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Autore: Afaneia    28/09/2009    5 recensioni
Sire Thranduil è proprio nei guai. Non solo il suo adorato primogenito Legolas sta per sposare Gimli, ma lui, da bravo padre e futuro nonno, deve anche occuparsi di preparare la cerimonia! E' solo questo? No, deve anche fare i conti con parenti invadenti e storie d'amore passate e presenti. Tollerando in tutto in compagnia di un figlio leggermente distratto e del più adorabile dei suoceri. Sequel de La tortura di Thranduil.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Aragorn, Gimli, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg
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- Questa storia fa parte della serie 'La serie di Thranduil'
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Questo è il seguito de La tortura di Thranduil

Questo è il seguito de La tortura di Thranduil, è difficilmente comprensibile se non si è letta prima questa fic. Tratterà le stesse tematiche, annuncio fin da subito il tema della gravidanza maschile, che non tutti apprezzano. Sul regolamento del sito non ho trovato nulla a questo proposito, ma nel caso non lo avessi rispettato, sono disponibile a togliere la storia o a modificarla.

Questa storia è scritta senza fini di lucro, i personaggi non mi appartengono, salvo Iridan, mia creazione.

Colgo l'occasione per ringraziare qui chi ha recensito o aggiunto a preferiti/seguite La tortura di Thranduil: grazie a Felicity89, Ceci Princessofbooks e alle fedelissime amiche di sempre: Amaerize e Smolly_sev.

Grazie in anticipo a chi vorrà recensire!

 

 

Avete presente quei momenti in cui ci domandiamo perché stiamo facendo una determinata cosa, ci viene in mente una possibile soluzione, poi ci ricordiamo che è per un altro motivo? Per esempio: “Ma perché sono ancora qui anziché essere a passeggiare per dimagrire? È perché voglio finire di vedere questo orribile film? Non può essere…ah no: infatti è perché voglio prima vedere la puntata di Saiyuki che danno tra dieci minuti”. Oppure: “Ma perché sono qui, davanti alla mia scuola, il diciannove di giugno, quando mezza Italia è a casa a giocare alla play? Ah, deve essere perché voglio dire in faccia a quel grassone del preside tutto ciò che penso di lui. Ah no, ora che ci penso, è perché devo dare oggi il mio esame orale. E in effetti in mano ho la mia tesina.”

Insomma, avete presente questo genere di pensieri?

Thranduil stava pensando di questo passo da tutto il pomeriggio.

“ Perché sono qui in mezzo ai preparativi di un matrimonio? Dev’essere che sto organizzando il matrimonio del mio adorato primogenito Legolas con una bellissima principessa elfica. Ah no. Ora che ci penso, sto sì organizzando il matrimonio del mio adorato primogenito Legolas, ma con Gimli figlio di Glòin. Meno male che me ne sono ricordato. Anzi, era meglio il ricordo precedente.”

L’unico problema è che Thranduil non aveva pensato questa cosa una sola volta nell’arco del pomeriggio, bensì continuava a ripetersi questo pensiero tutto di seguito, come una catena. Così: “ Perché sono qui in mezzo ai preparativi di un matrimonio? Dev’essere che sto organizzando il matrimonio del mio adorato primogenito Legolas con una bellissima principessa elfica. Ah no. Ora che ci penso, sto sì organizzando il matrimonio del mio adorato primogenito Legolas, ma con Gimli figlio di Glòin. Meno male che me ne sono ricordato. Perché sono qui in mezzo ai preparativi di un matrimonio? Dev’essere che sto organizzando il matrimonio del mio adorato primogenito Legolas con una bellissima principessa elfica. Ah no. Ora che ci penso, sto sì organizzando il matrimonio del mio adorato primogenito Legolas, ma con Gimli figlio di Glòin. Meno male che me ne sono ricordato.” E così via.

Attualmente, sire Thranduil e mastro Glòin erano in piedi in mezzo alla radura nel Bosco Atro che Legolas e Gimli avevano scelto come luogo del matrimonio.

Era un posto incantato: v’erano alti alberi frondosi dal forte fusto, cespugli pieni di rosse bacche, uccellini cinguettanti e simpatici animaletti.

- Che schifo- commentò Glòin osservando il posto. – L’avevo detto io che le grotte sotterranee erano il miglior posto per celebrare un matrimonio di questo genere.

Thranduil lo guardò infastidito.

- Mastro Glòin, sapete benissimo che le vostre grotte sotterranee non sono adatte all’attuale stato di Legolas, perché ha bisogno di molta aria, adesso che è…

Ancora non gli veniva semplice pronunciare l’aggettivo incinto.

Glòin lo guardò divertito.

- Scommetto che non vi siete mai ritrovati a scegliere il luogo di una cerimonia in base alle condizioni dello sposo.

A interrompere i loro discorsi giunse Iridan che, saltellando felice, si fermò al fianco del padre.

- Papino, questo posto è magnifico, ma dimmi un po’, non credi che gli animaletti daranno fastidio a Legolas?

Thranduil sospirò.

- Iridan, tuo fratello è incinto, non sta morendo di qualche malattia incurabile.- gli fece notare con grande sforzo.

Iridan annuì.

- A proposito di questo discorso papà, senti una cosa, è un po’ che me lo chiedo.

- Sentiamo- disse Thranduil rassegnato, mentre Glòin si preparava a ridere.

- Ecco…il bambino di Legolas. Posso chiederti da dove uscirà?

D’un tratto i due padri impallidirono.

- Ragazzo, cosa intendi con “da dove uscirà”?- domandò Glòin, che essendo un po’ meno coinvolto di Thranduil(che non era sicuro di voler sentire la spiegazione della domanda) aveva ancora la forza di chiedere.

- Beh, insomma, dovrà pure uscire no? Non potrà stare nella pancia di Legolas in eterno, giusto?

- Gandalf dovrà averci pensato- commentò Glòin pensieroso. – Non dici nulla, Thranduil?

- No- rispose l’elfo sconvolto senza mezzi termini.

- Dici che uscirà da…beh, da dove è entrato?- indagò Iridan, senza notare il pallore che dilagava sul volto del padre.

- Da dove…come, da dove è entrato?- balbettò quegli confuso, senza capire.

- Beh, sai…

Glòin, che temeva ormai d’aver risolto l’arcano, ma non voleva starci troppo a pensare, batté con fare amichevole la mano sulla spalla di Iridan, che aveva ormai preso in simpatia, dicendogli: - Su su, ragazzo mio! Non adombrare la fronte del tuo povero padre con questi pensieri!

- Ma bisognerà pur pensarci- obiettò il giovane. – Bisognerà sapere…beh, quando faremo partorire Legolas, dove mettere le mani!

A quel punto Thranduil svenne senza ritegno. Preoccupato, Iridan fece per soccorrere il padre, ma prima che potesse inginocchiarsi accanto a lui, Glòin fermò il giovane.

- Aspetta un secondo, ragazzo mio.

- Ma papà…

- Eh! Che vuoi che sia!- commentò il nano allontanandosi, mentre gettava dalle proprie spalle un’occhiata al corpo di Thranduil. – Mi sa che è abituato! Con un figlio come te…

- Che vuoi dire?- domandò Iridan preoccupato, fermandosi a poca distanza dal corpo del padre.

Glòin sospirò. – Iridan, ti hanno mai detto che sei fine come una palata di concio su un muro bianco?

- Certe volte- ammise il giovane senza capire.

- E ti sei mai chiesto perché?

- Qualche volta mi è stato fatto notare che parlo un po’ troppo- riconobbe Iridan.

Ci fu un nuovo sospiro.

- Iridan, se tu fossi padre e scoprissi che tuo figlio, ovviamente maschio, è fidanzato col figlio del tuo peggior nemico e, in qualche strana maniera, adesso aspetta un figlio da lui, la prenderesti bene? E se l’altro tuo figlio ti domandasse, in modo del tutto innocente, come fare per far uscire il bambino di lì quando sarà il momento, non credi che sarebbe un duro colpo?

- Non riesco a capire- ammise Iridan confuso.

- Vedi ragazzo mio, per un padre è molto difficile pensare che suo figlio dovrà partorire- spiegò Glòin pazientemente. – E’ una questione di sensibilità.

- Ah- fece Iridan.

- Capisci?

- Sì. Quindi dite che bisognerà usare il cesareo?

Glòin ci rimase un po’ male.

- Non è questo il problema, Iridan.

- Non capisco.

- Me n’ero accorto- rispose il nano sconsolato. – Beh, non importa, prima o poi capirai. A meno che…di’ un po’, figliolo, continui a fare pensieri su sire Aragorn?

- E’ da un po’ che ho smesso- replicò Iridan allegramente. – L’unico pensiero è che è l’uomo più noioso e pedante che io abbia mai incontrato, e che Legolas ha fatto proprio bene a lasciarlo.

- Uhm.- Glòin rifletté un po’ su quel pensiero. Poi, rasserenandosi un po’: - Va bene. Su, Iridan, sarà meglio che andiamo a occuparci di tuo padre. Ah, e…riguardo all’argomento di prima, cerca di non farglielo più presente per i prossimo sei mesi, d’accordo?

 

Piuttosto distante da loro, nella sua stanza nel palazzo nel Bosco Atro, Legolas stava provando il suo vestito per la cerimonia.

- Ti piace amore?- chiese accennando alla magnifica veste bianco perla.

- Ti sta che è un incanto, tesoro.- rispose Gimli, seduto sul bordo del letto.

- Lo sanno tutti che il bianco ingrassa, come ti sembro?

- Amore, lo sai benissimo che tu stai bene anche col bianco.

- Tu però sai benissimo che io sto effettivamente ingrassando.

Gimli sospirò.

- Legolas, se tu non ingrassassi non sapremmo dove mettere il bambino. E facciamo la cerimonia tra una settimana appunto perché tu non abbia ancora la pancia. Perciò puoi metterti quel vestito senza nessun problema. E comunque sei troppo bello perché qualcuno noti che stai ingrassando.

- Oh, grazie tesoro!- esclamò Legolas felice. Iniziò a togliersi la veste. – Tra sei giorni mi devi aiutare a fare la ceretta.

Gimli sbuffò. – Legolas, quel vestito è lungo.

- Lo so.

- Quindi che bisogno hai di depilarti?

- Quello di non avere i peli.

- Ma non si vedrebbero comunque!

- Orsacchiotto, io devo depilarmi il giorno prima della cerimonia, io devo farlo. Poiché da solo ho qualche problema, tu dovresti aiutarmi.

- Perché non lo chiedi a tuo fratello?

Legolas si voltò a guardare il fidanzato.

- Credi che Iridan sarebbe capace di aiutarmi? Io gli voglio bene ma sai, non è portato per tutto.

Gimli alzò le spalle. – In effetti… comunque, è un bravo ragazzo.

- Sono contento che ti piaccia- disse Legolas felice mentre ripiegava con la massima cura la veste. – Ah, amore, sai quando arriverà Gandalf?

- Credo che arriverà dopo domani. Piuttosto, l’hai detto a tuo padre?

Legolas gli rivolse un bellissimo sorriso. – Voglio fargli una sorpresa.

 

Per sire Thranduil fu effettivamente una sorpresa vedere arrivare, due giorni dopo, un carro guidato dal mago.

Thranduil si stava consultando, assai astiosamente, col futuro consuocero per decidere le portate del banchetto di nozze. L’elfo stava appunto suggerendo che sarebbe stato bene preparare piatti nanici ed elfici per contentare entrambe le famiglie, quando, facendo per sollevare gli occhi al cielo, vide spuntare dalla strada un carro.

- Che guardi?- chiese Glòin vedendolo distratto.

Thranduil guardava perplesso.

- C’è un vecchio vestito di bianco che viene verso di noi- accennò.

- Ehilà!- gridò Gandalf scorgendoli.

Evidentemente il mago non si era accorto del pericolo che correva.

Sulla fronte di Thranduil stava spuntando la venuzza che abbiamo ormai imparato a conoscere.

L’occhio sinistro di Glòin sembrava in preda a uno strano tic.

- Salve!- esclamò Gandalf allegramente, fermando il carro accanto a loro. - Allora, vedo che i preparativi del matrimonio sono in corso! E…quello deve essere il principino Iridan- soggiunse perplesso, vedendo il giovane elfo che gli faceva cenno di no da dietro le spalle del padre.

- Abbiate la compiacenza di aspettare qui, Gandalf- disse Glòin con grande fatica. – Ho appoggiato la mia ascia su quei gradini, lasciate che vada a prenderla.

- Devo mandare qualcuno a prendere il mio arco e qualche freccia- gli fece eco Thranduil.

- Suvvia, che bisogno c’è mai di prendere le armi in un momento così gioioso?- domandò Gandalf stupito, chiedendosi perché mai Iridan gli facesse il segno della decapitazione.

- Che bisogno c’è?- urlò Thranduil. – VOI AVETE AIUTATO QUEL MALEDETTO NANO A INGRAVIDARE MIO FIGLIO!

- VOI MI AVETE COSTRETTO A IMPARENTARMI CON QUESTO ELFO!

- Ma che cosa c’è?- protestò Gandalf perplesso, arretrando però prudentemente di un passo.

- SI PUO’ SAPERE COME VI E’ VENUTO IN MENTE DI RENDERE LEGOLAS FERTILE?!

Finalmente Gandalf capì.

- Ehi, insomma, stiamo calmi!

Girando attorno al padre, Iridan raggiunse di corsa Gandalf.

- Mastro Gandalf, ho cercato di avvertirvi, mio padre è tremendamente infuriato con voi per la storia del bambino di Legolas!

- Iridan, i tuoi avvertimenti non funzionano!- replicò il mago menandogli un gran fendente coll’inseparabile bastone, che l’elfo riuscì a schivare solo in base ai grandi riflessi.

Risolto, almeno per il momento, il problema di Iridan, Gandalf tornò a concentrarsi sui suoi aspiranti assassini.

- C’è una spiegazione, se voi mi deste il tempo di darvela!- esclamò, facendo per placare le ire dei due padri.

- Quale sarebbe questa spiegazione?- ringhiò Glòin.

- Non vedo che motivo ci sarebbe per rendere mio figlio fertile!- soggiunse Thranduil.

- Ma Legolas e Gimli…desideravano tanto un figlio…- balbettò Gandalf, ormai con le spalle contro il tronco di un albero.

- Questa infatti non è una motivazione! Vi rendete conto che gli elfi maschi NON POSSONO AVERE BAMBINI?

- Non potremmo sederci e parlarne con calma?

- NO!

- Ma andiamo, non vorrete dirmi che non siete felici…

Thranduil e Glòin non erano evidentemente felici, proprio no. Vedendo Gandalf ormai alle strette, Iridan trovò una sola soluzione logica per salvarlo.

- Papino! Guarda là quel fico di Aragorn! Posso andare a salutarlo?

- Eh? Cosa?- chiese Thranduil colto alla sprovvista, lasciando cadere la freccia che tentava di incoccare. – Iridan, COSA hai detto?

- Che c’è…quel fico di Ara…- balbettò Iridan mentre Gandalf se la dava a gambe. – Ehm, no…ho visto male… scusa tanto, ehm…

- Dimmi che non ho sentito quel che ho sentito!- esclamò il sire elfico rivolto a Glòin, che abbassò gli occhi in segno di rassegnazione.

- Papino, non pensiamoci più, dobbiamo preparare il menù!- cercò di convincerlo Iridan con un bel sorriso.

- No…no...- mormorò Thranduil sconvolto. – Iridan, tu non immagini il bene che ti voglio, perché mi fai questo?

- Oh, per dare il tempo a Gandalf di nascondersi- rispose distrattamente il principino, non appena ebbe visto l’ultimo lembo del mantello di Gandalf scomparire dietro un muro. – Adesso prepariamo il menu, non c’è più molto tempo!

Thranduil lo guardò speranzoso. – Davvero era solo una finta?

- Certo papà.

Il re elfico tornò sorridendo alla sua precedente occupazione. – Bravo figliolo!

- Bah, contento tu…- commentò Glòin rivolto al consuocero, mentre Iridan si allontanava, fischiettando distratto.

 

Dopo essersi nascosto dietro al provvidenziale muro, Gandalf era strisciato via di soppiatto sull’erba fino a raggiungere il palazzo. Poiché come abbiamo detto aveva strisciato sull’erba, da Gandalf il Bianco era diventato ufficialmente Gandalf il Verde, tanto che anziché Corvotempesta avrebbe meritato il soprannome di Quadrifogliomatrimoniale (vista la circostanza).

Così, giunto nella sala del trono, si stupì molto di trovare Aragorn che si deprimeva seduto sui gradini. Sire Thranduil non aveva avuto il coraggio di cacciarlo e lui era rimasto a deprimersi.

- Aragorn! Che fai qui?

- Ah! Gandalf! Perché hai cambiato di nuovo colore?- chiese Aragorn sorpreso.

Gandalf si guardò addosso e si avvide del cambiamento.

- Lascia stare, Aragorn! Questo è stato un incidente. Tu piuttosto che ci fai qui?

- Ero venuto per pregare il mio adorato di rinunciare al matrimonio, ma credo che Legolas non abbia molto tempo. E tu?

- Sono venuto per controllare lo stato di Legolas- spiegò Gandalf.

Aragorn ricominciò a piagnucolare.

- Il mio amore aspetta un figlio da quel mostro! Come farò a tollerare questo duro colpo?- gemette con fare teatrale, coprendosi il viso con le mani.

- Su, su!- cercò di consolarlo Gandalf. – E’ una cosa tanto bella!

- Ma no!

- Ma come no? Lo so che tu sei innamorato di Legolas, ma vedrai che te ne farai una ragione.

Frattanto, richiamato dalle voci, arrivò Gimli che, ignorando Aragorn:

- Gandalf!- esclamò gioioso, andandogli incontro. – Che gioia il tuo arrivo! Io e Legolas non ti ringrazieremo mai abbastanza di ciò che hai fatto per noi.

Gandalf sorrise e tirò, assai poco discretamente, una bastonata ad Aragorn perché la smettesse di piagnucolare.

- Un modo ci sarebbe Gimli- suggerì. – Potresti evitare che i vostri padri tentino di uccidermi ogni volta che mi vedono?

Il nano esitò.

- Sono sicuro che quando vedranno il bambino saranno felici anche loro- disse speranzoso.

Gandalf aggrottò le folte sopracciglia.

- Temo che questo non renda facili la celebrazione del matrimonio e il futuro travaglio di Legolas- gli fece notare. – Non posso sposarvi con sire Thranduil che mi prende di mira e non posso far partorire tuo marito con tuo padre che cerca di tagliarmi la testa!

- In effetti…- ammise Gimli. Solo allora si accorse del disastro della veste di Gandalf. – Gandalf, perché sei tutto verde?

- Problemi con lo smacchiante- tagliò corto lo stregone. – Piuttosto, come procede la gravidanza di Legolas?

- Benissimo- rispose Gimli, lieto al pensiero. – Adesso è di sopra che rilegge la lista degli ospiti, che è un lavoro che non lo stanca, se vuoi posso accompagnarti da lui.

- Sì, penso che non sarebbe male fare una visitina- rispose Gandalf annuendo.

I due si allontanarono dalla sala e Aragorn, dimenticato da tutti e depresso, rimase a deprimersi sui gradini.

Restò solo per poco. Iridan, non avendo niente da fare se non gironzolare per i corridoi (non voleva assistere alla “visita medica” di suo fratello e d’altro canto temeva che Gandalf lo avrebbe picchiato di nuovo col suo bastone se si fosse fatto rivedere prima di qualche ora) piombò nella sala.

- Ah, ci sei solo tu- gli disse a mo’ di saluto.

Aragorn lo guardò tristemente.

- Sai che assomigli a Legolas?- gli disse sognante.

- Lo so: siamo fratelli- confermò allegramente il principino. Accorgendosi della sua disperazione: - Ehi, che hai?

- Non posso credere che Legolas si sia lasciato…beh, mettere incinto, da quel nano!

Non era la prima volta che Iridan ascoltava quel discorso e, se avesse potuto, si sarebbe messo le cuffie nelle orecchie e avrebbe ascoltato un po’ di musica. Ma gli iPod allora non esistevano, e il bell’elfo dovette usare molta più eleganza con Aragorn.

- Me ne vado- annunciò tranquillamente. – Sei proprio noioso, dici sempre le stesse cose! E no, non posso aiutarti a farlo tornare con te, anche perché ora che è incinto…

- Aspetta Iridan!- lo fermò Aragorn. – Rispondimi, con te Legolas parla, ti dice mai qualcosa di me?

Iridan ci pensò su un minuto.

- Sì- disse infine illuminandosi. – Che è molto felice di non aver chiesto a Gandalf quell’incantesimo prima di mettersi con Gimli, dice che sarebbe disperato se il bambino fosse tuo e adesso dovesse sposarsi con te per salvare il suo onore!

Beh, Aragorn ci restò un po’ male. Accorgendosene, Iridan stabilì che in futuro avrebbe dovuto usare un po’ più di tatto. Così, mosso a compassione, si sedette accanto a lui.

- E via, sire Aragorn, il mare è grande e ci sono moltissimi elfi!

- Sì, ma io desideravo solo Legolas!

Potendo, Iridan gli avrebbe risposto. Ma era così annoiato dal ripetere sempre le stesse cose, e soprattutto dal sentirsi ripetere in continuazione il nome del fratello, che si alzò e se ne andò a caccia.

   
 
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