Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Giovedì


“Buongiorno ragazzi.”

“'ngiorno prof...”

“Ehi, ehi! Quanto entusiasmo! Vi prego, non siate così entusiasti, altrimenti renderete euforico anche me.”

Naturalmente la battuta non fu presa in alcun modo in considerazione, da nessuno degli alunni. Ma per fortuna il professor Ginpachi non era per nulla permaloso – troppa fatica – per cui non fece ulteriori commenti e si sedette alla cattedra.

“Bene ragazzi. Oggi non ho voglia di spiegare...”

“E quando mai ce l'hai?!”

“Ti ho sentito Zura!”

“Ci mancava che fossi anche sordo!”

“Lasciamo perdere. Dicevo, visto che oggi non ho voglia di fare lezione, vi darò un compito in classe.”

“COSA?!”

“Abbassate la voce! Ieri ho preso una terribile sbronza e ora ho mal di testa!”

“E lei dovrebbe dare il buon esempio a noi studenti?!” saltò su Shinpachi, che al contrario del professore era bello vispo quella mattina.

“Ti prego, Shinpachi. Oggi non ho proprio voglia di sentire la tua voce lamentosa!”

Shin arrossì vistosamente. Si risedette pesantemente sulla sua sedia e lì rimase a borbottare, braccia conserte e testa incassata nelle spalle, per tutto il resto della lezione.

“Ehi prof. Ma su che sarebbe sto compito?”

“Mmh...vediamo. Bah, fate voi!”

“Come sarebbe a dire 'fate voi'?!”

“E va bene, va bene. Allora compito di chimica oggi. Dovrete costruire entro la fine dell'ora un modellino quanto più fedele possibile alla struttura chimica di una molecola di zucchero. Ah, e naturalmente dovrete usare le zollette di zucchero per realizzare il modellino!”

Gli studenti annuirono, chi sbuffando, chi ormai rassegnato.
Non si poteva mai sperare in una lezione normale con quel professore.
Alzandosi e mettendosi in fila, tutti gli studenti si diressero verso l'armadio in fondo alla classe. Metà dei ripiani era stipati di scatole di zollette di zucchero. Un po' servivano al professore quando entrava in ipoglicemia, un po' perché ormai qualunque cosa facevano in classe sistematicamente c'entrava alla fine anche dello zucchero.
Ginpachi osservò svogliato i suoi studenti che trafficavano alla meno peggio per cercare di far stare in equilibrio le zollette, cercando di creare un modellino quanto più stabile possibile. Con risultati non molto positivi, c'era da dire.

“Professore?!”

“Che vuoi, Kagura?”

“Professore, ho finito le zollette di zucchero della mia scatola!”

“Uhm? Com'è possibile? Non hai costruito ancora niente!”

“Perché le ho mangiate tutte, professore!” ammise candidamente Kagura.

Ginpachi sospirò, e visto che non aveva nemmeno le forze per sgridarla come si doveva, si limitò a fare uno svogliato gesto della mano.

“Allora fattene prestare altre dai tuoi compagni. Ma non mangiarne più, o ti boccio!”

“Ok prof! Ehi tu, dammi le tue zollette!” ordinò imperativamente al compagno del banco affianco il suo.

“Scordatelo!” rispose con un sorriso gentilissimo Okita.

Hijikata, che era già a buon punto del suo lavoro, si premurò di spostare il suo banco un paio di metri lontano da quei due.
Kagura e Sogo si guardarono per qualche minuto senza dire nulla, ma continuando entrambi a sorridere.
Poi, all'improvviso, entrambi scattarono, avventandosi uno contro l'altro.
L'urto che li fece cozzare fece perdere ad entrambi l'equilibrio e caddero proprio sopra il banco di Hasegawa, causando il totale sbriciolamento del suo lavoro.
E, incuranti delle lamentele del povero Madao, i due continuarono a menarsi senza accennare nemmeno per un attimo a smettere, e senza curarsi di tutti quelli che mano a mano stavano coinvolgendo.

“Professore!”

“Shinpachi, sbaglio o avevo detto che oggi non volevo sentire la tua voce?!”

“Ma prof! Okita e Kagura stanno distruggendo tutto!”

“E allora?”

“Professore!” esclamò al limite della sopportazione Shin, ma Ginpachi non diede segni di alcun tipo in risposta alle sue richieste d'aiuto.

“Lasciali stare Shinpachi” intervenne Katsura, il ritratto della tranquillità mentre continuava a lavorare sul suo modellino “Non bisogno interferire nelle questioni di cuore degli adolescenti!”

“Ma quali questioni di cuore! Si stanno ammazzando!”

“L'amore ha molte forme!”

“Ma non quelle dell'omicidio vicendevole!”

Ma prima che Katsura potesse ribattere al dialogo, i due litiganti finirono di slancio addosso al suo banco. Non c'è nemmeno bisogno di dire che ridussero in poltiglia tutto il suo lavoro.

“Come avete osato?! Adesso vi do una lezione!” Katsura era saltato su come un indemoniato, cominciando anche lui a menare botte a destra e a manca, senza badare troppo a chi colpiva. Quell'affronto meritava un'immediata vendetta.
E alla faccia di non interferire nelle questioni di cuore altrui!

In breve la classe si trasformò in un rissa, senza esclusione di colpi.
E Ginpachi se ne rimase alla cattedra, apparentemente indifferente a tutto quello che accadeva.

“Che disastro. Tutto quello zucchero sprecato!”




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Angolo dell'Autrice:

La cosa sta degenerando. XD


- mizukage: Prova a rileggere la poesia. E fai attenzione alla prima lettera di ogni verso. Ti suona familiare?! XD

- Yuki_Hoshibe: Eh? O.o
No, sul serio, non ho capito... [cit.] *...il criterio potrei scrivertelo io! Potrei fare un'intera fanfic su quel criterio!*

- Lexi: Grazie mille! Alla prossima!



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Beat