Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Cipollina    04/10/2009    5 recensioni
Alors... pensavate di esservi liberati di me? Sbagliato!!!!!! Sono peggio del prurito per le guardie svizzere! Ed eccomi di ritorno con una shottina sui miei piccioncini preferiti... che dire, più smielosa di così non poteva essere(per lamentele rivolgetevi all'ufficio: ormoni della peggiore scrittrice depressa sulla piazza... e portatevi qualcosa da leggere perché ci sarà la coda!)... Harriuccio caro alle prese con una giornata no... e il nostro tesoruccio biondo che lo consola... a modo suo!... per ulteriori informazioni si prega di cliccare sul titolo!!!Ci.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nulla stava andando per il verso giusto, quel giorno sembrava proprio che la sorte ce l’avesse con lui

Nulla stava andando per il verso giusto, quel giorno sembrava proprio che la sorte ce l’avesse con lui… non aveva mai pensato di essere sfortunato, non era di quelle persone che si piangono addosso, tanto bisognose di prendersela con qualcuno da tirare in ballo persino il fato, ma quel giorno Harry davvero non sapeva che giustificazione dare a tutto ciò che stava succedendo.

Il nuovo cuoco del suo ristorante era, malgrado tutte le raccomandazioni, un emerito imbecille e perfino lui sarebbe stato capace di cucinare meglio; un bambino della sua squadra di Quidditch era caduto dalla scopa e, anche se questa non si alzava più di un metro e mezzo da terra, era riuscito a slogarsi un polso, così che aveva dovuto portarlo al San Mungo, spaventando inutilmente i genitori e i suoi giovani compagni di squadra; Zabini lo aveva tenuto al telefono per più di mezzora perché a sua detta Neville si comportava in modo strano e lui doveva sicuramente conoscere il motivo della sua preoccupazione (per poi scoprire che semplicemente una delle sue piante aveva preso una leggera malattia perfettamente curabile…) e come se non bastasse, appena tornato a casa era dovuto uscire nuovamente perché avevano trovato un nuovo nascondiglio segreto, una volta appartenuto a dei Mangiamorte e sembrava che la sua presenza tra il gruppo di Auror che dovevano entrare per primi nell’edificio, ormai abbandonato da tempo, fosse indispensabile: avrebbe anche accettato la cosa… ma la sua presenza era risultata quanto meno inutile e dentro quella stupida catapecchia non avevano trovato altro che un mucchio di ragnatele e un serpentello, che era risultato talmente terrorizzato da non riuscire neanche a rivolgergli la parola, così da costringerlo a farlo levitare fuori, esattamente come avrebbe potuto fare chiunque altro del gruppo.

Tornando a casa quella sera, Harry non poté che prendere un respiro profondo, momentaneamente sommerso dalla stanchezza… malgrado avesse fame non aveva decisamente voglia di cucinare e il solo prendere in mano una padella gli avrebbe fatto ricordare che aveva licenziato il cuoco e che il giorno dopo avrebbe dovuto supplicare qualcuno perché lo aiutasse al ristorante con così poco preavviso, si stava ancora ripassando sulla lingua il gusto amaro di quella considerazione quando si fermò all’improvviso, i capelli ritti sulla nuca e tutti i sensi tesi al massimo.

Aveva appena infilato la chiave nella serratura del portone di casa sua, ma c’era qualcosa di indistintamente strano e immediatamente afferrò la bacchetta: non c’era nulla di fuori posto e tutto sembrava tranquillo nella pallida luce serale, ma un brivido gli percorse la schiena e il suo addestramento da Auror gli aveva insegnato a fidarsi di simili sensazioni. Socchiudendo gli occhi dalla concentrazione tese le orecchie, ma non sentì niente, gettò un’occhiata verso la finestra… non riusciva a scorgere nulla, pensò di chiamare aiuto, ma non sapeva nemmeno per cosa e Ron e Hermione avevano già fin troppi problemi a dormire, con i loro tre bambini a svegliarli ogni pochi minuti, per essere disturbati nel bel mezzo della notte da una sua sensazione.

Con un respiro profondo girò la chiave e aprì di scatto la porta, puntando la bacchetta all’ingresso, ebbe solo il tempo di richiudere il portone silenziosamente e di rannicchiarsi dentro all’armadio a muro, tra mantelli e cappotti, quando sentì la porta della cucina aprirsi e dei passi cauti avvicinarsi a lui, aspettò che si avvicinassero abbastanza mentre il suo cuore si fermava pronto ad agire nell’istante esatto… accadde tutto in un attimo, il secondo prima era chiuso nell’armadio e il secondo dopo afferrò lo sconosciuto con una mossa fluida e decisa, il braccio stretto attorno al suo collo e la bacchetta puntata alla sua gola, sul volto un’espressione determinata.

Uno strillo acuto si liberò dalla gola dell’estraneo e il cuore di Harry tornò battere normalmente mentre il ragazzo lasciava andare il suo prigioniero, scioccato ma anche irritato dalla sorpresa e dai richiami preoccupati che arrivavano dalla cucina e se non fosse stato per la risata cristallina che li accompagnò, che lo fecero sbiancare improvvisamente, Harry sarebbe arrossito dalla rabbia.

“Ron?! Che diavolo ci fai in casa mia a quest’ora?... e al buio per di più!”

Il rossino arrossì con violenza, incominciando a balbettare confusamente, ma Harry scosse la testa, ignorandolo e dirigendosi in cucina, i suoi passi veloci e sicuri, abituati alla casa anche senza bisogno della luce, contrariamente a quelli cauti ed esitanti dell’amico che aveva sentito poco prima e giudicato sospetti. Sentendo però il rossino inciampare nel mobile all’ingresso recitò la breve formula così che le luci si accesero, mostrando con ancora più chiarezza la colpevolezza sul volto di Ron.

“Fermo! Non entrare!”

Il moretto corrugò la fronte, ma si fermò, anche dopo aver sentito uno sbuffo sonoro provenire da dietro la porta ancora chiusa.

“Si può sapere che cosa sta succedendo? Oggi me ne sono già capitate abbastanza…”

Il rossino arrossì ancora di più e Harry prese un respiro profondo, alzando gli occhi al cielo e lasciando che il rossino si prendesse il suo tempo prima di confessare la sua colpa:

“Beh, ecco… tu hai un fidanzato, no? E sono otto mesi che state assieme senza contare i tempi della scuola, però tu… beh, nessuno sa ancora chi è, Hermione mi ha ripetuto mille volte che dovevo farmi gli affari miei e che tu ce lo avresti detto quando saresti stato pronto a farlo, ma, ecco… lo sai che io sono curioso!”

Harry aveva ora sul volto uno sguardo irritato e Ron abbassò gli occhi rendendosene conto, accelerando nella speranza che quando l’amico avesse saputo tutto sarebbe stato perdonato:

“Lo so che non è stato intelligente, ma io e Seamus abbiamo deciso di appostarci davanti a casa tua… così prima o poi l’avremmo visto!”

“Ron!”

Il rossino abbassò ancora di più la testa, quasi che la rabbia di Harry lo avesse colpito fisicamente, ma un secondo dopo alzò gli fieramente occhi, felice di ciò che stava per dire:

Però abbiamo trovato qualcun altro! Quello stronzo di un Malfoy gironzolava qua attorno e… non ci crederai mai Harry!... ha provato ad entrare in casa tua!”

Harry strinse i denti, ora definitivamente arrabbiato, ma sfortunatamente per lui Ron confuse la causa:

“Così io e Seamus lo abbiamo catturato e legato in cucina, è giusto che sia tu a fargliela pagare per la sua faccia tosta! Voleva entrare dalla finestra!”

Il moretto si prese la testa fra le mani, sì, decisamente quel giorno non era destinato ad essere positivo! Con un sospiro spalancò la porta della cucina ed entrò rapidamente, tallonato da un gongolante Ron.

“Si può sapere perché diavolo volevi entrare dalla finestra?”

Malfoy ghignò spudoratamente, legato come un salame ad una sedia e guardato a vista da Seamus, ma non incapace di cogliere il lato ironico della situazione e sicuramente ben deciso a tenersi stretto il suo orgoglio:

“Ho lasciato la chiave in ufficio e in banca dopo la chiusura non ci si può certo Smaterializzare!”

Harry si sedette pesantemente su una sedia, un cerchio di stanchezza attorno alle tempie che si faceva via via più pesante. Con un sospiro fece svanire i lacci che tenevano fermo il biondino, ignorando Ron e Seamus che puntarono le bacchette sul ragazzo con rinnovato fervore.

“Ron, Seamus… vi presento il ragazzo con cui sto da ormai oltre un anno… e se vi chiedevate perché ho aspettato così tanto a presentarvelo, beh, il fatto che lo abbiate legato e che, malgrado ciò che vi sto dicendo, stiate ancora puntando le bacchette contro di lui dovrebbe rispondervi…”

Seamus spalancò la bocca, senza parole, abbassando lentamente la bacchetta, ma Ron scosse la testa, incapace o forse restio a comprendere:

“Cosa diavolo stai dicendo?!

Draco si alzò elegantemente dalla sedia, sul volto un ghigno malefico che Harry sapeva non avrebbe portato a nulla di buono, con un’occhiata di sufficienza a Ron il biondino si diresse verso la sedia del moretto, sedendogli cavalcioni:

“Sta dicendo questo…”

Con una naturalezza data solo dall’abitudine, una mano diafana andò a posarsi dietro la nuca di Harry, attirandone le labbra rosse sulle proprie e intraprendendo un bacio gentile che divenne sempre più passionale, il moretto completamente abbandonato ad esso, dimentico dei suoi amici presenti e di tutti gli imprevisti della giornata: Draco era accanto a lui, le sue labbra lo stavano assaggiando e le loro lingue giocavano una danza conosciuta, ma sempre nuova ed emozionante e questo gli bastava, per ora quello era tutto ciò di cui aveva bisogno per trasformare quella catastrofica giornata in qualcosa di più sopportabile.

Quando infine si separarono Seamus era già riuscito a trascinare fuori un scioccato e recalcitrante Ron e Harry si rilassò nell’abbraccio di Draco che lo strinse a sé, sussurrando direttamente nel suo orecchio:

“Mi dispiace… ho saputo che avevi quell’operazione con gli Auror e volevo prepararti la cena, ma quei due idioti sono sbucati dal nulla… Pansy mi ha detto che hai dovuto portarle uno dei tuoi ragazzini che era caduto dalla scopa…

“Sì, il piccolo Stephan, ma non era nulla di grave… la Parkinson lo ha sistemato in pochi minuti, il problema sono stati i suoi genitori, neanche lo avessi gettato giù dalla scopa di mia spontanea volontà!... e ho dovuto anche licenziare il cuoco!”

Il biondino prese il suo volto tra le mani, baciandolo delicatamente sulle tempie e sulle labbra, mentre l’irritazione che aveva accompagnato Harry per tutta la giornata lentamente scompariva, dopo alcuni minuti riaprì gli occhi, sorridendo al ragazzo ancora appollaiato sulle sue gambe:

“Non so se essere felice perché il mio ragazzo, malgrado ne sia completamente incapace, era disposto a cucinare per me… oppure terribilmente depresso perché non è stato capace di difendersi da due attentatori così maldestri!”

Il biondino lo guardò con un’aria di scioccata incredulità:

E io che cercavo di essere gentile! Bene!...”

Il biondino fece per andarsene, ma Harry lo afferrò per i fianchi, appoggiando il volto contro il suo ventre, a metà ridacchiando e a metà piagnucolando le sue scuse, fino a quando Draco non scoppiò a ridere, afferrandolo e facendolo alzare a sua volta, prima di riprenderlo fra le braccia:

“Ti perdono solo perché sei riuscito a far strillare Lenticchia come una donnetta!”

Harry ridacchiò, baciandolo con trasporto e adagiandosi completamente a lui:

“Siamo ufficialmente fidanzati ora…”

Il biondino sorrise dolcemente, ma presto una piccola smorfietta indispettita piegò il suo volto alla sua espressione assorta:

“Pentito?”

Harry lo guardò sorridendo appena, ben consapevole di quante volte una conversazione di quel tipo era finita con una disputa appassionata, combattuta con morsetti a tradimento e carezze troppo lievi per essere soddisfacenti, ma il suo sguardo si fece subito serio, bisognoso di comunicare qualcosa che sapeva il biondino non sarebbe mai stato stanco di sentire:

“No… è solo che a volte… a volte non riesco a crederci nemmeno io…

Il sorriso del biondino tornò a piegare quelle labbra che per tanti anni Harry aveva visto solo ironiche e indisponenti e il moretto sentì scaldarsi il cuore nel cogliere la dolcezza nel suo sguardo e la luce che le sue parole aveva acceso nel profondo grigio, ma il biondino non aveva nessuna intenzione di lasciar da parte la passione per quella notte e gli leccò maliziosamente il lobo dell’orecchio:

“Conosco un metodo estremamente efficace per questo tipo di incertezze…”

Harry sorrise, lasciandosi esplorare la bocca con più passione e infilando con bramosia le dita sotto la camicia del ragazzo, accarezzandogli il ventre e risalendo veloce, prima di tuffarsi sotto alla cintura, la passione che provava per lui che ancora una volta lo afferrava violentemente, quasi che dopo essere stata soffocata per tutto il giorno non avesse aspettato altro che la sua pelle per esplodere in tutta la sua intensità. Draco mugolò e abbracciandolo stretto lo trascinò fino al piano della cucina, dove lo fece sedere, staccandosi da lui solo per gettargli uno sguardo di affamato desiderio che tolse il fiato al moretto.

Un secondo dopo Harry stava però ridacchiando e il compagno lo guardò aggrottando le sopracciglia:

“Sembra che stasera cucinerai davvero per me… ma non avevo capito che era questo il piatto!”

Draco gemette mentre le dita del moretto si posavano sulla sua erezione, stuzzicandola.

“Non è forse questo il tuo preferito?”

Harry ridacchiò, ma non poté trattenersi dall’assentire prima che le sue labbra fossero nuovamente catturate da un bacio appassionato.

Contro tutte le previsioni quella giornata non era proprio da buttare via.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA: allora, tanto per chiarire: questa oneshottina in realtà è partita come oneshottina a se stante da qualsiasi altra cosa e così l’ho infatti presentata adesso… ma dato che io sono semplicemente schiava delle mie dita e che sono loro che pigiano a loro piacimento su questo o quel tastino… beh, se volete la potete anche considerare come un capitolo finale finale finale di ‘le mie ali nel vuoto’inzomma: a voi la scelta!!!!! Baci8li Ci.

….

naturalmente se non mi scriverete una recensione mi sentirò non solo autorizzata, ma addirittura in dovere di venirvi a prendere uno ad uno, casa per casa, catapecchia per catapecchia e marciapiede per marciapiede (io non giudico!!! XD!) a consegnarvi quel famoso panegirico sulla Chang (che da un paio di capitoli spunta qua e là … come la peste o i brufoli!!!!) e vi costringerò a leggerlo tutto almeno tre volte di fila e a impararne a memoria almeno 3 canti!!!!!!

se volete denunciarmi per minacce… prendete il numerino e fate la fila!!!

bon! Ho finito! Ciau!!!!!!!

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Cipollina