbe dovuto come minimo prendere pino a calci nelle palle fino al giorno del giudizio universale...ma è troppo gentleman inglese... troppo lord per abbassarsi a simili sport. :P sono contenta che il colpo di scena sia riuscito! non voglio che questa storia sia troppo piatta :) anzi ho già in mente alcune cose, ma me ne devono venire in mente un sacco di altre perchè ho ancora qualche buco...speriamo nell'ispirazione eterna!

fierons: e qui eccomi che arrossisco di nuovo :) grazie mille per il complimento sui miei chap e per Moccia... dopo TmSc, che è stato meglio il film e nemmeno poi tutto sto granchè...cioè si bello però.... va be... avrebbe fatto meglio a posare la penna o a legarsi lui al palo di ponte milvio!

satyricon: eheheheh saty saty saty... la risposta alla tua question sta in questo capitolo... :) per la nipote della signora cope...beh.. io ho provato a proporla per miss italia, ma hanno detto che era troppo bella e che avrebbe fatto venire delle crisi di autostima alla altre concorrenti e hanno detto di no XD

lisettola: dai su non piangere :) le cose andranno sempre meglio :)

winniepoohina: li unirà e.... li dividerà.... ma non farmi parlare che poi finisco per rivelare troppo!!!!!

Mannaggia ragazze 8 recensioni!!! arriviamo a 9???? dai dai dai!!!!! già un'anima pia mi ha fatto la grazia di rompere il muro del 17 preferiti portandolo a un neutrale 18. fiuuuuuu....ho scampato la sfiga! grazie al mio salvatore!!!!

e ora il chap: buona lettura!






Non ci posso credere…non posso. Non poteva essere. Matt… non posso crederci.

Quando dicevamo che non saremmo morti mai, come Achille in Troy. Dovevamo fare cose grandiose, perché il nostro nome non venisse mai dimenticato. Avrebbe scattato lui la foto del secolo, e tutto il mondo avrebbe saputo che era stato lui a farla, come il bacio dopo la guerra a Time Square.
Lo aveva detto Achille: meglio una vita breve ma gloriosa, che lunga e passata ad essere un nessuno. Cazzo Matt…era solo una frase! La tua è stata troppo breve. Non scatterai mai la foto del secolo, non berrai più birra con me come quella notte di otto anni fa sul tetto di casa mia, non fumerai la sigaretta della vittoria dopo l’oro della nazionale di hokey alle olimpiadi…non sfiorerai più un pianoforte…non vedrai mai tuo figlio, non vedrai mai la tua sposa...
Mi hai lasciato solo a fare tutte queste cose. È vero, ci siamo persi di vista, ma come amici non ci siamo persi mai.
Mi sento vuoto, mi sento come se tutta l’aria che avevo in corpo mi fosse stata portata via. Cammino tra la folla ma non vedo le persone. Sono circondato da rumori ma non sento suoni. Attorno a me c’è vita, ma nella mia testa…
- ehi! È Robert Pattinson! - dice qualcuno fermandomi. Me lo scrollo di dosso con rabbia. Non potevo pretendere che la gente mi lasciasse in pace, non potevano sapere. Ma non mi si poteva chiedere di essere chi non ero. Non quella sera.
Non so nemmeno dopo quanto tempo né come, ma arrivo al mio hotel. Non ho avuto il coraggio di restare in casa di Matt, dovevo uscire, dovevo pensare. Dovevo andare in un posto dove potessi piangere da solo senza caricare Alessia anche delle mie lacrime. Chissà quante ne aveva già lei di sue.
Vado al banco della reception e chiedo le chiavi della mia camera. – 412, per favore -. Il receptionist mi da la carta magnetica e decido di andare a piedi fino al quinto piano. Non volevo stare con la gente. Volevo starmene da solo, senza nessuno che mi fissasse in ascensore.
Entro nella mia camera buia ed altrettanto al buio mi svesto. Ho bisogno di una doccia. Ho bisogno di sentire sulla pelle la sensazione che il mio dolore esca da me e scivoli via.
Non mi vergogno a dire che piansi per tutto il tempo che passai chiuso nella cabina del bagno. Le lacrime per gli amici non sono mai lacrime di cui vergognarsi, nemmeno se a versarle è un uomo.
Rob senti questa. Che te ne pare?
Rob corri!
Diventerò un grande fotografo, ‘fanculo a papà!
Ma che cazzo di parte hai fatto qui? Un mago che si chiama Cedric? Ma che roba è?
Oh…sei fidanzato…emm…bene, no?
Ehi Rob! Posso farti qualche foto? Dai, cazzo. Sei un attore! Ti faccio qualche foto così tanto per…non posso avere… com’è che ti hanno definito? Ah si… il futuro Jude Law. Ho ul futuro Jude Law come amico e non posso fotografarlo? Sai che pacco di soldi mi farò un giorno con queste foto quando sfonderai?
Ehi, bello! guarda che questo non è un addio! Ci rivedremo…
 
Esco dalla doccia e mi avvolgo un asciugamano in vita. Non accendo nemmeno la luce. Mi butto sul letto, stanco. Voglio chiudere gli occhi. Voglio spegnere il cervello e abbandonarmi a me stesso. Per una volta non può fare male. Tendo la mano sul materasso in cerca del pacchetto di sigarette che avevo lanciato appena arrivato. Tasto le lenzuola ma non le trovo.
- cercavi queste?-
Con un balzo salto su dal letto sconcertato. L’asciugamano che ho legato in vita cade e ho appena il tempo di raccoglierlo da terra e rimetterlo legato sui miei fianchi prima che la luce sul comodino si accenda.
Kristen.
- potevi anche tenerlo giù. Da quando sei così pudico davanti a me?- chiede con sguardo malizioso indicando l’asciugamano con gli occhi. Non le rispondo nemmeno. Vado alla porta, la spalanco. - Esci – dico esausto. Questa sera non sono in vena di litigare anche con lei, non sono dell’umore giusto per esternare tutta la mia delusione nei suoi confronti. Soprattutto non sono in vena di sentire balle.
- Robert ascolta…quelle foto…sono vecchie…le hanno pubblicate ora per fare storia…ti prego, sii ragionevole – mugola alzandosi dal letto per venire vicino a me e chiudere la porta. Sono talmente stanco che non riesco a non lasciarla fare. Torno al letto e mi ci siedo sopra pesantemente
- Robert…? –
Prendo un respiro profondo. Quella giornata non ne voleva sapere di finire, doveva togliermi anche quel poco di forza che mi restava.
– Kris, per favore. Non raccontarmi balle. Non stasera. L’hai baciato o non l’hai baciato? E bada che voglio la verità – le dico guardandola negli occhi. E’ qui e vuole parlare, ok. Lasciamoglielo fare, sarà come togliersi un cerotto.
- è stato un errore – dice con un sussurro inginocchiandosi sul pavimento di fronte a me. Quindi si. Avevo ragione. Sapevo di averne talmente tanta che anche se avesse negato non le avrei creduto.
- ma non potrà più succedere Rob, perché io amo te, io voglio stare con te… - balbetta. Con la sua mano cerca la mia che prontamente sottraggo.
- Kris…non puoi fare quello che ti pare con me. Un giorno è si, quello dopo no, poi di nuovo assolutamente si…questi due giorni mi hanno fatto pensare. E…ho scoperto che non mi manchi. L’unica cosa che ho sentito è delusione. Profonda, delusione – vomito fuori dopo aver preso un gran respiro. Se c’era una cosa che avevo avuto ieri sera, era del tempo per riflettere su me stesso e su cosa provassi per lei. I suoi occhi azzurri, carichi di lacrime che non riuscivano a scendere, non riuscivano a commuovermi. Ero freddo come il marmo. Non soffrivo nel vederla così e il mio atteggiamento nei suoi confronti non era una ripicca. Ero solo esausto. Di tutto. Di nuovo il desiderio di scappare dal mondo prese possesso di me, diventando quasi soffocante.
Come nei migliori momenti di disperazione, tutto mi apparve perfettamente chiaro. La chiamano lucida follia, e a sentirla così da tanto di una fottuta frase fatta del cazzo. Ma io in quel momento stavo vivendo esattamente quello: un momento di lucida follia.
Davanti ai miei occhi non c’è Kristen, non c’è Matt…non c’è nessun altro che non sia io. Le altre persone sono uno sfondo indistinto e sfocato. Grido, grido più forte ma nessuno mi ascolta. Nessuno che venga al mio fianco a chiedermi il perché delle mie urla.
La morte di Matt mi ha fatto vedere quanto poco tempo io abbia a disposizione per realizzare me stesso e avere tutto quello che desidero, per essere ciò che voglio essere.
Basta essere il bravo ragazzo che fa un sorriso e mette da parte se stesso con una scrollata di spalle, basta essere tutto ciò che gli altri si aspettano da me, basta.
Se Kristen è arrivata ad essere qui, con me nella mia stanza, dopo aver sicuramente pagato un inserviente con il pass par tout delle camere, significa che sa già che io le dirò si, che la perdonerò, che vorrò stare ancora con lei. È certa di questo fatto. Ci giocherebbe la vita.
- stai dicendo che non vuoi più stare con me? – sussurra cercando di accarezzarmi il viso e portarlo a guardarla. Mi parla già sicura della risposta no. Beh, questa volta cara Kris, non giocarti la vita. Non giocarti niente perché qualsiasi cosa giocassi la perderesti.
- sto dicendo che ho bisogno di stare per conto mio. Di pure che non voglio più stare con te, di che ti sto lasciando, non mi importa. Il risultato non cambia -. Mi alzo dal letto, oltrepassandola e inizio a vestirmi in gran fretta, mettendo su le prime cose che mi capitano a tiro. Volevo andarmene da quella stanza. Lasciare tutto la dentro, anche i vestiti. Facevano parte del vecchio Robert, quello che compiaceva tutti e nascondeva le amarezze dietro un finto sorriso. Prendo solo il passaporto dalla tasca del borsone per farlo sparire nella tasca dei jeans. Infilo in portafoglio nella tasca libera e do il mio cellulare a Kristen. La nostra foto era sullo sfondo. Li dentro c’era la mia musica, le mie foto di noi insieme, il vecchio me. Tieni Kris, tu sarai il primo passo per voltare pagina.
Non mi preoccupo nemmeno di salutarla e scendo giù nella hall. Lascio le chiavi della Porche al receptionist dicendo che la concessionaria se la verrà a riprendere, e saldo il conto.
Come metto piede fuori dalla porta rotante dell’albergo, un mare di flash mi sommerge. Kristen non deve aver pagato abbastanza il cameriere che l’ha fatta salire, perché era chiaro che questo aveva deciso di chiamare i giornalisti e prendersi un altro po’ di soldi.
Cerco di coprirmi il più possibile il viso con le braccia e attacco a correre. Non mi importa della pioggia che cade a gocce grosse dal cielo e mi ha già bagnato fin nel midollo. Voglio andare da qualche parte e ricostruirmi da capo. Voglio imparare ad affrontare la mia vita in modo diverso. La vita è troppo breve per cercare di essere qualcun altro. Già è difficile essere sé stessi, figuriamoci due persone insieme.
 
Cammino sotto la pioggia da più di un’ora ormai. So benissimo dove andare, so che è lontano ma so che ci voglio andare a piedi. So anche che sono un gran coglione, tra le altre cose. Perché sono un coglione? Perché decido di arrivare alla meta passando per le scale antincendio, cioè scale a pioli, quando piove a dirotto con il rischio di scivolare nel vuoto e fare un budino di Robert sull’asfalto. Non avevo intenzione di suonare il campanello. Dovevo entrare dalla finestra. Non chiedetemi perché, io ho smesso di chiedermelo per stasera. Ho fatto più pazzie oggi che in ventiquattro anni di vita.
Salto per prendere la scala e tirarla giù. Metto sul primo piolo l’all star ormai zuppa e mentre mi sollevo, sento l’acqua dentro che si sposta ai lati del mio piede. Forza Robert. Sei arrivato fin qui, ora va avanti.
Le prime tre scale non mi danno problemi, anzi. Inizio quasi a credere che la cosa sia divertente e nemmeno tanto pericolosa come possa sembrare. Sono pazzo. Rischio di stamparmi al suolo e io rido. Rinchiudetemi prima che possa fare qualche cosa di cui potrei pentirmi.
La pioggia continua a cadere giù grossa e io continuo a salire. Mancano due scale, trenta pioli da salire e poi sarei arrivato. Sempre che la finestra della cucina di Alessia sia aperta. La luce è accesa, quindi al massimo avrei bussato. Bene, un problema in meno.
Manco fossi Ivanhoe, metto una mano sul piolo davanti a me e continuo la scalata verso la finestra. Sono proprio un coglione, e non ho manco bevuto!
Il mio piede scivola più di una volta, e più di una volta rischio di cadere rovinosamente giù per quattro piani. Considerando che ogni appartamento sarà alto quattro metri circa, che il palazzo è rialzato di altri due… insomma…quasi una ventina di metri. Cazzo, sono un coglione. Un coglionissimo coglione.
Dopo aver rischiato di fare il bunging jumping senza corda per almeno una decina di volte, arrivo alla tanto agognata finestra. Aperta. Che culo! Sono già li che sto per scavalcare ed entrare come Diabolik, ma la sua voce mi ferma. Non è sola. Mi nascondo nei venti cm quadrati del pianerottolo all’ombra del muro e aspetto.
 
- lo so che ho promesso, ma non mi sembra il caso di insistere.
 
- me ne frego delle auree positive che senti, ok? Potrebbe essere un errore il tuo, dato che ti sforzi così tanto di farmi mantenere in una stupida promessa che mi hai estorto, tra parentesi, in un momento in cui non ero troppo in me.
 
- ma piantala! Tu mi sa che hai i sensori inceppati. Senti talmente tanta aura bianca che non ti ricordi manco chi è.
 
- come sarebbe dettagli?
 
Sento solo la sua voce. Magari è al telefono. Beh, allora posso entrare. Prima o poi metterà giù no? mi affaccio dalla finestra e inizio a scavalcare. Ho già un piede sul pavimento quando…
 
- non puoi fare questo Matt!
 
Esattamente nel momento in cui entro completamente in casa sua. Che cazzo ha detto? Non credo di aver capito bene.
- Rob! Ma che ci fai qui?- chiede lei venendomi incontro.
- sono scappato dai fotografi e la prima persona che mi è venuta in mente per mettermi al riparo sei tu. Ale…che stavi dicendo prima?- le chiedo perlustrando con gli occhi l’intera casa, passando in rassegna anche il soppalco. Non c’è nessuno.
- niente…- dice correndo verso la porta del bagno e tornando con un asciugamano.
- no…hai detto “non puoi fare questo Matt”…- le dico confuso cercando i suoi occhi.
- Robert…da quanto tempo sei li?- chiede mettendo su un cipiglio arrabbiato.
- io…saranno un paio di minuti…Ale hai detto Matt!- dico avanzando verso di lei. Non mi interessava spiegare cosa ci facessi li quella sera. Aveva detto Matt. Parlava con un Matt!
Io avanzo e lei indietreggia, fino a che il tavolo le impedisce di scappare ancora. Mi guarda strano, forse la sto terrorizzando o forse pensa che sia uno che si inventa le cose…
Strizza gli occhi e fa no con la testa. Ma io non ho parlato!
- Ale hai detto Matt! L’hai detto!- le urlo addosso. Forse esagero, ma non riesco a controllarmi. Una piccola parte di me spera che quel pomeriggio lei abbia mentito, che Matt sia vivo, che sia li, magari chiuso in bagno.
- io non ho detto niente!- mi urla di rimando scrollandosi di dosso le mie mani che le avevano serrato i polsi. Se ne va dal lato opposto della sala rispetto a me e resta girata di spalle.
- si che l’hai detto! Ti ho sentita!- le grido infuriato. Forse sto davvero esagerando. Anche se fosse una pazza che parla da sola erano affari suoi. Sono io che ho fatto irruzione in casa sua senza invito. Ma ho bisogno di sapere.
- Ale, ti prego. Dimmi che stavi parlando con Matt. Dimmi che lui è di la e che tutto quello che mi hai detto oggi è una bugia- . Anche se è una bugia dimmelo lo stesso Ale, ne ho bisogno. No, non è vero. Ho solo bisogno di sapere per certo che il mio amico non tornerà.
- non stavo parlando con Matt – dice in un sospiro, voltandosi a guardarmi. In quel momento esatto, sento un rumore. Il bicchiere che prima era al lato destro del tavolo, è scivolato sul sinistro. Cazzo, c’ho pure le allucinazioni adesso.
- Ale…dimmi dov’è Matt – dico avvicinandomi a lei. Questa volta sta ferma.
- no- dice. Non cosa stai dicendo? Dice no.
- Ale lo vedi –
- non glielo dico - . Allora lo vede!Non stava parlando con me! si è girata verso il pianoforte dietro di lei! Non sta parlando con me!
- è qui?- le chiedo guardando dove guardava lei e non vedendo nulla. Per favore rinchiudetemi, perché quello che sta succedendo qua dentro non è possibile. Siamo tutti e due pazzi, purtroppo in libertà. Due soggetti pericolosi per la società. Lei che vede la gente morta e io che le do corda.
- non glielo dirò è chiaro?- parla come se io non ci fossi.
 
- non lo vuole sapere! Ci faresti una figura di merda Matt!-
 
- Come sarebbe chiedigli di dirti una cosa che sa solo lui? –
 
- no che non glielo chiedo! A che servirebbe? –
 
- Matt non ti ricordi di lui. Quattro parole non te lo faranno ricordare! Ogni volta che ci ho provato non ha funzionato! Cosa ti fa pensare che con lui sarebbe diverso?-
 
Ecco che ha ripreso a parlare da sola. Di me. Con lui. Sono pazzo. Vedo la gente che vede la gente morta!
Più pazzo di così non posso essere. Se non mi chiudono ora in una cella imbottita con una camicia di forza non accadrà mai più. Tanto vale chiederle di cosa sta parlando.
- Ale…che sta dicendo?- le chiedo mentre i miei nervi sono li li per crollare.
- non si ricorda di te – sospira, ormai rassegnata alla realtà delle cose.
- che cosa?-. Di tutto mi aspettavo ma non questo. Come sarebbe non si ricorda di me??
- Matt, ma che cazzo stai dicendo?- chiedo al diretto interessato senza sapere nemmeno dove guardare. Se arrivo in fondo a questa serata mi presenterò io stesso alla casa di cura.
- dice che non si ricorda di te. Col tempo lui…dimentica…- dice Ale sconsolata, sedendosi sul bordo del divano. Lui dimentica… si è scordato di me…di noi… com’è possibile? Certe cose non si possono dimenticare…
- mi chiede…se puoi raccontargli qualcosa che sai solo tu… o un qualcosa che avete vissuto insieme…vuole sforzarsi di ricordarti- sussurra facendo la sua richiesta.
Ok. Proviamoci. Forse è tutta una cazzata, ma io ho visto il bicchiere. Cioè l’ho sentito muoversi, non l’ho visto…
- quella volta alla Tower House…eri in infermeria per finta come al solito…avremmo avuto non più di nove anni…e tu hai… rubato la cartella di Charlie Mc Cain…volevi sapere se era vero che gli avevano tolto mezzo cuore e per quello non poteva fare ginnastica- vomito fuori la prima cosa che mi venne in mente. Guardo Alessia speranzoso, ma lei scuote la testa.
- forse sei andato troppo indietro…prova con qualcosa di più recente…- dice.
- sul tetto…la sera che mi hai detto di esserti comprato da solo una macchina fotografica professionale. Hai detto che volevi farmi delle foto perché non potevi non averne nemmeno una…hai detto che ti saresti fatto un pacco di soldi con quelle stampe se fossi diventato famoso- provo ancora a dire. Alessia scuote di nuovo la testa.
- ok…allora… la mattina. Quella mattina ti sei presentato alla mia porta tutto gocciolante. Tua nonna era morta ed eri tornato a casa per il funerale. Sei venuto prima da me che dai tuoi parenti –
Alessia guarda speranzosa verso il pianoforte, ma ancora una volta scuote il capo.
- Matt…quella volta che siamo andati a Buckingham Palace e abbiamo scavalcato  il muretto per andare a sbirciare dalla finestra ma la guardia ci ha beccato e noi ci siamo quasi rotti l’osso del collo per scappare. I tuoi jeans si erano tutti strappati- dico ormai vicino al piano.
Ale inizia a illuminarsi un po’.
- ci siamo? – le chiedo.
- è confuso…di ancora qualcosa- dice mentre un sorriso le si allarga sul volto piano piano.
- Matt…ti ricordi questa? . Poggio una mano sulla tastiera e inizio a suonare un pezzo con una mano, fissando il vuoto dove pensavo stesse lui. Era una parodia che avevamo scritto insieme del notturno di Chopin. Arrivo quasi a metà e poi mi fermo. Sconsolato. Alessia non sorride più, anzi…si è incupita.
Stavo per sedermi sul divano di fianco a lei quando i tasti del pianoforte prendono a suonare. Si muovono da soli. I tasti. Si muovono. Da soli. Da soli. Dio, non ci credo. Se la ricorda! Matt, sta suonando…Matt. O. Mio. Dio.
Un morto, che io non vedo, sta suonando il pianoforte. Rinchiudetemi voi, perché io non ne ho il coraggio!
Alessia ha preso a ridere. Quasi casca indietro sul divano tanto ride forte.
- che c’hai da ridere?- le chiedo stizzito. Io credo di essere un cerebroleso e lei ride!
- scu…scu…scusa, ma la tua faccia era troppo buffa!- dice smettendo di ridere, scossa ancora da qualche risolino. Poi sono io il matto.
- Matt chiede… Matt chiede se hai ancora problemi con il pettine la mattina – dice finalmente sorridente.
- e tu chiedigli se dorme ancora con il cappello per non svegliarsi con i capelli gonfi – le rispondo sentendomi pervadere da una felicità immensa. Matt c’era. Non potevo vederlo ma c’era! Dio grazie per avermi dato il dono della pazzia! Grazie per avermi fatto fare l’incidente con Ale! grazie per Kris nella mia stanza che mi ha fatto venire voglia di andarmene via! grazie per aver montato una scala antincendio al palazzo! grazie per Matt!
- metteva il cappello per dormire?- mi chiede Ale stupita, alzandosi dal divano.
- si è una cosa che faceva s… s… se…e….e….etciù!-. eccolo li. Lo starnuto. Mi stavo per chiedere quando sarebbe arrivato. Potevo sperare che essendo un pazzo conclamato fossi esonerato dal raffreddore per aver corso per più di un’ora sotto la pioggia? Ovviamente no. questo faceva solo aumentare il mio indice di pazzia.
- Rob ma sei un naufrago! Aspetta che ti trovo qualcosa…- dice Alessia schizzando al piano di sopra. Qualche secondo dopo piomba nella stanza con una tuta piegata tra le braccia.
- ora ti faccio una tazza di tè caldo. Ti fai una bella doccia e te ne vai a letto chiaro?- dice perentoria mentre inizia a trafficare in cucina.
Sto per alzarmi dal divano, quando la penna che c’è sul tavolino davanti a me si solleva e a mezz’aria scrive su un blocco di post-it.
Resta qui con lei. Ti prego.


ecco anche oggi l'abbigliamento: http://www.polyvore.com/senza_titolo/set?id=12336778

colgo l'occasione per dare il benvenuto a una delle mie migliori amiche qui su EFP, sia come lettrice che come scrittrice :), Sophief88
se volete dare un'occhiata ai suoi lavori eccovi i link :
sunday morning
il colpo di fulmine
   
 
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