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Autore: Ili91    26/09/2009    3 recensioni
La storia è ambientata nei primi anni dell'1800 in Inghilterra. Sana è una nobile sposata con Naozumi, ma suo marito una notte viene assassinato. E se di risolvere il caso si occupasse Akito, che sviluppo prenderebbe la storia? Sana riuscirebbe a trovare l'amore che non ha avuto in cinque anni di matrimonio con Nao?
Genere: Mistero, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Omicidio di un nobile - XI capitolo Omicidio di un nobile

XI

Un’illuminazione la colse all’improvviso. - Prima di tutto, conte, vi chiedo perdono per l’irruenza con cui sono entrata nella vostra stanza. -
Lui liquidò la questione con un gesto della mano. - Lasciate perdere. Piuttosto, mi interessa sapere perché siete qui. -
- Sì, certo. Lord Hayama, vi ricordate quando ieri sera Asako vi ha parlato di certi affari che mio marito stava trattando con qualcuno? -
Lui annuì con il capo.
- Vedete, milord, qualche giorno fa, sono entrata nello studio di Naozumi senza… - Arrossì lievemente. - Senza bussare - concluse.
- E’ una vostra abitudine, allora - commentò il conte con un velo di sarcasmo.
Lei lo ignorò. - Entrando, ho notato che stava studiando delle carte e quando si è accorto di me, mi è parso che volesse nasconderle alla mia vista - spiegò Sana.
- Siete riuscita a leggere qualcosa di quei fogli? - le domandò.
Lei scosse il capo. - No, perché sul momento non mi ero resa conto del suo tentativo di celare quei documenti; per questo ho preso il libro che volevo e me ne sono andata. -
- Dobbiamo trovare quelle carte. -
- Speriamo le abbia lasciate nello studio. Altrimenti potrebbe averle messe in camera sua - disse Sana, avviandosi alla porta.
Il conte la seguì.

Akito seguì in silenzio la contessa che lo conduceva nello studio. Quei fantomatici documenti potevano rivelarsi importanti - sempre che esistessero davvero e lei non gli stesse mentendo. Voleva crederle e in parte lo faceva, ma non poteva fidarsi del tutto. D’altra parte, se l’assassino era un altro, le possibilità che fosse lì con loro erano alte. Non gli piaceva affatto lasciarla sola per qualche giorno, non appena avesse smesso di piovere. Non poteva fare altrimenti però, se voleva seguire la pista che aveva scelto quando si era destato. Gli eventi di poco prima gli tornarono alla mente. Vedendo entrare la giovane contessa all’improvviso, aveva provato un lieve imbarazzo, ma comunque alla sua età aveva avuto alcune relazioni con alcune donne vedove*. Relazioni piuttosto soddisfacenti che si erano concluse in modo amichevole e non gli sarebbe affatto dispiaciuto attirare anche la vedova dai capelli rossi nel proprio letto.
Una relazione senza impegno con lei gli sarebbe piaciuta, ma per come stavano le cose, gli sembrava alquanto improbabile. Con che sfacciataggine potevano corteggiare una donna vedova da ventiquattro ore? Senza contare il compito di trovare l’assassino del marito di lei, tra l’altro.
No, decisamente non era una buona idea. Sospirando, attraversò la porta dello studio, aperta da Lady Kamura.
Insieme, i due giovani svuotarono i cassetti in legno intarsiato della scirvania alla ricerca di qualche documento importante. Akito diede anche dei colpetti sul fondo di quei cassetti e sul resto della scrivania alla ricerca di qualche scomparto segreto, ma senza risultati. Successivamente, controllarono anche tra le pagine dei libri riposti nelle tante librerie fino a rivoltare tutta la stanza. Passarono parecchie ore, quando si rassegnarono ad non aver trovato nulla.
- Potremo provare in camera da letto - ricordò Lady Kamura ad Akito. Si era seduta su una delle poltrone della stanza. Alcune ciocche erano sfuggite all’acconciatura, andando ad appoggiarsi sulle spalle ricoperte dal tessuto nero** del vestito. Avevano faticato parecchio per controllare la stanza da cima a fondo e ormai distrutti, entrambi si erano accomodati per riprendere fiato.
Lui annuì.
Nel momento in cui uscirono dallo studio per andare nell’altra stanza, l’inconfondibile rumore prodotto da uno stomaco vuoto, infranse il silenzio.
Le guance di Akito si imporporarono leggermente, mentre, poggiando una mano sullo stomaco traditore, disse - ehm, che ne pensate di pranzare prima? Sono parecchie ore che cerchiamo, possiamo prenderci una pausa. -
Lei sorrise. - Già! Scusatemi se non ho pensato subito al pranzo, milord, ma eravamo così presi che mi è passato di mente. E’ già pomeriggio e non avete nemmeno fatto colazione. -
- Nemmeno voi, se è per questo. -
- Bene, allora andiamo. -
In sala da pranzo erano presenti solo loro due. La contessa si era informata con una cameriera - Hisae, se non ricordava male - se i suoi ospiti o sua madre fossero scesi per pranzare, ma la risposta fu negativa. I visconti Takaishi avevano richiesto un vassoio in camera, mentre sia Miss Kurumi che la Baronessa Kurata dormivano ancora.
Dopo aver consumato il pasto, Akito e la contessa si recarono in quella che era stata la camera da letto di Lord Kamura. Il corpo era stato finalmente spostato in un’altra stanza lontana dalle altre e ci sarebbe rimasto fino a che non fosse stato possibile organizzare il funerale.
Scoccando uno sguardo alla finestra, gli sembrò che il cielo fosse meno scuro e la pioggia si fosse un po’ calmata. Probabilmente il tempo stava volgendo al meglio. Appena avesse smesso di piovere, sarebbe andato a fare qualche ricerca nei luoghi più vicini dove si giocava a carte e magari anche in città. Nel viaggio di ritorno avrebbe fatto qualche domanda anche ai contadini. Akito decise anche che avrebbe chiesto a Tsuyoshi di rimanere lì e vegliare sulle persone di quella casa.
Un suono vuoto interruppe i suoi pensieri. Batte qualche altro colpo sulla superficie interna dell’armadio e sentì di nuovo quel suono.
- Lady Kamura, venite. Qui ci deve essere uno scompartimento segreto. -
Lei lo raggiunse. - Davvero? - La contessa osservò il punto da lui indicato. - Oh, avete ragione. Guardandolo meglio si vede il segno di un cassetto. Come facciamo ad aprirlo? -
- Non lo so. Controlliamo per bene tutto l’armadio - suggerì.
Svuotarono e setacciarono l’armadio da cima a fondo, riuscendo, alcuni minuti più tardi, a scovare il meccanismo che fece spalancare il piccolo scomparto segreto.
- Si è aperto! - Esclamò Sana.
Entrambi si protesero per guardare all’interno, ma fu con delusione che scoprirono che nulla all’interno era custodito.
- E’ vuoto! - Disse Akito con rabbia.
- Tanta fatica per niente - sospirò Lady Kamura, tirandosi indietro.
I dubbi colmarono Akito. E se fosse stata proprio la contessa a svuotare il nascondiglio segreto? Poteva aver davvero fatto tutta quella sceneggiata per allontanare i sospetti da lei? I famosi documenti esistevano davvero o lei lo stava solo prendendo in giro? Non era sicuro della risposta a nessuna di quelle domande, però ancora una volta si rese conto che lui voleva crederle.
Con tutto se stesso.

Casa Kamura, la notte precedente
Facendo attenzione a non fare rumore, abbassò la maniglia della stanza della contessa. Si avvicinò al letto e notò che la chiave della stanza accanto era posata sul comodino. Tirò un sospiro di sollievo. Aveva provato parecchia irritazione scoprendo che la stanza era chiusa a chiave, anche se lo immaginava. Agguantò la chiave e si diresse verso l’altra stanza. I documenti si trovavano chiusi all’interno dello scomparto segreto nella camera di Lord Kamura. Evitando l’uomo che aveva ucciso che giaceva sul pavimento, raggiunse l’armadio e aprì il cassetto. Tirò fuori i documenti e incurvò le labbra in un sorriso sadico. Adesso era al sicuro.
Lasciò la stanza richiudendo la porta a chiave e fece tornare quest’ultima al suo posto. Si dileguò nel buio.



* Ovviamente non ci si può aspettare che frequenti donne nubili, perché lo scandalo sarebbe enorme e sarebbe costretto a sposare la fortunata e credo che nessuno di noi voglia dividere la coppia Aki/Sana.

** Mi scoccia parecchio dover far vestire Sana in nero per i prossimi sei mesi e passare al grigio o marrone per gli altri sei (il lutto è di un anno), ma funzionava così e io mi adeguo. Con questo non vuol dire che passerà tutto questo tempo nella storia prima della fine. Nemmeno io ho idea di quanto ci vorrà a scoprire l’assassino, dato che sto improvvisando e l’unica cosa che so più di voi è chi è (esclusi naturalmente i segreti dei personaggi!). Tutto quello che succede tra loro lo invento al momento ed è anche per questo che impiego così tanto tempo a scrivere un chappy, devo a pensare a cosa far capitare a questi poveri e sfortunati personaggi finiti nelle mie mani.

Spazio autrice: Sono proprio cattiva! I dubbi scorsi sono rimasti e temo rimarranno ancora un po’! Lo so, ci ho messo un bel po’ di giorni a scrivere questo capitoletto, ma è un periodo con poca ispirazione e troppa scuola. Mi duole ammettere che anche i prossimi capitoli rischiano di essere postati non in meno di una settimana. Uno dovrei farcela e dovrebbero trovarsi tutti a fine settimana. Non farò promesse, perché non credo di poterle mantenere, ma spero di non impiegarci più di sette - otto giorni per ognuno. In caso succedesse, vi chiedo fin d’ora di perdonarmi.
Che fatica scrivere l’ultimo pezzo: Ho dovuto trovare le frasi giuste per descrivere la situazione e non farvi capire se la persona entrata era uomo o donna.
Mi raccomando... COMMENTATE!!!

Deb: Ciao! Hai scritto una recensione molto lunga, quindi ti meriti una risposta della stessa (o quasi) lunghezza. Come hai detto tu, e anch’io la volta scorsa, questa ff è un giallo e i misteri rimarranno fino alla fine… o almeno ci proverò a confondere le acque in tutti i modi che mi verranno in mente!
Anch’io lascio immediatamente la recensione, anzi a volte leggo il capitolo e la scrivo, altrimenti perdo tutto, o in parte, quello che volevo dire.
E’ vera la storia delle descrizione… qualcosa faranno questi poveri personaggi mentre parlano, no? Non so, camminano, si muovono… e non stanno in uno spazio vuoto. Almeno una vaga idea di dove si trovano bisogna metterla.
Quando ho detto che non preciso le cose, non mi sono spiegata bene (tanto per cambiare!). Intendevo, ad esempio… la forma del viso, gli zigomi e tanti altri piccoli e antipatici particolari di cui ancora non faccio alcun uso. Mentre per gli ambienti, non metto tutto perché, come hai detto tu, ucciderebbe l’immaginazione del lettore. Ah, comunque, anch’io immagino il legno scuro e la vernice bianca, però le tende del baldacchino le vedo rosse!
Può sembrare incredibile, dato che ho riletto le prime righe del capitolo ben due volte, ma non mi sono proprio accorta di aver sbagliato “dell’affascinate”. L’avevo completato la sera prima di postarlo e ho fermato la rilettura alle prime righe perché ero un po’ stanca. Il giorno dopo, l’ho fatto di fretta e non me ne sono accorta…
Gli errori di distrazione sono più brutti di quelli di ortografia per me. Se sbagli perché non lo sapevi, impari una cosa nuova e non sbagli più. Gli errori di distrazione come quello invece non mi piace proprio farli, perché avrei potuto evitarli facendo un pochino d’attenzione.
L’altra frase invece è voluta. Non è sbagliata, è solo un modo diverso di impostarla. A volte il “che” non è la scelta migliore e mettere il “decise” fra due virgole come ho fatto io e solo una scelta diversa. L’ho incontrato un po’ di volte in qualche romanzo che ho letto.
Sono stata piuttosto indecisa su che reazione far avere ad Akito. Alla fine ho optato per la sua famosa facciata apparentemente indifferente. Akito sono sicura sia stato molto imbarazzato, ma Sana non poteva saperlo… anche perché era troppo impegnata a guardarlo!… eheh…! Akito è molto bravo a nascondere quello che prova e lei non se ne resa conto. Ricordati che il punto di vista era quello di Sana.
Ah, proposito… molte grazie per la recensione! E’ stato un piacere leggerla!
A presto (spero) con il dodicesimo capitolo!

NinaFallenAngel: Era questo che doveva dire Sana, anche se in realtà alla fine non si è scoperto molto! Mi dispiace di averti fatto attendere e temo che questo capiterà ancora... uffa... la scuola! Spero che il chappy ti sia piaciuto. Praticamente l'ho scritto tutto oggi, dato che gli altri giorni ho avuto poco tempo e ispirazione. Vabbè, spero di pubblicare presto il prossimo. Ciao!

Un grande ringraziamento a chi recensisce perchè mi spinge a scrivere e mi aiuta!

Un grande ringraziamento per le visite, le seguite e le preferite!

Al prossimo chappy!
Ilaria
   
 
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